Aprile e l’opera poetica del Partito

L’8º Congresso inizierà precisamente a 60 anni dalla dichiarazione di socialista della nostra Rivoluzione e terminerà nello stesso anniversario della vittoria del popolo a Playa Girón.

Oscar Sánchez Serra

«A me esce la passione dai pori quando si tratta di Rivoluzione».

Cuba parlava con la voce di Raúl, che è quella di Fidel e del suo popolo, e perché la storia traccia paralleli quando le si è fedeli.

Lo faceva un 11 aprile – di sei anni fa – a 120 anni da quando José Martí pose i piedi sulla terra che lo aveva visto nascere, per iniziare la Guerra Necessaria. Come fosse poco, l’uditorio era il Vertice delle Americhe, a Panama.

Il Generale d’Esercito fece uscire dal suo petto quella frase, consegnandola a tutto il continente, come sentimento di fedeltà a questa Rivoluzione che ha «partorito» il nostro socialismo sempre in un aprile, ma del 1961.

Senza dubbio era stato concepito molto tempo prima, in questo quarto mese dell’anno, ma del 1982, quando il 10 aprile l’Apostolo forgiò per la sua Patria il Partito  Rivoluzionario Cubano.

Apriamo questo aprile del 2021 con la dignità e la fierezza a fior di pelle, con il Comandante in Capo, sempre legato nei petti delle cubane e dei cubani.

E lo facciamo anche in combattimenti contro la pandemia della COVID-19, e di fronte allo stesso blocco imperiale che, come lui aveva previsto, si è indurito per fare più gloriosa ogni nostra vittoria.

Con la sensibilità e la bellezza che hanno accompagnato la bravura di questo popolo, la primavera incrocia l’inizio di un altro aprile le cui porte si aprono a un Congresso storico, l’8º del Partito Comunista di Cuba, erede di quello del 1892, sul quale il suo fondatore disse: «L’unità del pensiero, che in assoluto non significa la servitù dell’opinione, è senza dubbio la condizione indispensabile del successo di ogni programma politico».

Fidel ha consacrato la vita a questa unità e, nominando il primo Comitato Centrale del Partito Comunista di Cuba, nell’ottobre del 1965, coronò un successo armonico di tutte le forze che apportarono all’emancipazione definitiva della nazione.

Terminava l’aprile del 2000, quando la mattina dopo ci disse: «Rivoluzione è unità», che non è solo il sostegno della vittoria di quest’opera di sovranità e indipendenza, ma l’attributo che temono maggiormente l’imperialismo e tutta la sua fauna di vendi patria salariati.

Per questo la riunione dei militanti del Partito Comunista di Cuba, che comincerà il 16 aprile, il giorno in cui Cuba si dichiarò una Rivoluzione  socialista e terminerà il 19, quando allora il socialismo sconfisse l’imperialismo per la prima volta in America, è il Congresso della continuità di questa unità.

Per loro e con loro, Cuba ha affrontato la pandemia in maniera integrale, nella quale il sistema di scienza, forgiato con la visione socialista del suo creatore, sogna e realizza la speranza con i suoi cinque  candidati a vaccino che permetteranno nello stesso anno del Congresso d’immunizzare tutta la sua popolazione.

Il socialismo e un Partito Comunista agiscono così come creatori del bene e protettori della condizione umana, anche se quelli, gli inquisitori delle ideologie hanno voluto bruciarli in un rogo.

Per loro e con loro i cittadini di questo piccolo e a volte gigantesco arcipelago hanno pieno accesso alla vita politica e sociale, alla salute e all’educazione in maniera gratuita e a un sistema di sicurezza sociale che non abbandona nessuno.

La continuità e l’unità hanno affrontato risolutamente ogni tipo di discriminazione; promuovono l’uguaglianza delle opportunità, il rispetto dei diritti del bambino e della donna, ampliano la partecipazione nello sport e la cultura e costruiscono una società della conoscenza, garantendo il più elementare dei diritti: la vita. Sono insomma le risorse della giustizia conquistata.

La Rivoluzione è questo, e come disse Fidel è quella che ha portato  al mondo il Partito e questo la porta avanti.

È fondamenta della pace che godiamo, dell’allegria condivisa di un popolo che si esprime nel contadino che ara la terra per dare cibo, nei centri scientifici dove la scienza non è concorrenza ma supporto per il Governo e si trasforma in strumento e palanca della sua gestione; nell’altruismo dei suoi medici e nello sforzo dei suoi operai; nell’amore al baseball, nella difesa del suo cielo e delle sue coste, nell’opera delle sue donne e nel sorriso dei bambini; nella danza e nella musica, nel cinema e nel teatro, nelle belle arti e nella letteratura.

È, non lo dubitiamo, la realizzazione dell’eccelso lirismo di un paese.

Di quest’opera, eminentemente umana, che vogliono far scomparire da poderosi centri egemonici, semplicemente perché ha incontrato il suo sviluppo sui pilastri dei valori del suo popolo e non su canoni di guadagni ad ogni costo, il Partito è la sua più gelosa sentinella.

Niente gli è estraneo, perché la sua ragione d’essere, siano o non siano militanti nelle sue fila, sono le aspirazioni e le realizzazioni delle cubane e dei cubani che lo dotano anche della condizione di Partito del Popolo, quello che Fidel ha definito come onore, ma mai privilegio.

Lì incontrano le loro essenze le parole del Presidente Miguel Díaz-Canel, quando negli spazi di preparazione dell’appuntamento del Partito, ha detto ai delegati che il Congresso non può andare da una parte e i problemi del popolo da un’altra.

È anche la ragione per cui ha sottolineato che l’ampia e trasversale sfera dell’ economia è oggi il fronte più importante per il paese e in conseguenza per il Partito; così come lo è la preparazione di coloro che hanno la missione di dirigere i   processi, i quadri e lo scontro nel campo politico-ideologico, di fronte a una campagna sudicia, volgare e bugiarda, pagata e organizzata da un governo straniero di nome USA.

La continuità e l’unità si devono spiegare con chiarezza per vederle come il supporto su cui oggi questo piccolo paese è quello che controllato meglio la COVID-19, non perchè ha le arche piene, ma perché ha dimostrato che il suo socialismo, il Governo e il suo Partito sono stati i più efficaci di tutto il mondo sviluppato, nonostante l’indurimento di un blocco assassino.

Sì, va chiamato così perché persegue il male di ognuno di noi.

Ma continuità e unità sono ugualmente uno scontro al mal fatto, la ricerca costante dell’efficienza, censura sempiterna della superficialità, per il buon gusto e le buone pratiche. In una parola: lo sviluppo.

Per questo il Partito e il suo 8º Congresso sono la poesia e i suoi versi la concettualizzazione del modello economico- sociale, la Strategia economica, le Linee e il Piano di Sviluppo verso il 2030, tutti custoditi in questo grande insieme di poesia che è la Costituzione della Repubblica, perché questa lirica esprime l’unità e la continuità del futuro della Patria.


Il mio Partito e quello di tutti

Un ricordo che le brume del tempo non hanno potuto cancellare è il giorno in cui mio padre, meccanico di professione, arrivò un pomeriggio pieno d’orgoglio con la sua tessera di militante del Partito Comunista.

Miguel Cruz Suárez

Mio padre, meccanico di professione che abbandonò questo mondo prematuramente –io avevo solo nove anni e mio fratello undici–, un pomeriggio giunse pieno d’orgoglio con la sua tessera di militante del Partito Comunista, e questo è un ricordo che le brume del tempo non hanno potuto cancellare. Non era un gran conversatore, ma sentiva profonde emozioni e quel piccolo libro di cartoncino rosso che significava la sua dedizione a una causa, ci restò come legato e stimolo.

Lui non era né fu l’unico che sperimentò questo senso dell’impegno e del riconoscimento collettivo che implica la militanza comunista .

Noi seguimmo i suoi passi come milioni, sapendo che il Partito non è una meta o un oracolo infallibile, ma un cammino popolato di sfide che ti obbligano a crescere come rivoluzionario, e soprattutto un’opera umana perfettibile e collettiva.

Sapersi membro di un’organizzazione che è avanguardia di un paese, non assegna altri benefici che l’obbligo d’essere conseguente e la disposizione permanente a sacrificarsi per il bene comune. Essere militante non ti dota di amuleti contro gli errori, né ti situa al disopra delle carenze del popolo.

Senza dubbio, ti offre un appiglio morale e storico per comprendere meglio il senso del dovere.

Credo che mio padre fu un militante eccellente conseguente con quello che pensava e faceva. Non fu possibile contare sulla sua sapienza, ma altri ci hanno lasciato condotte e atteggiamenti che dimostrano il valore del Partito, questo che sarà sempre ara e mai piedistallo.

Share Button

Leave a Reply

Your email address will not be published. Required fields are marked *

This site uses Akismet to reduce spam. Learn how your comment data is processed.