Michelle Bachelet sarà condannata dalla storia

Arthur González https://heraldocubano.wordpress.com

In più di mezzo secolo, si conoscono molti personaggi al servizio degli interessi più sporchi degli USA, e tra questi c’è Michelle Bachelet, Alta Commissaria ONU per i Diritti Umani; sostenuta da Washington come pezzo chiave nei suoi piani contro le nazioni che non sono di suo gradimento.

Da quando ha preso posizione in quell’incarico, Bachelet ha schierato azioni per condannare il Venezuela, quando in realtà quel paese è vittima della guerra economica, commerciale e finanziaria imposta dagli USA per soffocare la sua economia ed incolpare la Rivoluzione Bolivariana di essere un fallimento.

Quando il Presidente Nicolás Maduro ha aperto le porte del paese affinché verificasse cosa soffriva il suo popolo, gli atti terroristici pagati dagli yankees e le penurie dovute a quella guerra economica, Bachelet ha firmato un falso rapporto, redatto al Dipartimento di Stato USA, condannando il governo venezuelano per fatti inventati, dando luogo all’adesione dell’Unione Europea a quella campagna.

Come se non bastasse la sua spudoratezza, l’Alta Commissaria ripete la ricetta con il Nicaragua, descrivendo una situazione falsa e manipolata da organizzazioni di opposizione finanziate dagli USA; cosa prevedibile per essere quel paese, insieme a Cuba e Venezuela, il cosiddetto “Asse del Male”, così qualificato dal presidente Donald Trump.

Chi non si rispetta non può essere rispettato ed è per questo che Michelle Bachelet sarà ricordata come la funzionaria più dipendente della politica ostile USA contro quei paesi che non si inginocchiano ai suoi piedi, ed occuperà un posto spregevole quando si parli di imparzialità, per quanto riguarda la valutazione dei Diritti Umani.

Quella donna, che ha sofferto da vicino le violazioni dei diritti umani, ha calpestato tutti i suoi principi per mantenere la sua posizione all’ONU ed i favori del governo yankee.

Se fosse davvero imparziale, dovrebbe scrivere un rapporto in cui condanna le sistematiche violazioni dei diritti umani commesse da Sebastián Piñera in Cile, cosa che non accade in Venezuela né in Nicaragua, ma il suo silenzio complice è il risultato delle istruzioni che riceve dai suoi capi a Washington.

Analogo atteggiamento di cecità e mutismo, assume con la Colombia e gli stessi USA, paesi che assassinano e reprimono selvaggiamente i loro popoli, ma per questi non vi sono condanne né visite per verificare le violazioni sistematiche dei Diritti Umani.

Bachelet non ha detto una sola parola per condannare le morti e la brutale repressione contro i nord americani di razza nera per mano di poliziotti razzisti che usano metodi che violano i più elementari diritti civili ed umani.

È noto che la polizia yankee usa proiettili di gomma con anima metallica, gas lacrimogeni, granate esplosive, gas al peperoncino e proiettili per controllare le proteste. Secondo dichiarazioni del dottor Robert Glatter, medico di emergenza a New York City e portavoce dell’American College of Emergency Physicians: “I proiettili di gomma possono penetrare nella pelle, rompere ossa, fratturare il cranio ed esplodere il bulbo oculare; possono causare lesioni cerebrali traumatiche e gravi lesioni addominali, comprese lesioni alla milza ed all’intestino, insieme ai principali vasi sanguigni.

Questa azione della politica USA dovrebbe essere fortemente condannata dall’ONU, dal Parlamento Europeo, dall’OSA e da tutte le organizzazioni che dicono “difendere” i Diritti Umani, ma attaccano Cuba, Venezuela o Nicaragua, che non hanno mai fatto nulla di eguale.

Di fronte ai crimini che avvengono in Colombia contro dirigenti sociali, membri della FARLP e l’omicidio dell’avvocato Javier Ordóñez, che ha sofferto nove fratture craniche causate da diversi poliziotti, i 13 morti e più di 70 feriti durante le proteste popolari contro la brutalità delle forze di sicurezza colombiane neppure ci sono dichiarazioni di condanna di Bachelet e del Parlamento Europeo, né sanzioni contro il presidente Iván Duque, i comandanti militari e ministri, come fanno contro Venezuela, Cuba e Nicaragua.

Il colmo della manipolazione politica è stata espressa da Michael Kozak, Sottosegretario di Stato per gli Affari dell’Emisfero Occidentale, affermando che il governo cubano “ha represso gli attivisti durante la giornata di proteste pacifiche”, l’8 settembre scorso, il giorno della Vergine della Carità del Cobre.

Menzogne per creare correnti di opinione contro la Rivoluzione cubana, perché nessuno ha visto le inventate “proteste” incitate da Miami, né le “repressioni della polizia”.

Con quale morale Kozak può accusare Cuba?

La repressione contro il popolo la eseguiva la tirannia di Fulgencio Batista, consigliata da specialisti dell’FBI. Dopo il 1959, non si è più vista la polizia sparare a giovani, lavoratori e intellettuali.

Gli USA spendono miliardi di dollari per pagare persone, che chiamano “dissidenti”, senza riuscire a formare un’opposizione al governo rivoluzionario.

Kozak non menziona che, secondo dichiarazioni ufficiali, nel 2018, l’FBI ha registrato che 407 persone sono state uccise da un agente di polizia, durante una protesta popolare contro atti razzisti negli USA. Neppure dice che il Washington Post abbia affermato che, nel 2019, 1400 persone sono state assassinate a spari dalla polizia, mentre il gruppo Mapping Police Violence ha registrato 1199 persone assassinate.

Quando a Cuba, Venezuela o Nicaragua si sono verificati crimini simili?

Dov’era la Bachelet che non condanna queste violazioni dei Diritti Umani?

Prima di parlare di Cuba, il Sottosegretario di Stato per gli Affari dell’Emisfero Occidentale USA deve condannare la spietata repressione avvenuta in Cile, Bolivia, Colombia e nel suo stesso paese, dove coloro che protestano sono considerati “terroristi”, qualificativo per mascherare il vero sentimento di quella massa stanca degli eccessi e crimini compiuti dalla sua polizia, comprese le migliaia di arresti arbitrari e le celle di punizione senza finestre, dove chiudono i prigionieri politici, come il portoricano Oscar López Rivera, rinchiuso per 35 anni.

Non per nulla José Martí ha affermato: “Ho vissuto nel mostro e ne conosco le viscere”.


Michelle Bachelet será condenada por la historia

Por Arthur González

En más de medio siglo se conocen muchos personajes al servicio de los intereses más sucios de los Estados Unidos, y entre ellos está Michelle Bachelet, Alta Comisionada para los Derechos Humanos de la ONU, apoyada por Washington como una pieza clave para sus planes contra naciones que no son de su agrado.

Desde que tomó posición de ese cargo, Bachelet ha desplegado acciones para condenar a Venezuela, cuando en realidad ese país es víctima de la guerra económica, comercial y financiera, impuesta por Estados Unidos para asfixiar su economía y culpar a la Revolución Bolivariana de ser un fracaso.

Cuando el presidente Nicolás Maduro abrió las puertas del país para que comprobara lo que sufría su pueblo, los actos terroristas pagados por los yanquis y las penurias a causa de esa guerra económica, Bachelet firmó un espurio informe, redactado en el Departamento de Estado de Estados Unidos, condenando al gobierno venezolano por hechos inventados, dando pie para que la Unión Europea se sumara a esa campaña.

Por si fuera poca su desvergüenza, la Alta Comisionada repite la receta con Nicaragua, describiendo una situación falsa y manipulada por organizaciones opositoras financiadas por Estados Unidos, algo previsible por ser ese país, junto a Cuba y Venezuela, el denominado “Eje del Mal”, calificado así por el presidente Donald Trump.

Quien no se respeta no puede ser respetado y por eso Michelle Bachelet será recordada como la funcionaria más dependiente de la política hostil de Estados Unidos, contra aquellos países que no se arrodillan a sus pies, y ocupará un lugar despreciable cuando se hable de imparcialidad, en cuanto a la evaluación de los Derechos Humanos.

Esa mujer que padeció de cerca las violaciones de los derechos humanos, ha pisoteado todos sus principios para mantener su puesto en la ONU y los favores del gobierno yanqui.

Si fuera realmente imparcial, tendría que redactar un informe condenando las sistemáticas violaciones de los Derechos Humanos cometidos por Sebastián Piñera en Chile, algo que no sucede en Venezuela ni en Nicaragua, pero su silencio cómplice es resultado de las instrucciones que recibe de sus jefes en Washington.

Similar actitud de ceguera y mudez, asume con Colombia y los propios Estados Unidos, países que asesinan y reprimen salvajemente a sus pueblos, pero para esos no hay condenas ni visitas para comprobar las violaciones sistemáticas de los Derechos Humanos.

Bachelet no dijo una sola palabra para condenar las muertes y la brutal represión contra norteamericanos de raza negra, a manos de policías racistas que emplean métodos que violan los más elementales derechos civiles y humanos.

Es conocido que la policía yanqui emplea balas de goma con núcleo de metal, gases lacrimógenos, granadas explosivas, gas pimienta y proyectiles para controlar las protestas. Según declaraciones del Dr. Robert Glatter, médico de emergencias en la ciudad de Nueva York y portavoz del Colegio Estadounidense de Médicos de Emergencia: “Las balas de goma pueden penetrar en la piel, romper huesos, fracturar el cráneo y explotar el globo ocular; pueden causar lesiones cerebrales traumáticas y lesiones abdominales graves, incluidas lesiones en el bazo y el intestino, junto con los principales vasos sanguíneos”.

Esta acción de la política estadounidense debería ser fuertemente condenada por la ONU, el Parlamento Europea, la OEA y todas las organizaciones que dicen “defender” los Derechos Humanos, pero atacan a Cuba, Venezuela o Nicaragua, que jamás han hecho nada igual.

Ante los crímenes que acontecen en Colombia contra líderes sociales, miembros de la FARLP y el homicidio del abogado Javier Ordóñez, quien sufrió nueve fracturas en el cráneo producidas por varios policías, los 13 fallecidos y más de 70 heridos durante las protestas populares contra la brutalidad de las fuerzas de seguridad colombiana, tampoco hay declaraciones condenatorias de Bachelet y del Parlamento Europeo, ni sanciones al presidente Iván Duque, los mandos militares y ministros, como hacen contra Venezuela, Cuba y Nicaragua.

El colmo de la manipulación política la expresó Michael Kozak, subsecretario de Estado para Asuntos del Hemisferio Occidental, al afirmar que el gobierno cubano “reprimió a activistas durante la jornada de protestas pacíficas”, el pasado 8 de septiembre, día de la virgen de la Caridad del Cobre.

Mentiras para crear matrices de opinión contra la Revolución cubana, porque nadie vio las inventadas “protestas”, incitadas desde Miami, ni las “represiones policiales”.

¿Con qué moral puede Kozak puede acusar a Cuba?

La represión contra el pueblo la ejecutaba la tiranía de Fulgencio Batista, asesorada por especialistas del FBI.

Después de 1959 no se ha vuelto a ver a la policía tirotear a los jóvenes, obreros e intelectuales.

Estados Unidos gasta miles de millones de dólares para pagarle a personas, que tildan de “disidentes”, sin lograr conformar una oposición al gobierno revolucionario.

Kozak no menciona que, según declaraciones oficiales, en 2018 el FBI registró que fueron baleadas 407 personas por un agente de policía, durante una protesta popular contra actos racistas en Estados Unidos. Tampoco dice que el diario The Washington Post afirmó que, en 2019, mil cuatro personas fueron asesinadas a tiros por la policía, mientras el grupo Mapping Police Violence registró mil 99 personas asesinadas.

¿Cuándo en Cuba, Venezuela o Nicaragua han sucedido crímenes semejantes?

¿Dónde estaba la Bachelet que no condena estas violaciones de los Derechos Humanos?

Ante de hablar de Cuba, el subsecretario de Estado para Asuntos del Hemisferio Occidental de Estados Unidos, debe condenar la represión despiadada acontecida en Chile, Bolivia, Colombia y en su propio país, donde aquellos que protestan son considerados “terroristas”, calificativo para enmascarar el verdadero sentimiento de esa masa, cansada de los desmanes y crímenes ejecutados por su policía, incluidas las miles detenciones arbitrarias y las celdas de castigo sin ventanas, donde encierran a los presos políticos, como el portorriqueño Oscar López Rivera, durante 35 años.

No por gusto afirmó José Martí:“Viví en el monstruo y le conozco las entrañas”.

Share Button

Leave a Reply

Your email address will not be published. Required fields are marked *

This site uses Akismet to reduce spam. Learn how your comment data is processed.