Cosa succede alle forniture di Sputnik V al Venezuela?

Mision Verdad, 31 agosto 2021

In Venezuela e in gran parte del mondo ci sono domande sull’accesso ai vaccini contro il covid-19, con accaparramento da parte dei paesi ricchi che mina le possibilità di immunizzazione del resto del pianeta.

In una dichiarazione del cosiddetto Multilateral Leaders Working Group on COVID-19, composto da diverse organizzazioni internazionali come l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), il Fondo Monetario Internazionale (FMI) e l’UNICEF, si afferma che “meno del 2% degli adulti è completamente vaccinato nella maggior parte dei Paesi a basso reddito, rispetto a quasi il 50% nei Paesi ad alto reddito”.

La maggior parte di questi paesi si trova in Africa, dove “semplicemente non possono accedere a sufficienti vaccini per raggiungere anche gli obiettivi globali del 10% di copertura in tutti i paesi entro settembre e del 40% entro la fine del 2021, per non parlare dell’obiettivo dell’Unione africana del 70% nel 2022”. Secondo i dati dell’OMS, i paesi a basso reddito possono somministrare solo 1,5 dosi ogni 100 abitanti a causa della mancanza di vaccini. Tale disuguaglianza nella distribuzione globale dei vaccini per alleviare l’attuale pandemia ha impatto negativo su tutti i settori della vita umana, specialmente in quello sanitario-biologico, poiché consente al virus di vagare liberamente in una parte molto ampia del mondo, che potrebbe dare origine a varianti più contagiose o mortali causando una battuta d’arresto nell’attuale situazione di emergenza.

Nella Repubblica Bolivariana del Venezuela abbiamo subito tale disuguaglianza, coll’aggiunta del blocco economico, finanziario e commerciale che il governo degli Stati Uniti mantiene sullo Stato e la popolazione, che non ha permesso al governo bolivariano di rifornirsi dal mercato internazionale dei vaccini, neanche di negoziare direttamente coi produttori occidentali per ottenere il medicinale. Le alleanze strategiche del Venezuela con Cina, Cuba e Russia hanno permesso un buon tasso di vaccinazione nazionale, impensabile per i profeti di sventure e propagandisti dell’antichavismo. L’OMS ha presentato dati che suggeriscono progressi positivi in questa sezione per il paese
– Sono state applicate più di 9 milioni di dosi di vaccini covid-19.
– Più del 32% della popolazione ha almeno avuto una dose.
– Undici persone su 100 sono immuni agli effetti del virus.

Secondo i dati presentati, il vaccino Sinopharm è stato il più applicato alla popolazione venezuelana, con quasi 8 milioni di dosi, seguito dallo Sputnik V con poco più di 1400000 dosi. Uno dei motivi per cui il prodotto cinese è più diffuso nel Paese è dovuto alla continua fornitura dal governo cinese, grazie ad accordi bilaterali che superano gli ostacoli delle misure coercitive unilaterali.

E il vaccino russo?

D’altra parte, nonostante lo Sputnik V sia stato il primo vaccino ad arrivare in Venezuela, e nonostante ci siano un buon numero di persone immunizzate col prodotto alla prima dose, da qualche settimana molti utenti sui social network e nella popolazione delle principali città del Paese chiedevano informazioni sulla carenza per l’inoculazione della seconda dose o le componenti.

La preoccupazione è comprensibile, tenendo conto che il Venezuela vive una situazione politica, economica e sociale convulsa causata dalla strategia statunitense di assedio e soffocamento. Tuttavia, l’Istituto Gamaleja, produttore russo del vaccino, comunicava all’inizio di agosto di confermare che, grazie all’aumento della capacità di produzione del vaccino, i ritardi temporanei nella consegna del secondo componente saranno risolti nelle settimane successive e a settembre. Nel comunicato si leggeva che “Sputnik V ha stabilito accordi di produzione con produttori in 14 Paesi e raddoppierà la capacità a settembre grazie alla partnership con grandi aziende come Serum Institute of India, il più grande produttore di vaccini al mondo”.

Dobbiamo ricordare che la mancanza di dose di questo prodotto è dovuta ad una particolarità: a differenza degli altri vaccini a due dosi, che utilizzano lo stesso componente in entrambi i vaccini, lo Sputnik V utilizza componenti diversi (per maggiori informazioni leggasi la storia sulla creazione del vaccino (https://sputnikvaccine.com/newsroom/forbidden-op-ed-the-sputnik-vaccine-as-a-lifesaving-global-partnership-eng/)).

Il CEO di Biocad Dimitrij Morozov, la cui azienda è uno dei principali produttori di Sputnik V, dichiarava che “il prodotto è piuttosto difficile da realizzare e vanno realizzare due diverse [componenti]”.

Questo istituto afferma che la domanda globale di Sputnik V rimane molto alta dopo i test sulla sua efficacia e sicurezza pubblicati su riviste specializzate internazionali.

Uno studio pubblicato dalla rivista Vaccines mostrava che lo Sputnik V è uno dei vaccini più efficaci contro le varianti del coronavirus, incluso il Delta. Un altro studio recente su 14000 persone mostrava che lo Sputnik V a due dosi ha ridotto dell’81% il rischio di ricovero in ospedale per COVID-19 (variante Delta) e contribuiva ad impedire gravi lesioni polmonari. Inoltre, l’Istituto Gamaleja accelererà il lavoro con altri produttori nello studio sulla combinazione di vaccini.

Il primo componente di Sputnik V dimostrava un’efficacia superiore all’80% e sarà offerto ad altri produttori nella strategia di combinazione, un primo a venire miscelato col prodotto russo, il vaccino Astrazeneca.

Ricordiamo che, secondo gli ultimi dati pubblicati, il vaccino russo è già stato registrato in 69 paesi per una popolazione totale di oltre 3,7 miliardi. Quindi ci sono ancora molti sul pianeta che si riforniscono del prodotto dell’Istituto Gamaleja. Per questo, i produttori russi hanno permesso la produzione di Sputnik V in diverse regioni del mondo. Nello specifico, nella regione sudamericana la Repubblica Argentina ha iniziato da qualche mese la produzione delle due dosi del vaccino e lo stesso fa il Messico da qualche mese, così come il Brasile. La produzione in serie di Sputnik V in questi Paesi dovrebbe rifornire il resto della regione, compresi Caraibi ed America settentrionale e centrale.

L’incertezza che i media antichavisti e i politici dell’opposizione hanno cercato di inoculare sulla mancanza di dosi del vaccino russo non dovrebbe tardare a scomparire con la produzione dell’antivirale, che ha dimostrato finora di godere della fiducia di decine di governi ed è stato salutato come un successo da varie rigorose pubblicazioni scientifiche. Molti paesi saranno riforniti di Sputnik V e il Venezuela non farà eccezione. Tanto più se da questa parte del mondo abbiamo un’alleanza strategica con le potenze eurasiatiche che rompono il paradigma unipolare degli Stati Uniti.

Traduzione di Alessandro Lattanzio

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