La verità vs odio

Quando la verità di un paese si dimostra con i fatti più che con parole a coloro che cercano di insozzare la sua opera, lo spettacolo dura poco e di solito cala il sipario senza ricevere applausi.

Mailenys Oliva Ferrales  www.granma.cu

Quando la verità di un paese si dimostra con i fatti più che con parole a coloro che cercano di insozzare la sua opera, lo spettacolo dura poco e di solito cala il sipario senza ricevere applausi.

È la sentenza annunciata per una minoranza collerica che, poco a poco, si infanga nella sua stessa fallacia, dopo che il suo rozzo tentativo di provocare un’esplosione sociale nella Maggiore delle Antille è fallito, e poi rendersi ridicolo con montaggi di tale leggerezza da far ridere.

Loro, quelli dell’odio, “predicano” con pietre, armi bianche ed atti vandalici, mentre la verità di Cuba s’innalza a petto nudo accanto a uomini e donne che, senza armi se non le loro mani e la loro dignità, custodiscono centri di lavoro, tagliano il passo allo sradicamento e alla violenza… preservano la pace.

Loro, quelli dell’odio, fabbricano capetti stipendiati che, a distanza, istigano, con vanterie mediatiche, alla disobbedienza e al caos tra i cubani, mentre qui la verità va sulle spalle di un dirigente che va al centro dei problemi della sua gente, dialoga, ascolta, convoca e convince.

Loro, quelli dell’odio, applaudono la subdola ingerenza militare contro questo alligatore barbuto, con sfumature di “intervento umanitario”, mentre la sana verità si erige solidaria dentro e fuori quest’isola, con la generosa volontà di coloro che non solo offrono beni o risorse, ma anche la loro mano amica, le loro conoscenze ed il loro tempo.

Loro, quelli dell’odio, non esitano nel promuovere formule collaudate di manipolazione e di rottura con la storia mentre, in questa terra libera, la verità –come l’impegno– s’ingigantisce tra i riconoscenti.

Lì ci sono i lavoratori che hanno avviato, a tempo di record, una centrale termoelettrica; gli scienziati che continuano ad avvicinarci alla speranza con il nostro primo vaccino e candidati al vaccino; i collaboratori che “senza scuotersi la polvere della strada” hanno rimandato l’abbraccio familiare per andare ad affrontare il covid19; o quei cubani che portano sul corpo i segni dell’aggressione e della perversità finanziata dagli USA, perché domenica 11 luglio si sono convertiti in scudi umani della nazione.

“L’opera della Rivoluzione non è perfetta, ma Fidel non merita ciò, Cuba non lo merita”, ha detto uno dei feriti in una recente intervista rilasciata alla televisione e, dietro gli schermi, a molti di noi si è fatto un groppo in gola dall’emozioni.

Di fronte a questa enorme verità, che esalta la sovranità di questo popolo, gli odiatori non potranno alzare il loro muro di terrore.


La verdad vs el odio

Cuando la verdad de un país se demuestra con hechos más que con palabras a los que pretenden mancillar su obra les dura poco el espectáculo y el telón suele bajar sin recibir aplausos

Autor: Mailenys Oliva Ferrales

Cuando la verdad de un país se demuestra con hechos, más que con palabras, a los que pretenden mancillar su obra les dura poco el espectáculo y el telón suele bajar sin recibir aplausos.

Es la condena anunciada para una minoría colérica que, poco a poco, se enloda en su propia falacia, tras fracasarle el burdo intento de provocar un estallido social en la Mayor de las Antillas, y ridiculizarse luego con montajes de tal ligereza que causan risa.

Ellos, los del odio, «predican» con piedras, armas blancas y acciones vandálicas, mientras la verdad de Cuba se levanta con el pecho descubierto al lado de los hombres y mujeres que, sin más armas que sus manos y su dignidad, custodian centros de trabajo, les cortan el paso al desarraigo y a la violencia… preservan la paz.

Ellos, los del odio, fabrican cabecillas asalariados que, desde la distancia, instigan con alardes mediáticos a la desobediencia y al caos entre los cubanos, mientras aquí la verdad anda sobre los hombros de un líder que va al centro de los problemas de su gente, dialoga, escucha, convoca y convence.

Ellos, los del odio, aplauden la injerencia militar solapada a este caimán barbudo con visos de «intervención humanitaria», mientras la verdad sana se erige solidaria dentro y fuera de esta Isla, con la generosa voluntad de quienes no solo ofrecen insumos o recursos, sino también su mano amiga, sus conocimientos y su tiempo.

Ellos, los del odio, no dudan en promover fórmulas ensayadas de manipulación y rupturas con la historia, mientras en esta tierra libre la verdad –como el compromiso– se agiganta entre los agradecidos.

Ahí están los trabajadores que echaron a andar una termoeléctrica en tiempo récord; los científicos que nos siguen acercando a la esperanza con nuestra primera vacuna y los candidatos vacunales; los colaboradores que «sin sacudirse el polvo del camino» han aplazado el abrazo familiar para ir a enfrentar a la covid-19; o esos cubanos que llevan en sus cuerpos las marcas de la agresión y la perversidad financiada desde Estados Unidos, porque el domingo 11 de julio se convirtieron en escudos humanos de la nación.

«La obra de la Revolución no es perfecta, pero Fidel no se merece eso, Cuba no lo merece», señaló uno de los lesionados en una entrevista reciente dada a la televisión, y detrás de las pantallas, a muchos se nos hizo un nudo en el centro de las emociones.

Frente a esa verdad enorme, que enaltece la soberanía de este pueblo, los odiadores no podrán levantar su muralla del terror.

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