Le agenzie USA e la Guerra Non Convenzionale (IIp)

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agenzie  USAID NED GNCPochi giorni fa abbiamo pubblicato un articolo con un titolo simile, (1) dove abbiamo parlato del legame delle agenzie USA nella recente pubblicata Strategia di Sicurezza Nazionale. Lì evidenziamo in qualche modo le intenzioni dell’Agenzia USA per lo Sviluppo Internazionale (USAID) e del National Endowment for Democracy (NED) di promuovere determinati “valori”  – values, direbbero loro -, qualcosa di cui ha scritto un collega, giorni prima, in questo stesso spazio.

Tutta questa insistenza si può spiegare in un fatto: gli attuali documenti dottrinali sulla Guerra Non Convenzionale (GNC) delle Forze Armate USA raccolgono il lavoro delle agenzie USA in tali campagne.

Facendo un esercizio semantico, troviamo che la parola Agencie (agenzia) appare 54 volte nelle 206 pagine contenenti la Pubblicazione di Tecniche dell’Esercito sulle GNC, ATP 3-05.1, settembre 2013.

E anche se fredda, la cifra (54) è una giustificazione per concentrarci nell’ATP ed immergerci in questo argomento, che, confessiamo, è davvero interessante.

Dalla copertina di ATP si verifica la partecipazione delle agenzie governative nella GNC, nel notare che “la distribuzione (del documento) è autorizzata per le agenzie del Governo USA e suoi contractor”.(2) Con questo, sorge la prima domanda: Perché un testo militare dovrebbe arrivare a personale civile?

La vigente Dottrina delle Forze Armate USA del marzo 2013 comprende una delle risposte: “Il potere militare è integrato con gli altri strumenti del potere nazionale per avanzare e difendere i valori, gli interessi e gli obiettivi degli USA. Per realizzare questa integrazione, le forze armate interagiranno con altri dipartimenti e agenzie”.(3)

Da parte sua, il documento dell’esercito rispecchia questa posizione ed esplicitamente segnala: “L’implementazione ottimale della GNC utilizza un approccio globale dove le operazioni militari appoggiano, e/o sono supportate da altre agenzie e dipartimenti del governo USA come parte di una campagna integrale”.(4) Incluso questa partecipazione si richiede che sia in forma iniziale e permanente nel GNC.

Uno dei postulati più importanti prevede che questi organismi dovrebbero fungere da partner e “devono assumere, sempre più, una stretta integrazione, collaborazione e innovazione per favorire il sostegno agli sforzi diplomatici, politici, informativi, militari ed economici del gruppo di opposizione, nel perseguimento di obiettivi che si allineano con gli interessi nazionali USA”.(5)

Da qui che l’ATP confessa che se si origina questo tipo di associazione, avrà “un impatto positivo nello sforzo collettivo”.

Tra le attività che si sviluppano in una campagna di GNC la preparazione dell’ambiente risulta centrale. In quella fase, le operazioni clandestine sono “sponsorizzati o condotte dai dipartimenti o agenzie governative in modo che sia garantita la segretezza o copertura”.(7)

Tuttavia, il più inquietante di ciò è che detta preparazione  ambientale raggruppa “le attività realizzate in paesi stranieri al fine di modellare e preparare un’area per potenziali operazioni”; e quando queste sono parte di una campagna non convenzionale, “sono di solito realizzate come operazioni di bassa visibilità e quasi sempre declassificate e potrebbero essere clandestine e/o segrete per loro natura”.(8)

Quanto sopra può essere meglio compreso se sappiamo che le attività di conformazione e preparazione dello scenario pre-conflitto devono essere condotte nel contesto di una “normale politica USA”. Pertanto, “gran parte della routine, e le attività più sensibili saranno effettuate da agenzie governative non appartenenti al Dipartimento della Difesa”.(9)

E poi dice: “è probabile che l’inizio della valutazione iniziale di una probabile GNC in un paese, da parte di un capo militare, si basi sulle sensibili valutazioni realizzate da agenti civili nell’area delle operazioni”.(10)

Inoltre, l’ATP non solo precisa il lavoro che potrebbero realizzare le agenzie nazionali USA su una possibile campagna non convenzionale, ma anche si preoccupa di queste agenzie nei paesi che costituiscono obiettivi di tali manovre. Tanto che in una fase di pianificazione della GNC si realizza una sorta di questionario, dove diverse domande sono dedicate al tema in questione.

Per esempio: “I dipartimenti o agenzie governative sono stabili o sono in fase di transizione? Si sono create nuovi dipartimenti o agenzie?”(11) E dopo le precedenti inchieste, ci si potrebbe chiedere: Perché e per cosa interesserebbe a Washington sapere delle agenzie straniere? Ha anche intenzione di utilizzarle nella cosiddetta “transizione”?

Ma la pubblicazione dottrinale dell’Esercito diventa molto più precisa, menziona l’USAID due volte.

La prima volta lo fa nell’epigrafe destinata al menzionato periodo di transizione, nelle fasi della rivolta sponsorizzata dagli USA in un paese straniero. E citiamo: “L’eliminazione degli sforzi di mobilitazione delle masse è essenziale per un’operazione di transizione di successo. […] Questo di solito comporta una maggiore collaborazione con le organizzazioni di aiuto, come l’USAID”. (12)

E, per la seconda volta, nella sezione per le Operazioni degli Affari Civili nella Pianificazione della GNC, in cui si afferma: “I pianificatori della GNC devono progettare le Operazioni degli Affari Civili e Civico-Militari in ogni fase dell’operazione. Quando sia possibile, in tutte le fasi della campagna, le agenzie del Dipartimento della Difesa dovrebbero lavorare con le loro controparti nazionali e multidisciplinari (ad esempio, l’ USAID), in quegli aspetti legati alla governabilità, sviluppo e gestione delle conseguenze”.(13) Confessiamo che quando leggiamo questo, il primo pensiero è stato: Per caso questi pianificatori sono in grado di gestire le conseguenze dei loro atti?

Come possono vedere il ruolo delle agenzie USA nella Guerra Non Convenzionale è ampiamente trattato nella Pubblicazione delle Tecniche dell’Esercito con carattere dottrinale. Quindi, ben presto dedichiamo diversi lavori alle iniziative che le agenzie qui menzionate svolgono nel nostro paese.

Katherinne Díaz Pérez

Las agencias estadounidenses y la Guerra No Convencional

Katherinne Díaz Pérez

Hace algunos días publicamos un artículo con título semejante;(1) donde hablamos sobre el vínculo de las agencias estadounidenses en la recién conocida Estrategia de Seguridad Nacional. Allí evidenciamos de algún modo las intenciones de la Agencia de EE.UU. para el Desarrollo Internacional (USAID) y el Fondo Nacional para la Democracia (NED, por sus siglas en inglés) para promover determinados “valores” –values, dirían ellos–, algo de lo que escribió un colega días antes en este mismo espacio.

Toda esta insistencia se puede explicar en un hecho: los actuales documentos doctrinales sobre la Guerra No Convencional (GNC) de las Fuerzas Armadas de EE.UU. recogen la labor de las agencias norteamericanas en tales campañas.

Realizando un ejercicio semántico, encontramos que la palabra agencie (agencia) aparece 54 veces en las 206 páginas que contiene la Publicación de Técnicas del Ejército sobre GNC, ATP 3-05.1, de septiembre de 2013.

Y aunque fría, la cifra (54) es una justificación para centrarnos en la ATP y sumergirnos en dicha temática, la cual, confesamos, es verdaderamente interesante.

Desde la portada de la ATP se verifica la participación de las entidades gubernamentales en la GNC, al apuntar que “la distribución (del documento) está autorizada para las agencias del Gobierno de los EE.UU. y sus contratistas”.(2) Con ello, surge la primera interrogante: ¿Por qué un texto militar llegaría a personal civil?

La vigente Doctrina de las Fuerzas Armadas de EEUU de marzo de 2013 recoge una de las respuestas: “El poder militar es integrado con otros instrumentos de poder nacional para avanzar y defender los valores, intereses y objetivos de EE.UU. Para lograr esta integración, las fuerzas armadas interactúan con otros departamentos y agencias”.(3)

Por su parte, el documento del ejército refleja esta postura y, de forma explícita, señala: “La ejecución óptima de la GNC utiliza un enfoque abarcador donde las operaciones militares apoyan, y/o son respaldadas por otras agencias y departamentos del gobierno de EE.UU. como parte una campaña integral”.(4) Incluso, esta participación se requiere que sea de forma temprana y permanente en la GNC.

Uno de los postulados más relevantes expone que estos organismos deben actuar como socios y “deben asumir, cada vez más, una estrecha integración, colaboración e innovación para facilitar el apoyo a los esfuerzos diplomáticos, políticos, informativos, militares y económicos del grupo opositor, en la búsqueda de objetivos que se alineen con los intereses nacionales de EE.UU”.(5)

De ahí que la ATP confiese que, si se origina este tipo de asociación, tendrá “un impacto positivo en el esfuerzo colectivo”.

Dentro de las actividades que se desarrollan en una campaña de GNC, la preparación del ambiente resulta medular. En esa etapa, las operaciones clandestinas son “patrocinadas o llevadas a cabo por departamentos o agencias gubernamentales de tal manera que esté garantizado el secreto o encubrimiento”.(7)

Sin embargo, lo más inquietante de ello consiste en que dicha preparación del entorno agrupa “las actividades realizadas en países foráneos con el fin de modelar y preparar un área para operaciones potenciales”; y cuando estas forman parte de una campaña no convencional, “son usualmente realizadas como operaciones de baja visibilidad y casi siempre clasificadas, y pudieran ser clandestinas y/o encubiertas por su naturaleza”.(8)

Lo anterior puede comprenderse mejor si conocemos que las actividades de conformación y preparación del escenario previo al conflicto deben librarse en el contexto de “una política estadounidense normal”. Por ende, “gran parte de la rutina, y las actividades más sensibles serán efectuadas por agencias gubernamentales no pertenecientes al Departamento de Defensa”.(9)

Y seguidamente expone: “es probable que el comienzo de la evaluación inicial de una probable GNC en un país, por parte de un jefe militar, se base en las sensibles valoraciones realizadas por agentes civiles en el área de operaciones”.(10)

Además, la ATP no sólo precisa la labor que pudieran realizar las agencias nacionales de EE.UU. en una posible campaña no convencional, sino también se preocupa de estas entidades en los países que constituyan objetivos de tales maniobras. Tal es así que en la etapa de planificación de la GNC se realiza una especie de cuestionario, donde varias preguntas son dedicadas al tema en cuestión.

Por ejemplo: “¿Los departamentos o agencias gubernamentales son estables o se encuentran en fase de transición? ¿Se han creado nuevos departamentos o agencias?”.¹¹ Y luego de las anteriores indagaciones, cabría preguntarse: ¿Por qué y para qué le interesaría a Washington saber de agencias foráneas? ¿Tienen intención de utilizarlas en la llamada “transición”?

Pero la publicación doctrinal del Ejército llega a ser mucho más precisa, menciona a la USAID en dos ocasiones.

La primera vez lo hace en el epígrafe destinado al antes mencionada período de transición, dentro de las fases de la insurgencia patrocinada por EE.UU. en un país foráneo. Y citamos: “La eliminación de los esfuerzos de movilización de masas es fundamental para una operación de transición exitosa. […] Esto normalmente implica una mayor colaboración con organizaciones de ayuda, tales como la USAID”. (12)

Y, por segunda vez, en el apartado sobre las Operaciones de Asuntos Civiles en la Planificación de la GNC , donde expone: “Los planificadores de la GNC deben diseñar las Operaciones de Asuntos Civiles y Cívico-Militares dentro de cada fase de la operación. Cuando sea posible, en todas las fases de la campaña, las agencias del Departamento de Defensa deberán trabajar con sus contrapartes nacionales y multidisciplinarios (por ejemplo, la USAID), en aquellos aspectos referidos a la gobernabilidad, el desarrollo y el manejo de las consecuencias”.(13) Confesamos que cuando leímos esto, la primera reflexión fue: ¿Acaso, estos planificadores pueden manejar las consecuencias de sus actos?

Como pueden ver el rol de las agencias estadounidenses en la Guerra No Convencional es ampliamente tratado en la Publicación de Técnicas del Ejército con carácter doctrinal. De ahí, que próximamente dediquemos varios trabajos a las iniciativas que las agencias mencionadas aquí llevan a cabo en nuestro país.

Referencias

1 Ver Las agencias estadounidenses y la nueva Estrategia de Seguridad Nacional, publicado el 16.02.2015, www.cubadefensa.cu/?q=node/3080

2 Ver Unconventional Warfare, ATP 3-05.1, Department of the Army, de septiembre de 2013. Traducción institucional.
3 Ver Doctrine for the Armed Forces of the United States (Doctrina de las Fuerzas Armadas de Estados Unidos), Joint Publication 1, publicado 25 de marzo de 2013, pág I-14. Traducción de la autora.

4 Ver Unconventional Warfare, ATP 3-05.1, Department of the Army, de septiembre de 2013, pág 1-3. Traducción institucional.

5 Idem, pág 12. Traducción institucional.

6 Idem. pág 12. Traducción institucional.

7 Idem. pág 66. Traducción institucional.

8 Idem. pág 66. Traducción institucional.

9 Idem. pág 138. Traducción institucional.

10 Idem. pág 138. Traducción institucional.

11 Idem. pág 271. Traducción institucional.

12 Idem. pág 47. Traducción institucional.

13 Idem. pág, 202. Traducción institucional.

Fuente: Cuba Defensa 

 

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