Il trionfo del vaccino di Cuba

Kawsachun News ha parlato in esclusiva con l’Ambasciatore di Cuba in Bolivia, Danilo Sánchez Vázquez, dei vaccini COVID-19 che il suo Paese sviluppa e del contesto per il successo di Cuba nel campo delle biotecnologie e della salute pubblica. Abbiamo anche discusso del modello economico di Cuba e delle enormi difficoltà imposte al Paese a causa del blocco economico USA.

Quanti vaccini sviluppa Cuba e quanto sono efficaci?

Lavoriamo su cinque vaccini, ma vorrei iniziare dichiarando che Cuba sviluppa vaccini da molto prima dell’inizio della pandemia, da 30 anni gli scienziati cubani sviluppano diversi vaccini. Oggi sono circa 10 i vaccini prodotti a Cuba utilizzati per numerose malattie. Cuba ci è riuscita grazie all’iniziativa di Fidel Castro, decenni fa, sviluppando la scienza cubana. Siamo un piccolo Paese, 11 milioni di persone, il nostro territorio nazionale è 1/10 della Bolivia. Non abbiamo molto per risorse naturali, quindi abbiamo dovuto avere il talento umano nelle condizioni poste dal blocco. Il settore biotech di Cuba non è nuovo, BioCubaFarma è il nome di questo grande complesso che impiega più di 20000 persone che svolgono ricerche mediche e per farmaci per Cuba e l’esportazione in numerosi Paesi che cercano questi prodotti. Fu in tale quadro che iniziammo a lavorare sui cinque vaccini COVID-19, come Soberana 02 e Abdala che sono in fase 3 [fase finale], oltre Soberana Plus, Soberana 01 e Mambisa. Sono nomi della nostra storia, delle nostre lotte. Abdala ha un tasso di efficacia del 92,28% che lo colloca tra i migliori al mondo, è possibile applicarlo anche ai bambini. Siamo uno dei pochissimi Paesi ad aver prodotto un vaccino, è praticamente un miracolo per un Paese che affronta cose complicate e difficili a causa del blocco degli Stati Uniti in vigore da più di 60 anni. Lo sviluppo di un vaccino è incredibilmente complicato, ancora di più per noi. Sono necessari circa 900 componenti per realizzarne uno, nei laboratori occidentali, possono semplicemente effettuare una chiamata e ricevere queste cose il giorno dopo. Noi non possiamo farlo, il più grande impero del mondo ci blocca, quindi possiamo fare di tutto per parti e componenti medici da aree remote del mondo e portarli saltando tutti gli ostacoli postici. Produciamo alcuni di questi componenti ma dobbiamo cercarne altri all’estero. Siamo riusciti ad arrivare a questa posizione sviluppando cinque candidati al vaccino, grazie ad anni di lavoro e di riconoscimento della centralità della salute pubblica. A Cuba, l’assistenza sanitaria è gratuita, che sia il medico di quartiere che misura la temperatura o il trapianto di organi, è tutto gratuito per il nostro popolo. Naturalmente ha un grande costo per il governo, ma lo consideriamo una priorità. Ecco perché abbiamo avuto risultati positivi nella lotta al COVID-19, nelle ultime settimane abbiamo avuto un aumento dei casi come nel resto della regione con questa nuova ondata. Abbiamo avuto 173000 casi dall’inizio della pandemia, mentre la Bolivia, che ha all’incirca le stesse dimensioni della nostra popolazione, li ha triplicati. A Cuba, 8 pazienti su 10 COVID-19 che vanno in terapia intensiva sopravvivono. Ci sono molti Paesi nella regione in cui tale cifra è opposta. Questo successo è dovuto alla nostra capacità organizzativa come Stato, che non è perfetta ovviamente, ci sono sempre problemi e limitazioni. Il nostro obiettivo è vaccinare l’intera popolazione quest’anno coi nostri vaccini cubani. Senza acquistarne tramite COVAX o dal mercato, perché non abbiamo le risorse.

Nell’America Latina, l’ammalarsi è normalmente seguito dalla rovina economica per la famiglia del paziente, non solo per il costo della degenza ospedaliera, ma anche dei farmaci importati. Come ha fatto Cuba a produrre così tanti farmaci?

È una scelta politica del governo. Cuba è un Paese socialista e ciò significa che i principali mezzi di produzione sono nelle mani dello Stato, che a sua volta è nelle mani del popolo. C’è una parte dell’economia che non è statale ma cooperativa. Molti produttori di cibo, latte e frutta fanno parte di cooperative, questo significa che lavorano collettivamente in modo da utilizzare al meglio le risorse e poi distribuiscono equamente i guadagni. I grandi proprietari terrieri non esistono. Qui c’è anche l’istruzione gratuita, dalla scuola al dottorato, non ci sono costi. Questo può essere pagato perché i principali mezzi di produzione sono di proprietà dello Stato e questo fornisce le entrate. Inoltre promuoviamo piccole e medie imprese private perché possono essere motore per la crescita economica e l’innalzamento del tenore di vita. Quindi è in questo contesto che Cuba ha costruito la sua industria biotecnologica. Abbiamo sviluppato il talento umano perché abbiamo costruito un sistema istruttivo forte, a partire dall’enorme campagna di alfabetizzazione iniziata nel 1962. Nel frattempo, ci sono Paesi capitalisti con enormi risorse naturali, ma che hanno scelto di non aumentare il livello intellettuale e scientifico del popolo. Lo sport è un altro aspetto della salute che spesso viene trascurato, ma a Cuba abbiamo coltivato il talento sportivo nel popolo. Cuba è ora leader nel campo dello sport, i nostri successi sono ben noti alle Olimpiadi e alle Paralimpiadi, perché? Perché abbiamo dedicato risorse per coltivare queste capacità.

Quali sono gli effetti del blocco?

Potrei parlare a lungo degli effetti dannosi del blocco. Ci tengo a sottolineare che questo ci viene imposto da più di 60 anni, dal 1962. L’obiettivo è mettere in ginocchio il nostro Paese con fame e penuria, quindi una permanente e sistematica violazione dei diritti umani. Il blocco significa che Cuba non può accedere al credito delle istituzioni internazionali, non può importare attrezzature vitali per l’industria dagli USA, e gli Stati Uniti obbligano a boicottare i nostri prodotti che possano essere esportati. I cubani non possono ricevere rimesse dai familiari che vivono negli Stati Uniti. Gli investimenti diretti esteri sono ben accetti dal governo cubano, ma gli Stati Uniti minacciano azioni legali contro gli investitori. Ci è permesso importare alcune cose, ma dobbiamo richiedere permessi speciali con una procedura complessa e una serie di condizioni imposte. Tra aprile 2019 e marzo 2020, il blocco è costato all’economia 5 miliardi di dollari in attività perse, per un Paese piccolo come il nostro, è brutale. Ecco perché ogni anno alle Nazioni Unite la stragrande maggioranza dei Paesi vota contro il blocco Stati Uniti. Nella scorsa settimana, 184 Paesi hanno votato per porre fine al blocco. 2 hanno votato contro: Israele e USA, e 3 si sono astenuti; Colombia, Brasile e Ucraina. La vita è drammatica eh? Per oltre 15 anni Cuba ha accolto i bambini vittime della tragedia di Chernobyl e gli ha dato assistenza sanitaria gratuita, questa è la nostra cultura della solidarietà avviata da Fidel. Anche se non abbiamo molto, lo condividiamo, questo è ciò che vogliamo dare alle nuove generazioni perché condividendo si viene ripagati molto di più con una soddisfazione spirituale. Penso che sia un atteggiamento molto più cristiano di qualsiasi cosa insegnata dalla chiesa.
Abbiamo gravi limitazioni alla nostra economia, imposte dagli Stati Uniti, e l’amministrazione ha posto 243 nuove leggi oltre a quelle che c’erano già. Hanno impedito l’arrivo delle navi da crociera con turisti nordamericani. Se un turista riesce a passare da un Paese terzo, non può riprendersi sigari cubani o rum, anche se il nostro rum è delizioso. Il blocco si estende anche alle banche estere. Anche qui in Bolivia le banche private hanno rapporti cogli USA e quindi si rifiutano di concedere trasferimenti a Cuba per paura di essere sanzionate. Anche durante l’amministrazione Obama, dove le cose erano migliorate, le banche internazionali che lavoravano con noi continuavano a subire multe salate. La nostra grande tristezza è che Cuba possa avanzare così tanto, a beneficio del nostro popolo ma anche di tutto il mondo. Dall’inizio della pandemia, Cuba ha inviato 57 nuove brigate mediche in 40 Paesi, Europa compresa. L’Europa è ricca, ma ha comunque capito che Cuba ha un contributo importante da dare. Anche prima della pandemia, Cuba aveva 28000 operatori sanitari in oltre 50 Paesi, inclusa la Bolivia. In Bolivia, la cooperazione medica era molto importante ed iniziò prima che Evo Morales prendesse il potere, Cuba contava interi ospedali in Bolivia anche prima di Evo. Da allora, Cuba ha donato attrezzature e personale a oltre 40 ospedali in Bolivia, abbiamo istituito 15 centri di oftalmologia, e 750000 operazioni di oftalmologia furono effettuate in Bolivia. Quanto fu addebitato a chi fu operato? Niente. I medici cubani effettuarono 73 milioni di visite in Bolivia. Vale a dire, in media 7 per ogni singolo cittadino. Hanno permesso 60000 nascite. Cuba offre migliaia di borse di studio agli studenti boliviani poveri, in modo che possano studiare medicina a Cuba.

Traduzione di Alessandro Lattanzio

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