Facebook o i metodi d’intervento USA in Venezuela

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Negli anni, gli USA sono andati perfezionando i metodi di intervento e di cambi di regime nei paesi che non si sottomettono ai suoi disegni. E per questo ha contato, tra altri, con un potente apparato che include grandi corporazioni mediatiche e organizzazioni che fungono come bracci del governo USA ad altre latitudini.

Una di quelle forme di ingerenza non tanto silenziosa avviene attraverso il finanziamento a partiti politici di opposizione nei paesi in cui vogliono intervenire e alle organizzazioni non governative difensori dei diritti fondamentali, sorta di cavalli di Troia.

Pertanto, non sorprende che un lavoro giornalistico di Jacobin riveli che, dopo la morte del presidente Hugo Chávez, il National Democratic Institute (NDI), che opera indipendentemente dal governo USA ed è stato creato “per finanziare e sostenere i partiti politici all’estero in una maniera più formale che la CIA, abbia finanziato i membri dell’opposizione venezuelana per usare il gigante delle reti sociali [Facebook] per mobilitare i propri sostenitori e attrarre sostenitori del governo socialista ‘dall’altro lato del corridoio’”.

NEL 2015 HA TRIONFATO LA NED

 

Alla redazione del media USA sono arrivati alcuni documenti del governo USA su una richiesta del Freedom of Information Act (FOIA) in cui si dimostra come il governo ha sviluppato un programma incentrato sull’uso di Facebook per aiutare l’opposizione venezuelana nelle elezioni comunali del 2013 e nelle elezioni legislative del 2015. In sostanza, il documento conferma che vengono utilizzati attivamente le reti sociali per immischiarsi nelle elezioni di altri paesi.

Così, l’impero opera come un elemento in più che si aggiunge ai processi elettorali nei paesi in cui vogliono intervenire. Hanno attivato questo macchinario di fronte alle mega elezioni della prossima domenica 21 novembre?

È sufficiente che si installi un governo autonomo dai disegni imperiali affinché gli USA, attraverso le sue agenzie, inizino a promuovere, consigliare e finanziare le campagne dei partiti di opposizione. Ci sono prove che agenzie come l’USAID non solo hanno speso milioni di dollari nelle campagne dei diversi candidati dell’opposizione durante questi anni del Governo Bolivariano, ma hanno anche investito nell’opposizione boliviana non appena Evo Morales ha preso il potere.

“A partire dall’ottobre 2013, il National Endowment for Democracy (NED), un’agenzia governativa creata dall’amministrazione Reagan, ha fornito quasi 300000 dollari al National Democratic Institute (NDI) per un programma intitolato Venezuela: Formazione migliorata e abilità comunicative per attivisti politici.

Anche l’’NDI è stato fondato sotto l’amministrazione Reagan, come braccio internazionale del Partito Democratico, insieme al suo omologo repubblicano, l’International Republican Institute”, ha riferito il media USA.

Vale la pena notare che entrambi gli istituti non mostrano rivalità e perseguono gli stessi obiettivi imperiali, addirittura in molte occasioni lavorano insieme e appoggiano gli stessi attori.

Allo stesso tempo segnalano che la NED funge da agenzia madre di entrambi i gruppi e riceve quasi tutti i suoi fondi dai contribuenti. Sebbene la NED e l’NDI rivendichino la loro indipendenza dal governo USA, entrambi devono informare sulle loro attività il Congresso, che rimane soggetto alle richieste del FOIA.

La NED giustifica l’esistenza del programma sostenendo che il governo venezuelano ha cercato di “controllare i mezzi di comunicazione” del paese per usarli come strumento di coazione contro i propri cittadini. Pertanto, l’organismo USA assume il compito di segnalare che “gli attivisti politici hanno particolari sfide per comunicare con i cittadini, nonché per organizzare e mobilitare i propri sostenitori”, mentre fa riferimento al fatto che le reti sociali sono “meno vulnerabili alle restrizioni governative e uno strumento utile affinché gli attivisti politici indipendenti, in Venezuela, diffondano messaggi e si organizzino”.

Jacobin segnala che, sebbene la NED descriva attentamente questi attivisti come indipendenti, è chiaro che questo programma è stato progettato per attivisti e membri della Mesa de la Unidad Democrática (MUD), organizzazione che riunisce alcuni dei più importanti partiti di opposizione in Venezuela.

Ricordiamo che, dal 2008, la MUD ha cercato un modo per prendere il potere politico attraverso un candidato consensuale contro i membri del Partito Socialista del Venezuela (PSUV) nelle lotte elettorali presidenziali.

Il media USA segnala che dopo la morte di Chávez, nel marzo 2013, e la successiva vittoria presidenziale di Nicolás Maduro il mese successivo, l’opposizione ha iniziato a sviluppare strategie per le elezioni comunali, del dicembre 2013, e, ciò che è più importante, le elezioni legislative del 2015.

Il risultato è stata una feroce campagna che ha puntato all’usura e alla paura, in cui sono stati usati elementi come la scarsità, la fame, l’inflazione, tra altri, che, senza dubbio, hanno avuto un impatto nella società.

FACEBOOK AL SERVIZIO DELL’IMPERO

 

È qui dove la NED e le grandi corporazioni mediatiche hanno disegnato la roadmap da seguire, giocando un ruolo importante nel consolidamento della vittoria della MUD nelle elezioni parlamentari del 2015, antecedente immediato della successiva crisi politica e sociale.

La NED riferisce che a quel tempo, sebbene le reti sociali fossero fondamentali per l’organizzazione politica contemporanea, l’opposizione venezuelana non era attrezzata “all’uso delle reti sociali e di altre tecnologie dell’informazione e della comunicazione (TIC)”.

In risposta, la NED ha finanziato l’NDI per fornire vari servizi all’opposizione venezuelana. Il suo primo lavoro è consistito nel pianificare e organizzare “un seminario fuori dal Venezuela sull’uso della tecnologia e delle reti sociali per la partecipazione e la partecipazione civica”.

Inoltre, l’NDI ha creato una “Cassa di strumenti virtuale” ospitata su un sito rispettivo intitolato Red Innovation, un sito anche finanziato dalla NED, che offre un “corso in linea personalizzato di sviluppo delle capacità su una varietà di temi relazionati all’innovazione. politica”. Secondo la ricerca di Jacobin, il sito ed i suoi corsi permangono attivi.

Dopo le elezioni comunali del dicembre 2013 -segnala il media- il personale dell’NDI ha organizzato una “sessione di revisione delle strategie” con i membri dell’opposizione “per sviluppare strategie a più lungo termine per mantenere il contatto con i cittadini e migliorare la loro capacità di comunicare e diffondere informazioni utilizzando le TIC” che ha portato al miglioramento delle strategie che hanno successivamente consolidato il trionfo del 2015. Inoltre, il NDI ha assunto un consulente per la formazione permanente.

“Con il finanziamento e la formazione del NDI, la MUD ‘ha mobilitato un database dei votanti che ha identificato e preso di mira i votanti indecisi attraverso le reti sociali’ e, infatti, nel dicembre 2015, l’opposizione ha ottenuto una maggioranza nell’Assemblea Nazionale del Venezuela per la prima volta da quando Chávez è arrivato al potere nel 1999. L’NDI descrive come la MUD abbia creato un database di votanti, consentendole di ‘estrapolare conclusioni sulle inclinazioni partitiche politiche per gran parte dell’elettorato … calcolare la probabilità che un votante sia un sostenitore del PSUV, un sostenitore della MUD o un votante indeciso'”, dice Jacobin.

In seguito, questa base di dati sarebbe servita per classificare i votanti in base alla loro inclinazione politica. Successivamente, il NDI descrive il modo specifico in cui la MUD ha usato Facebook per raggiungere questi gruppi: chavisti, oppositori ed indecisi.

“La MUD ha condotto la sua campagna sulle reti sociali in Facebook, prendendo di mira i votanti con diversi messaggi tenendo conto delle loro inclinazioni politiche. Usando il suo database, la campagna ha anche identificato 8,5 milioni di votanti su Facebook e li ha presi di mira con messaggi ugualmente specifici. Le metriche di Facebook hanno indicato che i messaggi mirati stavano raggiungendo più persone rispetto alle campagne precedenti. Per il giorno delle elezioni, la campagna ha raggiunto 6,3 milioni di votanti e 2,9 milioni di votanti hanno interagito con i contenuti di Facebook della campagna almeno una volta”, dettagliano.

È chiaro che il successo dell’opposizione, nel 2015, si deve al finanziamento da parte dei bracci interventisti USA, organismi che si sono alleati con uno dei giganti della Silicon Valley nella strategia imperiale di rimuovere il chavismo dal potere. Un altro elemento che si aggiunge alla storia dello spionaggio e vendita di informazioni degli utenti che è diventato uno scandalo che ha causato perdite milionarie alla società di Mark Zuckerberg.

Il National Democratic Institute, alla fine, si attribuisce il merito del successo dell’opposizione e sostiene che la sua strategia “ha finalmente giocato un ruolo importante nella sua netta vittoria alle elezioni del 2015”, un risultato che si deve alla formazione e al finanziamento USA alla MUD. È altamente improbabile che possano avere lo stesso successo, nonostante il sostegno imperiale.


FACEBOOK O LOS MÉTODOS DE INTERVENCIÓN ESTADOUNIDENSE EN VENEZUELA

 

Con los años Estados Unidos ha ido perfeccionando los métodos de intervención y cambios de régimen en países que no se someten a sus designios. Y para ello ha contado, entre otros, con una poderosa maquinaria que incluye a grandes corporaciones mediáticas y organizaciones que fungen como brazos del gobierno estadounidense en otras latitudes.

Una de esas formas de injerencia no tan silenciosa se da a través del financiamiento a partidos políticos de oposición en los países donde quieren intervenir y organizaciones no gubernamentales defensoras de derechos fundamentales, suertes de caballos de Troya.

Por ello no sorprende que un trabajo periodístico de Jacobin revela que, luego de la muerte del presidente Hugo Chávez, el Instituto Nacional Demócrata, que opera de forma independiente del gobierno de Estados Unidos y fue creado “para financiar y apoyar a partidos políticos en el extranjero de una manera más formal que la Agencia Central de Inteligencia, financió a miembros de la oposición venezolana para usar el gigante de las redes sociales [Facebook] para movilizar a sus partidarios y atraer seguidores del gobierno socialista ‘al otro lado del pasillo'”.

EN 2015 TRIUNFÓ LA NED

 

A la redacción del medio estadounidense llegaron uns documentos del gobierno de Estados Unidos sobre una solicitud de la Ley de Libertad de Información (FOIA) en el que se demuestra cómo el gobierno desarrolló un programa centrado en el uso de Facebook para ayudar a la oposición venezolana en las elecciones municipales de 2013 y las legislativas de 2015. Básicamente, el documento confirma que se utilizan activamente las redes sociales para inmiscuirse en las elecciones de otros países.

Así, el imperio opera como un elemento más que se añade a los procesos electorales en los países donde quieren intervenir. ¿Activaron esta maquinaria de cara a las megaelecciones del próximo domingo 21 de noviembre?

Basta que se instale un gobierno autónomo de los designios imperiales para que Estados Unidos, a través de sus agencias, empiece a promover, asesorar y financiar las campañas de los partidos de oposición. Hay evidencias de que agencias como la USAID no solo han gastado millones de dólares en las campañas de los diferentes candidatos de oposición a lo largo de estos años de Gobierno Bolivariano, también invirtieron en la oposición boliviana apenas Evo Morales tomó el poder.

“A partir de octubre de 2013, el Fondo Nacional para la Democracia (NED, por sus siglas en inglés), una agencia gubernamental creada por la administración Reagan, proporcionó casi 300 mil dólares para el Instituto Nacional Democrático (NDI, por sus siglas en inglés) para un programa titulado Venezuela: Capacitación mejorada y habilidades de comunicación para activistas políticos.

El NDI también se fundó bajo la administración Reagan, como brazo internacional del Partido Demócrata, junto con su homólogo republicano, el Instituto Republicano Internacional”, refiere el medio estadounidense.

Vale destacar que ambos institutos no muestran rivalidad y persiguen los mismos objetivos imperiales, incluso en muchas ocasiones trabajan juntos y apoyan a los mismos actores.

Asimismo, señalan que la NED funge como la agencia matriz de ambos grupos y recibe casi todos sus fondos de los contribuyentes. Aunque la NED y el NDI reclaman su independencia del gobierno de Estados Unidos, ambos deben informar sobre sus actividades al Congreso, que sigue sujeto a las solicitudes de la FOIA.

La NED justifica la existencia del programa argumentando que el gobierno venezolano ha buscado “controlar los medios de comunicación” del país para usarlos como una herramienta de coacción contra sus ciudadanos. Por tanto, el organismo estadounidense asume la tarea de señalar que “los activistas políticos tienen desafíos particulares para comunicarse con los ciudadanos, así como para organizar y movilizar a sus partidarios”, al tiempo que refiere que las redes sociales son “menos vulnerables a las restricciones gubernamentales y una herramienta útil para que los activistas políticos independientes en Venezuela difundan mensajes y se organicen”.

Jacobin señala que, si bien la NED describe cuidadosamente a estos activistas como independientes, está claro que este programa fue diseñado para activistas y miembros de la Mesa de la Unidad Democrática (MUD), organización que congrega a varios de los más importantes partidos opositores en Venezuela.

Recordemos que desde 2008 la MUD ha buscado la manera de tomar el poder político a través de un candidato de consenso contra miembros del Partido Socialista de Venezuela (PSUV) en contiendas electorales presidenciales.

El medio estadounidense señala que tras la muerte de Chávez en marzo de 2013, y la posterior victoria presidencial Nicolás Maduro el mes siguiente, la oposición comenzó a elaborar estrategias para las elecciones municipales de diciembre de 2013 y, lo que es más importante, las elecciones legislativas de 2015.

El resultado fue una feroz campaña que apuntó al desgaste y al miedo, en el que se usaron elementos como la escasez, el hambre, la inflación, entre otros, que sin duda tuvieron un impacto en la sociedad.

FACEBOOK AL SERVICIO DEL IMPERIO

 

Es aquí donde la NED y las grandes corporaciones mediáticas diseñaron la hoja de ruta a seguir, jugando un papel importante en la consolidación de la victoria de la MUD en las elecciones parlamentarias de 2015, el antecedente inmediato de la posterior crisis política y social.

La NED relata que para ese momento, si bien las redes sociales eran claves para la organización política contemporánea, la oposición venezolana no estaba equipada en “el uso de las redes sociales y otras tecnologías de la información y la comunicación (TIC)”.

En respuesta, la NED financió al NDI para brindar varios servicios a la oposición venezolana. Su primer trabajo consistió en planificar y organizar “un seminario fuera de Venezuela sobre el uso de la tecnología y las redes sociales para la participación y la participación ciudadana”.

Asimismo, el NDI creó una “Caja de herramientas virtual” alojada en un sitio respectivo titulado Red Innovación, un sitio también financiado por la NED, que ofrece un “curso en línea personalizado de desarrollo de capacidades sobre una variedad de temas relacionados con la innovación política”. De acuerdo a la pesquisa de Jacobin, el sitio y sus cursos permanecen activos.

Luego de las elecciones municipales de diciembre de 2013 -señala el medio-, el personal del NDI organizó una “sesión de revisión de estrategias” con integrantes de la oposición “para desarrollar estrategias a más largo plazo para mantener el contacto con los ciudadanos y mejorar su capacidad para comunicarse y difundir información utilizando las TIC”, seguimiento que devino en el perfeccionamiento de las estrategias que consolidaron posteriormente el triunfo de 2015. Además, el NDI contrató a un consultor para la capacitación permanente.

“Con el financiamiento y la capacitación del NDI, la MUD ‘movilizó una base de datos de votantes que identificó y apuntó a los votantes indecisos a través de las redes sociales’ y, de hecho, en diciembre de 2015, la oposición ganó una mayoría en la Asamblea Nacional de Venezuela por primera vez desde que Chávez llegó al poder en 1999. El NDI describe cómo la MUD creó una base de datos de votantes, permitiéndoles ‘extrapolar conclusiones sobre inclinaciones partidistas políticas para grandes porciones del electorado… calcular la probabilidad de que un votante sea un partidario del PSUV, un partidario de la MUD o un votante indeciso'”, refiere Jacobin.

Posteriormente, esta base de datos serviría para clasificar a los votantes de acuerdo a su inclinación política. A partir de entonces, el NDI describe la forma específica en que la MUD usó Facebook para llegar a estos grupos: chavistas, opositores e indecisos.

“La MUD llevó a cabo su campaña en redes sociales en Facebook, que dirigió a los votantes con diferentes mensajes teniendo en cuenta sus inclinaciones políticas. Usando su base de datos, la campaña también identificó a 8.5 millones de votantes en Facebook y los apuntó con mensajes igualmente específicos. Las métricas de Facebook indicaron que los mensajes dirigidos estaban llegando a más personas que las campañas anteriores. Para el día de las elecciones, la campaña llegó a 6,3 millones de votantes y 2,9 millones de votantes habían interactuado con el contenido de Facebook de la campaña al menos una vez”, detallan.

Queda claro que el éxito de la oposición en 2015 se debe al financiamiento por parte de los brazos intervencionistas de Estados Unidos, organismos que se aliaron con uno de los gigantes de Silicon Valley en la estrategia imperial de sacar al chavismo del poder. Otro elemento que se añade al historial de espionaje y venta de información de usuarios que devino en un escándalo que le causó pérdidas millonarias a la empresa de Mark  Zuckerberg.

El Instituto Nacional Democrático, al final, se atribuye el mérito del éxito de la oposición y argumenta que su estrategia “finalmente jugó un papel importante en su rotunda victoria en las elecciones de 2015”, logro que se debe a la capacitación y financiamiento estadounidense a la MUD. Es muy improbable que puedan tener un éxito similar, a pesar del apoyo imperial.

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