USAID promuove e copre i golpisti a Cuba

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Martedì 13 luglio il ministro degli Esteri cubano, Bruno Rodríguez, ha condannato l’intervento diretto del governo USA nella manifestazione svoltasi a Cuba, la scorsa domenica 11 luglio, ed i tentativi di destabilizzare l’isola.

Rodríguez ha presentato le prove in una conferenza stampa e ha segnalato che il governo USA sta investendo, da molto tempo, negli affari interni di Cuba e, recentemente, ha aumentato i fondi per alcuni gruppi e società in territorio USA al fine di incitare disordini a Cuba attraverso la promozione di etichette dalle reti sociali.

“Accuso e invito il governo USA a riconoscere o negare che la società con sede a Miami, in Florida, che ha generato questa etichetta [nelle reti sociali] e ha generato questa campagna, ha ricevuto, pochi giorni fa, un certificato dal governo repubblicano della Florida (…) per agire con fondi statali”, ha denunciato Rodríguez.

I principali operatori politici della società (senza fare il nome) sarebbero “legati ad una pubblicazione finanziata dal governo USA”, ha precisato il ministro degli Esteri, riferendosi al sito antigovernativo ADN Cuba, e farebbero parte di un gruppo di media che hanno la loro sede a Miami e che sono noti per le loro azioni anticubane.

Il finanziamento della campagna mediatica si realizzerebbe attraverso l’Agenzia USA per lo Sviluppo Internazionale (USAID).

Dall’altro ha denunciato la partecipazione di Twitter, che avrebbe alterato i sistemi di geolocalizzazione degli account che hanno partecipato, facendo credere che fossero a Cuba. “La stragrande maggioranza degli account che hanno gestito questa campagna sono al di fuori del paese”, ha affermato.

In precedenza, il presidente del Messico, Andrés Manuel López Obrador, aveva presentato una denuncia simile sui disordini a Cuba, indicando in particolare che l’organizzazione non governativa Articolo 19 era coinvolta nella campagna contro il governo del presidente Miguel Díaz-Canel.

L’ONG è stata fondata nel Regno Unito (1987) ed è membro del Centre for International Media Assistance (CIMA) del National Endowment for Democracy (NED).

Sul suo sito web, CIMA descrive Articolo 19 come “un’organizzazione progettata per combattere la censura mediante la promozione della libertà di espressione e l’accesso alle informazioni ufficiali”.

L’ufficio di Articolo 19, in Messico, ha un programma di “difesa della libertà di espressione” diretto a Cuba, con un finanziamento della NED di $ 129781. Parte del denaro è stato utilizzato per pagare i viaggi a Cuba dei “formatori” del programma che hanno incontrato gli operatori politici del tentativo di golpe.

RECENTI LIBERAZIONI DI FONDI USAID

 

La notizia dell’autorizzazione di nuovi fondi per finanziare la sedizione nella maggiore delle Antille non è né insolita né sorprendente. Solo negli ultimi 20 anni, gli USA hanno stanziato circa 250 milioni di dollari per finanziare intermediari che creino situazioni di caos, sotto la maschera di programmi di promozione della democrazia.

Meno di un mese fa, il ministro degli Esteri Rodríguez ha denunciato che l’amministrazione Biden aveva richiesto al Congresso del suo paese un aumento di 20 milioni di dollari nel budget per le ingerenze contro l’isola.

Un articolo dell’agenzia di stampa Sputnik amplia il dato:

Secondo informazioni fornite il 29 maggio dal sito Cuba Money Project, curato dalla giornalista USA Tracey Eaton, la Casa Bianca ha richiesto al Congresso USA di aumentare del 10% il budget destinato al Dipartimento di Stato e all’Agenzia USA per lo Sviluppo Internazionale (USAID) per il 2022.

Di tale aumento, 20 milioni di dollari andrebbero a Cuba, 141 milioni per la Colombia, 50 milioni per il Messico e 50 milioni per il Venezuela.

Sarebbe previsto anche l’esborso di 30 milioni di dollari a Radio TV Martí, mezzo piegato all’agenda di “cambio di regime” e “subordinato all’Agenzia USA per i Media Globali (Usagm), attraverso l’Ufficio di Trasmissioni a Cuba”, afferma la nota di Sputnik, citando il Cuba Money Project.

LEGAME CON IL MOVIMENTO SAN ISIDRO

 

Le proteste antigovernative a Cuba sono descritte dai media occidentali come espressioni spontanee e di massa, ma hanno fonti di finanziamento che dimostrano il contrario.

In un rapporto speciale dell’Istituto Samuel Robinson, si spiega che istituzioni come la Fondazione Cadal (Centro per l’Apertura e lo Sviluppo dell’America Latina) sono quelle che stimolano economicamente le proteste, e le loro risorse provengono “dalle mani delle filiali della CIA nella regione, la Fondazione Atlas (legata ai fratelli Koch), la Fupad (Pan American Development Foundation), USAID e NED”.

Altri intermediari, e trampolini per il consumo globale, sono l’Instituto de Periodismo de Paz y Guerra, Factual, Distintas Latitudes, Fundación Sueca de Derechos Humanos, Editorial Hipermedia, Diario de Cuba, Cubanet, la Universidad Sergio Arboleda, oltre a captatori di fondi dalle diverse agenzie e fondazioni insieme ad altre ONG, registrate in diversi paesi, che mascherano media come CiberCuba, ADN Cuba, Cubanos por el Mundo, Cubita Now, Cubanet, Periodismo de Barrio, El Toque, El Estornudo y YucaByte.

Tenendo questo a mente, oltre ai precedenti storici dell’USAID nel progettare operazioni ingannevoli per provocare il caos in paesi non allineati all’influenza USA, dovrebbe prendersi come confessione la dichiarazione, fatta il 2 giugno, da Samantha Power, direttrice dell’agenzia, che condanna la detenzione di uno dei suoi dipendenti a Cuba, il rapper Maykel Castillo, membro del Movimento San Isidro (MSI) e partecipante al tema “Patria y vida”, inno della rivoluzione colorata in corso sull’isola.

Da tempo l’USAID punta all’infiltrazione nell’industria della musica hip-hop di Cuba e sul reclutamento di rapper per condizionare culturalmente le giovani generazioni e incitarle al “cambio di regime”. È un progetto strategico che ha come nucleo le principali città cubane ma tele guidato dagli USA.

Il MSI, che da novembre 2020 ha ottenuto un detonante per promuovere incidenti che si estendono fino all’evento di domenica 11, deriva da lì.

L’impronta del dollaro è su tutte le tracce del tentato golpe di colore a Cuba.


USAID PROMUEVE Y ENCUBRE A GOLPISTAS EN CUBA

 

El canciller cubano Bruno Rodríguez condenó este martes 13 de julio la intervención directa del gobierno de Estados Unidos en la manifestación que tuvo lugar en Cuba el pasado domingo 11 y los intentos de desestabilizar la isla.

Rodríguez presentó la evidencia en una conferencia de prensa y señaló que el gobierno estadounidense ha estado invirtiendo durante mucho tiempo en los asuntos internos de Cuba, y recientemente ha aumentado los fondos para algunos grupos y empresas en territorio de Estados Unidos con el fin de incitar disturbios en Cuba a través del impulso de etiquetas por redes sociales.

“Acuso y emplazo al gobierno de los Estados Unidos a que reconozca o desmienta que la compañía establecida en Miami, en la Florida, que generó esta etiqueta [en redes sociales] y generó esta campaña, recibió hace pocos días un certificado del gobierno republicano de la Florida (…) para actuar con fondos estaduales”, denunció Rodríguez.

Los principales operadores políticos de la compañía (sin mencionar el nombre) estarían “conectados con una publicación financiada por el gobierno de los Estados Unidos”, detalló el canciller refiriéndose al sitio antigubernamental ADN Cuba, y serían parte de un grupo de medios que tienen su base en Miami y que son conocidos por sus acciones anticubanas.

El financiamiento de la campaña mediática se realizaría a través de la Agencia de los Estados Unidos para el Desarrollo Internacional (USAID).

Por otro lado, expuso la participación de Twitter, que habría alterado los sistemas de geolocalización de las cuentas que participaron, haciendo creer que estaban en Cuba. “La inmensa mayoría de cuentas que operaron esta campaña están fuera del país”, expresó.

Anteriormente, el presidente de México, Andrés Manuel López Obrador, hizo una denuncia similar sobre los disturbios en Cuba, señalando específicamente a la organización no gubernamental Artículo 19 de estar involucrada en la campaña contra el gobierno del presidente Miguel Díaz-Canel.

La ONG fue fundada en Reino Unido (1987) y es miembro del Centro de Asistencia Internacional a los Medios de Comunicación (CIMA) de la Fundación Nacional para la Democracia (NED).

En su sitio web, CIMA describe a Artículo 19 como una “organización diseñada para combatir la censura mediante la promoción de la libertad de expresión y el acceso a la información oficial”.

La oficina en México de Artículo 19 tiene un programa de “defensa a la libertad de expresión” dirigido a Cuba, con un financiamiento por parte de la NED de 129 mil 781 dólares. Parte del dinero ha sido utilizado para costear los viajes a Cuba de “capacitadores” del programa que se han reunido con los operadores políticos del intento de golpe.

RECIENTES LIBERACIONES DE FONDOS DE LA USAID

La noticia de autorización de nuevos fondos para financiar la sedición en la mayor de las Antillas no es inusual ni sorprendente. Solo en los últimos 20 años, Estados Unidos ha destinado aproximadamente 250 millones de dólares para financiar a intermediarios que generen situaciones de caos, bajo el disfraz de programas para impulsar la democracia.

Hace menos de un mes, el canciller Rodríguez denunciaba que la Administración Biden había solicitado al Congreso de su país un incremento de 20 millones de dólares en el presupuesto a la injerencia contra la isla.

Un artículo de la agencia de noticias Sputnik amplía el dato:

Según información aportada el 29 de mayo por el sitio web Cuba Money Project, que edita el periodista estadounidense Tracey Eaton, la Casa Blanca solicitó al Congreso de Estados Unidos incrementar en un 10% el presupuesto dirigido al Departamento de Estado y a la Agencia de los Estados Unidos para el Desarrollo Internacional (USAID) para 2022.

De ese incremento, 20 millones de dólares irían a Cuba, 141 millones para Colombia, 50 millones para México y 50 millones para Venezuela.

También estaría previsto el desembolso de 30 millones de dólares a Radio TV Martí, medio plegado a la agenda de “cambio de régimen” y “subordinado a la Agencia de Estados Unidos para Medios Globales (Usagm), a través de la Oficina de Transmisiones a Cuba”, dice la nota de Sputnik citando a Cuba Money Project.

VÍNCULO CON EL MOVIMIENTO SAN ISIDRO

Las protestas antigubernamentales en Cuba son retratadas por medios occidentales como expresiones espontáneas y masivas, pero tienen fuentes de financiamiento que deja en evidencia lo contrario.

En un informe especial del Instituto Samuel Robinson se explica que instituciones como la Fundación Cadal (Centro para la Apertura y el Desarrollo de América Latina) son las que estimulan económicamente las protestas, y sus recursos provenientes “de manos de las sucursales de la CIA para la región; la Fundación Atlas (vinculada a los hermanos Koch), la Fupad (Fundación Panamericana para el Desarrollo), la USAID y la NED”.

Otros intermediarios y trampolines para el consumo global son el Instituto de Periodismo de Paz y Guerra, Factual, Distintas Latitudes, Fundación Sueca de Derechos Humanos, Editorial Hipermedia, Diario de Cuba, Cubanet, la Universidad Sergio Arboleda, además de captadores de fondos desde las distintas agencias y fundaciones junto a otras ONG registradas en distintos países que enmascaran a medios como CiberCuba, ADN Cuba, Cubanos por el Mundo, Cubita Now, Cubanet, Periodismo de Barrio, El Toque, El Estornudo y YucaByte.

Teniendo en cuenta esto, más el historial de la USAID en diseñar operaciones engañosas para provocar el caos en países no alineados a la influencia estadounidense, debería tomarse como confesión la declaración que hizo el 2 de junio Samantha Power, directora de la agencia, condenando el encarcelamiento de uno de sus empleados en Cuba, el rapero Maykel Castillo, integrante del Movimiento San Isidro (MSI) y participante del tema “Patria y vida”, himno de la revolución de color en curso en la isla.

Desde hace un tiempo, la USAID está apostando a la infiltración en la industria de la música hip-hop de Cuba y la captación de raperos para condicionar culturalmente a las generaciones más jóvenes e incitarlas al “cambio de régimen”. Se trata de un proyecto estratégico que tiene como núcleo las principales ciudades cubanas pero teledirigido a control remoto desde Estados Unidos.

El MSI, que desde noviembre de 2020 consiguió un detonante para promover disturbios que se extienden hasta el suceso del domingo 11, deriva de ahí.

La huella del dólar está en todos los rastros del intento de golpe de color en Cuba.

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