Il Regno Unito finanzia media ed ONG antigovernative in Venezuela

CONTRIBUISCE CON PIÙ DI 1 MILIONE DI DOLLARI A DIVERSI PROGETTI

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Londra è nuovamente implicata nel finanziamento di piani segreti per destabilizzare il Governo venezuelano. Questa volta si tratta di due progetti separati che hanno in comune di star ricevendo centinaia di migliaia di sterline (£) dal governo del RU.

Il primo è un programma che propone la copertura, fino a 250000 £, (circa 340000 $) a settori del giornalismo per “influenzare le agende mediatiche locali e nazionali” venezuelane.


L’altro è un programma di “promozione della democrazia” che il Ministero degli Esteri del RU sta finanziando attraverso la Westminster Foundation for Democracy (WFD). Dal 2016, sono stati sborsate 750000 £ o l’equivalente in $, più di 1 milione di $, in operazioni discrete nell’ambito di questo programma.

I dettagli delle attività sono stati pubblicati dai giornalisti di Declassified UK, Matt Kennard e John McEvoy, collaboratore di The Canary e Brasil Wire. La sua ricerca fa parte di una serie di lavori pubblicati per Declassified UK in cui espone gli sforzi, falliti, del RU per promuovere un cambio di regime contro il Governo del presidente Nicolás Maduro in Venezuela.

INFLUENZA SUI MEDIA VENEZUELANI

Il progetto per influenzare l’agenda mediatica in Venezuela è promossa attraverso il Conflict, Stability and Security Fund (CSSF, il suo acronimo in inglese). Nel suo statuto, il governo britannico descrive il Fondo come uno strumento che sostiene i progetti all’estero configurati “per affrontare il conflitto e l’instabilità che minacciano gli interessi del RU”.

In precedenza, Declassified UK aveva rivelato che il CSSF aveva consegnato quasi mezzo milione di £ alla ONG Transparencia Venezuela per creare una coalizione anti-governativa con il pretesto della lotta alla corruzione. Allo stesso modo, ha mostrato che gli incaricati di ricevere le risorse avevano legami con l’ex deputato Juan Guaidó e con i gruppi anti-chavisti responsabili del piano di “governo parallelo”.

In questa occasione, il piano è stato mascherato in un presunto appello lanciato a metà dello scorso anno per promuovere il “giornalismo investigativo” in America Latina.

Il suo obiettivo, cita Declassified UK, è creare una “nuova piattaforma che rafforzi l’organizzazione dei media in tutta la regione e fornisca ai giornalisti una piattaforma su cui possano collaborare e costruire storie regionali”.

Il documento del programma segnala che i candidati al finanziamento devono soddisfare “la capacità di vincolarsi ai programmi dei mezzi di comunicazione locali e nazionali ed, in ultima istanza, di influire su essi”. Si consiglia che i bilanci dei suoi progetti oscillino da 200000 £ a 250000 £.

Nel bando, il programma afferma che “non cerca alcun controllo editoriale” sulle opere che si pubblichino e chiede che in queste non si faccia riferimento né al governo britannico né alle risorse in dotazione.

L’ambasciata britannica in Colombia è incaricata della conduzione del piano nella regione ed inizialmente l’appello era per “giornalisti che volessero coprire il crimine e la corruzione in Colombia, Perù e Panama”, con l’aggiunta che c’era “potenziale per coprire eventi correlati ad altri paesi vicini”. Ciò è cambiato tre giorni prima dell’annuncio ufficiale del programma, quando il nome del Venezuela è stato aggiunto al suo titolo.

Declassified UK ha interrogato i coordinatori del programma a Bogotá sugli obiettivi riguardanti l’inclusione del Venezuela, senza ricevere risposta, ma un rappresentante del ministero degli Esteri britannico ha risposto che era “inesatto mescolare questo bando di gara con la posizione del RU sul Venezuela, che non è cambiata. Vogliamo vedere una transizione democratica con elezioni libere e giuste in Venezuela”.

Avendo la sua base operativa a Bogotà, lasciando fino all’ultimo momento l’inclusione del Venezuela e cercando che siano coperti i temi di “corruzione, crimine organizzato ed economie illecite”, è fattibile concludere che il governo britannico stia cercando che il grosso del progetto regionale sia concentrato nell’elaborare articoli giornalistici contro le istituzioni venezuelane.

Uno dei nomi che appare per contattare il programma è quello di Claudia Castilla, una donna colombiana che, tra il 2017 e il 2018, ha ricevuto una borsa di studio dal governo britannico per studiare nel RU, tramite la Chevening Scholarship.

Nel 2014, Castilla ha mostrato il suo sostegno al tentativo golpista guidato da Leopoldo López chiamato “La Salida”. Inoltre, in quell’anno e fino al 2015, Castilla è stata assistente di ricerca per il capitolo colombiano di Transparency International, una ONG che nel suo capitolo venezuelano era incaricata di formare la coalizione “anticorruzione” di cui sopra.

In un altro programma del CSSF -espone Declassified UK- gestito anch’esso dalla Colombia, si raccomanda ai funzionari del Ministero degli Affari Esteri d’impegnarsi “sulle opzioni per sviluppare programmi del CSSF in Venezuela”.

Nel settembre 2019, quando è stato annunciato una vacanza per il posto di direttore del programma CSSF a Lima, Perù, il Fondo ha spiegato che il richiedente avrebbe lavorato “con colleghi di Colombia, Panama e, potenzialmente, Venezuela”.

Il sito britannico ricorda procedure simili che il RU ha eseguito, altre volte, per danneggiare il governo venezuelano.

Mentre riceveva finanziamenti dal governo britannico, Efecto Cocuyo si è associato a due organizzazioni britanniche -Bellingcat e Forensic Architecture- per “richiedere ulteriori prove” sull’ “assassinio” di Óscar Pérez da parte della polizia venezuelana. Pérez, un ex agente di polizia, aveva sequestrato un elicottero ed, il 27 giugno 2017, lo ha utilizzato per attaccare vari edifici governativi nel centro di Caracas.

Nel luglio 2019, l’editrice di Efecto Cocuyo, Luz Mely Reyes ha parlato all’evento “Global Conference for Media Freedom” del governo britannico a Londra. L’allora ministro degli Esteri Jeremy Hunt, dirigendosi alla conferenza, ha detto che Reyes “ha sfidato il regime di Maduro al co-fondare un sito web di notizie indipendente, Efecto Cocuyo”, senza menzionare i collegamenti del sito web col governo britannico.

Nel febbraio 2019, il Ministero degli esteri britannico ha ammesso di aver finanziato diverse organizzazioni non governative e media in Venezuela, tra cui Efecto Cocuyo, l’Istituto Radiofonico Fe y Alegría, il Sindacato Nazionale dei Lavoratori della Stampa e la Fondazione Westminster per la Democrazia che è responsabile dell’altro progetto sotto copertura del RU a cui si fa riferimento nell’indagine di Declassified UK.

LE 750 MILA STERLINE PER “PROMUOVERE LA DEMOCRAZIA”

Per quattro anni, una fondazione britannica equivalente alla NED ha donato 760680 £ per la “promozione della democrazia” in Venezuela.

La Westminster Foundation for Democracy (WFD) descrive se stessa come un’organizzazione pubblica del RU che opera in modo “indipendente” attraverso una rete di uffici in 33 paesi.

Il suo obiettivo è “sostenere lo sviluppo della democrazia nel mondo, indipendentemente dal governo ed in modo trasparente”. Attualmente progettano e finanziano “programmi a lungo termine direttamente in tutto il mondo, avvalendosi di esperti britannici ed internazionali”.

Nella regione latinoamericana, il Venezuela è l’unico paese che ha un ufficio permanente della WFD e che ospita l’unico programma su larga scala della fondazione. Ad essere interrogata sull’eccezionalità con il Venezuela nella regione ha risposto, a Declassified UK, che ha altri programmi attivi in ​​America Latina e che sono “pronti a lanciare nuovi programmi ed uffici nazionali quando sorga l’opportunità”.

Secondo i dati pubblicati nel rapporto annuale per il periodo 2019-2020, hanno lavorato con la precedente Assemblea Nazionale, realizzando “sessioni” e “seminari” con legislatori e “organizzazioni della società civile locale”. La fondazione ha ribadito questi legami a Declassified UK, ma senza rivelare l’identità dei deputati e “membri della società civile” con cui hanno collaborato; presumibilmente per proteggere la loro sicurezza.

Il maggiore impiego di risorse della WFD è stato di 248725 £, effettuato tra il 2017 ed il 2018, proprio nel periodo in cui l’Unione Europea ha sostenuto la strategia di blocco e sanzioni USA, mentre a livello nazionale i portavoce dell’antichavismo l’ha promosso attraverso il Parlamento venezuelano.

“L’anno scorso la DMA ha speso 113193 £ per le sue operazioni in Venezuela, mentre Declassified UK sa che un’offerta di finanziamento di poco più di 27500 £, per il prossimo anno, è in attesa di approvazione. La WFD ha due dipendenti a tempo pieno in Venezuela”, aggiunge Declassified UK.

La fondazione difende il suo programma di ingerenza nei confronti di governi che ostacolano gli interessi transnazionali del RU, affermando che sono “operativamente indipendenti” e che ricevono denaro anche da altri governi come Canada, Norvegia e Svizzera.

Tuttavia, come segnala Declassified UK, i fondi della WFD sono per lo più coperti dal governo britannico. Fino a marzo 2020, Londra ha donato alla fondazione 11,4 milioni di £, “mentre tutte le altre fonti di ingresso hanno aggiunto 1,5 milioni di £”.

Il media britannico fa riferimento ad un annuncio pubblicato dalla fondazione nel 2018 per un posto di lavoro a Caracas, dal quale emerge che le intenzioni della fondazione vanno oltre la “promozione della democrazia”. La richiesta specificava che l’aspirante all’incarico avrebbe lavorato con l’ambasciata britannica e avrebbe dovuto “contribuire allo sviluppo di future opportunità commerciali in Venezuela”.

La divulgata intenzione di lavorare coinvolgendo “tutti i lati della divisione politica mentre si sostengono le istituzioni democratiche” in Venezuela è confutata da Declassified UK mostrando il sostegno che la WFD ha dato ad alcuni episodi del tentato colpo di stato prolungato negli ultimi due anni dal falso interim di Juan Guaidó.

“Nel gennaio 2019, poco dopo che Guaidó si autoproclamasse presidente del Venezuela, il rappresentante del paese della WFD ha scritto che “le elezioni dello scorso anno [sic] sono state una farsa e quindi Maduro è un usurpatore”. Il mese seguente, dopo che i camion USAID hanno tentato di entrare, illegalmente, nel territorio venezuelano, ha detto: “Il non intervento non può essere un principio assoluto che non consideri altri fattori”, scrivono i giornalisti di Declassified UK.

Il RU ha cercato di far passare surrettiziamente questo tipo di operazioni irregolari contro il Venezuela. Apparentemente sostiene metodi democratici per risolvere il conflitto politico-istituzionale del paese, quando in realtà ha pagato, in maniera dosata, ed in diversi programmi, simultaneamente, coloro che fabbricano il conflitto in cambio di false argomentazioni per promuovere la storia di uno stato fallito in Venezuela e così scagliarsi contro le sue istituzioni.


I finanziamenti di Londra ai golpisti venezuelani escono allo scoperto

www.lantidiplomatico.it

Quante volte abbiamo visto una fake news rimbalzata su tutti i media mainstream provenire da uno di quei soliti portali venezuelani specializzati nel diffondere disinformazione 24 ore su 24 contro il governo bolivariano? Praticamente quasi sempre lo schema è questo: un presunto media ‘libero’ venezuelano diffonde la bufala e poi questa viene amplificata a livello internazionale senza alcun tipo di controllo dal circuito mainstream. Una ben precisa strategia disinformativa volta a colpire il governo bolivariano.

L’elenco diffuso dal Regno Unito

 

L’Ufficio per le relazioni estere del Regno Unito ha rivelato l’elenco dei media venezuelani e dei gruppi di opposizione ai quali ha fornito finanziamenti, nell’ambito della strategia di “sostegno” al piano di cambio di regime in Venezuela promosso dagli Stati Uniti in alleanza con l’Europa.

Il rapporto rivela che, per molto tempo, il paese europeo ha finanziato progetti che promuovono un presunto giornalismo investigativo indipendente in America Latina per minare leader stranieri e movimenti politici considerati una minaccia per gli interessi commerciali britannici.

Leggete di nuovo: gli interessi commerciali britannici. No i diritti umani del popolo venezuelano come viene ipocritamente proclamato a reti unificate.

“L’FCO (Foreign and Commonwealth Office) ha finanziato diverse ONG tra gennaio 2016 e settembre 2018, come parte del sostegno del Regno Unito per rafforzare la società civile, i diritti umani e la democrazia”, si legge nella comunicazione.

Tutti questi gruppi e media con una spiccata tendenza all’opposizione, non hanno esitato a fornire il loro sostegno al piano di “presidenza ad interim” guidato da Juan Guaidó, che ha avuto il sostegno del governo del Regno Unito, che ha deciso di riconoscere l’auto-proclamato e concedere le riserve di oro venezuelano depositato presso la Banca d’Inghilterra.

Secondo il quotidiano online Daily Maverick il finanziamento supererebbe la cifra di 1 milione di dollari in due anni ed è stato diretto al Center for Justice and Peace (Cepaz), alla Fundación Efecto Cocuyo, al National Investment Council (Conapri), all’Istituto radiofonico Fe y Alegría, al Sindicato Nacional de Trabajadores de la Prensa (Sntp), EXODO AC, Westminister Foundation for Democracy, PROVITA AC, Iberamerican Center for Training in International Law and Human Rights AC (Cifodidh) e Transparency Venezuela.

Tanti nomi che abbiamo imparato a conoscere e che sistematicamente troviamo dietro alle peggiori fake news diffuse in questi anni contro la Repubblica Bolivariana del Venezuela.

I documenti ottenuti da Declassified mostrano anche che la Westminster Foundation for Democracy, nota come il braccio di promozione della democrazia del Regno Unito, ha eseguito programmi in e contro il Venezuela, in cui ha investito più di un milione di dollari dal 2016 per sovvertire la Rivoluzione Bolivariana.

Questi finanziamenti all’opposizione golpista venezuelana si aggiungono a quelli declassificati e in alcuni casi segnalate dagli Stati Uniti, attraverso il suo “inviato speciale per il Venezuela”, Elliott Abrams, che ha indicato il “sostegno” finanziario fornito dal Dipartimento di Stato e da fondazioni come il “National Endowment for Democracy” ai media e alle ONG che si oppongono al governo venezuelano.


APORTA MÁS DE 1 MILLÓN DE DÓLARES A VARIOS PROYECTOS

REINO UNIDO FINANCIA A MEDIOS Y ONG ANTIGUBERNAMENTALES EN VENEZUELA

Londres nuevamente se ve implicado en el financiamiento de planes encubiertos para desestabilizar al gobierno de Venezuela. Esta vez se trata de dos proyectos separados que tienen en común estar recibiendo cientos de miles de libras esterlinas por parte del gobierno del Reino Unido.

El primero es un programa que propone la cobertura de hasta 250 mil libras esterlinas (unos 340 mil dólares, aproximadamente) a sectores del periodismo para “influenciar las agendas mediáticas locales y nacionales” venezolanas.

El otro es un programa de “promoción a la democracia” que el Ministerio de Relaciones Exteriores del Reino Unido está financiando a través de la Fundación Westminster para la Democracia. Desde 2016, se han desembolsado 750 mil libras esterlinas o su equivalente en dólares, más de 1 millón de dólares, en operaciones discretas enmarcadas en ese programa.

Los detalles de las actividades han sido publicados por los periodistas de Declassified UK, Matt Kennard y John McEvoy, colaborador de The Canary y Brasil Wire. Su investigación forma parte de una serie de trabajos publicados para Declassified UK en que expone los esfuerzos fallidos del Reino Unido de promover un cambio de régimen contra el gobierno del presidente Nicolás Maduro en Venezuela.

INFLUENCIA EN LOS MEDIOS VENEZOLANOS

El proyecto para influenciar la agenda mediática en Venezuela está siendo impulsado a través del Fondo de Conflicto, Estabilidad y Seguridad (CSSF, por sus siglas en inglés). En su estatuto, el gobierno británico describe al Fondo como un instrumento que apoya proyectos en extranjero configurados “para abordar el conflicto y la inestabilidad que amenazan los intereses del Reino Unido”.

Anteriormente, Declassified UK había revelado que el CSSF entregó casi medio millón de libras esterlinas a la ONG Transparencia Venezuela para crear una coalición antigubernamental bajo la excusa de la lucha anticorrupción. Del mismo modo, mostró que los encargados de recibir los recursos tenían vinculación con el ex diputado Juan Guaidó y los grupos antichavistas a cargo del plan de “gobierno paralelo”.

En esta ocasión, el plan se ha disimulado en una supuesta convocatoria lanzada a mediados del año pasado para promover el “periodismo de investigación” en América Latina.

Su objetivo, cita Declassified UK, es crear una “nueva plataforma que fortalezca la organización de los medios de comunicación en toda la región y proporcione a los periodistas una plataforma en la que puedan colaborar y construir historias regionales”.

El documento del programa señala que los aspirantes a financiamiento deben cumplir con “una capacidad de vincularse con los programas de los medios de comunicación locales y nacionales y, en última instancia, de influir en ellos”. Se aconseja que los presupuestos de sus proyectos oscilen entre 200 mil y 250 mil libras esterlinas.

En la convocatoria, el programa dice que “no busca ningún control editorial” sobre los trabajos que se publiquen y pide que en estos no se haga referencia ni al gobierno británico ni a los recursos dotados.

La embajada británica en Colombia está a cargo de la conducción del plan en la región y en un primer momento el llamado era para “periodistas que quisieran cubrir el crimen y la corrupción en Colombia, Perú y Panamá”, con el adicional de que había “potencial para cubrir eventos vinculados en otros países vecinos”. Esto cambió tres días antes del anuncio oficial del programa, cuando se añadió el nombre de Venezuela en su título.

Declassified UK interrogó a los coordinadores del programa en Bogotá sobre los objetivos con respecto a la inclusión de Venezuela, sin recibir respuesta, pero un representante de la Cancillería británica les contestó que era “inexacto mezclar este llamado a licitación con la posición del Reino Unido sobre Venezuela, que no ha cambiado. Queremos ver una transición democrática con elecciones libres y justas en Venezuela”.

Teniendo su base operacional en Bogotá, dejando hasta último momento la inclusión de Venezuela y buscando que sean cubiertos los temas de “corrupción, crimen organizado y economías ilícitas”, es factible concluir que el gobierno británico esté buscando que el grueso del proyecto regional esté enfocado en elaborar piezas periodísticas en contra de las instituciones venezolanas.

Uno de los nombres que aparece para contactar al programa es el de Claudia Castilla, mujer colombiana que entre 2017 y 2018 recibió una beca del gobierno británico para realizar estudios en el Reino Unido, a través de la Beca Chevening.

En 2014, Castilla mostró su apoyo al intento golpista conducido por Leopoldo López denominado “La Salida”. También, en ese año y hasta 2015, Castilla fue asistente de investigación para el capítulo colombiano de Transparencia Internacional, ONG que en su capítulo venezolano estuvo a cargo de conformar la coalición “anticorrupción” mencionada anteriormente.

En otro programa del CSSF, expone Declassified UK, también gestionado desde Colombia, se recomienda a los funcionarios del Ministerio de Relaciones Exteriores comprometerse “acerca de las opciones para desarrollar programas de la CSSF en Venezuela”.

En septiembre de 2019, cuando se anunció una vacante para el puesto de director de programa de la CSSF en Lima, Perú, el Fondo detalló que el solicitante trabajaría “con colegas de Colombia, Panamá y, potencialmente, Venezuela”.

El sitio británico recuerda procedimientos similares que el Reino Unido ha ejecutado para perjudicar al gobierno venezolano en otros momentos.

Mientras recibía fondos del gobierno británico, Efecto Cocuyo se asoció con dos organizaciones británicas -Bellingcat y Forensic Architecture- para “pedir más pruebas” sobre “el asesinato” de Óscar Pérez a manos de la policía venezolana. Pérez, un ex-oficial de policía, había secuestrado un helicóptero y, el 27 de junio de 2017, lo utilizó para atacar varios edificios gubernamentales en el centro de Caracas.

En julio de 2019, la editora de Efecto Cocuyo, Luz Mely Reyes, habló en el evento del gobierno británico “Conferencia Global para la Libertad de los Medios” en Londres. El entonces secretario de Relaciones Exteriores, Jeremy Hunt, dirigiéndose a la conferencia, dijo que Reyes “ha desafiado al régimen de Maduro al cofundar un sitio web de noticias independiente, Efecto Cocuyo”, sin mencionar los enlaces del sitio web con el gobierno británico.

En febrero de 2019, el Ministerio de Relaciones Exteriores británico admitió que financió varias organizaciones no gubernamentales y medios en Venezuela, entre ellas, a Efecto Cocuyo, el Instituto Radiofónico Fe y Alegría, el Sindicato Nacional de Trabajadores de la Prensa y la Fundación Westminster para la Democracia, que está a cargo del otro proyecto encubierto del Reino Unido al que hace referencia la investigación de Declassified UK.

LAS 750 MIL LIBRAS PARA “PROMOVER LA DEMOCRACIA”

Desde hace cuatro años, una fundación británica equivalente a la NED ha entregado 760 mil 680 libras esterlinas a la “promoción de la democracia” en Venezuela.

La Fundación Westminster para la Democracia (WFD, por sus siglas en inglés) se describe a sí misma como una organización pública del Reino Unido que funciona de manera “independiente” a través de una red de oficinas en 33 países.

Su objetivo es “apoyar el desarrollo de la democracia en todo el mundo, independientemente del gobierno y de manera transparente”. Actualmente, conciben y subvencionan “programas a largo plazo directamente en todo el mundo, utilizando expertos del Reino Unido e internacionales”.

En la región latinoamericana, Venezuela es el único país que tiene una oficina permanente de la WFD y el que alberga el único programa a gran escala de la fundación. Al ser cuestionada por la excepcionalidad con Venezuela en la región, respondió a Declassified UK que tienen otros programas activos en Latinoamérica y que están “preparados para lanzar nuevos programas y oficinas de país cuando surja la oportunidad”.

Trabajaron con la anterior Asamblea Nacional, realizando “sesiones” y “talleres” con los legisladores y “organizaciones de la sociedad civil local”, según los datos que publica el reporte anual del periodo 2019-2020. La fundación reafirmó estos nexos a Declassified UK, pero sin revelar la identidad de los diputados y “miembros de la sociedad civil” con los que colaboran, supuestamente para proteger su seguridad.

El mayor despliegue de recursos de la WFD fue de 248 mil 725 libras esterlinas, realizado entre 2017 y 2018, justamente en el periodo en que la Unión Europea secundó la estrategia de bloqueo y sanciones de Estados Unidos, mientras que a nivel nacional los voceros del antichavismo la promovía a través del Parlamento venezolano.

“El año pasado, la DMA gastó £113 mil 193 en sus operaciones en Venezuela, mientras que Declassified UK entiende que una oferta de financiamiento de poco más de £27 mil 500 para el próximo año está a la espera de aprobación. La WFD tiene dos empleados a tiempo completo en Venezuela”, agrega Declassified UK.

La fundación defiende su programa de injerencia hacia gobiernos que entorpecen los intereses trasnacionales del Reino Unido, diciendo que son “operacionalmente independientes” y que también reciben dinero de otros gobiernos como el de Canadá, Noruega y Suiza.

Sin embargo, como lo señala Declassified UK, los fondos de la WFD son cubiertos en su mayoría por el gobierno británico. Hasta marzo de 2020, Londres le entregó 11,4 millones de libras esterlinas a la fundación, “mientras que todas las demás fuentes de ingresos sumaron 1,5 millones de libras esterlinas”.

El medio británico hace referencia a un anuncio publicado por la fundación en 2018 para un puesto de trabajo en Caracas, que evidencia que las intensiones de la fundación van más allá de la “promoción de la democracia”. La solicitud detallaba que el aspirante al cargo trabajaría con la embajada británica y debía “contribuir al desarrollo de futuras oportunidades comerciales en Venezuela”.

La divulgada intensión de trabajar involucrando “a todos los lados de la división política mientras se apoyan las instituciones democráticas” en Venezuela, es refutada por Declassified UK al mostrar el apoyo que la WFD dio a algunos episodios del intento de golpe de Estado prolongado en los últimos dos años por el falso interinato de Juan Guaidó.

“En enero de 2019, poco después de que Guaidó se autoproclamara presidente de Venezuela, el representante del país de la WFD escribió que ‘las elecciones del año pasado [sic] fueron una farsa y por lo tanto Maduro es un usurpador’. Al mes siguiente, luego de que camiones de la USAID intentaran ingresar a territorio venezolano de manera ilegal, dijo: ‘La no intervención no puede ser un principio absoluto que no considere otros factores'”, escriben los periodistas de Declassified UK.

El Reino Unido ha intentado pasar subrepticiamente este tipo de operaciones irregulares contra Venezuela. Aparentemente aboga por las vías democráticas para solucionar el conflicto político-institucional del país, cuando en realidad ha ido pagando dosificadamente y en distintos programas en simultáneo a los que fabrican el conflicto a cambio de falsos argumentos para fomentar el relato de Estado fallido en Venezuela y así arremeter contra sus instituciones.

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