Operacion Verdad

Operazione Verità: prima grande denuncia delle campagne di menzogne contro Cuba

La storia dei 62 anni della Rivoluzione Cubana e degli ultimi mesi è una prova permanente dell’importanza che i centri di potere di Washington danno alla manipolazione delle notizie sugli eventi nell’isola

Pedro Ríoseco  www.granma.cu

La storia si ripete, dice un vecchio detto, ma le campagne di menzogne ​​forgiate negli USA contro Cuba non solo si ripetono da prima del trionfo della Rivoluzione, 62 anni fa, ma non sono mai cessate, nonostante il rifiuto di quelle infondate calunnie da parte della grande maggioranza dei paesi del mondo.

L’Operazione Verità è stato il nome con cui si è conosciuta la conferenza stampa di massa convocata, il 22 gennaio 1959, all’Avana per frustrare la campagna contro la nascente Rivoluzione cubana sui processi e le esecuzioni di famigerati torturatori e assassini della dittatura di Batista.

Appena due settimane dopo il trionfo della Rivoluzione cubana, il 15 gennaio, un gruppo di parlamentari USA si dichiararono contrari al processo dei criminali di guerra batistiani e chiesero al Dipartimento di Stato di intervenire sulla questione. In un atteggiamento insolente, il rappresentante repubblicano Wayne Hays chiese di adottare sanzioni economiche contro Cuba, come la riduzione della quota zucchero, l’embargo commerciale e, se necessario, considerare un’invasione con l’invio di truppe.

Questa campagna fu potenziata dalle grandi agenzie di stampa che dominavano lo spettro mediatico internazionale, dove solo la United Press International (UPI) e l’Associated Press (AP) combinate, avevano, in quegli anni, 261 corrispondenti negli USA e 167 all’estero; così come migliaia di giornalisti, soprattutto in America Latina, secondo l’UNESCO.

Il 22 gennaio, il Comandante Fidel Castro ha convocato una conferenza stampa presso il Cabaret Copa Room dell’Hotel Habana Riviera, alla quale ha invitato circa 380 giornalisti USA e dall’America Latina per mostrare loro la verità della Rivoluzione ed il carattere decisivo del lotta di massa a Cuba.

I giornalisti poterono osservare con i propri occhi la realtà di quanto stava accadendo a Cuba, distorta a seguito dei processi e condanne di quasi 400 ufficiali dell’esercito della dittatura di Batista, che commisero brutali omicidi e torturarono centinaia di detenuti, mentre la stampa ed il governo USA poneva sotto silenzio questi crimini.

Il giorno prima, con la presenza di questi 380 giornalisti invitati da tutto il continente e del Corpo Diplomatico, e di fronte a quasi un milione di cubani convenuti davanti di fronte alla terrazza nord del Palazzo Presidenziale (oggi Museo della Rivoluzione), fu avviata l’Operazione Verità. Fidel espresse, in quell’occasione, l’incrollabile decisione del popolo di difendere a tutti i costi il ​​proprio destino, senza intromissioni straniere.

“Io non devo rendere conto a nessun congressista USA né ad alcun governo straniero”, disse, aggiungendo poi: “Devo rendere conto al popolo, prima di tutto, al mio popolo…”.

Un precedente di questa campagna mediatica USA contro Cuba era iniziata nel 1957, dopo lo sbarco dello yacht Granma e l’imboscata di Alegría de Pío, quando le principali agenzie di stampa avevano assicurato al mondo che il comandante Fidel Castro era morto sulla Sierra Maestra. Per smantellare la falsa notizia, diversi giornalisti internazionali furono portati clandestinamente nella Sierra Maestra ed intervistarono Fidel. Il primo fu il giornalista USA Herbert Matthews, del New York Times, nello stesso 1957, e successivamente i giornalisti Jorge Ricardo Masetti, argentino, e Carlos María Gutiérrez, uruguaiano.

Giorni dopo l’Operazione Verdad, Fidel parlò, per la prima volta, nell’Aula Magna dell’Università di Caracas, durante la sua visita in Venezuela, il 24 gennaio 1959, della necessità di creare un’agenzia informativa latinoamericana. Secondo Fidel, esisteva la necessità di contrastare le campagne confusioniste dei nemici dei movimenti progressisti latinoamericani e diffondere la verità di quelle lotte nel mondo.

Così sorse, cinque mesi dopo, per mano del Comandante Ernesto Che Guevara e dello stesso Fidel, il 16 giugno 1959, l’Agenzia Informativa Latinoamericana Prensa Latina, per avventurarsi nei flussi informativi internazionali con una visione del mondo diversa da quella dei monopoli. mediatici dell’epoca, nonostante lo svantaggio delle risorse finanziarie e tecnologiche rispetto ai propri avversari, ma con il supporto di noti giornalisti di tutta la regione.

La storia di 62 anni della Rivoluzione Cubana e degli ultimi mesi sono una prova permanente dell’importanza che i centri di potere di Washington danno alla manipolazione delle notizie sugli eventi nell’isola per provocare disagi, promuovere proteste e disordini. L’America Latina è anche piena di esempi dell’uso dei media controllati dalla destra con fondi di entità USA per sconfiggere i governi progressisti, fabbricare frodi e promuovere colpi di stato come quello avvenuto in Bolivia.

Ma l’Operazione Verità si mantiene, ora incorporando le reti sociali ed Internet, e sebbene la destra mantenga il vantaggio tecnologico e finanziario, di allora, rispetto a importanti media, la verità s’impone, i popoli stanno conoscendo le manipolazioni e la battaglia continua.


Operación Verdad: primera gran denuncia de las campañas de mentiras contra Cuba

La historia de 62 años de la Revolución Cubana y de los últimos meses resulta evidencia permanente de la importancia que los centros de poder en Washington dan a la manipulación de las noticias sobre el acontecer en la Isla

Autor: Pedro Ríoseco

La historia se repite, dice un viejo refrán, pero las campañas de mentiras fraguadas en Estados Unidos contra Cuba no solo se repiten desde antes del triunfo de la Revolución hace 62 años, sino que nunca han cesado, pese al rechazo a esas calumnias infundadas por la gran mayoría de los países del mundo.

La Operación Verdad fue el nombre con que se conoció a la masiva conferencia de prensa convocada el 22 enero de 1959 en La Habana para desbaratar la campaña contra la naciente Revolución Cubana sobre los juicios y ajusticiamiento de connotados torturadores y asesinos de la dictadura batistiana.

A solo dos semanas del triunfo de la Revolución Cubana, el 15 de enero, un grupo de congresistas estadounidenses se declararon contrarios al enjuiciamiento de los criminales de guerra batistianos y solicitaron al Departamento de Estado su intervención en el asunto. En una actitud insolente, el representante republicano Wayne Hays pidió adoptar sanciones económicas contra Cuba, tales como la rebaja de la Cuota Azucarera, el Embargo Comercial, y si era preciso, considerar una invasión con el envío de tropas.

Esta campaña fue potenciada por las grandes agencias de noticias que dominaban el espectro mediático internacional, donde sólo la United Press International (UPI) y la Associated Press (AP) combinadas, poseían en esos años 261 corresponsalías en Estados Unidos y 167 en el extranjero, así como miles de reporteros, especialmente en Latinoamérica, según la Unesco.

El 22 de enero el Comandante Fidel Castro convocó una conferencia de prensa en el Cabaret Copa Room del Hotel Habana Riviera, a la cual invitó a unos 380 periodistas de Estados Unidos y América Latina para mostrarles la verdad de la Revolución y el carácter decisivo de la lucha de masas en Cuba.

Los periodistas pudieron observar con sus propios ojos la realidad de lo que acontecía en Cuba, tergiversada a raíz de los juicios y condenas a cerca de 400 oficiales del ejército de la dictadura de Batista, que cometieron brutales asesinatos y torturaron a cientos de detenidos, mientras la prensa y el gobierno de Estados Unidos silenciaban esos crímenes.

La víspera, con la presencia de esos 380 periodistas invitados de todo el continente y del Cuerpo Diplomático, y ante casi un millón de cubanos congregados frente a la terraza norte del Palacio Presidencial (hoy Museo de la Revolución), se puso en marcha la Operación Verdad. Fidel expresó en esa ocasión, la decisión inquebrantable del pueblo de defender a toda costa su propio destino, sin intromisiones extranjeras.

«Yo no tengo que rendir cuentas a ningún congresista de los Estados Unidos ni a ningún gobierno extranjero», señaló, para luego añadir: «Yo les rindo cuentas a los pueblos, en primer lugar, a mi pueblo…».

Un antecedente de esa campaña mediática de Estados Unidos contra Cuba comenzó en 1957, después del desembarco del yate Granma y la emboscada de Alegría de Pío, al asegurar al mundo las principales agencias noticiosas que el líder Fidel Castro había muerto en la Sierra Maestra. Para desmontar la falsa noticia, varios periodistas internacionales fueron llevados clandestinamente hasta la Sierra Maestra y entrevistaron a Fidel. El primero fue el reportero estadounidense Herbert Matthews, del The New York Times, en el propio 1957, y posteriormente los periodistas Jorge Ricardo Masetti, argentino, y Carlos María Gutiérrez, uruguayo.

Días después de la Operación Verdad Fidel habló por primera vez, en el Aula Magna de la Universidad de Caracas durante la visita que realizó a Venezuela el 24 de enero de 1959, de la necesidad de crear una agencia informativa latinoamericana. Según Fidel existía la necesidad de contrarrestar las campañas confusionistas de los enemigos de los movimientos progresistas latinoamericanos y difundir al mundo la verdad de esas luchas.

Así surgió cinco meses después, de la mano del Comandante Ernesto Che Guevara y el propio Fidel, el 16 de junio de 1959 la Agencia Informativa Latinoamericana Prensa Latina, para incursionar en los flujos informativos internacionales con una visión del mundo diferente a la de los monopolios mediáticos de entonces, a pesar de la desventaja en recursos financieros y tecnológicos respecto a sus adversarios, pero con el apoyo de destacados periodistas de toda la región.

La historia de 62 años de la Revolución Cubana y de los últimos meses resulta evidencia permanente de la importancia que los centros de poder en Washington dan a la manipulación de las noticias sobre el acontecer en la Isla para provocar malestar, auspiciar protestas y desórdenes. América Latina está también llena de ejemplos del uso de los medios controlados por la derecha con fondos de entidades estadounidenses para derrotar gobiernos progresistas, fabricar fraudes y propiciar golpes de Estado como el ocurrido en Bolivia.

Pero la Operación Verdad se mantiene, ahora incorporándole las redes sociales e Internet, y aunque la derecha mantiene la ventaja tecnológica y financiera de entonces sobre importantes medios, la verdad se impone, los pueblos van conociendo las manipulaciones y la batalla continúa.

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