A chi credere sulle elezioni in Venezuela?

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Tanto si è parlato e si continua a parlare delle elezioni legislative tenutesi in Venezuela lo scorso 6 dicembre. La schiacciante vittoria del chavismo ha dato la stura a nuove considerazioni spesso basate su fake news da parte di commentatori che magari non hanno mai messo piede in Venezuela e la loro conoscenza del paese sudamericano è limitata a faziosi ‘reportage’ realizzati da media mainstream europei o statunitensi.

Chi invece è stato in Venezuela per seguire le elezioni da vicino è il giornalista investigativo statunitense Rick Sterling.

«All’inizio di dicembre mi sono recato in Venezuela per essere un osservatore elettorale alle elezioni dell’Assemblea Nazionale. Facevo parte di un gruppo di otto persone provenienti dal Canada e dagli Stati Uniti organizzato da CodePink. C’erano circa duecento osservatori internazionali in totale, compreso il Consiglio latinoamericano degli esperti elettorali. In precedenza sono stato osservatore ufficiale delle elezioni in Honduras e non ufficiale alle elezioni dell’Assemblea Nazionale del Venezuela del 2015», scrive il giornalista statunitense su Antiwar.

Il sistema elettorale

Visto che spesso si parla a proposito di presunti brogli commessi dal PSUV e dai suoi alleati per vincere la tornata elettorale, andiamo a leggere il racconto di Sterling: «Il giorno delle elezioni, domenica 6 dicembre, abbiamo visitato molti siti elettorali diversi. Tipicamente, il voto elettorale si svolge in una scuola, con cinque o dieci classi designate come “mesas”. Ogni elettore va nella sua classe/”mesa” designata».

Poi cosa succede?

«Il processo di votazione è stato rapido ed efficiente, con servizi igienici di sicurezza biologica in ogni fase. Il primo passo è mostrare la tua carta d’identità e provare la tua identità con il riconoscimento delle impronte digitali. Il passaggio 2 consisteva nel fare le tue scelte di voto sul computer touchscreen e ricevere una ricevuta cartacea. Il passaggio 3 consiste nel verificare che la ricevuta corrisponda alla tua scelta di voto e depositare la ricevuta in un’urna. Il quarto e ultimo passaggio consiste nel firmare e inserire la propria impronta digitale nel registro delle votazioni. L’intero processo di votazione è durato circa 3 minuti.

Alla fine della giornata di votazioni, abbiamo osservato il processo di tabulazione dei voti. Ad ogni “mesa”, con la presenza di osservatori di altri soggetti, venivano registrate una ad una le ricevute cartacee. Alla fine, i risultati sono stati confrontati con il conteggio digitale. I risultati delle votazioni sono stati poi trasmessi alla sede per la tabulazione generale.

I risultati delle elezioni sono stati annunciati dal Consiglio per le elezioni nazionali (CNE) che gestisce l’intero processo. I leader del CNE non possono essere membri di alcun partito e la leadership della CNE è stata recentemente cambiata su richiesta dell’opposizione».

Insomma, come emerge chiaramente dal racconto di Sterling, il processo è limpido e le occasioni per manomettere i risultati davvero poche e complicate.

L’opposizione democratica

Avete letto bene: opposizione democratica. Spesso nei racconti fasulli sul Venezuela l’opposizione a Maduro viene ridotta al duo golpista Guaidò-Lopez. Invece nel paese c’è un’opposizione che non invoca per il proprio paese sanzioni ancora più dure che colpiscono solo il popolo, o addirittura un’invasione armata da parte degli Stati Uniti.

Scrive il giornalista statunitense: «Prima delle elezioni, il nostro piccolo gruppo ha incontrato otto leader dell’Alleanza Democratica. Questa è la principale coalizione di opposizione. Pedro Jose Rojas di Accion Democratica ha detto che le sanzioni statunitensi non stanno facendo ciò che viene affermato; stanno danneggiando i cittadini. Bruno Gallo di Avanzada Progressista ha detto che il Venezuela ha bisogno di negoziati, non di scontri. Juan Carlos Alvarado del Partito Democratico Cristiano ha detto che i venezuelani sono stati “vittime della politica” e che sono necessari dialogo e flessibilità. Diversi leader hanno parlato dell’importanza dell’Assemblea Nazionale e la strada per il cambiamento passa attraverso il voto, non la violenza. Diversi leader hanno espresso l’auspicio di migliori relazioni con gli Stati Uniti; un altro ha detto che la sovranità venezuelana deve essere rispettata. La richiesta comune era di porre fine alle sanzioni e alle interferenze statunitensi nella politica venezuelana».

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