Cosa succede in Apure al confine tra Venezuela e Colombia?

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Cosa succede al confine tra Colombia e Venezuela nello Stato venezuelano Apure? A inizio settimana i media venezuelani hanno riferito di un attacco con esplosivi contro una dogana di confine venezuelana nel comune di José Antonio Páez nello stato di Apure, una città situata nella zona di confine meridionale con la Colombia, sulle rive del fiume Arauca.

A finire sotto attacco è stata la sede del Servizio nazionale integrato dell’Amministrazione doganale e fiscale (Seniat), dove operava l’ufficio doganale principale “El Amparo de Apure”, e il subalterno, “La Victoria”.

Inoltre, dall’altra parte della dogana c’era anche un punto di controllo della Guardia Nazionale Bolivariana (GNB), che è stato parzialmente distrutto.

Nell’immediatezza dell’attacco il il ministro della Difesa del Venezuela, Vladimir Padrino López, ha dichiarato che “nessun gruppo armato”, indipendentemente dalla “sua ideologia politica, natura o origine”, può stabilirsi nel territorio venezuelano per commettere un crimine.

L’affermazione di Padrino López è accompagnata da un video in cui il deputato all’Assemblea Nazionale per lo Stato di Apure, Héctor Orlando Zambrano, effettua una spiegazione degli eventi definita dal ministro della Difesa come la “verità”, “chiara e precisa” sulla situazione nei ‘llanos’ venezuelani.

Nella sua dichiarazione, il parlamentare sottolinea che la FANB sta effettuando operazioni ad Apure per respingere un gruppo irregolare “che intende stabilirsi” in territorio venezuelano per “costruire una struttura per il traffico di droga e soppiantare il ruolo dello Stato”.

“La nostra FANB, nell’adempimento dei compiti, sta colpendo una struttura di narcotraffico funzionale allo Stato colombiano e all’impero nordamericano, per continuare ad attaccare il Venezuela”, aggiunge Zambrano.

Il deputato ha sottolineato che il dispiegamento delle forze armate venezuelane non “sta colpendo un movimento di sinistra o un’organizzazione rivoluzionaria”, ma piuttosto una “struttura del narcotraffico che ha piazzato mine nel territorio per colpire la popolazione”.

Il ruolo della Colombia

Dietro ai fatti ci sarebbe anche la longa manus della Colombia ancora una volta in prima fila nella destabilizzazione del Venezuela. “Purtroppo la Repubblica di Colombia si è prestata a trasformare il suo intero territorio in un campo paramilitare. E da lì attaccare e cospirare contro il Venezuela”, ha denunciato il ministro Vladimir Padrino López. Il dirigente boliviariano ha poi aggiunto che le truppe degli Stati Uniti operano al confine colombiano, in modo spudorato e aperto. Ha detto, in questo senso, che il governo colombiano ha di fatto rinunciato alla sua sovranità.

Riguardo all’operazione intrapresa nello Stato di Apure, il ministro Padrino López ha affermato che “cerca semplicemente di tenere a bada la violenza; il traffico di droga dalla Colombia. Cerca di garantire la pace e la sovranità della Patria.

Un documento delle Forze Armate Nazionali Bolivariane (FANB) ricorda “alla comunità internazionale che i suddetti gruppi sono sponsorizzati dal governo colombiano e dalla Central Intelligence Agency (CIA). Motivo per cui, le loro incursioni nello spazio geografico venezuelano dovrebbero essere considerate come un’aggressione sponsorizzata da Iván Duque (presidente della Colombia)”.

A tal proposito Padrino López ha spiegato che attraverso l’amministrazione Duque, viene fornito sostegno logistico e finanziario alle organizzazioni del traffico di droga. Quindi, cercano di aprire un corridoio criminale al confine; con il sostegno del Comando Sur degli Stati Uniti.

Le bande paramilitari, come spiega il ministro venezuelano, sono coinvolte in estorsioni, rapimenti, traffico di esseri umani, sfruttamento sessuale di ragazze e adolescenti, contrabbando e attività mineraria illegale.

“Oltre a quanto sopra, danneggiano la popolazione civile attaccando istituzioni pubbliche come CORPOELEC, SENIAT e PDVSA; utilizzando anche metodi estremi come l’installazione di mine antiuomo”.

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