Le autorità venezuelane respingono le dichiarazioni di Iván Duque

Venezuelana di Televisione ha informato che la vice presidente della Repubblica Bolivariana del Venezuela, Delcy Rodríguez, ha respinto le dichiarazioni del presidente della Colombia, Iván Duque, nel suo account nella rete sociale Twitter, in relazione al processo dei negoziati che il Governo venezuelano realizza con le opposizioni in Messico.

«Il signor Iván Duque piange sconsolato per il successo del Venezuela in Messico! Lui sogna di perpetuare il furto del patrimonio della nostra Patria, grazie all’estremismo venezuelano al suo servizio. Sogna di destabilizzare il Venezuela e attentare contro la democrazia», si legge in una pubblicazione della vice presidente in Twitter.

La Rodríguez ha invitato il mandatario ad occuparsi del «disastro sociale che impedisce lo sviluppo del suo popolo.

Che si occupi di garantire i diritti umani in Colombia.

Che si occupi della tanto calpestata democrazia da cupole corrotte che servono alla sua narco-tirannia! Il Venezuela di Bolívar sarà sempre vittorioso».

In accordo con VTV, il ministro del Potere Popolare per la Difesa, Vladímir Padrino López, ha ugualmente respinto le dichiarazioni di Duque, sulla necessità di anticipare le elezioni presidenziali in Venezuela come parte degli accordi che devono essere approvati al tavolo del dialogo e del negoziato tra il Governo venezuelano e le opposizioni, che si sviluppa in Messico con la mediazione della Norvegia.

Padrino López ha scritto nel suo account inTwitter: «A che gioca Duque? Gli interessa realmente la pace in Venezuela? La sua vera preoccupazione come rappresentante legittimo dell’oligarchia narco trafficante colombiana, è impedire il consolidamento della pace in Venezuela»

Telesur riporta che il Messico, nella sua qualità di presidente pro tempore della Comunità degli Stati Latinoamericani e Caraibici (Celac), ha festeggiato gli accordi raggiunti tra le delegazioni del Governo e delle opposizioni del Venezuela, parti che hanno annunciato d’aver firmato due accordi parziali, uno denominato /Per la protezione economica e sociale del popolo venezuelano/ e l’altro sulla difesa della Guayana Esequiba.


Perché il colombiano Duque attacca il dialogo tra governo e opposizione del Venezuela?

La Redazione de l’AntiDiplomatico

Costringere l’opposizione più estremista e golpista al dialogo e la trattativa sconfessando così la linea portata avanti da anni è stata una grande vittoria per il governo bolivariano. I primi risultati già sono arrivati con le parti che hanno firmato i primi accordi. Ma forse la vittoria più importante è quella implicita, sedendosi a qual tavolo l’opposizione ha ammesso la legittimità del governo guidato da Maduro, l’unico esistente in Venezuela, ponendo fine alla farsa Guaidò. Questa circostanza ha provocato più di un malumore in certi circoli stranieri che avevano puntato tutto sulla destabilizzazione del Venezuela.

A tal proposito il presidente colombiano Duque è tornato alla carica definendo il governo venezuelano una «dittatura» e affermando che «qualunque accordo» che consolidi il chavismo potrebbe scatenare una «tragedia continentale».

«Qualsiasi accordo che consolidi la dittatura sarà una tragedia continentale che promuoverà solo esodo e miseria», afferma il presidente colombiano in riferimento al processo negoziale che il governo venezuelano ha intrapreso con l’opposizione estremista.

Per Duque, che d’altra parte insiste nel definire la fazione golpista di Guaidó come «governo ad interim», l’unico modo per raggiungere il «benessere» dei venezuelani è l’uscita dal chavismo «attraverso un’elezione presidenziale il prima possibile».

Le risposte dal Venezuela alla grossolana interferenza di Duque non si sono fatte attendere: il ministro della Difesa di Caracas, Vladimir Padrino punta il dito contro il presidente colombiano e le sue connessione col mondo del narcotraffico. «A cosa sta giocando Duque? Gli interessa realmente la pace in Venezuela? La sua vera preoccupazione come legittimo rappresentante dell’oligarchia del narcotraffico colombiano è impedire il consolidamento della pace in Venezuela».

In questo senso, Vladimir Padrino López ha sottolineato che «il nostro problema, che è di natura politica, si risolverà prima o poi scommettendo sul dialogo e sul negoziato. Un fatto che è stato interrotto in tutti questi anni grazie alla pianificazione persistente e meccanica di omicidi, incursioni mercenarie», riferendosi alla partecipazione diretta che il governo della Colombia ha avuto in questo tipo di azioni, nel tentativo di promuovere la violenza contro la democrazia in Venezuela.

Infine, il ministro della Difesa ha sottolineato che «la sua vera preoccupazione è che una volta concluso il fruttuoso dialogo a cui aspirano i veri democratici, gli Stati Uniti mettano di nuovo sotto la lente di ingrandimento la questione del narcotraffico, che è l’origine di tutti i mali, a livello continentale e planetario».

«Dalla Colombia si è cercato di dare ordini, dal palazzo presidenziale ai membri della delegazione in Messico perché interrompessero le trattative», così il presidente Maduro ha condannato le manovre di Ivan Duque. Evocando lo spettro dell’ultimo tentativo di dialogo naufragato perché le forze estremiste dell’opposizione venezuelana abbandonarono il tavolo su ordine di Washington.

«Iván Duque è disperato, pazzo, isolato e sconfitto», ha detto il presidente venezuelano a proposito del «presidente della Colombia, che non può governare (il suo Paese), che gli è sfuggito di mano: massacri ogni settimana, centinaia di uccisi, decine di desaparecidos e morti. Il presidente di uno Stato fuorilegge, perduto, ingovernabile, cerca di dare ordini affinché il dialogo in Venezuela fallisca».

Quello di Duque è un tentativo di sabotaggio: «Ho le prove in mano. So cosa sto dicendo. Nelle prossime ore mostreremo prove affidabili di come l’oligarchia del narcotraffico che governa la Colombia, guidata da Iván Duque, intenda sabotare i negoziati in Messico».

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