Credo in te, Cuba.
Quando eri difficile e quando eri dolce e facile da tradurre.
Credo in questa gente che si sforza e lavora con l’idea o con le mani.
Credo in coloro che pensano, in ognuno degli esseri di questa Isola ardente: quelli che gridano, amano, feriscono, curano, fanno male o rallegrano.
Credo nel pensiero e nella risata piena, nella strada illuminata dal sole e in quelle spazzate dagli uragani.
Credo in te, Cuba.
Per guardare con pazienza quelli che guardano con vetri velati.
Per il tuo impegno nel condividere il pane con i malati, i bambini e i nonni e con tutti, includendo quelli ai quali in altri luoghi si nega il pane.
Credo in te, Cuba.
Che ascolti, includi al disopra degli indifferenti, egoisti, minimi, senza sogni e con padroni che non hanno, tristemente, già non hanno fede né speranza.
Ahi! Gente, poeti, artisti, colori, voci e molteplici maniere… a volte si deve guardare un poco più in là del limite della propria statura, e saper dire : c’è qualcosa più grande di me.
Credo in te Cuba.
È la mia scelta.