Connessioni e figure della società di lobby contrattata dalla Guyana negli USA

https://misionverdad.com

Questa settimana, il portale che segue il lobbismo politico a Washington e le sue ramificazioni all’estero, Foreign Lobby, ha pubblicato che il Ministero degli Affari Esteri e Cooperazione Internazionale della Guyana ha contrattato una società di lobbying USA, The Cormac Group, per influire negli spazi di interesse che include sia il Congresso USA che le organizzazioni internazionali e finanziarie, il tutto con l’obiettivo di posizionare l’agenda d’affari con la Guyana.

Quel contratto, in cui la Guyana ha accettato di pagare $ 25000 al mese, è stato firmato alla fine dello scorso anno e, secondo Foreign Lobby, le firme che lo hanno materializzato erano della Segretaria Permanente del Ministero degli Affari Esteri e Cooperazione Internazionale, Elizabeth Harper, e Jim Link, socio di The Cormac Group.

The Cormac Group non lavora da solo, al contratto della Guyana si aggiunge anche la società di consulenza di affari internazionali con sede a Washington, Otto Reich Associates, ovviamente comandata da Otto Reich, ex ambasciatore USA in Venezuela ai tempi del colpo di stato Stato del 2002 contro il presidente Hugo Chávez.

Sono evidenti i segnali di angoscia degli interessi corporativi in ​​Guyana, le pressioni su diversi fronti e la recente decisione della Corte Internazionale di Giustizia (CIG) hanno dato alla disputa sul territorio di Essequibo un impulso di urgenza che è sfociato nell’assunzione delle società indicate.

The Cormac Group

Il Cormac Group e Otto Reich Associates hanno già lavorato in Guyana dalle recenti elezioni in quel paese, attraverso un gruppo di facciata vicino al Partito Progressista del Popolo-Civico della Guyana, riuscendo a persuadere alcuni Repubblicani ed altri congressisti USA sul sostegno al presidente eletto della Guyana, Irfaan Ali, nelle circostanze di ritardo dei risultati elettorali di oltre due mesi.

Il nuovo contratto di questi lobbisti ridimensiona le relazioni con l’attuale governo della Guyana, poiché, questa volta, si conterebbe sulla “collaborazione” di membri selezionati dei media per coprire l’importanza della Guyana per la democrazia e la stabilità nella regione, secondo gli USA, ovviamente.

In questo modo, il contratto specifica che lavoreranno attivamente per informare i membri del Congresso USA, in particolare quelli con responsabilità per gli affari dell’emisfero occidentale, sull’importanza di aumentare la presenza economica e commerciale in Guyana, appoggiandosi su organizzazioni come l’Organizzazione degli Stati Americani (OSA), la Banca Mondiale e la Banca Interamericana di Sviluppo.

Tuttavia, rispetto ai soci di The Cormac Group, spicca il nome di Jonathan Slade che, secondo la rivista di analisi internazionale Foreign Policy, all’epoca del colpo di stato contro Manuel Zelaya, nel 2009, stava coordinando i rapporti del governo USA con i conglomerati imprenditoriali honduregni che avevano sostenuto il rovesciamento del presidente. Slade aveva firmato con l’Associazione Honduregna delle Maquiladoras (subappaltatrici) (AHM) un accordo per canalizzare i collegamenti di quella società con il Campidoglio USA.

Slade ha recentemente scritto un articolo in cui esprime il suo sostegno alla candidatura di Joe Biden e che, per aver attivamente partecipato, per anni, a questioni di politica estera, assicura che il Partito Democratico difenderà la democrazia in Guyana, facendo riferimento al contesto in cui le elezioni in Guyana hanno sperimentato gravi irregolarità.

Vale la pena aggiungere che tra i clienti di The Cormac Group c’è l’organizzazione senza fini di lucro Venezuelan American Alliance, composta da venezuelani residenti negli USA, che oltre ad avere una vicinanza con Carlos Vecchio, promuovono le iniziative di Washington per far fallire il chavismo.

Alla luce dell’accordo della Guyana con The Cormac Group, si segnala che la società di consulenza Otto Reich Associates, LLC, supervisionerà le attività relative a questo impegno, di pari passo con l’Ambasciata della Guyana a Washington.

In linea di massima, l’unione di queste società di lobbying mostrano come la Guyana si incammini a rafforzare le relazioni con Washington, che passano nel mantenere l’attenzione sugli interessi della ExxonMobil ed attrarre il maggior peso politico sulla disputa per l’Essequibo.

Alcune chiavi su Otto Reich

Otto Reich prestò servizio nell’amministrazione Ronald Reagan come amministratore aggiunto dell’Agenzia per lo Sviluppo Internazionale (AID), poi come primo direttore dell’Ufficio di Diplomazia Pubblica per l’America Latina ed i Caraibi del Dipartimento di Stato ed infine come ambasciatore in Venezuela.

Oltre ad essere un instancabile oppositore del dirigente della rivoluzione cubana, Fidel Castro, Reich lo si ricorda sulla scena internazionale per essere coinvolto (in ambito diplomatico e comunicativo) nello scandalo Iran-Contra, ampiamente ricordato per aver venduto armi per finanziare illegalmente la contra del Nicaragua, negli anni ’80.

Oggi Reich è altamente pagato da diverse corporazioni e la polemica lo accompagna sempre, non sorprende la sua partecipazione alla lobby finanziaria e petrolifera dei grandi interessi economici e politici sulla Guyana, e più precisamente con il territorio conteso con il Venezuela.

    • Nel 2002, i Democratici, guidati dal senatore Christopher Dodd, si opposero alla nomina di Reich come “inviato speciale per l’emisfero occidentale”, definendolo un guerriero freddo aggrappato a una politica fallimentare verso Cuba.
    • A metà 2002, quando era Sub Segretario di Stato per gli Affari dell’Emisfero Occidentale nell’era Bush figlio, Reich orchestra una massiccia campagna di diffamazione mediatica internazionale contro Chávez che è continuata fino ad oggi. Quella campagna è stata chiave durante il processo del colpo di stato.
    • Negli anni ’80, quando era capo dell’Ufficio della Diplomazia Pubblica, Reich promosse, in maniera occulta, la lotta contro il Fronte Sandinista di Liberazione Nazionale.
    • Nel 1990, Reich si convertì in un lobbista aziendale, contribuendo a vendere aerei da combattimento F-16 al Cile e rappresentando la società di rum Bacardi in una controversia sui marchi con Cuba.
    • Mentre era ambasciatore del Venezuela, dal 1987 al 1989, il comportamento più discutibile di Reich fu il suo ruolo nell’accordo finale per l’asilo dell’accusato terrorista cubano-americano Orlando Bosch. Reich aiutò Bosch ad ottenere lo status di rifugiato negli USA.

Ora le sue manovre di insabbiamento e persino di diffamazione si concentreranno sugli affari transnazionali con la Guyana, e soprattutto ha una connessione di lunga data con ExxonMobil, come lo segnala sul sito web del personaggio. Ma neppure perderà di vista le sue possibili partecipazioni alla lobby anti-venezuelana, perché ha espresso, in un’intervista per PanAmPost, che la sua opinione per la nuova amministrazione di Biden sarebbe: “sanzioni più forti contro individui, a coloro che commettono crimini e che rubano denaro e a coloro che li aiutano, siano persone o nazioni”.

Il contratto di queste società lobbistiche si chiude con la poesia di essere i custodi del mondo e che le reali intenzioni dei loro affari è la presunta conservazione della democrazia. Quella falsa bandiera della lobby USA di voler salvaguardare la democrazia nel continente è servita loro come una facile scusa per istituire dossier o per esercitare pressioni nell’intromissione dei loro interessi nel territorio che pare a loro, secondo i loro capricci eccezionalisti.

Attuali impressioni dei politici in Guyana

A seguito del reportage in questione di Foreign Lobby, legislatori della Guyana stanno indagando sul contratto. Ed a settembre, la deputata all’opposizione Amanza Walton-Desir ha espresso la sua preoccupazione per le decisioni di politica estera del nuovo governo guidato da Ali, avvertendo che la Guyana è protetta dagli USA, in un tentativo mascherato, del tipico e non meno pregiudiziale, intervento straniero.

Walton-Desir, nomina diversi fatti di come gli USA si siano immischiati nella politica interna della Guyana: “livelli senza precedenti di interferenza da parte di potenze straniere nelle nostre ultime elezioni nazionali e regionali”, dove i lobbisti USA si sono immischiati.

Ma l’intrusione USA non si assoggetta soltanto a questo, le tattiche sono state disperse per agire in spazi diversi. L’anno scorso la US International Development Finance Corporation era in Guyana, apparentemente, per discutere delle opportunità di investimento e cooperazione in materia di sicurezza nella regione. Il suo direttore esecutivo, Adam Boehler, ha sottolineato che dovevano agire rapidamente con gli investimenti petroliferi.

Non è difficile pensare che questa fretta sia collegata alle possibili pressioni dell’ampia commissione della Guyana nel quadro della recente sentenza della CIG sulla controversia con il Venezuela sul territorio di Essequibo. L’ambasciatrice Elizabeth Harper, firmataria del contratto con The Cormac Group, ha partecipato attivamente a quella commissione ed era accompagnata dallo studio legale Foley Hoag che, nel 2018, si è ritirato come consulente del Venezuela nel caso di arbitrato di Crystallex.

Gli USA non hanno smesso di prestare attenzione all’Essequibo, e così lo manifesta il rapporto del 2006 dell’allora ambasciatore USA in Guyana, Roland Bullen, pubblicato da WikiLeaks, che si intitola “La disputa frontaliera tra Venezuela-Guyana eclissa lo sviluppo economico e la cooperazione regionale”. È noto che quando i portavoce USA si riferiscono allo sviluppo economico, in realtà fanno allusione al loro, e quando si tratta di cooperazione regionale si riferiscono ad accordi vantaggiosi.

Le dinamiche ed i movimenti frettolosi nello scacchiere geopolitico dell’Essequibo continueranno a far parlare.


CONEXIONES Y FIGURAS DE LA EMPRESA DE LOBBY CONTRATADA POR GUYANA EN EEUU

Esta semana, el portal que rastrea el cabildeo político en Washington y sus ramificaciones en el extranjero, Foreign Lobby, publicó que el Ministerio Relaciones Exteriores y Cooperación Internacional de Guyana ha contratado a una empresa de lobby estadounidense, The Cormac Group, para influir en espacios de interés que incluye tanto al Congreso de los Estados Unidos como a las organizaciones internacionales y financieras, todo con miras a poscionar la agenda de negocios con Guyana.

Ese contrato, en el que Guyana acordó pagar 25 mil dólares al mes, fue firmado a finales del año pasado y, según Foreign Lobby, la rúbricas que lo materializaron eran de la Secretaria Permanente del Ministerio de Asuntos Exteriores y Cooperación Internacional, Elizabeth Harper, y del socio de The Cormac Group, Jim Link.

El Cormac Group no trabaja en solitario, a la contratación de Guyana se suma también la consultora de negocios internacional con sede en Washington, Otto Reich Associates, por supuesto comandada por Otto Reich, ex embajador de Estados Unidos en Venezuela en la época del golpe de Estado de 2002 contra el presidente Hugo Chávez.

Las señales de angustia de los intereses corporativos en Guyana son evidentes, las presiones en diferentes frentes y la reciente decisión de la Corte Internacional de Justicia (CIJ) le han dado a la disputa por el territorio Esequibo un impulso de urgencia que ha desembocado en la contratación de la empresas señaladas.

The Cormac Group

The Cormac Group y Otto Reich Associates ya han trabajado en Guyana desde las elecciones recientes de ese país, a través de un grupo fachada y cercano al Partido Progresista del Pueblo – Cívico de Guyana, logrando persuadir a algunos republicanos y a otros congresistas estadounidenses sobre el apoyo al presidente electo guyanés, Irfaan Ali, en las circunstancias de demora de los resultados electorales por más de dos meses.

El nuevo contrato de estos lobbistas redimensiona las relaciones con el actual gobierno de Guyana, pues se contaría esta vez con “colaboración” de miembros seleccionados de los medios de comunicación para cubrir la importancia de Guyana para la democracia y la estabilidad en la región, según Estados Unidos, claro está.

De esta manera, el contrato especifica que trabajarán activamente en informar a miembros del Congreso de EEUU, especialmente aquellos con responsabilidad en los asuntos del hemisferio occidental, sobre la importancia de incrementar la presencia económica y comercial en Guyana, apoyándose en organizaciones como la Organización de Estados Americanos (OEA), el Banco Mundial y el Banco Interamericano de Desarrollo.

Ahora bien, con respecto a los socios de The Cormac Group, destaca el nombre de Jonathan Slade que, según la revista de análisis internacional Foreign Policy, al momento del golpe de Estado contra Manuel Zelaya en 2009, estaba coordinando las relaciones del gobierno estadounidense con los conglomerado empresariales de Honduras que habían apoyado el derrocamiento del presidente. Slade había firmado con la Asociación Hondureña de Maquiladores (AHM) un acuerdo para canalizar las conexiones de esa empresa con el Capitolio de EEUU.

Recientemente, Slade escribió un artículo en que expresa su apoyo a la candidatura de Joe Biden y que por haber participado activamente en cuestiones de política exterior durante años asegura que el Partido Demócrata defenderá la democracia en Guyana, haciendo referencia al contexto sobre el cual las elecciones de Guyana experimentaron graves irregularidades.

Vale agregar que, entre los clientes de The Cormac Group se encuentra la organización sin fines de lucro Venezuelan American Alliance, conformada por venezolanos que residen en Estados Unidos, que además de tener una cercanía con Carlos Vecchio, promueven las iniciativas de Washington para quebrar al chavismo.

A la luz del acuerdo de Guyana con The Cormac Group, se hace mención a que la consultora Otto Reich Associates, LLC, supervisará las actividades relacionadas con ese compromiso, de la mano con la Embajada de Guyana en Washington.

A grandes rasgos, la unión de estas empresas de cabildeo asoman cómo Guyana se encamina al reforzamiento de las relaciones con Washington, las cuales pasan por mantener la atención sobre los intereses de ExxonMobil y atraer el mayor peso político a la disputa por el Esequibo.

Algunas claves sobre Otto Reich

Otto Reich se desempeñó en la administración Ronald Reagan como administrador adjunto de la Agencia para el Desarrollo Internacional (AID), luego como el primer director de la Oficina de Diplomacia Pública para América Latina y el Caribe del Departamento de Estado y finalmente como embajador en Venezuela.

Además de ser un opositor infatigable del líder de la revolución cubana, Fidel Castro, a Reich se le recuerda en la palestra internacional por estar involucrado (en el área diplomática y comunicacional) en el escándalo Irán-Contra, ampliamente recordado por la venta de armas para financiar ilegalmente a la contra nicaragüense en los años 80.

Hoy por hoy, Reich es altamente remunerado para varias corporaciones y la polémica siempre lo acompaña, no es de extrañar su participación en el lobby financiero y petrolero de los grandes intereses económicos y políticos sobre Guyana, y más en especifico con el territorio en disputa con Venezuela.

En 2002, los demócratas, encabezados por el senador Christopher Dodd se opuso a la nominación de Reich como “enviado especial al hemisferio occidental”, llamándolo un guerrero frío que se aferra a una política fallida hacia Cuba.

En pleno 2002, cuando era Subsecretario de Estado para Asuntos del Hemisferio Occidental en la era de Bush hijo, Reich orquesta una campaña masiva de difamación mediática internacional contra Chávez que ha continuado hasta el día de hoy. Esa campaña fue clave durante el proceso de golpe de Estado.

En los años 80, cuando fue jefe de la Oficina de Diplomacia Pública, Reich promovió de manera encubierta la lucha contra el Frente Sandinista de Liberación Nacional.

Para 1990, Reich se convirtió en un cabildero corporativo, ayudando a vender aviones de combate F-16 a Chile y representando a la compañía de ron Bacardi en una disputa de marca registrada con Cuba.

Mientras fue embajador de Venezuela, desde 1987 hasta 1989, el comportamiento más cuestionable de Reich fue su rol en el arreglo final para el asilo del acusado terrorista cubano-estadounidense Orlando Bosch. Reich ayudó Bosch a obtener el estatus de refugiado dentro de los Estados Unidos.

Ahora sus maniobras de encubrimiento y hasta de difamación se centrarán en los negocios transnacionales con Guyana, y más si posee un antiguo nexo con la ExxonMobil, tal como lo señala en el portal web del personaje. Pero tampoco perderá de vista sus posibles participaciones en el lobby antivenezolano, debido a que expresó en una entrevista para PanAmPost que su opinión para la nueva administración de Biden sería: “sanciones más fuertes a individuos, a los que cometen los crímenes y que roban el dinero y a aquellos que los ayudan, sean personas o naciones”.

El contrato de estas empresas de cabildeo cierra con la poesía de ser los cuidadores del mundo y que las intenciones reales de sus negocios es la supuesta preservación de la democracia. Esa falsa bandera del lobby estadounidense de querer salvaguardar la democracia en el continente les ha servido como una escueta excusa para armar expedientes o para presionar la intromisión de sus intereses en el territorio que les plazca, de acuerdo a sus caprichos excepcionalistas.

Impresiones actuales de los políticos en Guyana

Luego del reportaje en cuestión de Foreign Lobby, legisladores de Guyana investigan el contrato. Y es que en septiembre, la diputada de la oposición Amanza Walton-Desir expresaba su preocupación por las decisiones de política exterior del nuevo gobierno liderado por Ali, advirtiendo que Guyana está siendo tutelada por Estados Unidos, en un intento disimulado de la típica y no menos perjudicial intervención extranjera.

Walton-Desir, nombra diferentes hechos de cómo EEUU se ha involucrado en la política interna de Guyana: “niveles sin precedentes de interferencia de potencias extranjeras en nuestras últimas elecciones nacionales y regionales”, donde los lobbistas estadounidenses se involucraron.

Pero la intrusión de EEUU no se supedita a eso nada más, las tácticas se han dispersado para actuar en diferentes espacios. El año pasado la Corporación Financiera Internacional para el Desarrollo de los EEUU estuvo en Guyana, en apariencia, para discutir oportunidades de inversión y cooperación de seguridad en la región. Su director ejecutivo, Adam Boehler, enfatizó que debían actuar rápidamente con las inversiones petroleras.

No es difícil pensar que esa prisa tenga relación con las posibles presiones de la amplia comisión de Guyana en el marco de la reciente sentencia de la CIJ sobre la controversia con Venezuela sobre el territorio Esequibo. En esa comisión participó activamente la embajadora Elizabeth Harper, firmante del contrato con The Cormac Group y estuvo acompañada de la firma de abogados Foley Hoag, que en 2018 se retiró como asesor de Venezuela en el caso de arbitraje de Crystallex.

Estados Unidos no ha dejado de prestar atención al Esequibo, y así lo manifiesta el informe de 2006 del entonces embajador de EEUU en Guyana, Roland Bullen, publicado por WikiLeaks, que se titula “La disputa fronteriza de Venezuela-Guyana eclipsa el desarrollo económico y la cooperación regional”. Es bien sabido que cuando los voceros de EEUU hacen referencia a desarrollo económico, hacen alusión en realidad al suyo y cuando se trata de cooperación regional se refieren a tratos ventajosos.

Las dinámicas y movimientos apurados en el tablero geopolítico del Esequibo seguirán dando de qué hablar.

Share Button

Leave a Reply

Your email address will not be published. Required fields are marked *

This site uses Akismet to reduce spam. Learn how your comment data is processed.