Vzla: la destra estrema parteciperà alle elezioni

L’opposizione radicale di destra parteciperà alle prossime elezione in Venezuela che si terranno il prossimo 21 novembre in cui verranno eletti tutti sindaci ed i governatori del paese ha annunciato Henry Ramos Allup, leader dello storico partito Azione Democratica che in precedenza non aveva riconosciuto il governo di Nicolas Maduro.

Sotto la sigla di Piattaforma Unitaria si presenteranno alle prossime elezioni tutti i partiti della destra che eleggeranno i 335 sindaci  ed i 23 governatori delle regioni venezuelane. Attualmente il governo conta 19 dei 23 governatorati e 305 dei 335 sindaci del paese. Piattaforma che comunque a tutt’oggi non ha un programma preciso e non ha ancora definito quali saranno i loro candidati alle prossime elezioni. Inoltre non è ancora certo che verranno presentati candidati comuni in tutte le circoscrizioni.

La scelta della destra estrema di presentarsi alle elezioni certifica l’insuccesso della politica che prevedeva il non riconoscere le elezioni come legittime e di conseguenza di non considerare il governo uscito dalle urne come rappresentativo del paese. Dopo essersi astenuta consecutivamente durante tre elezioni, tra cui le elezioni presidenziali del 2018 e le elezioni parlamentari del 2020, l’opposizione venezuelana ha chiuso un ciclo di scontri violenti e ha deciso di tornare sui canali politici per iniziare una nuova fase di partecipazione ai processi elettorali.

Quello che è successo in Venezuela in questi anni non è stato cosa da poco: minacce di invasione lanciate dallo stesso presidente degli Stati Uniti, costituzione di un governo parallelo, blocco economico, pressioni da parte di molti governi del mondo, tentativi di colpo di stato come quello del 30 aprile 2019 – incursioni armate – come l’Operazione Gedeone, manifestazioni violente, furto di riserve internazionali e tentativi di smembrare il Paese.

Fino ad ora la destra più estrema aveva chiesto ai suoi elettori l’astensione quale mezzo per dimostrare il dissenso al governo, situazione che adesso sembra mutata data la loro volontà di partecipare alle consultazioni. Elezioni che finalmente potranno definire con certezza il vero valore elettorale di questa forza che ha sempre dichiarato di essere maggioranza nel paese ma che non ha mai avuto il coraggio di contarsi nelle urne.

Tra le forze della destra che parteciperanno alle elezioni troviamo anche la parte più radicale di Voluntad Popular di Juan Guaidò che si era autoproclamato presidente del Venezuela in una piazza di Caracas nel gennaio 2019. In precedenza, il leader di Voluntad Popular, Freddy Guevara, ha sollevato la necessità di “coesistere” con il governo, il che implica un cambiamento a 360 gradi nella sua politica, poiché nel 2017 ha minacciato che non ci sarebbe stata normalità nel paese fino a quando “la dittatura non fosse cessata”.

Inoltre occorre ricordare che la condizione principale imposta dalla destra ed appoggiata dagli Stati Uniti e dai suoi paesi satelliti, Unione Europea compresa, per partecipare alle elezioni era quella che il governo di Nicolas Maduro si sarebbe prima dovuto dimettere. La scelta di retrocedere da questa imprescindibile condizione ha prodotto vari mal di pancia nell’opposizione soprattutto in quella che vive all’estero ma che dirige la politica dell’opposizione venezuelana. Ma non tutti sono d’accordo nella destra a questo cambio di 360 gradi nella politica della destra. Non tutti gli oppositori erano d’accordo con l’annuncio: l’ex sindaco David Smolansky ha fatto una semplice domanda che arrovella le menti dei venezuelani,, in particolare quelli che hanno seguito la linea astensionista in questi anni: “Se non c’erano condizioni solo otto mesi fa per le elezioni dei parlamentari, perché ci sono ora?”. Questo è il grande argomento che la leadership dell’opposizione deve ancora spiegare: cosa è cambiato in questi mesi che ha permesso di passare da una linea politica estrema all’altra senza una giustificazione chiara e convincente.

L’obiettivo principale dell’opposizione non è tanto quello di spazzare via i sindaci ed i governatori della sinistra  o vincere un numero maggiore di governatorati e sindaci rispetto al partito al governo, almeno questo è ciò che ha detto Ramos Allup. Il suo scopo attuale si concentrerà piuttosto sulla ripresa del percorso elettorale e sulla riarticolazione delle forze territoriali per, cercare di concretizzare lo scenario di un cambio di governo nelle elezioni presidenziali del 2024.

Insomma la direzione intrapresa dalla destra venezuelana per cercare di cambiare la forma di governo nel paese non sembra più essere quella dell’insurrezione ma quella elettorale. Partecipare alle elezioni per riacquistare credibilità in tutta quella parte dell’elettorato stanco delle manifestazioni violente che hanno caratterizzato gli ultimi anni di governo e che hanno causato solo morti e privazioni nel paese sud americano senza ottenere nulla di quanto rivendicato.

Andrea Puccio – www.occhisulmondo.info

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