Venezuela e Iran: alleanza assediata

Mision Verdad, 6 ottobre 2021

Nel 2009, il Presidente Hugo Chávez annunciò che avrebbe venduto 20000 barili di benzina al giorno all’Iran, in segno di sostegno al Paese alleato per i continui attacchi e assedio dell’élite politica USA.

Quasi dieci anni dopo, l’Iran inviava in Venezuela diverse petroliere cariche di additivi chimici e benzina, in linea con gli schemi di cooperazione bilaterale tra le due nazioni. Giorni prima, le nazioni in questione ampliavano la cooperazione, firmando un accordo per lo scambio di petrolio, ovvero il Venezuela offre petrolio pesante per il condensato iraniano, utilizzato per migliorare la qualità del greggio.

Lo scoop era quindi dato dall’agenzia Reuters, indicando che le prime spedizioni dovevano essere consegnate questa settimana. Dell’accordo riportavano anche altri media al di fuori del circuito mainstream come The Cradle. Queste nazioni iniziano un altro capitolo di resistenza e sfida alle misure coercitive unilaterali imposte dall’amministrazione statunitense, poiché sono sul tavolo la ricerca e l’adozione di alternative per contenere gli impatti sull’industria petrolifera e aumentare la produzione di petrolio.

Linee dell’accordo Venezuela-Iran

Col recente arrivo del nuovo presidente iraniano, Ebrahim Raisi, la strategia in politica estera è molto più dinamica. Questo accordo di scambio è un’opportunità per l’Iran perché aumenta le sue entrate petrolifere e risolverà le difficoltà di stoccaggio della condensa. Il paese persiano produce attualmente più di 550mila barili di gas condensato al giorno, esportandone una parte verso destinazioni estere e un’altra utilizzata come materia prima per le raffinerie nazionali. L’accordo si traduce nella seconda cooperazione petrolifera tra Iran e Venezuela al culmine delle “sanzioni” statunitensi degli ultimi anni. L’espansione di questa cooperazione, oltre ai vantaggi economici, invia anche un messaggio importante ai paesi di tutto il mondo che le misure coercitive USA sono sconosciute e al di fuori del diritto internazionale. Va notato che, finora, la notizia dell’accordo di scambio non fece cenno ai benefici specifici per il Venezuela, al di là del fatto che Caracas può utilizzare il gas condensato ricevuto dall’Iran per migliorare la qualità del greggio come bitume, che già si dimostra un grande vantaggio.

Secondo Reuters, il contratto di scambio per il petrolio pesante venezuelano e il gas condensato iraniano sarà attuato nella prima fase tra sei mesi e, naturalmente, è possibile estenderlo. Le statistiche pubblicate dalle compagnie delle petroliere, come Tanker Trackers, identificavano la prima delle navi coinvolte nello scambio, VLCC Felicity battente bandiera iraniana, presso il complesso del terminal petrolifero di Jose (stato di Anzoátegui) in Venezuela. Pertanto, secondo queste informazioni, risulta che lo scarico di un carico di 2,1 milioni di barili di gas condensato fornito dalla National Petroleum Company of Iran (CNPI) a Petróleos de Venezuela S.A. (PDVSA); e che la seconda spedizione di 2,1 milioni di barili di gas condensato, nell’ambito dello stesso accordo di scambio, raggiungerà nelle prossime settimane le acque venezuelane. Non è chiaro quale scenario i due Paesi valutino per trarre vantaggio da questo accordo, perché Venezuela ed Iran cercano di pubblicare il minor numero di informazioni sui media a causa dell’assedio statunitense. Ma qualunque siano questi scenari, sono definiti un’interazione reciprocamente vantaggiosa tra i due Paesi.

Attualmente, Iran e Venezuela producono rispettivamente gas pesante e condensato di petrolio pesante; entrambi i prodotti sono difficili da commercializzare e vendere anche senza “sanzioni”, tuttavia coll’imposizione delle stesse, l’esportazione di questi prodotti dai due Paesi è praticamente impossibile. Di conseguenza, il contratto firmato da questi Paesi mantiene e mescola questi due prodotti per facilitarne commercializzazione ed esportazione. Cioè, mescolando greggio pesante del Venezuela e gas condensato iraniano, è probabile che si ottenga una miscela utilizzabile nelle raffinerie di tutto il mondo e, naturalmente, la nuova combinazione creata nelle raffinerie nazionali potrà essere utilizzato da entrambi i paesi. È necessario indicare che ci sono solo 26 raffinerie di condensa nel mondo, il che indica una bassa diversità di clienti nel mercato globale per questo prodotto, inoltre il mercato si è ampliato a causa del consumo di gas naturale nel mondo negli ultimi anni .

In risposta, il dipartimento del Tesoro USA dichiarava a Reuters che l’accordo violerebbe le “sanzioni” USA da parte di entrambi i Paesi: “La transazione con CNPI da parte di una persona non statunitense è generalmente soggetta a sanzioni secondarie”. I programmi di sanzioni USA non solo vietano la cooperazione commerciale USA con le industrie petrolifere iraniane e venezuelane, ma mirano anche a “sanzioni secondarie” su qualsiasi individuo o società non statunitense che tratti con una delle loro compagnie petrolifere.

All’inizio di settembre, il Ministro degli Esteri venezuelano Félix Plasencia spiegò che un’agenda di lavoro comune coll’Iran può coordinarsi sulla base dei prossimi incontri multilaterali come il Vertice del Movimento dei Paesi non allineati (NAM). Chiaramente, si estende la cooperazione tra i Paesi “sanzionati” dagli USA.

L’ampliamento della cooperazione dell’Iran cogli altri paesi sanzionati dagli USA con una pianificazione multilaterale su larga scala portarà alla realizzazione dell’idea di formare un gruppo di paesi contrari alle misure coercitive unilaterali intraprendendo i prossimi passi coordinati in questa direzione.

Traduzione di Alessandro Lattanzio

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