Intellettuali rifiutano messaggio antipatriottico

Gli intellettuali cubani hanno respinto mercoledì scorso, il contenuto di una canzone pubblicata attraverso le reti sociali, che hanno descritto come antipatriottico e annessionista.

Il vicepresidente dell’Unione Nazionale degli Scrittori e Artisti di Cuba, Pedro de la Hoz, ha detto in esclusiva a Prensa Latina che la canzone Patria y vida, registrata a Miami (USA) da diversi artisti cubani, va contro entrambe le cose, perché è una canzone fatta da interessi molto stranieri.

È qualcosa di insolito che proprio dal centro dell’industria anti-cubana si faccia una canzone di questo tipo, ha aggiunto il giornalista, che ha considerato che i partecipanti hanno rotto i principi etici “aggiungendo un criminale all’interpretazione”.

Il rapper Yotuel Romero, il cantante e compositore Descemer Bueno e il gruppo Gente de Zona si sono uniti a Maykel Osorbo per lanciare il pezzo, ma quest’ultimo è una delle figure indicate per incitare alla violenza nel paese caraibico.

È anche uno dei protagonisti delle recenti provocazioni davanti al Ministero della Cultura e al Campidoglio Nazionale, denunciate dai media locali.

Un criminale che invoca ‘Fuoco, fuoco contro Cuba’, o ‘blocco, blocco contro Cuba’, uno che parla così è contro la patria, non può issare i valori di questo; al contrario, è completamente antipatriottico”, ha sottolineato De la Hoz.

Ha aggiunto che la canzone va contro una lunghissima tradizione patriottica cubana nella canzone, e ha criticato le ‘celebrità’ che la promuovono, anche se ha ricordato le parole del regista cubano Julio García Espinosa, che ha detto che fama e talento non sempre vanno insieme.

Ha un ritmo orecchiabile, con una melodia mirata ad attirare l’attenzione del pubblico giovane e di quelli che erano i suoi seguaci”, ha detto il vicepresidente dell’organizzazione degli artisti, ma ha aggiunto che è “condannato in anticipo ad essere un fenomeno propagandistico effimero e nulla più”.

Da parte sua, lo scrittore e presidente dell’istituzione culturale Casa de las Americas, Abel Prieto, ha detto sul suo account Twitter che si tratta di un “pamphlet musicale” che cerca di soppiantare dagli Stati Uniti l’accattivante “Patria o morte” dei cubani.

Se c’è un paese in questo mondo che può parlare con orgoglio della difesa della vita è Cuba, ha aggiunto, e ha accompagnato il testo con i tag #CubaViva e #CubaSalvaVidas.

Niente di più triste di un coro di annessionisti che attaccano la loro terra”, ha concluso.

Fonte: www.trabajadores.cu


Declaración de la UNEAC: Morir por la patria es vivir

 

La   Habana, 19 de febrero de 2020

“Año 63 de la Revolución”

Con indescriptible repugnancia,  hemos visto  invadidas las redes sociales,  con el  peor de los intentos de  discursos musicalizados, en la pretendida intención de  brindar a  la opinión pública la imagen de un movimiento artístico en oposición a la postura de la Revolución Cubana.

Si bien es un hecho lamentable que una payasada como esta haya escogido  como lenguaje la música, más lamentable aún es su aparición en fechas tan relevantes para los músicos cubanos  como son  el  aniversario 94 del natalicio de Juan Almeida Bosque,  el aniversario 203 del natalicio de Perucho Figueredo y el aniversario 58 del fallecimiento del Benny Moré; figuras que desde diferentes ángulos nos enseñaron que la música y el arte en general  cobran su mayor sentido  y encarnan su mayor responsabilidad, cuando de servir a la Patria se trata.

Resulta lamentable y bochornoso que en momentos en que la vanguardia del movimiento musical cubano se encuentra enfrascada en el sostenimiento de  la vida  espiritual de nuestra población, personajes nacidos y formados en nuestra nación, utilicen  sus voces en función de acrecentar su mercenaria popularidad.

El pueblo cubano los rechaza enérgicamente convencido de  que el Imperio  que  hoy los aplaude y lanza sus monedas, al igual que Roma, paga los traidores, pero los desprecia…

Al momento de ser fusilado el Mayor General Perucho Figueredo, autor de nuestro Himno Nacional, nos recordó  que Morir por la Patria es Vivir. Por eso ante la ignominia  de bufones  como los que han perpetrado  esta ofensa,  reiteramos una vez más nuestra insustituible  consigna: “Patria o Muerte: ¡Venceremos!”

Asociación de Músicos de la UNEAC

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