Nuove voci in appoggio al governo cubano e fine del blocco

Di fronte alla campagna di destabilizzazione implementata dagli Stati Uniti contro il nostro paese, diverse organizzazioni sociali, personalità politiche e intellettuali nel mondo hanno espresso il loro appoggio alla Rivoluzione Cubana, reiterando il richiamo all’attuale amministrazione statunitense che per rispetto al popolo cubano si elimini questa crudele politica imposta da 60 anni a Cuba.

In un video diffuso in internet, il politologo argentino Atilio Borón ha commentato, dirigendosi al presidente Joe Biden, che non è necessario andare al Congresso per smontare buona parte del blocco.

«Non si dimentichi che mantenendolo sta commettendo un crimine di lesa umanità e che in qualche momento dovrà renderne conto alla comunità internazionale».

Prensa Latina ha informato che Borón ha indicato che questo assedio unilaterale, economico, commerciale e finanziario, indurito dal Governo dell’ex presidente Donald Trump, ha massacrato i cubani, asfissiandoli economicamente.

«Biden, se lei è onesto lo faccia già e termini con questo genocidio, perché presto o tardi dovrete rendere conto di questo crimine commesso contro i cubani», ha sottolineato l’intellettuale argentino.

Il presidente del Comitato dei Temi Esteri della Camera dei Rappresentanti degli Stati Uniti, Gregory Meeks, a sua volta ha chiesto all’attuale inquilino della Casa Bianca d’eliminare le sanzioni contro Cuba imposte nell’era di Trump.

Nel suo richiamo il congressista democratico, che aveva accompagnato Barack Obama nella sua visita a L’Avana nel marzo del 2016, ha chiesto a Biden di alleviare le sofferenze in Cuba, annullando le sanzioni di fronte alle profonde difficoltà che affronta il popolo cubano, per via dell’impatto sanitario ed economico della COVID-19, ha segnalato l’agenzia di notizie.

Ugualmente il legislatore afro statunitense si è pronunciato a proposito degli incidenti avvenuti nell’Isola domenica 11, fatti stimolati dall’estero attraverso le reti sociali, con l’obiettivo di destabilizzare il paese, così come ha denunciato il Primo Segretario del Comitato Centrale del Partito e Presidente cubano, Miguel Díaz-Canel Bermúdez.

Il vicepresidente del Partito Socialista Unito del Venezuela (PSUV), Diosdado Cabello, ha denunciato che quello che è avvenuto a Cuba è stata una grande campagna mediatica e forma parte delle strategie di destabilizzazione degli Stati Uniti d’America.

«Abbiamo sempre avvisato sulle intenzioni dell’imperialismo statunitense che non si stanca e usa tutte le sue risorse per annullare coloro che non rispondono ai loro interessi e quello che è accaduto è una manipolazione degli avvenimenti», ha sottolineato il dirigente.

Non intendono che sono 60 anni di blocco, ha detto, ed ora pensano che con un aiuto umanitario risolveranno i problemi che hanno creato i governi degli USA con le loro misure coercitive e unilaterali.

Poi ha ratificato l’appoggio del Venezuela all’Isola e al Governo rivoluzionario «che sempre conteranno con la nostra solidarietà, il nostro rispetto e ammirazione per il popolo cubano».

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