Cuba non dimentica

In memoria delle centinaia di caduti, mutilati e orfani lasciati dalla detonazione di esplosivi sul piroscafo francese La Coubre quel venerdì del marzo 1960, le autorità del Partito e del Governo dell’Avana si sono riunite al Molo de La Coubre, per rendere omaggio alle vittime

Liz Conde Sánchez

Il 4 marzo 1961, alla cerimonia commemorativa per il primo anniversario del sabotaggio del piroscafo francese La Coubre, il Comandante in Capo Fidel Castro Ruz disse: “Quando la nave La Coubre è esplosa, con quel dantesco saldo di lavoratori e soldati distrutti dal sabotaggio criminale, i nostri nemici ci stavano avvertendo del prezzo che erano disposti a farci pagare; ma ci stavano anche insegnando che per quanto molto  caro fosse il prezzo che ci costringessero a pagare per la Rivoluzione, molto più caro sarebbe stato il prezzo che avrebbero costretto a pagare al nostro popolo per aver voluto fare una rivoluzione”.

In memoria delle centinaia di caduti, mutilati e orfani lasciati dalla detonazione di esplosivi sul piroscafo francese La Coubre quel venerdì del marzo 1960, le autorità del Partito e del Governo dell’Avana si sono riunite al Molo de La Coubre, per rendere omaggio alle vittime

La targa con incisi, in bianco e nero, i nomi delle vittime dell’infame atto terroristico era accompagnata da cinque offerte floreali in onore delle vittime, a nome di Raúl Castro Ruz, Primo Segretario del Comitato Centrale del Partito; Miguel Díaz-Canel Bermúdez, Presidente della Repubblica; del Consiglio di Stato; del Consiglio dei Ministri e del Gruppo Aziendale del Trasporto Marittimo Portuale.

All’evento erano presenti Luis Antonio Torres Iríbar, primo segretario del Comitato Provinciale del Partito all’Avana; Reinaldo García Zapata, governatore dell’Avana, e una rappresentanza del Partito e del Governo della capitale, nonché i parenti delle vittime di quel 4 marzo.

La compagna Tamara Pláceres Pérez, prima segretaria del Comitato Municipale del Partito dell’Avana Vecchia, ha ricordato, pronunciando le parole centrali dell’incontro, come dallo stesso anno 1959 il governo USA abbia fatto tutto il possibile per impedire che la nascente Rivoluzione acquisisse armi per difendersi dalle minacce nemiche.


Cuba no olvida

En memoria de los cientos de caídos, mutilados y huérfanos que dejó la detonación de explosivos al vapor francés La Coubre aquel viernes de marzo de 1960, las autoridades del Partido y del Gobierno de La Habana se dieron cita en los Muelles La Coubre, para rendirle homenaje a las víctimas

Autor: Liz Conde Sánchez

El 4 de marzo de 1961, en el acto conmemorativo por el primer aniversario del sabotaje al vapor francés La Coubre, el Comandante en Jefe Fidel Castro Ruz expresó: «Cuando el barco La Coubre estalló, con aquel dantesco saldo de obreros y soldados destrozados por el sabotaje criminal, nuestros enemigos nos estaban advirtiendo el precio que estaban dispuestos a cobrarnos; pero también nos estaban enseñando que por muy caro que fuese el precio que nos obligasen a pagar por la Revolución, mucho más caro iba a ser el precio que le iban a obligar a pagar a nuestro pueblo por haber querido hacer una revolución».

En memoria de los cientos de caídos, mutilados y huérfanos que dejó la detonación de explosivos aquel viernes de marzo de 1960, en la mañana de ayer, las autoridades del Partido y del Gobierno de La Habana se dieron cita en los Muelles La Coubre, para rendirle homenaje a las víctimas.

La tarja que lleva grabados en blanco y negro los nombres de los caídos en el infame acto terrorista estuvo acompañada por cinco ofrendas florales en honor a las víctimas, a nombre de Raúl Castro Ruz, Primer Secretario del Comité Central del Partido; Miguel Díaz-Canel Bermúdez, Presidente de la República; del Consejo de Estado; del Consejo de Ministros, y del Grupo Empresarial del Transporte Marítimo Portuario.

Estuvieron presentes en el acto Luis Antonio Torres Iríbar, primer secretario del Comité Provincial del Partido en La Habana; Reinaldo García Zapata, gobernador de La Habana, y una representación del Partido y del Gobierno de la capital, así como familiares de las víctimas de aquel 4 de marzo.

La compañera Tamara Pláceres Pérez, primera secretaria del Comité Municipal del Partido en la Habana Vieja, recordó, al pronunciar las palabras centrales del encuentro, cómo desde el mismo año 1959, el gobierno de Estados Unidos hizo todo lo posible para impedir que la naciente Revolución adquiriera armamentos para defenderse de las amenazas enemigas.


A Cuba: Patria o Morte! 61 anni dopo la sua proclamazione

 

61 anni dopo il sabotaggio del piroscafo La Coubre, le autorità cubane ratificano oggi lo slogan Patria o morte, proclamato da Fidel Castro dopo quell’atto terroristico.

Il presidente della Repubblica, Miguel Díaz-Canel Bermúdez, ha evocato sul social network Twitter il dolore dei cubani per il sabotaggio avvenuto nel porto dell’Avana, che ha causato la morte di quasi 100 persone e la mutilazione di altre 400.

“4 marzo 1960. Un’esplosione, corpi a pezzi, sangue, sirene. Salvataggio, rabbia. Un’altra esplosione, altri corpi, altro sangue, altra rabbia. Quasi 100 morti, 400 mutilati. La Coubre esplode, Cuba è ferita e domani griderà #PatriaOMuerte #Venceremos”, ha scritto Diaz-Canel.

Da parte sua, il ministro degli Esteri Bruno Rodríguez Parrilla, ha detto nel suo account sulla suddetta rete sociale che questo sabotaggio fa parte della lunga lista del terrorismo di Stato contro Cuba.

Ha detto che la difesa della sovranità e l’eredità dei martiri mantengono il popolo cubano di fronte a un unico dilemma: Patria o morte!

Il vice primo ministro Inés María Chapman Waugh ha anche ricordato le parole del comandante in capo e ha sottolineato l’importanza di non dimenticare la storia.

Il 4 marzo 1960, in una banchina del porto dell’Avana, avvennero due esplosioni: la prima distrusse parte delle stive del piroscafo francese La Coubre, da cui si stavano scaricando munizioni, e poco dopo, la seconda detonazione fece sparire la poppa della nave, causando altri morti tra coloro che erano accorsi in soccorso delle prime vittime.

Alla conclusione dell’atto postumo per i caduti nel sabotaggio, il giorno seguente, Fidel Castro disse: “Ora la libertà significa qualcosa di più. Libertà significa Patria, e il nostro dilemma sarà Patria o morte.

Secondo le cifre ufficiali, il numero di morti a Cuba a causa delle aggressioni statunitensi supera i 3.400.

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