Coercizione, sequestro e vizi giuridici: il percorso illecito del caso Alex Saab

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In più spazi, incluse le riunioni che, in ragione del processo di dialogo in atto in Messico, il Governo della Repubblica Bolivariana ha richiesto l’immediata e piena liberazione di Alex Naín Saab Morán. A ciò si aggiunge un lungo elenco di comunicati diplomatici, nonché pareri stranieri che ne reclamano la liberazione.

Tuttavia, nonostante il suo status di diplomatico e le denunce di mancato rispetto del giusto processo, il 16 ottobre 2021 è stato reso pubblico che Saab è stato estradato negli USA dal governo di Capo Verde.

LA COERCIZIONE

 

Quando l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Alimentazione e l’Agricoltura (FAO) ha analizzato, nel 1995, cosa avessero prodotto le “sanzioni” che, attraverso le dovute procedure, erano state imposte all’Iraq, ha concluso che l’unica cosa che era stata ottenuta era che i bambini crescessero meno, si ammalassero di più e in generale che la popolazione soffrisse più fame.

Questo orrore è un obiettivo che viene ammesso come un danno collaterale in ogni processo sanzionatorio e gli statunitensi, quando applicano le loro misure coercitive unilaterali, non solo lo sanno, bensì lo affermano. Così, ad esempio, sono state numerose le dichiarazioni di portavoce di alto rango che, durante il governo del magnate Donald Trump, hanno avvertito che avrebbero fatto arrendere il Venezuela per fame, disperazione, caos e miseria che si sarebbero creati per fare pressione sul governo.

In tale contesto, nel 2016, sono nati i Comitati Locali per l’Approvvigionamento e Produzione (CLAP) per eludere i danni della guerra economica, la speculazione e l’accaparramento che imperavano nel paese e far fronte al processo di caos, ottenendo di rafforzare l’organizzazione popolare così come proteggere i diritti più minacciati negli anelli più deboli della popolazione.

Nel 2017 si è intensificato il discorso contro i CLAP, direttamente associati alla figura dell’imprenditore Alex Saab per la sua relazione come fornitore di generi alimentari contrattato dal Governo nazionale, accusandolo di acquistare prodotti con sovrapprezzo e di cattiva qualità. Nonostante questo ed il fatto che la questione sia diventata un argomento frequentemente attaccato dalla stampa dell’opposizione, il programma è proseguito, ottenendo un alto consenso da tutti i settori che lo hanno visto concretizzarsi e ne sono stati beneficiati.

La sua efficienza è stata tale da convertirsi egli stesso in un oggetto attaccato anche dai rapporti dell’Alto Commissario delle Nazioni Unite per i Diritti Umani, a quel tempo a capo del giordano Zeid Ra’ad Al Hussein (che fa parte della regalità giordana) che, senza citare fonti attendibili, sottolineavano il suo carattere politicizzato o che non copriva tutti i requisiti del diritto all’alimentazione, cosa che non è mai stata l’obiettivo fissato da questo programma. Nel 2019, è giunto a convertirsi, in modo specifico, come un obiettivo nella campagna di pressione di Washington contro Caracas.

Secondo quanto raccontato da Alex Saab, in un’intervista rilasciata nel 2021 a RT, il suo rapporto con il governo venezuelano è iniziato nel 2011 quando ha investito per la prima volta nel paese, rapporto che si è mantenuto e rafforzato quando, nel 2015, è stato chiamato ad essere uno degli imprenditori che avrebbero avuto i contratti relativi alle casse di alimenti consegnate dai CLAP.

In questo modo, si è successivamente convertito in uno dei suoi maggiori fornitori in un momento di alta persecuzione e criminalizzazione delle relazioni commerciali del Venezuela, motivo per cui, nell’aprile 2018, è stato nominato inviato speciale del Governo della Repubblica Bolivariana del Venezuela.

Successivamente, il 25 luglio 2019, l’Office of Foreign Assets Control (OFAC) del Dipartimento del Tesoro USA ha pubblicato l’Ordine Esecutivo 13850 attraverso il quale ha emesso misure coercitive unilaterali su un elenco di individui ed entità sanzionate che includeva Alex Naín Saab Morán, segnalandolo specificamente per le sue attività relazionate alle importazioni richieste per i CLAP.

Uno degli argomenti mediaticamente usati è stato quello di denunciare che i CLAP non erano il programma alimentare che tutti i venezuelani conoscevano e che raggiunge, più o meno frequentemente,  le case bensì una “rete di corruzione” in cui Saab Morán avrebbe svolto un ruolo centrale.

Nel 2019, nel “sanzionarlo”, l’OFAC ha citato testualmente una dichiarazione dell’allora Segretario del Tesoro, Steven Mnuchin, il quale osservava che “Alex Saab ha collaborato con intimi della cerchia interna di Maduro per gestire una rete di corruzione su larga scala che hanno usato, senza pietà, per sfruttare la popolazione affamata in Venezuela. Il Dipartimento del Tesoro sta prendendo misure contro coloro che si nascondono dietro le sofisticate manovre di corruzione di Maduro, così come la rete globale di società fittizie che traggono profitto dal programma di distribuzione alimentare, controllato dalle forze militari dell’ex regime”.

In generale, come abbiamo segnalato prima, la coercizione sui governi genera danni alla popolazione, in particolare ai suoi settori più vulnerabili, come donne e bambini, esacerbando gli squilibri in termini di distribuzione del reddito e promuovendo pratiche economiche illegali e poco etiche, tra altri problemi. Questo, perché restringono la normale partecipazione economica dello Stato nello spazio internazionale in un mondo globalizzato; tale “libertà commerciale” è indispensabile per garantire i diritti.

Ora, quando queste includono persone determinate in modo individuale, si legano diversi problemi. Il primo è il diritto all’onore e la presunzione di innocenza, le cui basi sono stabilite nel corpus dei Diritti Umani. Che ne trascina altri, come la territorialità delle norme penali e il diritto ad un equo processo, tutti negati in virtù della penalizzazione anticipata e senza accesso ai  dell’habeas data di questo tipo di misure.

A settembre 2019, il Dipartimento del Tesoro ha inserito tre persone e 16 società nella lista OFAC per le loro connessioni con Saab e il suo socio commerciale, Álvaro Enrique Pulido Vargas.

LA DETENZIONE

 

Il 12 giugno 2020, in uno scalo per rifornire di carburante un volo da Teheran a Caracas, le autorità capoverdiane hanno arrestato Alex Saab in un fatto che la difesa considera un eccesso giudiziario senza precedenti, poiché si discosta dagli estremi legali in quanto non vi era, all’epoca, un ordine dell’Interpol nella forma corretta, bensì questo sia stato preparato su richiesta.

Nei giorni successivi al suo arresto, la vicenda ha guadagnato peso mediatico e la versione favorevole alla sua estradizione si è basata principalmente sulle dichiarazioni dell’ex procuratore generale della Repubblica e latitante della giustizia venezuelana Luisa Ortega Díaz.

Da allora si sono succedute importanti comunicazioni su questo tema da parte del governo di Nicolás Maduro, ministeri degli esteri stranieri e agenzie internazionali.

# Tribunale di giustizia della Comunità Economica degli Stati dell’Africa Occidentale (Cedeao)

marzo 2021

Ha stabilito che la detenzione di Saab era illegale perché l’allerta dell’Interpol che richiedeva il suo arresto era stata emessa il giorno dopo il suo arresto-


# Comitato per i Diritti Umani dell’Organizzazione delle Nazioni Unite (ONU)

giugno 2021

Ha chiesto allo stato membro (Capo Verde) di astenersi dall’estradare il sig. Alex Saab negli USA mentre il suo caso fosse esaminato dal Comitato o fino a nuovo avviso, nonché che lo trattino umanamente. Questo documento è stato accompagnato dalla pubblicazione di una lettera, datata luglio, che indicava che le torture, detenzioni arbitrarie e violazioni inflitte al diplomatico venezuelano devono cessare.


# Ministero degli Esteri iraniano

agosto 2021

Ha dichiarato che l’Inviato Speciale del Venezuela, Alex Saab, può essere considerato un prigioniero di guerra, in virtù dei fatti che circondano il caso.


# Ministero degli Esteri russo

settembre 2021

Ha dichiarato che la persecuzione dell’imprenditore e diplomatico venezuelano Saab è ” politicamente motivata”.


# Ministero degli Esteri cinese

settembre 2021

Ha respinto fermamente la detenzione illegale di Saab e ha esortato il governo USA a rispettare le norme che disciplinano il diritto internazionale-


Sono tante le irregolarità che, come si vede, sono state evidenziate da diverse istanze e permanentemente denunciate dal Governo venezuelano. Tra queste, la ripetuta querelle secondo cui Capo Verde non riconosce la giurisdizione di Cedeao nonostante faccia parte di tale organo e abbia accettato di essere membro a pieno titolo del Tribunale.

Al tempo stesso, in merito ai presunti fatti commessi, i pronunciamenti di altre istanze hanno indicato che non sussistono elementi. Così, nel marzo 2021, un portavoce della procura svizzera, dove era anche indagato, ha indicato che l’uomo d’affari è legato a 22 conti dell’Unione delle Banche Svizzere (UBS), una delle più grandi società di gestione di capitali al mondo, e che sono stati tutti sequestrati, eseguite le procedure e la procura di Ginevra ha chiuso l’inchiesta – senza accertare la commissione di alcun reato – che stava conducendo su Alex Saab con l’accusa di riciclaggio di denaro attraverso conti in paradisi fiscali svizzeri.

Da parte sua, il governo venezuelano ha mantenuto il suo status diplomatico e ha persino alzato il suo profilo nominandolo, nel dicembre 2020, ambasciatore plenipotenziario della Missione venezuelana presso l’Unione Africana, con sede in Etiopia e quando, nel settembre 2021, il capo della delegazione del governo venezuelano nel processo di dialogo che si sta svolgendo in Messico, Jorge Rodríguez, ha informato della decisione di incorporare il diplomatico Alex Saab come membro a pieno titolo della delegazione, nonché come delegato a pieno titolo al Tavolo Sociale che è stato approvato nell’accordo parziale, in una manovra di pressione politica affinché la liberazione di Saab si risolvesse negli ambiti negoziali.

I VIZI

 

La difesa di Saab ha denunciato permanentemente che i suoi diritti umani non sono stati rispettati e che nel suo iter ci sono state almeno 12 violazioni di norme costituzionali capoverdiane, in un processo che, di evidente natura politica, cerca di portare ad altro livello la coercizione sul Venezuela, oltre a scoraggiare gli imprenditori che fanno affari con il governo o che potrebbero essere interessati a sostenerli.

In un articolo, pubblicato nell’agosto 2021, l’avvocata Laila Tajeldine, che ha partecipato mediaticamente e legalmente alla difesa di Saab, segnalava:

  • Saab è stato costretto a scendere dall’aereo in cui viaggiava e detenuto senza l’esistenza di un mandato di arresto o di un avviso di Codice Rosso da parte dell’Interpol.
  • In quell’atto si è rotta, addizionalmente, l’inviolabilità della figura dell’Inviato Speciale prevista dalla Convenzione di Vienna sulle Relazioni Diplomatiche ratificata da Capo Verde.
  • La detenzione cautelare di Saab è stata più lunga di quanto consentito dal sistema giuridico capoverdiano.
  • Almeno in due occasioni, si è dovuto sollecitare, all’interno del processo, il re-invio della richiesta di estradizione poiché quelle ricevute presentavano vizi.
  • Non esiste un accordo di estradizione tra Capo Verde e gli USA.
  • La Corte Suprema di Capo Verde si discosta dalle decisioni del Tribunale di Giustizia del Cedeao, che ha autorità a giudicare violazioni dei Diritti Umani e le controversie tra Stati africani.

Alla luce dei vizi che circondano il caso, il 16 ottobre è stato annunciato che Capo Verde aveva approvato l’estradizione di Saab negli USA. Questo fatto è stato denunciato dal governo venezuelano come il sequestro di Alex Saab da parte delle autorità USA con la complicità del governo capoverdiano.

Ciò significa un nuovo dossier delle violazioni sistematiche del Diritto Internazionale che circondano il caso con l’obiettivo politico di criminalizzare il Venezuela.

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