L’America Latina è il campo di battaglia tra imperialismo e movimenti progressisti

Orinoco Tribune

Durante la conferenza Luis Garate, portavoce del Partito Comunista del Perù-Patria Roja, ritrasse gli attori politici di destra del Perù come divisi. “La situazione reale è che Pedro Castillo è stato eletto”, aveva detto Garate. “Quello che succede è che le forze di destra, Keiko Fujimori e i gruppi di ultradestra e fascisti, non vogliono riconoscere i risultati. In questo momento, in Perù, le forze di destra sono divise, perché Stati Uniti e OSA dicono “no, le elezioni peruviane non vanno annullate, sono state trasparenti’”.

A differenza dei casi di Bolivia e Venezuela, l’OSA non ha collaborato col piano di destra di denunciare brogli in Perù, prova della contraddizione tra imperialisti e oligarchia locale sull’approccio tattico per raggiungere il dominio regionale. La delegazione dell’OSA in Perù, guidata dall’ex-ministro degli Esteri del Paraguay, Rubén Ramírez Lezcano, confermò di “non aver rilevato gravi irregolarità” pochi giorni dopo le elezioni del 6 giugno, e definiva il processo elettorale “positivo”. Allo stesso tempo, l’OSA approvava l’interminabile ritardo che la giuria elettorale nazionale del Perù (JNE) continua a mantenere mentre le denunce di brogli di Fujimori vengono esaminate e la nazione attende con impazienza l’annuncio ufficiale che confermi la presidenza di Castillo.

“La Missione ha potuto verificare che dette procedure furono espletate nel rispetto di leggi e regolamenti vigenti e apprezza il fatto che il sistema peruviano garantisca il giusto processo”, scriveva l’OSA il 24 giugno, a quasi tre settimane dalla elezione. “La Missione osservava che i partiti politici in lizza avevano pari opportunità di presentare rivendicazioni e di essere ascoltati, e riscontrava che le decisioni degli organi elettorali collegiali sono deliberative, rapide e pubbliche. La Missione osservava che, finora, l’operato degli organi giurisdizionali rispettava la normativa vigente”. “I settori liberali e moderati dicono che devono riconoscere i risultati”, aveva detto Garate. “Ma l’estrema destra, Fujimori, settori e forze politiche di estrema destra dicono ‘no’. Si parla di brogli, addirittura si chiede il golpe delle forze armate. Quindi la nuova strategia, in questo momento, perché il colpo di Stato è quasi impossibile dopo che Stati Uniti e OSA affermavano che le elezioni erano libere e trasparenti… facendo un caso giudiziario che Perú Libre ricevesse finanziamenti corrotti. Quindi quello che cercano di preparare è che, dopo aver proclamato presidente Pedro Castillo, avvieranno l’impeachment politico”. Le osservazioni furono fatte durante il convengo “Solidarietà con la lotta del Perú per la Democrazia Popolare”, presentato dall’Alleanza per la Giustizia Globale, de 6 giugno e vide la partecipazione anche di Carla Toche, politologa e attivista di Nuevo Perú, e George Ygarza, giornalista e PhD Candidate in Global Studies presso l’UC Santa Barbara negli Stati Uniti.

L’anticomunismo di Fujimori la pone in cattiva compagnia

 

Ygarza paragonava la narrativa costruita da Fujimori prima delle elezioni a quella degli anti-chavisti, liberali e fascisti, che manipolano abilmente le narrazioni anticomuniste per attaccare qualsiasi movimento sociale che sfidi l’egemonia statunitense. “Aveva un linguaggio in codice, lo stesso che si vede in altri movimenti fascisti nel mondo”, aveva detto Ygarza di Keiko Fujimori. “Non necessariamente dicendo ‘siamo contro gli indigeni’, ma che ‘siamo contro i comunisti’. Questa è un’associazione storica con i campesinos, le cui comunità rurali sono orizzontali e comunitarie, associandole al comunismo.

Uno degli slogan della campagna elettorale era “no al comunismo”, il che implicava che l’altra parte cercava di presentare una forma di comunismo, e vediamo questo ripetersi ancora e ancora”. Keiko Fujimori si appoggiava alle stesse narrazioni anticomuniste impiegate nelle campagne elettorali in Ecuador e in Bolivia, in cui i candidati liberali di destra indicavano con disprezzo Venezuela e Cuba, che subiscono blocchi economici illegali, nel disperato tentativo di usare tattiche intimidatorie contro gli elettori.

A giudicare dai risultati elettorali, tali minacce non sembrano particolarmente efficaci. Gli influencer di destra usano “lo spauracchio del Venezuela”, aggiunse Ygarza, “senza capire come le sanzioni statunitensi abbiano completamente decimato l’economia venezuelana, per non parlare di ciò che accade in Colombia, del massacro di Duque del popolo colombiano. Quindi si vede con chi si alleava Keiko… con Leopoldo [López], molti altri fascisti che cercano di minare le democrazie nella regione.

Capitalismo decadente

Come conferma Garate, questo continuo assalto ai processi democratici, nel tentativo di salvare il decadente modello neoliberista, perde terreno coi risultati elettorali in Bolivia, Perù, Cile, Messico o Venezuela. Nonostante Arauz abbia perso le elezioni presidenziali in Ecuador, ricevette oltre il 47% dei voti, conferma del grande richiamo del socialismo tra gli elettori. “Qualche anno fa politologi, accademici e analisti ci dicevano che il ciclo progressista era finito, che i governi di sinistra nella regione cadevano, che avevamo nuovi governi di destra neoliberisti, quindi mai più chavismo, socialismo del 21° secolo”, osservava Garate. “Ma come si vede tutta la regione, dal Messico al Cile, Argentina, Brasile, la regione è, penso, in disputa, e quello che si nota è che c’è una lotta, un’enorme lotta tra imperialismo ed influenza degli Stati Uniti nella regione, e movimenti sociali e partiti progressisti di sinistra”. Queste contraddizioni ci ricordano le conclusioni di numerosi teorici marxisti che sostengono che il fascismo è un sintomo dell’inevitabile decadimento del capitalismo. “Vediamo il fascismo come espressione del decadimento e disintegrazione dell’economia capitalista”, scrisse Clara Zetkin nel 1923, per esempio. “Possiamo combattere il fascismo solo se comprendiamo che esso suscita e trascina masse sociali che hanno perso la sicurezza della loro esistenza”.

Traduzione di Alessandro Lattanzio

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