Il Primo Congresso del PCC definì il cammino condiviso

Nella storia recente di Cuba è stata mostrata la validità del cammino tracciato in quel Primo Congresso, che permise alla Rivoluzione di vincere le aggressioni terroriste, resistere all’indurimento del blocco economico, commerciale e finanziario USA e creare un sistema di salute e scientifico.

Pedro Rioseco

Anche se nessuna epoca è uguale a una precedente, le tensioni, le aggressioni e le minacce contro la Rivoluzione Cubana si sono mantenute e fu il Primo Congresso del Partito Comunista di Cuba quello che marcò 46 anni fa il cammino per affrontarle e vincerle.

Il 17 dicembre del 1975, il teatro Karl Marx, restaurato, ricevette a L’Avana 2000  delegati e invitati di tutto il paese, dopo  la realizzazione del processo d’unificazione delle organizzazioni di sinistra e la creazione di altre, che riunivano differenti settori della società.

Erano passati già momenti e tappe di definizione. Era l’istante d’unire tutto il processo con una direzione unica capace di consolidare nei suoi qudari l’esperienza per condurre il paese nelle nuove battaglie.

Il Congresso iniziò con la Relazione Centrale, presentata dal suo Primo Segretario, Fidel Castro Ruz, con un’analisi storica della Rivoluzione, del suo sviluppo economico e sociale in diversi rami, la critica degli errori commessi e l’annuncio di cambi previsti, alla ricerca dello sviluppo.

Fidel parlò per la prima volta dell’aiuto offerto al Movimento per la Liberazione dell’Angola e al suo popolo, nella lotta contro le truppe dell’Africa del sud, come parte della politica cubana di solidarietà.

Nel suo discorso conclusivo sottolineò che come principio rivoluzionario «sarà sempre mille volte preferibile l’autocritica all’autocompiacimento. (…) E crediamo realmente che i dirigenti rivoluzionari dobbiamo costantemente analizzandoci  e auto criticandoci se non in pubblico, in privato. Dobbiamo fare sempre i conti con le nostre coscienze.

E mai, mai!, possiamo essere d’accordo con noi stessi, perchè l’uomo che è in accordo con sè stesso non è rivoluzionario».

Una grande manifestazione in Piazza della Rivoluzione José Martí chiuse il  Primo Congresso, con un popolo entusiasta che approvò le tesi e le risoluzioni accordate, così come il Comitato Centrale e l’ampliamento del Burò Politico.

Nella storia recente di Cuba è stata mostrata la validità del cammino tracciato in quel Primo Congresso, che permise alla Rivoluzione di vincere le aggressioni terroriste, resistere all’indurimento del blocco economico, commerciale e finanziario degli USA e creare un sistema di salute e scientifico che è stato capace d’affrontare la pandemia della COVID-19.

Share Button

Leave a Reply

Your email address will not be published. Required fields are marked *

This site uses Akismet to reduce spam. Learn how your comment data is processed.