Maduro: non abbandoneremo la Palestina

Orinoco Tribune, 27 dicembre 2021

Il Presidente Nicolas Maduro afferma, in un’intervista ad al-Mayadin, che il popolo venezuelano ha resistito ai feroci attacchi lanciati dall’imperialismo statunitense e dai suoi alleati, e discute le relazioni con alcuni Paesi, tra cui Iran e Siria.

Nell’intervista esclusiva ad al-Mayadon, il Presidente Nicolas Maduro osservava che il 2021 è stato il primo anno in cui il Venezuela ha registrato una crescita economica dall’”inizio delle sanzioni criminali imperialiste statunitensi”, aggiungendo che la crescita è il risultato dell’economia venezuelana che produce cibo, beni, prodotti e servizi. Il Paese ha assistito alla crescita delle sue industrie, del commercio e mercato interno come risultato del continuo sforzo dei venezuelani. Maduro riteneva che il popolo venezuelano avesse resistito ai feroci attacchi dalla potenza imperiale Stati Uniti e suoi alleati nel mondo, “ma abbiamo tenuto duro e abbiamo resistito”. Maduro evidenziò che al popolo venezuelano non bastava resistere, ma che l’obiettivo importante che cercava era il progresso attraverso lo sforzo collettivo stimolando tutti i settori economici. Il presidente venezuelano rivelò di trovare ispirazione nella storia eroica del Venezuela, sottolineando la necessità di credere nel popolo per motivarne il senso di orgoglio e migliorarne i punti di forza, sia spiritualmente che moralmente. Maduro aggiunse che quando l’individuo vede incarnata in se stesso una causa storica, sarà al livello delle difficoltà e sfide che affronta.

Secondo Maduro, il popolo venezuelano non è altro che un eroe davanti le sfide che deve affrontare, e lui come presidente doveva essere all’altezza del popolo eroico. Doveva anche avere grande fede e pazienza, oltre che fiducia nel futuro, per raccogliere la sfida ed entrare in battaglia. Il presidente venezuelano osservò che il defunto Presidente Fidel Castro aveva sempre detto che bisogna combattere in ogni circostanza, fino all’ultimo respiro. Commentando il capo dell’opposizione e favorito degli Stati Uniti Juan Guaido, Maduro lo descriveva come una specie di “Frankenstein politico” sconfitto, aggiungendo che “l’imperialismo pensava che il Venezuela fosse sua proprietà” e che potesse nominare un presidente col suo comportamento colonialista. Inoltre chiarì che il popolo del Venezuela affronta l’imperialismo dicendo ai suoi capi e al suo Guaido che non sarebbero passati, e in effetti non sono è passati. Maduro chiese di abbandonare l’imperialismo e il suo Frankenstein nella palude, sottolineando che durante la precedente amministrazione statunitense, Trump nominò alto commissario Elliott Abrams per governare sulla “colonia chiamata Venezuela”, in accordo con la prospettiva neocolonialista e imperialista di Trump. Tuttavia, osservò Maduro, Abrams era “così spudorato che scrisse a mia moglie chiedendole di divorziare”, e che le avrebbero permesso di portare la famiglia fuori dal Paese. Aggiunse che Abrams gli chiese di “tradire il popolo venezuelano, la causa di Bolivar e l’eredità di Chavez, e di consegnare il Venezuela all’imperialismo statunitense. Secondo il presidente venezuelano, i piani dell’imperialismo si scontrarono con la realtà degli alti valori etici bolivariani “che sosteniamo”. Anche il Venezuela fu testimone di sorprese, rivelando il coraggio di molti nel mondo, come fazioni di resistenza, movimenti di solidarietà e capi di Stato e di governo, “che ci hanno sostenuto e difeso”.

Ogni traditore del Venezuela è ora nella cenere della storia

Durante l’intervista ad al-Mayadin, Maduro notò che aveva sempre pensato che il Venezuela non fosse solo. All’ONU, disse, [i nemici del Venezuela] cercarono in numerose occasioni di evitare di riconoscere la legittimità del nostro governo, e furono sconfitti dal sostegno della stragrande maggioranza dei governi. Espresse orgoglio per i movimenti di solidarietà e di resistenza del mondo e per i loro leader. Maduro notò di sapere chi erano i traditori e dove trovarli, dicendo che chi tenta di interferire negli affari del Venezuela si esaurirà e appassirà. Ogni traditore è finito nel mucchio di cenere della storia, come Lenin Moreno e Mauricio Macri. Ma, aveva detto, è meglio parlare di cose utili ai nostri popoli, “invece di ricordare questa spazzatura”. Il presidente del Venezuela commentò le elezioni, dicendo che furono esemplari, e alcuni osservatori furono testimoni del nostro sistema elettorale il più sicuro e progressista al mondo. ed anche osservò che questa elezione fu la 29.ma nei 21 anni do rivoluzione bolivariana, segnando la 27.ma vittoria, e aveva detto “siamo una vera potenza”, una potenza che si rinnova sempre nei discorsi, piani e la guida.

Riguardo impegni e sfide del Paese, sottolineò la necessità di affrontarli. Ogni volta che si ottiene una vittoria, il Venezuela esegue la revisione completa, accompagnata da autocritica, e studia i piani futuri, aggiunse, notando che prima della fine dell’anno, i piani saranno pronti per il 2022, 2023 e 2024. Secondo il presidente venezuelano, il suo Paese non vive delle glorie passate, poiché ad ogni vittoria impara la lezione e trova rinnovata energia e forza per il futuro; tutto è pianificato meticolosamente. Il segreto per costruire la rivoluzione, continuava, è nell’autocritica, cosa che fanno sempre, poiché rimangono vigili 24 ore al giorno. Per la fine del 2021, Maduro dichiarò che attualmente assapora il dolce sapore della vittoria e si prepara a dedicarsi lavorando per nuove vittorie nei prossimi anni e che le Forze armate nazionali bolivariane del Venezuela sono un nuovo organismo costruito come parte della nazione. Le forze armate, aveva detto, combattono l’imperialismo alzando la bandiera dell’indipendenza la bandiera della libertà, la bandiera del grande liberatore d’America, Simon Bolivar.

Discutendo del defunto leader venezuelano ed ex-Presidente Hugo Chavez, Maduro disse ad al- Mayadin che fu un grande leader militare in cui si potevano trovare tutti gli elementi della leadership globale. Riteneva che Chavez fosse colui che ristrutturò le forze armate, dandogli un nuovo codice basato sulla resistenza. Osservò il ruolo delle forze armate venezuelane come spina dorsale della rivoluzione e pilastro della democrazia e della sua esistenza. Il leader venezuelano vide che l’imperialismo dedica milioni di dollari per comprarsi soldati nel mondo, reclutandoli in modo che organizzino colpi di Stato come fecero in Paraguay, Bolivia, Honduras e Cile. Il Comandante Chavez, aveva detto, fermò tale relazione che gli Stati Uniti avevano col Venezuela e affermò che il suo Paese ha forze militari sovrane, spina dorsale di pace, stabilità e democrazia in Venezuela.

La decisione di Chavez fu un grande shock

Maduro ricordava le parole dell’ex-Presidente Chavez quando dovette sottoporsi a un intervento chirurgico complesso e disse che se accadeva qualcosa che ne impedisse la capacità di svolgere le funzioni di presidente, allora Maduro doveva assumersene la responsabilità. Riteneva la decisione di Chavez un grande shock perché [Maduro] sapeva benissimo che quando Chavez pensava a qualcosa e decideva, era perché si aspettava che qualcosa accadesse, chiarendo che “noi rivoluzionari” siamo obbligati a fare i conti con qualsiasi condizione imposte, e come rivoluzionari, devono essere pronti alla battaglia, al dolore e all’offesa, e questo è ciò che successe. Espresse soddisfazione per la lealtà che mostrò all’eredità di Chavez, e per aver onorato il giuramento prestato davanti a lui continuando a essere in prima linea nello scontro, portando la bandiera della vittoria del Venezuela.

Discutendo di sua moglie, Maduro disse che Cilia Flores è prima di tutto una leader del nostro Paese, e ha la sua storia. Aggiunse che era nel Parlamento, un direttore del Partito Socialista Unito del Venezuela e procuratore generale del Venezuela a un certo punto, chiarendo che è ferma nelle sue opinioni e risoluta nelle dichiarazioni, con persone che la chiamano “prima combattente”. Dichiarò che Flores combatte continuamente per i bambini, i giovani e le donne venezuelane, ed espresse il grande orgoglio di esserne il marito.

Non abbandoneremo la Palestina

Sulla causa palestinese, il Presidente Maduro notò che nessuno al mondo osa chiedere a Caracas di abbandonare la Palestina. “Non possiamo accettare tali richieste. È un peccato pensare semplicemente di abbandonare la Palestina o di lasciarla sola”. “La Palestina è la terra santa dell’umanità, e la terra palestinese la teniamo in grande considerazione. Sentiamo il nome ‘Palestina’ forte e alto”, affermò Maduro, condannando i crimini dell’occupazione israeliana contro i palestinesi, dicendo che “Israele” un giorno pagherà per ciò. Il leader venezuelano inviò un messaggio al popolo palestinese, in cui affermò il sostegno alla Palestina dal Venezuela, dal popolo venezuelano e dalla rivoluzione bolivariana del leader Hugo Chavez. Ribadì l’infinito sostegno totale alla Palestina poiché il Venezuela ama la Palestina, tutto il suo popolo e le sue fazioni. “Auguriamo ogni bene alla Palestina e abbiamo accordi di cooperazione con essa, accordi che vanno molto bene. Vorremmo dare di più alla Palestina”, aveva detto il Presidente Maduro, invitando tutti i popoli, tutti i leader, tutti gli arabi e tutti i leader islamici a non lasciare la Palestina sola. Espresse ulteriore sostegno alla Palestina affermando che merita un sostegno incrollabile e impavido da tutti i leader mondiali, affermando che “la Palestina chiede aiuto; la Palestina chiede il vostro sostegno, ogni giorno vengono commessi crimini contro di essa e ogni giorno vengono uccisi i suoi giovani”. Commentando gli ultimi eventi nella Palestina occupata, vale a dire crimini, violazioni ed abusi israeliani, Maduro affermò che i crimini dell’occupazione furono indescrivibili e senza eguali nel mondo, ribadendo il sostegno al popolo palestinese, concludendo dedicando “un grande bacio al cuore della Palestina”.

La Siria risorgerà con Assad

Il Presidente Maduro parlò della Siria e del suo Presidente Bashar al-Assad, descrivendolo come uomo coraggioso, eroico, combattente con una bella famiglia e un popolo meraviglioso, esprimendo rammarico per quello successo alla Siria, dicendo era “destinato a sopportare una guerra terroristica criminale”. Maduro aveva affermato che il popolo siriano ha sofferto molto negli ultimi 11 anni e ha saputo preservare e vincere. L’Esercito arabo siriano, insieme al popolo siriano unito e al Presidente Bashar al-Assad, farà risorgere la Siria e la libererà completamente, aveva dichiarato. “Il mondo arabo; il mondo intero sarà stupito di come la Siria risorgerà negli anni a venire”, aggiunse Maduro. Inoltre, il Ministero degli Esteri venezuelano intraprenderà diverse iniziative negli anni 2020 per riattivare la cooperazione tra i Paesi arabi e l’America Latina per stabilire legami sia a livello monetario che finanziario, annunciava il leader venezuelano. Molte cose potranno accadere nei prossimi anni tra Venezuela e mondo arabo, osservò, divulgando la convinzione che accadrà. “Voglio usare questa intervista ad al-Mayadin invitando tutti i leader, popoli ed investitori a investire in Venezuela”, aveva detto. Il leader definiva il suo Paese la terra delle opportunità, offrendo tutte le garanzie costituzionali e legali per gli investimenti in petrolio, gas, petrolchimica, turismo, oro, diamanti, ferro, acciaio, alluminio e generi alimentari.

Ringrazio Dio per aver incontrato Qasim Sulaymani

Parlando dell’Iran, Maduro affermò che le relazioni con la Repubblica islamica sono sempre state molto buone, “sia con l’ex-Presidente Ahmadinejad, l’ex-Presidente Hassan Rouhani, sia ora col Presidente Ebrahim Raisi”. Maduro affermava di aver concordato diversi nuovi piani col Presidente Raisi e che il comitato intergovernativo di entrambi i Paesi lavora a questi nuovi progetti che includono networking e cooperazione tra Iran e Venezuela. Il presidente venezuelano espresse ammirazione per il leader iraniano Ayatollah Khamenei, descrivendolo come un uomo di grande saggezza e grande intelligenza. Rivelò che l’ex-comandante martire della Forza Quds, Maggiore- Generale Qasim Sulaymani, visitò il Venezuela tra marzo e aprile 2019. “Eravamo nel pieno della crisi elettrica lanciata dagli imperialisti del nord contro la rete elettrica del Venezuela”, toccando la conversazione che le due figure ebbero su diversi settori di cooperazione, compresa l’elettricità. Maduro confermò che tutte le questioni discusse furono attuate. Il presidente venezuelano elogiò il Maggior-Generale Sulaymani: “Era un uomo sorridente e ottimista e ringrazio Dio per averlo incontrato”. Inoltre affermò: “Sulaymani combatté il terrorismo e i brutali criminali terroristi che attaccarono i popoli dell’Asse della Resistenza. Era un uomo coraggioso”. Notò l’importanza di imparare da tali crimini orribili, come il crimine dell’assassinio del martire Sulaymani. “È questo un mondo che vogliamo, in cui assistiamo alla Casa Bianca che emette l’ordine di uccidere un eroe della lotta al terrorismo in Iraq, Iran, Siria e Libano?” Il mondo deve alzare di nuovo la voce, osservò, “per condannare l’omicidio dell’eroe popolare, il Maggior-Generale Sulaymani”.

Il Presidente Nicolas Maduro concluse ringraziando al-Mayadin per l’attenzione che riserva ai popoli dell’America Latina e dei Caraibi e per averlo costantemente seguito sui social media, senza dimenticare la collaborazione col canale televisivo venezuelano TeleSur. “Dobbiamo fare più sforzi per la nostra unificazione spirituale, culturale e politica e dobbiamo imparare dalla lotta e dal cammino di ciascuno dei nostri Paesi”, concluse.

Traduzione di Alessandro Lattanzio

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