Biocen, dalla notizia alla speranza nella lotta contro la COVID-19

Il Centro Nazionale dei Biopreparati (BioCen), con sede nel municipio di Bejucal, a Mayabeque, ha annunciato l’entrata alla fase di crescita della produzione, nelle sue installazioni, del candidato al vaccino Soberana 02, che deve cominciare la III fase del suo saggio clinico, nelle prime giornate di marzo, con la vaccinazione di circa 42 600 persone.

Darian Bárcena 

Se c’è qualcosa che il cubano ha incorporato in questi tempi di pandemia, è la terminologia scientifica. Antigeno, morbilità e nasofaringeo sono alcune delle appropriazioni, ma senza dubbio i candidati ai vaccini si pronunciano con una speciale distinzione, perché definiscono la speranza collettiva.

La contentezza è stata maggiore nelle ultime ore, quando il Centro Nazionale dei Bio Preparati (BioCen), con sede nel municipio di Bejucal, a Mayabeque, ha annunciato l’entrata alla fase di aumento della produzione, nelle sue installazioni, del candidato di vaccino Soberana 02, che deve cominciare la III fase del suo saggio clinico, nelle prime giornate di marzo, con la vaccinazione di circa 42600 persone.

Le principali autorità della OSDE BioCubaFarma e dell’Istituto Finlay dei Vaccini hanno visitato anche l’Impianto dei Parenterali dell’istituzione, una delle due sole imprese d’Alta Tecnologia del paese (con il Centro d’Ingegneria Genetica e Biotecnologia), per controllare la produzione a grande scala dei bulbi dal candidato a vaccino più avanzato dei quattro su cui conta il pese per il protocollo di scontro alla COVID-19.

Il sistema di produzione di Soberana 02 è il risultato di un’alleanza tra l’Istituto Finlay dei Vaccini (IFV), e il Centro d’Immunologia Molecolare (CIM) e il Centro Nazionale dei Biopreparati (BioCen).

Per arrivare a questa tappa è stato necessario un processo di trasferimento tecnologico che abitualmente è complesso e implica tempo per stabilire le condizioni tecnologiche, ma di fronte all’urgenza epidemiologica che vive il paese, si è ottenuto in tempo record l’allineamento delle analisi tecniche, i requisiti dal punto di vista dell’ottenimento dell’ingrediente farmaceutico attivo, così come altri elementi vitali

L’entità di Bejucal ha molto motivo d’orgoglio. Recentemente ha ricevuto il Premio all’Innovazione Scientifica, assegnato con la Risoluzione 1/2021 del Ministero di Scienza, Tecnologia e Ambiente e due progetti formulati da BioCen sono stati premiati.

Il primo è l’utilizzo della Biomodulina T da uno scenario preventivo, per lo scontro alla COVID-19, per il quale è intervenuto quale intervino un gruppo numeroso di specialisti, guidato dalla dottoressa in Scienze Mary Carmen Reyes Zamora.

Il documento Strategia di Scienza, Tecnologia e Innovazione del Centro Nazionale dei Biopreparati di fronte alla COVID-19, pubblicato nella rivista Anales, dell’Accademia delle Scienze di Cuba, ha informato che «durante la tappa di prevenzione della malattia, BioCen ha annunciato la possibilità dell’utilizzo della Biomodulina T®, immuno modulatore biologico con potenziali effetti di riparazione del sistema immunologico nell’anziano, come strategia preventiva per lo scontro con la COVID-19. Uno staff d’investigatori ha concentrato i suoi sforzi in vari protocolli di studi clinici per questa nuova

applicazione, che sono stati presentati nel Comitato d’Innovazione Minsap-BioCubaFarma.

L’uso preventivo per gruppi vulnerabili d’anziani, basado in un nuovo schema di posologia ottimizzata, è stato approvato dal Minsap».

La pubblicazione ha aggiunto che il prodotto è stato applicato nella totalità degli ospizi per anziani del paese e la sua efficacia in questo contesto si controlla con due saggi clinici e con la collaborazione del Centro delle Investigazioni su Invecchiamento, Longevità e Salute e l’Istituto d’Ematologia e Immunologia.

Il secondo progetto premiato è Sviluppo e introduzione del mezzo di trasporto delle mostre per la diagnosi molecolare della COVID-19, che ha conferito a Cuba una soluzione nazionale efficace per la conservazione delle mostre naso-faringee, prese a pazienti sospetti di contagio con il coronavirus, sino al loro controllo nei laboratori di biologia molecolare.

L’autrice principale è la dottoressa in Scienze Marilyn Díaz, che ha spiegato che, quando sono stat diagnosticati i primi casi della COVID-19 a Cuba (l’11 marzo 2020), si affidò al BioCen il compito di sviluppare un dispositivo che permettesse la conservazione e il trasporto in condizioni sicure di queste mostre, sino a che fosse possibile processarle nei laboratori.

La capo del Gruppo di Diagnosi Microbiologiche del Centro Nazionale di Bio Preparati ha commentato che: «Mentre l’Istituto di Medicina Tropicale Pedro Kourí (IPK) analizzava la qualità dell’equipaggiamento, si fabbricavano i primi lotti in crescendo.

È stata aggiunta la produzione di un isotopo, uscito dalle installazioni del Centro di Neuroscienze, per formare il pacchetto per le diagnosi e cominciare il suo utilizzo nel protocollo di scontro alla pandemia.

Il volume di produzione si è elevato sino a 20.000 unità al giorno, e partendo da questo abbiamo risposto alla domanda di un incremento delle prove PCR».

Il nuovo prodotto è stato incorporato al ventaglio dei mezzi di coltivazione di   BioCen e risponde all’indicazione del Governo di stimolare al massimo la produzione nazionale delle risorse mediche che intervengono nella diagnosi e nel trattamento della COVID-19.

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