Perù, l’ambasciatore all’OSA conferma uscita dal Gruppo di Lima

L’uscita del Perù dal Gruppo di Lima, anche noto come Cartello di Lima, è confermata dall’ambasciatore peruviano presso l’Organizzazione degli Stati americani (OSA), Harold Forsyth. Il diplomatico ha affermato che il Gruppo di Lima “ha completato il suo ciclo” nei confronti del Venezuela ora che è in corso un dialogo diretto tra governo bolivariano e opposizione in Messico.

Ospite della trasmissione ‘Sin medias tintas’ di Latina Noticias, Forsyth ha sottolineato che il Gruppo Lima “non può più andare” perché in questo momento “siamo in un’altra fase” e si attendono risultati positivi nei prossimi mesi.

“Il Gruppo Lima ha completato il suo ciclo. Quindi in questo momento non va più perché siamo in un’altra fase e in quest’altra fase c’è un dialogo diretto tra le due forze principali: il governo di Nicolás Maduro e l’opposizione legalmente costituita”.

“Il processo non è facile, ma personalmente, a causa dell’esperienza che ho avuto in Norvegia nella pacificazione della Colombia, che era una questione immensamente molto più seria, penso che questa mediazione potrebbe risultare molto efficace – ha spiegato l’ambasciatore peruviano – Vediamo cosa succede. Il Gruppo Lima ha compiuto la sua missione”.

Con l’uscita del Perù diventerebbero quattro i paesi ad aver abbandonato il il Gruppo di Lima, sommandosi a Messico, Bolivia e Argentina.

Lo scorso 7 di agosto, il fondatore di Peru Libre, Vladimir Cerrón, scriveva su Twitter che il Perù avrebbe abbandonato il Gruppo di Lima, che nel 2017 era stato creato col solo intento di fomentare e sostenere la destabilizzazione golpista in Venezuela.

“Il Perù non farà più parte del Gruppo di Lima, un gruppo di palomillas, come viene definito a Caracas, in realtà è il gruppo di Washington, un gruppo che esprime il neocolonialismo contemporaneo. L’America Latina deve essere libera e sovrana!”, scrive il il Segretario Generale di Peru Libre. Formazione politica della sinistra peruviana che esprime il presidente Pedro Castillo.

Intanto sempre sul tema Venezuela, il ministero degli Esteri di Lima precisa che il Perù non ha rotto le relazioni diplomatiche con il Venezuela. “Il Perù non ha mai rotto le relazioni diplomatiche con il Venezuela”, ha specificato in un comunicato il ministero degli Esteri di Lima, precisando poi che “queste relazioni sono state mantenute durante le passate amministrazioni e sono attualmente a livello consolare”.

Il documento di Torre Tagle (sede del ministero degli Esteri peruviano) aggiunge che il governo Castillo “è impegnato nei negoziati” che sono attualmente in corso in Messico tra governo e opposizione venezuelana.

Questi negoziati sono facilitati dalla Norvegia e accompagnati da Russia e Paesi Bassi, e il Perù spera che si concludano “con risultati positivi per il popolo venezuelano”.

“In questo senso, il Perù accoglie con favore i progressi compiuti fino ad oggi nel quadro del processo di dialogo e negoziato sul Venezuela al fine di normalizzare la sua vita politica (…) e alla fine del sanzioni economiche che colpiscono il popolo venezuelano”, ha sottolineato Torre Tagle.

Insomma, nonostante le enormi difficoltà e l’allontanamento del professore marxista Bejar dal ministero degli Esteri, il Perù conferma di volersi porre in discontinuità rispetto all’agire degli ultimi governi neoliberisti che avevano schiacciato sulle posizioni di Washington la propria politica estera.

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