Alcune verità sulle falsità

Fernando Buen Abad www.cubadebate.cu

Contro il “nuovismo” professato da alcuni marsupi accademici, va ripetuto che le fake news, e la sua placenta la “post-verità”, non hanno nulla di “novità” nella vecchia storia di ingannare i popoli con premeditazione, tradimento e vantaggio. E bisogna ripeterlto mille volte, non sia che qualcuno già accarezzi l’idea di ricevere premi per “risultati scientifici” equivalenti a cambiare di nome allo stesso carnefice ideologico che vive nelle viscere del capitalismo. Benché i sapientoni pubblichino libri, giornali o articoli molto acclamati tra di loro.

L’ideologia dominante (falsa coscienza) in nulla più si è impegnata quanto nel nascondere la lotta di classe; nel rendere invisibile il furto da parte dell’oppressore del prodotto del lavoro e della ricchezza naturale. Nascondere, a tutti i costi, le migliaia di trappole, crimini e torture progettate affinché i lavoratori – e la nostra progenie – mai ci accorgessimo dell’imboscata in cui viviamo, generazione dopo generazione. E, tutto questo, condito con sfilza di valori “etici” e “morali” (giudici, chiese, precettori e guru) per difendere la “proprietà privata” dei padroni e il loro “supremo diritto” di mantenere, sotto il loro stivali, la gola e il cervello degli oppressi. Con tutta la tecnologia immaginabile nelle loro mani, con tutti i tipi di modelli narrativi per le masse… dal confessionale sino al calcio. La vera storia di un sistema di sfruttamento nascosta con falsità.

Nella storia della stampa borghese è chiaro lo sviluppo minuzioso del sistema di menzogne che accompagna l’accumulazione del capitale e l’espropriazione di coloro che hanno solo la forza lavoro per nutrire la propria prole. In questa stampa si nota la falsificazione della realtà dietro le storie che, per rendersi credibili, si travestivano da “dotti”, “tecnici”, “professorali”… e sono stati capaci di andar tessendo un’ampia rete di contenimento che, oltre a mentire, ha consentito il proliferare di falsità immunizzate contro il rigore della verifica. Vale a dire, hanno fabbricato la malattia della “fede mediatica” al di sopra dei fatti. Hanno soppresso il rigore dell’evidenza per imporre il fanatismo della calunnia con “prestigio”. Marx l’ha vissuta molto da vicino.

Quella cataratta di menzogne che vediamo oggi dispiegarsi come parte del panorama ideologico dominante, è un modello di distorsione architettato e perfezionato (anche) da orde di intellettuali, accademici e scienziati servili al modello di inganno di cui la borghesia ha bisogno, quotidianamente, per sopravvivere. Nei cenacoli di questi “notabili” si correggono vocabolari e tipologie per tracciare minuziosamente gli effetti delle menzogne che stanno cessando, per consigliare nella produzione di “novità” capaci di ratificare, approfondire o ampliare inganni “riusciti”. Niente di nuovo.

Nella top ten delle falsità borghesi abbiamo, ad esempio (lista fatta “al volo”): 1) Gli USA hanno vinto la Seconda Guerra Mondiale. 2) Ci sono “armi di distruzione di massa in Iraq”. 3) La “Fine della Storia” e il paradiso dell’“economia di mercato”. 4) La copertina del Diario el País di Spagna sulla morte di Hugo Chávez. 5) La bimba Frida-Sofía inventata da TELEVISA del Messico. 6) Tutta l’affaire contro Julian Assange. 7) Il sostegno del Papa a Donald Trump. 8) I medici cubani sono spie secondo la stampa oligarca argentina. 9) La Cina ha prodotto il coronavirus. 10) L’economia collassa a causa del COVID-19.

Dietro ogni falsità prodotta nelle viscere dell’ideologia dominante, ci sono gli interessi mercantili più perversi nella storia dell’umanità. Ciò, anche, ha infranto i propri limiti e si è perfezionato. Il livello delle menzogne esige anche perfezionare i loro bugiardi ed è per questo che li si addestra nella produzione e distribuzione di falsità. Alcuni, mercenari della menzogna, sono disposti ad andare sempre oltre e sono capaci di aggiustare qualsiasi scena o testo per lusingare i propri padroni e sentirsi dei “opinion leader bugiardo”. Desiderano ardentemente guidare l’agenda delle menzogne e farne un succulento affare. Proprio come il gruppo Clarín, BBC, CNN, TELEVISA, TV AZTECA… e tutta la mafia del Piano Condor Mediatico che opera in America Latina e in tutto il mondo. Dove ci sono basi militari, ci sono basi mediatiche. Sono otto i padroni del 90% dei mass media mondiali.

Hanno convertito le menzogne in artiglieria quotidiana contro l’intelligenza popolare e contro le lotte di emancipazione. E per questo non si tratta di un problema di “comunicazione”, come alcuni sicari dell’accademia s’impegnano nel farci credere. Questo è un problema di economia e di Sicurezza Nazionale. È una Guerra d’Informazione (o distorsione della realtà) che ha radici e conseguenze terribili per le quali stiamo pagando “prezzi” eccessivamente alti. Non dobbiamo affrontare questa Guerra solo con le “armi della critica”.

E’ necessario dispiegare una mappa di azioni che ci permetta, al contempo di disarmare il “campo minato” con fake news, caso per caso; smantellare le fabbriche di produzione, la sua logica di produzione e i loro sistemi di distribuzione. Esibire, sistematicamente, la sua base economica. E ciò richiede un’organizzazione teorica e metodologica. Richiede una formazione politica umanista disposta a impedire il predominio del capitale sugli esseri umani.

Non permettiamo il riduzionismo degli “esperti” che pretendono anestetizzarci con teorie semiotiche contemplative o con statistiche di stampo burocratico, che è l’unico linguaggio del burocratismo e del riformismo. La lotta contro le menzogne informative, e contro ogni falsità, è parte della lotta per l’emancipazione della classe oppressa di fronte alle canagliate economiche ed ideologiche della classe oppressore.

Urge impedire che la distorsione della realtà, prodotta quotidianamente con le armi della guerra ideologica del capitale; ma solo potrà impedirsi con le armi della scienza emancipata ed emancipatrice nelle mani dei popoli. E non c’è tempo da perdere. Le prossime menzogne sono già nel forno dei mass media e saranno servite presto a colazione. Cosa facciamo? La verità è sempre rivoluzionaria.


Algunas verdades sobre las falsedades

 Por: Fernando Buen Abad

Contra el “novedosismo” profesado por algunos marsupios academicistas, hay que repetir que las fake news, y su placenta la “posverdad”, nada tienen de “nuevas” en la añeja historia de engañar a los pueblos con premeditación, alevosía y ventaja. Y hay que repetirlo mil veces, no sea que alguno ya acaricie la idea de recibir premios por “hallazgos científicos” equivalentes a cambiarle de nombre al mismo verdugo ideológico que habita en las entrañas el capitalismo. Aunque los sabihondos publiquen libros, papers o artículos muy laureados entre ellos mismos.

En nada se ha empeñado más la ideología dominante (falsa consciencia) que en esconder la lucha de clases; en hacer invisible el hurto del opresor sobre el producto del trabajo y sobre las riquezas naturales. Esconder, cueste lo que cueste, las miles de trampas, crímenes y torturas pergeñadas para que los trabajadores -y nuestra prole- jamás nos percatemos de la emboscada en que vivimos, generación tras generación. Y, todo eso, salseado con retahílas de valores “éticos” y “morales” (jueces, iglesias, preceptores y gurúes) para defender la “propiedad privada” de los amos y su “derecho supremo” a mantener, bajo sus botas, el pescuezo y el cerebro de los oprimidos. Con toda la tecnología imaginable en sus manos, con todo género de modelos narrativos de masas… desde el confesionario hasta el futbol. La verdadera historia de un sistema de explotación ocultada con falsedades.

En la historia de la prensa burguesa está claro el desarrollo minucioso del sistema de falacias que acompaña la acumulación del capital y el despojo de quien no cuenta más que con su fuerza de trabajo para alimentar a su prole. En esa prensa se nota la falsificación de la realidad detrás de los relatos que, para hacerse creíbles, se disfrazaban de “doctos”, “técnicos”, “profesorales”… y fueron capaces de ir tejiendo una red amplia de contención que, además de mentir, facultó la proliferación de falacias inmunizadas contra el rigor de la comprobación. Es decir, fabricaron la enfermedad de la “fe mediática” por encima de los hechos. Suprimieron el rigor de la evidencia para imponer el fanatismo de la calumnia con “prestigio”. Marx lo vivió muy de cerca.

Esa catarata de falacias que vemos hoy desplegarse como parte del paisaje ideológico dominante, es un modelo de distorsión alambicado y perfeccionado (también) por catervas de intelectuales, académicos y científicos serviles al modelo de engaño que la burguesía necesita, diariamente, para darse sobrevida. En los cenáculos de esos “notables” se porhijan vocabularios y tipologías para rastrear minuciosamente los efectos de las falacias que van feneciendo, para asesorar en la producción de “novedades” capaces de ratificar, profundizar o ensanchar engaños “exitosos”. Nada nuevo.

En el top ten de las falacias burguesas tenemos, por ejemplo (lista fabricada “al vuelo”): 1) USA ganó la Segunda Guerra Mundial. 2) Hay “Armas de Destrucción Masiva en Irak”. 3) El “Fin de la Historia” y el paraíso de la “economía de mercado”. 4) La portada del Diario el País de España sobre la muerte de Hugo Chávez. 5) La niña Frida-Sofía inventada por TELEVISA de México. 6) Todo el affaire contra Julián Assange. 7) El apoyo del Papa a Donald Trump. 8) Los médicos cubanos son espías según la prensa oligarca argentina. 9) China fabricó el coronavirus. 10) La economía colapsa por el COVID-19.

Detrás de cada falacia producida en las entrañas de la ideología dominante, están los intereses mercantiles más perversos en la historia de la humanidad. Eso también ha roto sus propios límites y se ha perfeccionado. El nivel de las mentiras también exige perfeccionar a sus mentirosos y por eso se los entrena en la producción y en la distribución de falacias. Algunos, mercenarios de la falsedad, están dispuestos a ir siempre más lejos y soy capaces de arreglar cualquier escena o texto para halagar a sus amos y sentirse “líderes de opinión farsante”. Anhelan liderar la agenda de las mentiras y hacer de eso un negocio suculento. Tal cual el grupo Clarín, BBC, CNN, TELEVISA, TV AZTECA… y toda la mafia del Plan Cóndor Mediático que opera en Latinoamérica y en el mundo entero. Donde hay bases miliares hay bases mediáticas. Son ocho los dueños del 90% de los mass media mundiales.

Convirtieron las falacias en artillería diaria contra la inteligencia popular y contra las luchas emancipadoras. Y por eso, esto no es un problema de “comunicación”, como se empeñan en hacernos creer algunos sicarios de la academia. Esto es un problema de economía y de Seguridad Nacional. Es una Guerra de Información (o desfiguración de la realidad) que tiene raíces y consecuencias terribles por las que estamos pagando “precios” excesivamente altos. No debemos enfrentar esta Guerra sólo con las “armas de la crítica”.

Es necesario desplegar un mapa de acciones que nos permita, al tiempo de desarmar el “campo minado” con fake news, caso por caso; desmontar las fabricas de producción, su lógica de producción y sus sistemas de distribución. Exhibir su base económica sistemáticamente. Y eso requiere de organización teórica y metodológica. Requiere formación política humanista dispuesta a impedir el predominio del capital sobre los seres humanos.

No permitamos el reduccionismo de los “expertos” que pretenden anestesiarnos con teorías semióticas contemplativas o con estadísticas de cuño burocrático, que es el único idioma del burocratismo y del reformismo. La lucha contra las falacias informativas, y contra toda falacia, es parte de la lucha por la emancipación de la clase oprimida ante las canalladas económicas e ideológicas de la clase opresora.

Urge impedir que la distorsión de la realidad, producida cotidianamente con las armas de guerra ideológica del capital, pero sólo podrá impedirse con las armas de la ciencia emancipada y emancipadora en manos de los pueblos. Y no hay tiempo que perder. Las próximas falacias ya están en el horno de los mass media y serán servidos temprano durante el desayuno. ¿Qué hacemos? La verdad es siempre revolucionaria.

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