Mani cubane salvano vite ad Haiti

Claude è stato il primo bambino operato dai medici cubani all’ospedale St. Antoine di Jeremie (sud), una delle città haitiane più colpite dal terremoto di magnitudo 7,2.

È arrivato al centro sanitario poco dopo il terremoto con un braccio aperto, diverse fratture esposte e una calma che era estranea al terremoto che aveva appena distrutto la sua città.

Ha circa un anno, è venuto con una ferita esposta sul braccio ed è stato il primo ad essere portato nella stanza per essere pulito e salvare il suo arto”, ha detto a Prensa Latina la fisiatra cubana Raiza Armiñan.

La foto di Claude, pochi minuti prima di essere assistito da medici cubani che lavorano ad Haiti da 20 anni, è stata una delle più dure a circolare sui social network.

Era in slip, coperto di polvere bianca, con l’aspetto di qualcuno che non capisce cosa sta succedendo intorno a lui.

Aveva vissuto uno dei terremoti più devastanti di Haiti, dopo quello del 2010 che ha ridotto la capitale, Port-au-Prince, in rovina.

Il bambino è stato operato dal nostro traumatologo Osvaldo Valdés, è stato anche esaminato dal pediatra e siamo stati lieti di vedere che sta meglio, si nutre e progredisce in modo soddisfacente”, ha detto Armiñan con gioia.

All’ospedale di Jeremie, una squadra di cinque medici cubani lavora a fianco di medici e specialisti haitiani. Hanno curato quasi un centinaio di pazienti che sono arrivati nelle braccia delle loro famiglie con fratture, contusioni e ferite, dopo averli tirati fuori dalle macerie, ha aggiunto.

Quattro giorni dopo il terremoto, che ha provocato quasi 2000 morti, ferito 10000 persone e distrutto più di 84000 case, gli specialisti stanno ancora trattando decine di pazienti.

Gli ortopedici sono in due stanze a operare su tutto ciò che è rimasto dal giorno del terremoto, e noi continuiamo con la nostra attività sanitaria, svolgendo accertamenti e assistendo la popolazione della zona”, ha detto.

Attualmente 253 collaboratori sono dispiegati in tutti i dipartimenti del paese, alcuni con esperienza nei disastri, e tutti sono pronti a trasferirsi nelle zone disastrate, ha confermato a questa agenzia il coordinatore della Brigata, Luis Orlando Olivero.

Mentre torna la calma dopo la paura delle scosse di assestamento del terremoto, gli operatori umanitari stanno anche lavorando per garantire che la pandemia di Covid-19, che sta devastando il paese dal marzo 2020, non si diffonda fuori controllo.

Continuiamo come sempre, con lo stesso impegno verso il popolo”, ha detto Olivero, che è alla sua seconda missione ad Haiti, con la stessa dedizione dal primo giorno.

Fonte: www.prensa-latina.cu

Traduzione: ASSOCIAZIONE NAZIONALE DI AMICIZIA ITALIA-CUBA


La Brigata Medica cubana ad Haiti, composta da 253 sanitari, continua ad assistere dal primo giorno le vittime nelle zone più colpite dal terremoto di magnitudo 7.2 verificatosi il 14 agosto che ha causato oltre 2.000 morti ed ha riadattato un ospedale per eseguire interventi chirurgici d’urgenza e fornire così le cure necessarie ai pazienti.

“Abbiamo ricevuto molti feriti, alcuni sono stati sottoposti ad un intervento chirurgico d’urgenza, altri hanno ricevuto solo cure mediche perché erano feriti meno gravemente.

Inoltre, in questo momento drammatico che sta vivendo il paese, ci sono anche le buone notizie come la venuta al mondo di nuove vite e pertanto abbiamo dovuto eseguire dei parti cesarei. Tutti hanno avuto esito favorevole. I pazienti che abbiamo curato sono stati dimessi con un’evoluzione positiva”, ha detto il medico cubano Pérez Morales.

In un altro dipartimento gravemente colpito dal terremoto, quello di Nippes, c’è un’altra équipe medica cubana che si prende cura dei feriti.

“Ancora non avevamo messo il camice e già cominciavano ad arrivare i pazienti (…) siamo rimasti praticamente tutto il giorno al lavoro, non c’era tempo per la colazione o il pranzo”, ha detto l’infermiera Aliosca Asencio, citata da Prensa Latina.

La corrispondente di TeleSUR Deisy Toussaints, presente sul posto, ha sottolineato come questi aiuti arrivino da un Paese sottoposto ad embargo e sanzioni da 60 anni e come i medici cubani siano stati proposti per il Premio Nobel per la Pace per il loro lavoro di aiuto solidale che va avanti da decenni in decine di Paesi del mondo, “la solidarietà non erige muri, costruisce ponti” questo uno dei motti della Brigada cubana.

Lo stesso giorno del terremoto, il presidente di Cuba, Miguel Díaz-Canel, ha sottolineato che l’isola mantiene la sua “eterna solidarietà verso il nobile popolo haitiano. In questi momenti difficili, come già avviene da molti anni, il nostro personale sanitario si trova lì salvando vite”.

Il video con le immagini nel seguente link:

https://youtu.be/H5ghGGmu3q0

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