Una luce nella scienza cubana chiamata Tomás Romay

È impossibile parlare di scienza a Cuba senza ricordare Tomás Romay, il medico che somministrò qui per la prima volta il vaccino contro il vaiolo e che morì in un giorno come oggi nel 1849.

Ricordato per aver avviato nella nazione caraibica le prove di introduzione e propagazione di questo iniettabile, alcune bibliografie lo collocano anche come il primo cubano laureato in medicina nel 1789.

Nel 1803, iniziò la sua colossale campagna per imporre nuovi metodi di vaccinazione e dimostrò la sicurezza del prodotto somministrandolo a due dei suoi figli per provare i successi della scienza.

Quando il 26 maggio 1804 una spedizione arrivò a Cuba dalla Spagna per combattere la trasmissione del vaiolo, il vaccino contro di esso si era già diffuso in quasi tutta l’isola grazie a Romay, che lo applicava con successo dal 12 febbraio.

Questo illustre medico fu presidente e segretario facoltativo del Consiglio Centrale dei Vaccini di Cuba, inaugurato il 13 luglio 1804; e dedicò tre decenni della sua vita all’eradicazione di questa malattia.

Considerato, inoltre, come il primo igienista del paese, fece grandi contributi alla chimica e alla botanica con rinomati progressi nell’apicoltura.

Amante della natura e sostenitore degli studi sulla natura, influenzò la creazione del Giardino Botanico Nazionale.

All’età di 69 anni iniziò anche la lotta contro il colera, una malattia che apparve a Cuba nel 1833 e di cui fu vittima una delle figlie di Romay.

Il primo focolaio epidemico causò più di 30000 morti, mentre il secondo sarebbe apparso sull’isola nel marzo 1850 e il terzo nell’ottobre 1867.

Come professore, realizzò importanti riforme nell’insegnamento medico introducendo nuovi metodi basati sull’osservazione e la pratica, promosse la modernizzazione della medicina clinica e riuscì a ristabilire l’insegnamento dell’anatomia.

Al momento della sua morte, all’età di 84 anni, deteneva le distinzioni di Socio Corrispondente della Reale Accademia di Medicina di Madrid, Dottore della Camera Reale e Professore di Medicina Clinica all’Università Reale.

Nonché Presidente e Benemerito Individuale della Società Economica degli Amici della Patria, Membro della Commissione Vaccini di Parigi e delle Società Mediche di Bordeaux e New Orleans; e Cavaliere Comandante di Isabella la Cattolica.

Per quanto riguarda la sua eredità, rinomati medici dell’epoca lo definirono “un figlio che ha servito le scienze con gloria”; “capace di rinunciare a tutto prima di compromettere la dignità scientifica”.

Oggi, quando Cuba ha cinque candidati vaccini contro la pandemia Covid-19, gli scienziati dell’isola seguono l’eredità di Romay e mettono le loro spalle come primi volontari per testare questi iniettabili.

Nelle diverse fasi degli studi clinici dei candidati cubani più di 100 medici e biotecnologi sono coinvolti negli studi.

Fonte: Prensa Latina

Traduzione: italiacuba.it

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