Quasi 200 giornalisti uccisi dal COVID-19, nessuno a Cuba

Più di 270 giornalisti cubani dei mezzi nazionali e territoriali sono nelle zone rosse per riportare sulla lotta cubana contro la COVID-19.

Un gruppo di studenti di giornalismo ha lavorato come volontari in centri di isolamento ed ospedali in differenti province, appoggiando in lavori diversi e lasciando testimonianze di quell’esperienza in vari mass media.

Decine di reporter di Prensa Latina sono stati praticamente in zona rossa permanente riportando da paesi con alte cifre di contagiati.

Solo due giornalisti a Cuba sono stati casi positivi alla COVID-19. Nessun professionista dei nostri mezzi è deceduto, per fortuna.

Le cifre più recenti nel mondo segnalano che 186 giornalisti in esercizio della professione sono morti in quattro mesi, in 35 paesi. Inoltre, 93 delle vittime lavoravano in America Latina, e il contagio si produce quando coprivano notizie relazionate col coronavirus.

Nella nostra regione, Perù è il paese con maggiore numero di decessi con 37, seguito da Brasile con 16, Messico con 14, Ecuador con 12 e Bolivia con 5.

Le notizie presumono che la cifra reale dei decessi è sicuramente molto più alta.

Mentre oggi celebriamo il 57º anniversario della fondazione dell’Unione dei Giornalisti di Cuba (UPEC) è gratificante conoscere questa realtà.

da Cubadebate traduzione di Ida Garberi

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