Quello che non si dice della crisi dei missili

Considerata una delle grandi crisi tra Stati Uniti e URSS, la cosiddetta “Crisi dei missili cubani”, nell’ottobre 1962, portò il mondo sull’orlo di un olocausto nucleare, di fronte all’intransigenza yankee di non accettare che l’URSS piazzasse missili, a sole 90 miglia dalle sue coste, nonostante gli Stati Uniti avessero armi offensive in Europa, puntati su Mosca.

I voli di spionaggio degli Stati Uniti su Cuba, a dimostrazione della loro aggressività e della loro mancanza di rispetto per tutte le leggi internazionali, hanno scoperto i siti dei missili balistici a medio raggio R-12 e R-14, che hanno portato alla rivolta dei comandanti militari statunitensi e a tutto il processo che ha portato all’accettazione del loro ritiro da parte dell’URSS, dopo che il presidente J.F. Kennedy ha assicurato verbalmente a Nikita Krusciov che gli Stati Uniti non avrebbero invaso Cuba militarmente, né altri paesi dell’America Latina.

Quello che gli Yankees non rivelano è che dal 1959, quando trionfò la Rivoluzione popolare guidata da Fidel Castro, il governo degli Stati Uniti diede istruzioni alla CIA di compiere azioni sovversive con l’obiettivo di rovesciarla, avviando il reclutamento di fuggitivi cubani, presi come “rifugiati” a Miami, con lo scopo di avviare i loro piani terroristici.

La storia registra migliaia di atti di quel taglio, a partire dal mese di gennaio 1959, fino all’organizzazione e al finanziamento di un’invasione da parte di mercenari addestrati dalla CIA della Baia dei Porci nell’aprile del 1961, schiacciata in sole 67 ore dall’esercito cubano e dalle milizie rivoluzionarie.

Kennedy ha riconosciuto pubblicamente il suo fallimento, ma da buon americano non ha accettato un tale fallimento. Egli ordinò immediatamente la progettazione di un’operazione globale che giustificasse l’invasione di Cuba da parte dell’esercito degli Stati Uniti e quindi distruggesse la rivoluzione socialista, anche se ciò significava uccidere metà del popolo.

L’operazione gli fu presentata nel novembre 1961, solo sette mesi dopo il fallimento della Baia dei Porci, e lui la approvò il 18 febbraio 1962. Esso comprendeva misure diplomatiche, di intelligence, di guerra economica, commerciale e finanziaria, misure psicologiche, interferenze televisive, atti terroristici su larga scala e misure militari.

Quello che gli yankee non menzionano mai nei loro mass media è che tra i militari c’erano compiti che giustificavano la loro ambiziosa vendetta contro Cuba, con un’invasione delle loro forze navali, aeree e di fanteria, che ha dato luogo ad una particolare operazione chiamata “Northwoods”.

Northwoods fu proposto il 13 marzo 1962 al Segretario della Difesa dal generale L.L. Lemnitzer, capo dei Capi di Stato Maggiore, con le seguenti argomentazioni

“Questo piano, che incorpora i progetti selezionati dai suggerimenti aggiunti o da altre fonti, può essere sviluppato per concentrare tutti gli sforzi su un obiettivo finale specifico, che fornirebbe una giustificazione adeguata per l’intervento militare statunitense. Un piano di questo tipo permetterebbe di dare una forma logica agli incidenti che si combinerebbero con altri eventi apparentemente non collegati tra loro per mascherare l’obiettivo finale e creare la necessaria impressione di incoscienza e irresponsabilità cubana su larga scala, diretta verso altri Paesi oltre che verso gli Stati Uniti. Il piano integrerà e sincronizzerà in modo appropriato anche le procedure da seguire. Il risultato desiderato dell’esecuzione di questo piano sarà quello di mettere gli Stati Uniti nella posizione di chi soffre di un male difendibile, prodotto di un governo cubano sconsiderato e irresponsabile, e di sviluppare un’immagine internazionale di una minaccia cubana alla pace nell’emisfero occidentale.

Questa oscura mostruosità, datata marzo 1962, smaschera la misura in cui gli Yankees sono in grado di raggiungere i loro obiettivi. Contiene 9 compiti, tutti con presunte azioni da parte del governo cubano, per dare origine alla risposta militare degli Stati Uniti, tra questi:

“Organizzare un’operazione simile a quella della corazzata Maine. A questo scopo, una nave americana potrebbe essere fatta saltare in aria nella Baia di Guantanamo e Cuba potrebbe essere accusata dell’azione”.

“Organizzare un’azione per creare un incidente, con la quale potremmo dimostrare in modo convincente che aerei “cubani” hanno abbattuto un aereo civile su un volo charter dagli Stati Uniti verso un paese caraibico. Il paese sarebbe stato selezionato in modo tale che il piano di volo avrebbe dovuto includere la traversata di Cuba. I passeggeri sarebbero un gruppo di studenti universitari in vacanza o qualsiasi altro tipo di gruppo che potrebbe avere un interesse simile”.

Cuba aveva quindi tutto il diritto di prepararsi militarmente per evitare di essere invasa dall’esercito degli Stati Uniti, che stava già affilando i denti per ripulire l’immagine della sconfitta subita nelle sabbie di Playa Giron, nell’aprile del 1961.

Questi elementi ci permettono di capire le ragioni per cui i missili sovietici a Cuba, cosa che le nuove generazioni dovrebbero sapere, per imparare la lezione di come gli Stati Uniti sono capaci di fabbricare pretesti quando intendono attaccare altre nazioni.

Sono loro i veri irresponsabili e costituiscono una minaccia per la pace nel mondo, che è evidente in questa operazione e in molte altre, realizzate nel XIX, XX e XXI secolo.

Per questo José Martí ha detto molto chiaramente: “Sulle fondamenta di cadaveri recenti e di rovine fumanti, non sorgono edifici di cordialità e di pace”.

Fonte: http://razonesdecuba.cu

Traduzione: ASSOCIAZIONE NAZIONALE DI AMICIZIA ITALIA-CUBA

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