Presidente Venezuela denuncia preparazione tentativo di assassinio

Le dichiarazioni sono state fatte durate la riunione con la Commissione Presidenziale per la Prevenzione, l’Attenzione e il Controllo della COVID-19 trasmessa dalla televisione statale.

Il presidente del Venezuela, Nicolás Maduro, ha denunciato che il suo omologo della Colombia, Iván Duque, sta «preparando tiratori scelti per assassinarmi».

«In Colombia stanno addestrando i cecchini, là da Iván Duque, per ammazzarmi», ha dichiarato senza offrire altri dettagli durante la riunione della Commissione Presidenziale per la Prevenzione, l’Attenzione e il Controllo della COVID-19, trasmessa dalla televisione statale.

Il mandatario ha criticato la forte crescita della pandemia registrata in Colombia e ha dichiarato che «là non c’è speranza di controllo della situazione e questo ci obbliga a una maggior attenzione in Venezuela».

«Se operassimo insieme , Colombia e Venezuela, staremmo meglio, ma lì c’è un governo che ideologizza le relazioni internazionali come un’ideologia estremista e non si rende conto che questo è un problema umano», ha denunciato.

Poi ha richiamato l’attenzione sull’espansione della pandemia nel paese e ha chiesto di raddoppiare le misure di prevenzione per curare la vita e la salute delle famiglie.

«A me piace percorrere il paese anche se ci sono gruppi che mi vogliono ammazzare . Io ho le mie misure di sicurezza alle azioni e mi piace abbracciare la gente», ha detto ed ha segnalato che questa è una battaglia «sostenuta da tutto il Venezuela, e «se mettiamo le batterie al massimo, controllando gli approfittatori, le indiscipline sociali e i reati è per la salute, e siamo in tempo ».

«Quello che ci vuole è che il Venezuela si unisca; i conflitti si possono sempre trattare e risolvere e lì ci sono le elezioni del 6 dicembre, c’è il Consiglio Nazionale Elettorale che sta facendo un tremendo lavoro per garantirle, e questo va al di là dei conflitti politici e ideologici perché è la vita umana», ha spiegato.

Maduro ha indicato che l’ 86% dei venezuelani è preoccupato per l’epidemia della COVID- 19, ma il 13-14% non crede che il coronavirus è una malattia mortale.

«Dobbiamo curarci tra tutti per sconfiggere il coronavirus», ha detto ancora e ha annunciato che da lunedì 27 il paese torna alla flessibilità della quarantena a tre livelli, secondo lo schema del “7 più 7”, che sono sette giorni d’isolamento totale e 7 giorni di flessiibilità.

Maduro ha spiegato che si mantiene in fase 1 di quarantena radicale il Distretto Capitale (Caracas) come gli stati Miranda, Zulia, Sucre, Bolívar, La Guaira e Táchira.

Nella fase 2 di flessibilità parziale ci sono gli stati: Anzoátegui, Aragua, Falcón Lara, Nueva Esparta, Maracay, Carabobo, Monagas e Mérida, con 10 settori economici autorizzati per lavorare nelle frange d’orario assegnate precedentemente.

La 3ª fase, sarà di flessibilità ampia e si manterrà negli stati: Portuguesa, Guárico, Barinas, Amazonas, Delta Amacuro, Trujillo, Cojedes e Apure.

Maduro ha chiesto ai Vescovi del Venezuela di prestare chiese e conventi per ricoverare i pazienti con il coronavirus.

«Si stanno installando nel Poliedro di Caracas varie decine di letti per l’assistenza dei casi lievi e lo facciamo in vari stati per avere alberghi trasformati in ospedali, CDI, hotels sanitari, che permettano una grande quantità di ricoverati», ha affermato.

In Venezuela sino ad ora sono morte 142 persone per la COVID -19, e i casi positivi sono stati 15463, secondo le cifre ufficiali.

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