Patria, per Cuba libera

«Non c’è opera completa senza un cronista che certifichi la sua importanza. Voi siete Cuba viva!», ha felicitato Díaz-Canel ai lavoratori della stampa

Amador Hernández Hernández

Quando il 14 marzo del 1892 si pubblicò il primo numero del giornale Patria, la futura rivoluzione del 24 febbraio del 1895 incontrava il suo portavoce  definitivo e il mezzo efficace per far sì che il Partito Rivoluzionario Cubano facesse conoscere le sue basi e gli statuti, così come i suoi membri le informazioni sui clubs, le attività patriottiche, ricreative …

Il lettore avrebbe incontrato nelle sue pagine La Situazione Politica, Eroi, Guerra, Cartella Rivoluzionaria, Le Notizie, Fuoco a Pizzichi, Punture e  Note dalla Colonia.

Dal suo numero iniziale Martí avvisò:« La stampa però è un’altra quando si ha di fronte il nemico. Allora a voce bassa si passa la parola d’ordine, quello che il nemico non deve udire non è altro che la voce dell’attacco.  Questo è Patria nella stampa. È un soldato».

Patria ci diede un vero professionista della parola che, come disse lui stesso, cura le ferite. E anche quando il giornalismo fu un mezzo di sussistenza per lui, lo praticò dall’onore, unito alla causa considerata come la più giusta del suo tempo per le implicazioni che aveva nel successo del progetto maggiore: La Guerra Necessaria.

L’accademico Pedro Henríquez Ureña segnalò sul giornalismo martiano : «La sua opera è giornalismo, ma giornalismo elevato a un livello artistico come non si era visto mai in spagnolo, nè probabilmente in nessun’altra lingua».

Nella pagina frontale del primo numero, lo stesso direttore, anche se il suo nome non appariva nell’elenco, proclamò:«Patria nasce per unire e amare e per vivere con la passione della verità. Questo giornale nasce nell’ora del pericolo, per vegliare per la libertà, per contribuire a che le sue forze siano invincibili, per l’unione e per evitare che il nemico ci vinca di nuovo per il nostro disordine». Come lui desiderava, Patria pubblicò la sezione «De Cuba Libre!», nella quale furono compresi tutti i materiali inviati dal Maestro dalla manigua, tutte le disposizioni ufficiali  e le circolari firmate da Martí e Gómez, le lettere  informative di Martí a Gonzalo de Quesada e a Benjamín J. Guerra.

Nella copia del 17 giugno del 1895 (Nº 166) apparve un articolo  dell’ultima ora: «Nel momento della pubblicazione della presente copia riceviamo la crudele certezza che già non esiste l’Apostolo esemplare, il maestro amato, l’abnegato José Martí. Patria, riverente e afflitta, dedicherà tutto il prossimo numero a glorificare il patriota, a elogiare l’immortale».

L’ultimo numero fu il 522, stampato il 31 dicembre del 1898, quando assunse la direzione del giornale Tomás Estrada Palma.

Patria si accomiatava dai suoi lettori con la seguente nota: «Opera terminata». Che pena!, pubblicare questa nota quando appena cominciava l’opera dell’Apostolo.


Patria sono oggi le migliaia di pubblicazioni che difendono la Rivoluzione

 

Gerardo Hernández Nordelo, coordinatore nazionale dei CDR, ha fatto allusione alla definizione del giornale Patria, espressa dallo stesso José Martì, in una lettera con cui ha felicitato i professionisti della stampa, che hanno celebrato il loro giorno il 14 marzo, data in cui venne stampato il primo numero del giornale fondato dall’Apostolo nel 1892.

«Quello che il nemico non deve udire non è altro che la stessa voce dell’attacco… questo è Patria nella stampa. È un soldato», scrisse nel primo editoriale pubblicato.

L’ Eroe della Repubblica di Cuba ha riferito che «130 anni dopo, la stampa cubana ha trasformato Patria in migliaia di pubblicazioni, difendendo i principi morali e rivoluzionari lasciati dall’Apostolo come paradigmi» e dei suoi professionisti ha detto che oggi sono in ogni quartiere, nelle sale delle nostre case, denunciando dalla televisione cubana fatti riprovevoli , nello schermo dei nostri cellulari, con articoli che invitano alla riflessione in ogni pagina dei giornali nazionali e provinciali, nella radio e le reti sociali come parte della famiglia cubana.

Hernández Nordelo ha ringraziato a nome dei membri dell’organizzazione la loro compagnia, la dedizione, il sacrificio, le loro ore senza sonno e la disposizione di mantenere informao il popolo nel mezzo di uragani, giorni festivi e pandemie.

Inoltre, Gerardo Hernández Nordelo ha ricordato Fidel quando segnalò che «la

verità nei nostri tempi naviga per mari tempestosi», e che «i mezzi di divulgazione di massa sono nelle mani di coloro che minacciano la sopravvivenza umana con i loro immensi discorsi economici, tecnologici e militari e tutto questo è, come disse il Comandante in Capo, la sfida dei giornalisti cubani.

Rispetto ai giorni che passano nei quali s’induriscono le aggressioni e le menzogne contro Cuba, il nuovo anniversario di Patria «deve trasformarsi

nella riaffermazione dell’impegno con la verità, l’etica giornalistica e il dovere d’informare con obiettività, difendendo ogni conquista realizzata dalla nostra Rivoluzione», ha concluso Hernández Nordelo.

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