L’Unione Europea, senza piume e chiocciando

Arthur Gonzalez https://heraldocubano.wordpress.com

elizardosanchez_UEcubaElizardo Sanchez Santa Cruz y Pacheco, meglio conosciuto con il soprannome di “El Camaján” ha recentemente dichiarato alla stampa estera che “la UE non dovrebbe uscire a mani vuote dalla sua prossima riunione con i funzionari cubani”. Gli europei sanno molto bene chi è questo personaggio, che da più di due decenni vive del consunto racconto di essere un “dissidente”, mentre percorre le sedi diplomatiche all’Avana in cerca di denaro, cibo e altre risorse materiali che gli consentano di darsi una vita da borghese, senza sapere cosa sia un giorno lavorativo.

Mentre nella vecchia Europa aumenta la disoccupazione, alcuni dei suoi paesi forniscono a questo stupido denaro sufficiente perché si serva dei ristoranti (statali e privati) e goda delle migliori strutture turistiche della località di Varadero, al pari che faccia false segnalazioni di presunte violazioni dei diritti umani a Cuba, per soddisfare i requisiti degli organizzatori di campagne sovversive contro Cuba.

Non è un segreto che i qualificati da Washington come “dissidenti” furono creati dalla CIA dal 1960 (secondo documenti declassificati) mantenuti con  i 20 milioni di $ approvati annualmente dalla Casa Bianca per eseguire azioni sovversive contro la Rivoluzione cubana.

E’ anche pubblico e notorio  che tali “oppositori” hanno come motivo principale ottenere soldi facili e avere garanzie per accedere ad un visto di “rifugiato politico”, che garantisce loro un piacevole soggiorno negli USA.

Il centinaio di gruppuscoli controrivoluzionari non hanno più di duemila membri, in un paese di sei milioni di abitanti; sono divisi e molti dei suoi membri sono presenti in diversi gruppi, ciò che permette loro di ottenere denaro per diverse vie, come è stato storicamente il caso di “El Camaján”; altrimenti lui dimostri il contrario.

Nessuna meraviglia che la Sezione di Interessi USA all’Avana lo ha nella lista nera ed è invitato solo per alcune attività, a condizione che gli USA necessitino fare numero.

Con così tanti fallimenti e denunce da parte della TV cubana, Elizardo si è dato il compito d’informare su presunte detenzioni, che egli definisce “arbitrari”, quando qualcuno dei salariati di Washington è trasportato ad una stazione di polizia, a causa di disturbi della quiete pubblica preparati e diretti da Miami o dalla stessa SINA.

posizionecomuneOra la sua missione fondamentale è cercare di fare pressione sull’Europa, attraverso campagne mediatiche appoggiate dagli USA, in modo che l’UE non elimini le sanzioni imposte a Cuba nel 1996, su proposta del presidente spagnolo José María Aznar, burattino al servizio della mafia anticubana di Miami, che riuscì a trascinare gli altri membri della UE all’adozione di una Posizione Comune.

Il fine che perseguivano era  la caduta del socialismo cubano essendo l’unico sopravvissuto del crollo, ottenuto dagli USA, in Europa orientale.

Dopo 18 anni senza i risultati pianificati, la UE ha perso terreno nell’economia cubana, fatta eccezione per la Spagna che, pur essendo la promotrice delle sanzioni, ha tenuto una posizione privilegiata nel nascente turismo dell’isola, qualcosa che il resto (dei paesiUE) si è visto impedito di fare.

Ora convinti del fallimento, gli europei si apprestano ad eliminare tale politica e ancor più per le dichiarazioni del presidente Barack Obama sul ripristino delle relazioni diplomatiche con Cuba e la sua richiesta al Congresso di eliminare il blocco economico, commerciale e finanziario, una situazione che lascerà fuori dal gioco l’Europa.

A chi più interessa che si mantenga inamovibile questa posizione comune sono proprio gli USA, e ad ottenerlo non avrebbero competitori nei futuri investimenti nell’isola.

Alcune posizioni pro yankee all’interno della UE, come il rappresentante speciale della UE per i Diritti Umani, Stavros Lambrinidis, e gli eurodeputati liberali, lo spagnolo Fernando Maura ed il ceco Pavel Telicka, fanno il gioco dell’ultra destra USA, sotto il vecchio presupposto che “si deve esigere a Cuba il rispetto dei diritti umani e far partecipare la controrivoluzione” lo stesso argomento che maneggia la mafia anticubana di Miami nelle attuali audizioni in corso davanti al Congresso.

Il colmo di questa risibile posizione furono le dichiarazioni del delegato della FIDH per l’UE, Jean-Marie Rogue, che ha detto: “L’Unione Europea ha commesso un errore, che è che ha parlato principalmente con le autorità”.

Se il signor Rogue conoscesse i giudizi del capo della Sezione di Interessi USA all’Avana, non direbbe tali spropositi.

Alla fine per seguire i dettami della Miami, l’Unione Europea è rimasta “senza piume e chiocciando”.

La Unión Europea, sin plumas y cacareando

Arthur González

Elizardo Sánchez Santa Cruz y Pacheco, más conocido por el sobre nombre de “El Camaján”, declaró recientemente a la prensa extranjera que “la Unión Europea no debería salir con las manos vacías de su próxima reunión con funcionarios del gobierno cubano”.Los europeos saben de sobra quién es este personaje, el cual lleva más de dos décadas viviendo del desgastado cuento de ser “disidente”, mientras recorre las sedes diplomáticas en La Habana, en busca de dinero, alimentos y otros medios materiales que le permiten darse una vida de burgués, sin saber que es una jornada laboral.

Mientras en la vieja Europa se incrementa el desempleo, algunos de sus países le facilitan dinero suficiente a este gilipollas para que disfrute en restaurantes (estatales y privados) y goce de las mejores instalaciones turísticas en el balneario de Varadero, a la par que hace falsos reportes de supuestas violaciones de los derechos humanos en la Isla, para satisfacer requerimientos de los organizadores de campañas subversivas contra Cuba.

No es secreto que los calificados por Washington como “disidentes”, fueron creados por la CIA desde 1960 (según informes desclasificados), mantenidos con los 20 millones de dólares aprobados anualmente por la Casa Blanca para ejecutar acciones subversivas contra la Revolución cubana.

También es público y notorio que esos “opositores” tienen como móvil principal obtener dinero fácil y lograr avales para acceder a una visa de “refugiado político”, la que les garantiza una feliz estancia en Estados Unidos.

Los cerca de cien grupúsculos contrarrevolucionarios, no poseen más de dos mil miembros, en un país de 6 millones de habitantes; están divididos y muchos de sus afiliados se reiteran en varios grupos, algo que les permite obtener dinero por diferentes vías, como ha sido históricamente el caso de “El Camaján”; sino que él pruebe lo contrario.

No por gusto la Sección de Intereses de Estados Unidos en La Habana lo tiene en una lista negra y solo es invitado a determinadas actividades, siempre que los norteamericanos necesiten hacer bulto.

Ante tantos fracasos y denuncias por la TV cubana, Elizardo se ha dado a la tarea de informar supuestas detenciones que él denomina “arbitrarias”, cuando alguno de los asalariados de Washington es trasladado a una estación de policía, producto de alteraciones del orden público preparadas y orientadas desde Miami o la propia Sección de Intereses.

Ahora su misión fundamental es intentar presionar a Europa, a través de campañas mediáticas respaldadas desde Estados Unidos, para que la Unión Europea no levante las sanciones impuestas a Cuba en 1996, a propuesta del presidente español José María Aznar, marioneta al servicio de la mafia anticubana de Miami, quien logró arrastrar a los demás miembros de la UE a la adopción de una Posición Común.

El fin que perseguían era la caída del socialismo cubano, por ser el único sobreviviente del derrumbe logrado por Estados Unidos en Europa del Este.

Pasados 18 años sin los resultados planificados, la UE ha perdido terreno en la economía cubana, a excepción de España que a pesar de ser la promotora de las sanciones, mantuvo una privilegiada posición en el naciente turismo de la isla, algo que el resto se vio impedido de hacer.

Ahora convencidos del fracaso, los europeos se aprestan a eliminar esa política y más aun ante las declaraciones del presidente Barack Obama, sobre el restablecimiento de relaciones diplomáticas con Cuba y su petición al Congreso para eliminar el Bloqueo Económico, Comercial y Financiero, situación que dejará fuera del juego a Europa.

A quien más le interesa que se mantenga inamovible esa posición común es precisamente a Estados Unidos, y de lograrlo no tendría competidores en las futuras inversiones en la isla.

Algunas posiciones pro yanquis dentro de la UE, como el representante especial de la UE para los Derechos Humanos, Stavros Lambrinidis, y los eurodiputados liberales, el español Fernando Maura y el checo Pavel Telicka, le hacen el juego a la ultra derecha norteamericana, bajo el añejo presupuesto de que “deben exigírsele a Cuba el respeto a los derechos humanos y darle participación a la contrarrevolución”, el mismo argumento que maneja la mafia anticubana de Miami en las actuales audiencias ante el Congreso.

El colmo de esa risible posición fueron las declaraciones del delegado de la FIDH para la UE, Jean-Marie Rogue, quien aseguró: “la UE ha cometido un error, que es que ha hablado principalmente con las autoridades”.

Si el Sr. Rogue conociera los criterios del jefe de la Sección de Intereses de Washington en La Habana, no diría tales barrabasadas.

Al final por seguir los dictados de Miami, la Unión Europea se ha quedado “sin plumas y cacareando”.

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