La guerra multiforme contro Cuba

Dal discredito della cooperazione medica alla divisione delle forze armate rivoluzionarie

La guerra di ingerenza del governo USA contro Cuba è multiforme, con iniziative molto diverse. Dalle sanzioni per rafforzare l’assedio economico nel mezzo della pandemia – vietando rimesse e viaggi, bloccando il carburante, sanzionando gli investimenti stranieri… – ai programmi di guerra psicologica.

Si tratta di migliaia di agenti dell’intelligence, appaltatori e, soprattutto, agenti subordinati sovvenzionati: i mercenari di una vita. Ci sono i media digitali con temi anti-cubani i cui staff gonfiati – l’espressione suona bene, vero – sono sostenuti dal bilancio USA, attraverso le sue agenzie USAID e NED.

E poi ci sono le ONG – situate a Miami, Praga o Madrid – dedicate a produrre i rapporti necessari al Dipartimento di Stato sulla libertà di stampa, la libertà religiosa o la cooperazione medica di Cuba.

Quest’ultimo punto è importante. Perché per offuscare il simbolo di solidarietà che Cuba rappresenta nel mondo, hanno inventato che la sua cooperazione medica è un “business”. Ricordiamo che, nelle nazioni molto povere, le spese sono pagate dall’Avana. E in altri con più risorse, l’isola riceve una compensazione che viene utilizzata per sostenere il suo sistema sanitario pubblico. Questo è il “business”. Non hanno uno straccio di prova – e la CIA lavora instancabilmente – che un singolo funzionario o intermediario cubano riceva denaro per questo. Ma non importa. Perché quello che perseguono, instancabilmente e criminalmente, è che gli ospedali e le farmacie di Cuba mancano di risorse e di medicinali.

E tra tante iniziative di interferenza, ce n’è una che ha attirato l’attenzione negli ultimi tempi: il tentativo di penetrare e dividere le forze armate rivoluzionarie cubane. Hanno fallito in Venezuela e ora ci stanno provando a Cuba, dove il suo esercito, popolare, non d’élite, nato dalla guerriglia, con il Vietnam come scuola e capace di mobilitare milioni di persone in poche ore, non è solo la forza morale che ha aiutato a sconfiggere l’apartheid in Sud Africa, per esempio, ma anche il terribile nido di vespe che aspetta l’invasore.

Gli Stati Uniti hanno quasi 800 basi militari in 70 paesi, 150000 truppe per difendere gli interessi economici e geostrategici di una élite di potere. Anche Cuba ha il suo. Non sono basi militari, ma morali: 30000 operatori umanitari che forniscono assistenza sanitaria in 60 paesi. Ma la stampa ci dice che praticano una sorta di “diplomazia”, persino di “interferenza”. Non sarebbe male, quindi, se gli Stati Uniti o l’Europa lo praticassero.

Fonte: www.cubainformacion.tv

Traduzione: associazione nazionale di amicizia italia-cuba

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