Anni ’90: l’emigrazione illegale

L’emigrazione illegale di cubani verso la Florida è stata fomentata dalla politica migratoria del governo USA

Pedro Etcheverry Vázquez  http://razonesdecuba.cu

“E LORO HANNO UNA SOLO POLITICA: LIMITARE LE USCITE LEGALI; INCORAGGIARE LE PARTENZE ILLEGALI, CREARE TUTTA UN’ORGANIZZAZIONE A SUPPORTO DI QUELLI CHE LASCIANO ILLEGALMENTE CUBA.”

Comandante in Capo Fidel Castro Ruz, Apparizione televisiva, 5.8.94

Per decenni, a partire dal trionfo della Rivoluzione, l’emigrazione illegale dal territorio cubano verso la Florida è stata fomentata da una politica migratoria manipolata dal governo USA, eseguita con la partecipazione dei suoi servizi di intelligence, con l’agire della controrivoluzione di origine cubana e con l’intervento delle principali organizzazioni controrivoluzionarie che operano contro Cuba da Miami.

Dopo il crollo del campo socialista europeo, nel 1989, e la disintegrazione dell’Unione Sovietica, alla fine del 1991, cominciò per Cuba il cosiddetto Periodo Speciale in Tempo di Pace, quando l’economia cubana si vide colpita in modo significativo, poiché l’85% dei suoi lo scambi commerciale era con l’URSS. Il Prodotto Interno Lordo cadde del 35% ed il Governo Rivoluzionario ridusse la sua capacità di acquisto da 8139 milioni di pesos, nel 1989, a soli 2000 milioni nel 1993.

Il 1 luglio 1993, forze delle Truppe Guardia di Frontiere catturarono la lancia Midnight Express quando arrivò clandestinamente alle coste della città di Cojímar, a est dell’Avana, con l’intenzione di raccogliere un gruppo di persone in attesa di essere trasferite in Florida. Durante l’operazione di cattura ci fu uno scambio di colpi e come conseguenza di ciò si riportarono tre cittadini morti e diversi feriti, tra cui lo statunitense Ricki Robert Hoddynot, che dichiarò di aver ricevuto una grande somma di denaro per ciascuna delle persone che avrebbe condotto in Florida.

Approfittando della situazione economica estremamente complessa che stava attraversando il nostro paese, diverse stazioni radio sovversive, con sede negli USA, concentrarono le loro programmazioni sulla promozione delle uscite illegali e sull’esodo di massa, con il proposito di creare un’immagine di destabilizzazione ed ingovernabilità che potesse essere utilizzata dal governo USA come pretesto per cercare di giustificare altre misure più radicali.

Sequestri di imbarcazioni

 

Il 13 luglio 1994, nel porto dell’Avana, il rimorchiatore 13 de Marzo fu dirottato e a seguito di un incidente affogarono 41 cubani, di diversa età, che tentavano di lasciare, clandestinamente, il territorio nazionale.

Il 26 luglio, un gruppo di elementi antisociali armati di pistola e diversi coltelli, sequestrò la lancia Baraguá, una delle piccole imbarcazioni che garantiva il trasporto di passeggeri tra gli agglomerati di Casablanca e Regla con la Muelle de Luz, a L’Avana.

All’inizio dell’inseguimento da parte del rimorchiatore Polargo 2 e di una lancia delle Truppe Guardia Frontiere, i capi minacciarono di uccidere una passeggera di 17 anni ed avvertirono che se la pattuglia si fosse avvicinata, avrebbero fatto saltare la barca con tutti coloro che erano a bordo. Otto passeggeri, che non volevano essere coinvolti in un’avventura del genere, saltarono in mare. Subito dopo altri due passeggeri furono lanciati fuori, contro la propria volontà, dagli stessi sequestratori. La motovedetta si limitò a inseguire la barca ed, al fine di evitare un incidente, non intraprese alcuna azione; tuttavia il suo equipaggio soccorse, prontamente, le persone che caddero in mare. Quando era a circa 36 miglia dalla costa cubana, la lancia Baraguá fu intercettata da una imbarcazione della Guardia Costiera USA che raccolse le quindici persone e sequestrò le armi dei sequestratori.

All’inizio di agosto, incitati dalla propaganda sovversiva trasmessa dalle stazioni radio anticubane della Florida, e spronati dai capi dei gruppuscoli controrivoluzionari sponsorizzati dalla Sezione di Interessi USA (SINA), a L’Avana, una folla tra la quale, per il loro comportamento, si mettevano in evidenza elementi antisociali, si concentrò sul lungomare dell’Avana, in attesa di approfittare di ogni altra opportunità per sequestrare un’imbarcazione e abbandonare il paese.

Il 3 agosto, nella baia dell’Avana, si produsse il sequestro della lancia chiamata La Coubre. In questa occasione i capobanda erano armati con una pistola, un revolver, una bomba a mano e varie armi bianche. Le unità della Guardia costiera USA raccolsero, in alto mare, i dirottatori e poco più di 100 passeggeri. Da parte loro, le lance delle Truppe Guardia Frontiere riscattarono i 76 che decisero tornare, tra cui 34 uomini, 28 donne e 14 bambini.

Il 4 agosto, con l’obiettivo di lasciare il territorio nazionale, un altro gruppo di persone ri- sequestrò la lancia Baraguá durante il viaggio tra il Muelle de Luz e Regla, usando le stesse minacce e risorse simili: pistole, granate ed armi bianche. In questa occasione, il sottufficiale della Polizia Nazionale Rivoluzionaria, Gabriel Lamoth Caballero, affrontò coraggiosamente i sequestratori, ma fu assassinato da diversi elementi antisociali che viaggiavano a bordo. Poche ore dopo, quando la barca rimase senza carburante, andarono alla deriva. Vedendo falliti i loro tentativi di intimidazione, i sequestratori decisero di consegnarsi, e la lancia con tutti i suoi passeggeri furono condotti dai combattenti delle Truppe della Guardia Frontiere in un porto sicuro.

Il 7 agosto si realizzarono le onoranze funebri dell’ufficiale Gabriel Lamoth Caballero. L’atto fu presieduto dal Secondo Segretario del Comitato Centrale del Partito Generale dell’Esercito, Raúl Castro Ruz, che denunciò che la politica migratoria USA era colpevole dei sequestri di imbarcazioni in cui morivano persone innocenti.

La goccia che riempì la tazza

 

L’8 agosto, a Mariel, fu sequestrato il Ferrocemento 5034 appartenente all’Unità Militare 4349 della Marina da guerra Rivoluzionaria, dove fu assassinato il tenente navale Roberto Aguilar Reyes. La barca fu diretta verso la fabbrica di cemento La Arenera dove una trentina di persone erano in attesa di salire a bordo. Quando erano a circa sessanta metri dalla costa, l’assassino costrinse i tre marinai che erano a bordo a saltare in acqua, dirigendosi verso l’uscita della baia del Mariel. Nonostante le informazioni fornite tempestivamente dal Quartier Generale delle Truppe della Guardia Frontiere alla Direzione del servizio della Guardia Costiera USA, circa il dirottamento della nave e sull’omicidio dell’ufficiale delle FAR, una delle sue unità di superficie USA intercettò l’imbarcazione sequestrata e raccolse le 26 persone a bordo, incluso l’assassino Leonel Macías González. Tutti i passeggeri furono immediatamente trasferiti a Cayo Hueso. Il 10 agosto, il portavoce del Dipartimento di Stato, Michael Mc Curry, si affrettò a dichiarare che non erano a conoscenza della morte di un ufficiale cubano, che non avevano trovato armi o persone in uniforme sulla imbarcazione e che mancavano prove per confermare il crimine e stabilire cosa fare con i 26 cubani. Poche ore dopo il corpo dell’ufficiale cubano emerse in modo accusatorio dalle acque della Baia di Mariel, ed in seguito gli spettatori TV poterono vedere che Leonel Macías scese sulla terraferma, a Cayo Hueso, indossando l’uniforme militare che aveva macchiato con il suo tradimento.

Il giorno seguente, il quotidiano del New York Times raccomandò al governo USA che attenuasse le sanzioni economiche contro Cuba e cambiasse la sua politica migratoria, ed affermò che le autorità nordamericane erano intrappolate in un dilemma che era stato creato da loro stesse.

La risposta della Rivoluzione

 

L’11 agosto, il Governo Rivoluzionario decise consentire, a qualsiasi cittadino che lo desiderasse, di lasciare il territorio nazionale.

Quella notte, in una delle sue apparizioni televisive, Fidel disse: “Discutere seriamente la questione, arrivare al fondo dei problemi, implica discutere la questione del blocco, porre fine al blocco, implica porre fine a questa politica di costante esortazione al terrorismo ed alle uscite illegali, implica risolvere la questione della famosa Legge di Aggiustamento Cubano del 1966, che concede ai cubani privilegi che non sono concessi a nessuno in materia di emigrazione e che legittima l’emigrazione illegale dei cittadini cubani. ”

Un altro tentativo di sequestro ed una fallita uscita di massa illegale

 

Il 14 agosto, nel porto di Mariel, un folto gruppo di persone, con la complicità del capitano della nave, di origine greca, abbordò la nave cisterna battente bandiera maltese Jussara, che fungeva da nave marittima costiera trasportando petrolio tra diversi punti costieri. Dell’isola. Il Comandante in Capo Fidel Castro apparve sulla scena e dopo aver appreso ciò che era accaduto, si interessò per conoscere la situazione dei bambini che erano stati imbarcati ed avvertì che non potevano mancargli cibo e latte. Il giorno successivo, le autorità cubane annunciarono la partenza volontaria di tutti i cittadini che erano saliti nella barca e non intraprese azione contro di loro, ma i principali responsabili furono indagati e dovettero rispondere per il crimine commesso.

Nuove restrizioni ed un nuovo accordo migratorio

 

Il 26 agosto, il presidente USA William Clinton ricevette, alla Casa Bianca, diversi rappresentanti della mafia anticubana della Florida, tra cui Jorge Mas Canosa, capo della Fondazione Nazionale

Cubano Americano (FNCA). Come conseguenza di questo incontro, furono approvate nuove restrizioni sui viaggi a Cuba dei cubani-americani residenti in quel paese, sull’invio di rimesse familiari e sull’aumento delle trasmissioni illegali da parte di Radio Martí e TV Martí.

Il 9 settembre, l’amministrazione USA si vide costretta a firmare un accordo di migratorio con Cuba. Ancora una volta i piani destabilizzanti del governo USA e dei suoi alleati interni ed esterni furono frustrati da una politica di principi caratterizzata dalla fermezza della Rivoluzione cubana.

Conclusioni

 

Intorno a questi eventi, e ad altri avvenuti nel 1994, i portavoce della Casa Bianca e rappresentanti dell’estrema destra di origine cubana a Miami cercarono di responsabilizzare il Governo Rivoluzionario per la situazione interna e l’emigrazione illegale, ed assicurarono che la politica USA verso Cuba non sarebbe cambiata.

Sono trascorsi ventisei anni da allora e oggi il processo rivoluzionario cubano prosegue, contando sul sostegno della stragrande maggioranza del nostro popolo, nonostante il terrorismo, la guerra economica, incluso l’ingiusto blocco economico, commerciale e finanziario, ed un’ostinata politica migratoria imposta dai successivi governi USA, che ancora oggi colpisce i cittadini di entrambe le nazioni.


La emigración ilegal de cubanos hacia la florida ha sido fomentada por la política migratoria del gobierno de EE.UU

Por Pedro Etcheverry Vázquez

“Y ELLOS TIENE UNA SOLA POLÍTICA: LIMITAR LAS SALIDAS LEGALES; ESTIMULAR LAS SALIDAS ILEGALES, CREAR TODA UNA ORGANIZACIÓN PARA APOYAR A LOS QUE SALGAN ILEGALMENTE DE CUBA.”

Comandante en Jefe Fidel Castro Ruz

Comparecencia televisiva, 5 de agosto de 1994

Durante décadas a partir del triunfo de la Revolución, la emigración ilegal desde el territorio cubano hacia la Florida ha sido fomentada por una política migratoria manipulada por el Gobierno de Estados Unidos, ejecutada con la participación de sus servicios de inteligencia, con el accionar de la contrarrevolución de origen cubano y con la intervención de las principales organizaciones contrarrevolucionarias que operan contra Cuba desde Miami.

Después del derrumbe del campo socialista europeo en 1989 y la desintegración de la Unión Soviética a finales de 1991, comenzó para Cuba el denominado Periodo Especial en Tiempos de Paz, cuando la economía cubana se vio significativamente afectada, ya que el 85 por ciento de su intercambio comercial era con la URSS. El Producto Interno Bruto cayó un 35 por ciento y el Gobierno Revolucionario disminuyó su capacidad de compras de 8,139 millones de pesos en 1989, a solo dos mil millones en 1993.

El 1ro de julio de 1993, fuerzas de Tropas Guardafronteras capturaron la lancha Midnight Express cuando arribó clandestinamente a las costas del poblado de Cojímar, al este de La Habana, con la intención de recoger a un grupo de personas que esperaba para ser trasladados a la Florida. Durante la operación de captura se produjo un intercambio de disparos y como consecuencia de este hecho se reportaron tres ciudadanos muertos y varios heridos, incluyendo el estadounidense Ricki Robert Hoddynot, quien declaró que recibía una fuerte suma de dinero por cada una de las personas que conducía hasta la Florida.

Aprovechando la complejísima situación económica por la que atravesaba nuestro país, varias emisoras de radio subversivas con base en el territorio estadounidense, concentraron sus programaciones en el fomento de las salidas ilegales y el éxodo masivo, con el propósito de crear una imagen de desestabilización e ingobernabilidad, que pudiera ser utilizada por el Gobierno de Estados Unidos como pretexto para tratar de justificar otras medidas más radicales.

Secuestros de embarcaciones

El 13 de julio de 1994 en el puerto de La Habana se produjo el secuestro del remolcador 13 de Marzo, y a causa de un accidente que sufrió perecieron ahogados 41 cubanos de distintas edades que trataban de abandonar el territorio nacional clandestinamente.

El 26 de julio, un grupo de elementos antisociales portando una pistola y varios cuchillos, secuestró la lancha Baraguá, una de las pequeñas embarcaciones que garantizaban el transporte de pasajeros entre los poblados de Casablanca y Regla con el Muelle de Luz, en La Habana.

Al iniciarse la persecución por el remolcador Polargo 2 y una lancha de Tropas Guardafronteras, los cabecillas amenazaron con dar muerte a una pasajera de 17 años de edad, y advirtieron que si se acercaba la patrullera iban a volar la embarcación con todos los que se encontraban a bordo. Ocho pasajeros, que no querían verse involucrados en una aventura como esa, se tiraron al mar. Acto seguido, a otros dos los propios secuestradores los lanzaron en contra de su voluntad. La lancha patrullera se limitó a perseguir la embarcación y con el propósito de evitar un accidente, no ejecutó ninguna acción, sin embargo, sus tripulantes socorrieron oportunamente a las personas que cayeron al mar. Cuando se encontraban a unas 36 millas de las costas cubanas, la lancha Baraguá fue interceptada por una embarcación del Servicio de Guardacostas de Estados Unidos que recogió las quince personas que se encontraban a bordo, y ocupó las armas de los secuestradores.

A principios de agosto, incitados por la propaganda subversiva transmitida por estaciones de radio anticubanas con sede en la Florida, y estimulados por cabecillas de grupúsculos contrarrevolucionarios patrocinados por la Sección de Intereses Norteamericanos (SINA), en La Habana, una multitud entre la que por su comportamiento se destacaban los elementos antisociales, se fue concentrado a lo largo del Malecón habanero, a la espera de aprovechar cualquier otra oportunidad para secuestrar una embarcación y abandonar el país.

El 3 de agosto, en la bahía de La Habana, se produjo el secuestro de la lancha denominada La Coubre. En esta ocasión los cabecillas estaban armados con una pistola, un revólver, una granada de mano y varias armas blancas. Unidades del Servicio de Guardacostas de Estados Unidos recogieron en alta mar a los secuestradores y a poco más de cien pasajeros. Por su parte las lanchas de Tropas Guardafronteras rescataron a los 76 que decidieron regresar, incluyendo 34 hombres, 28 mujeres y 14 niños.

El 4 de agosto, con el objetivo de abandonar el territorio nacional otro grupo de personas volvió a secuestrar la lancha Baraguá cuando realizaba el recorrido entre el Muelle de Luz y Regla, utilizando las mismas amenazas y similares recursos: pistolas, granadas y armas blancas. En esta ocasión el suboficial de la Policía Nacional Revolucionaria Gabriel Lamoth Caballero se enfrentó valientemente a los secuestradores, pero fue asesinado por varios elementos antisociales que viajaban a bordo. Unas horas más tarde, cuando a la embarcación se le agotó el combustible, quedaron a la deriva. Al ver fracasados sus intentos de intimidación, los secuestradores decidieron entregarse, y la lancha con todos sus pasajeros fueron conducidos por los combatientes de Tropas Guardafronteras a un puerto seguro.

El 7 de agosto se realizaron las honras fúnebres del oficial Gabriel Lamoth Caballero. El acto fue presidido por el Segundo Secretario del Comité Central del Partido General de Ejército Raúl Castro Ruz, quien denunció que la política migratoria de Estados Unidos era culpable de los secuestros de embarcaciones donde morían personas inocentes.

La gota que colmó la copa

El 8 de agosto en el Mariel se produjo el secuestro del Ferrocemento 5034 perteneciente a la Unidad Militar 4349, de la Marina de Guerra Revolucionaria, donde fue asesinado el teniente de navío Roberto Aguilar Reyes. La embarcación fue dirigida hacia la fábrica de cemento La Arenera donde la esperaban cerca de treinta personas para abordarla. Cuando se encontraban a unos sesenta metros de la costa, el asesino obligó a lanzarse al agua a los tres marineros que se encontraban a bordo, poniendo rumbo a la salida de la bahía del Mariel. A pesar de la información suministrada oportunamente por la Jefatura de las Tropas Guardafronteras a la Dirección del Servicio de Guardacostas de Estados Unidos, acerca del secuestro de la embarcación y el asesinato del oficial de las FAR, una de sus unidades de superficie estadounidenses interceptó la embarcación secuestrada y recogió a las 26 personas que viajaban a bordo, incluyendo al asesino Leonel Macías González. Inmediatamente todos los pasajeros fueron trasladados hasta Cayo Hueso.

El 10 de agosto el portavoz del Departamento de Estado Michael Mc Curry se apresuró, al declarar que no tenían conocimiento de la muerte de un oficial cubano, que no habían encontrado armas ni personas uniformadas en la embarcación, y que carecían de pruebas para confirmar el crimen, y determinar qué hacer con los 26 cubanos. Unas horas después el cadáver del oficial cubano emergió acusadoramente de las aguas de la bahía del Mariel, y más tarde los televidentes pudieron apreciar que Leonel Macías bajó a tierra firme en Cayo Hueso vistiendo el uniforme militar que había mancillado con su traición.

Al día siguiente el diario The New York Times recomendó al Gobierno de Estados Unidos que suavizara las sanciones económicas contra Cuba y cambiara su política migratoria, y afirmó que las autoridades norteamericanas estaban atrapadas en un dilema que había sido creado por ellos mismos.

La respuesta de la Revolución

El 11 de agosto el Gobierno Revolucionario decidió permitir que abandonara el territorio nacional todo ciudadano que lo deseara.

Esa noche, en una de sus comparecencias por televisión, Fidel expresó: “Discutir en serio el asunto, ir al fondo de los problemas, implica discutir la cuestión del bloqueo, implica ponerle fin al bloqueo, implica ponerle fin a esa política de constante exhortación al terrorismo y a las salidas ilegales, implica resolver la cuestión de la famosa Acta de Ajustes Cubanos de 1966, que les concede a los cubanos privilegios que no se le conceden a nadie en materia de emigración y que legitima la emigración ilegal de los ciudadanos cubanos.”

Otro intento de secuestro y una frustrada salida ilegal masiva

El 14 de agosto, en el puerto del Mariel, un numeroso grupo de personas con la complicidad del capitán de la nave, de origen griego, abordaron el buque tanquero Jussara de bandera maltesa, que actuaba como embarcación de cabotaje transportando petróleo entre diferentes puntos costeros de la Isla. El Comandante en Jefe Fidel Castro volvió a aparecer en el lugar de los hechos y después de informarse de lo acontecido, se interesó por conocer la situación de los niños que habían sido llevados a bordo y alertó que no podían faltarles alimentos ni leche. Al día siguiente, las autoridades cubanas anunciaron la salida voluntaria de todos los ciudadanos que habían ingresado a la embarcación y no se tomó ninguna medida contra ellos, pero los principales responsables sí fueron investigados y tuvieron que responder por el delito cometido.

Nuevas restricciones y un nuevo acuerdo migratorio

El 26 de agosto el presidente norteamericano William Clinton recibió en la Casa Blanca a varios representantes de la mafia anticubana de la Florida, entre ellos a Jorge Mas Canosa, principal cabecilla de la Fundación Nacional Cubano Americana (FNCA). Como consecuencia de este encuentro fueron aprobadas nuevas restricciones de los viajes a Cuba de los cubano-americanos residentes en ese país, del envío de las remesas familiares, y el incremento de las transmisiones ilegales de Radio Martí y TV Martí.

El 9 de septiembre la Administración estadounidense se vio obligada a firmar un acuerdo migratorio con Cuba. Una vez más los planes desestabilizadores del Gobierno de Estados Unidos y sus aliados externos e internos, fueron frustrados por una política de principios caracterizada por la firmeza de la Revolución cubana.

Conclusiones

Alrededor de estos hechos, y de otros ocurridos en 1994, voceros de la Casa Blanca y representantes de la extrema derecha de origen cubano en Miami trataron de responsabilizar al Gobierno Revolucionario con la situación interna y la emigración ilegal, y aseguraron que la política de Estados Unidos hacia Cuba no iba a cambiar.

Han transcurrido veintiséis años desde entonces y hoy el proceso revolucionario cubano continúa adelante, contando con el apoyo de la inmensa mayoría de nuestro pueblo, a pesar del terrorismo, de la guerra económica, incluyendo el injusto bloqueo económico, comercial y financiero, y de una obstinada política migratoria impuesta por sucesivos gobiernos estadounidenses, que todavía hoy día afectan a los ciudadanos de ambas naciones.

Share Button

Leave a Reply

Your email address will not be published. Required fields are marked *

This site uses Akismet to reduce spam. Learn how your comment data is processed.