Discorso pronunciato da Miguel Mario Díaz-Canel Bermúdez

Discorso pronunciato da Miguel Mario Díaz-Canel Bermúdez, Primo Segretario del Comitato Centrale del Partito Comunista di Cuba e Presidente della Repubblica, alla chiusura del Nono Periodo Ordinario di Sessioni dell’Assemblea Nazionale del Potere Popolare nella sua IX Legislatura, nel Palazzo delle Convenzioni, il 22 luglio del 2022, “Anno 64º della Rivoluzione.” 

Caro General d’Esercito Raúl Castro Ruz, leader della Rivoluzione Cubana;

Il mio abbraccio anche al Presidente Lazo, che sarà guarito presto, ne sono sicuro

Care deputate e cari deputati:

Le sessioni dell’attuale Legislatura, che chiudiamo oggi, hanno un’importanza enorme.  Abbiamo approvato il Codice delle Famiglie, una norma indispensabile per la società cubana, che in settembre sarà portata a referendum perchè il popolo si pronunci per questo, il Sovrano.
Questo fatto da solo rende già trascendente questo momento,ma mi piacerebbe estendermi sulle essenze, appoggiato negli argomenti da brillanti giuristi e specialisti di altre materie, qui con noi oggi, che formano la commissione redattrice di una norma giuridica ora dotata di gerarchia costituzionale per il valore del tema per la società cubana.
Quando il 10 aprile del 2019 abbiamo approvato la  Constituzione della Repubblica di Cuba, abbiamo  consolidato le basi del nostro Stato socialista di diritto e giustizia sociale.
Tra le materie più riflesse nel regolamento costituzionale spicca il Diritto della Famiglia per il suo ruolo vitale nella formazione di generazioni e nella trasmissione di valori, costumi tradizioni e indici civici, e questo ha generato un cambio di paradigma.
Il Codice delle Famiglie è senza dubbio una delle norme legali che hanno avuto più trascendenza sociale e politica nella storia giuridica del paese, perchè non solo sviluppa i diritti costituzionali in materia familiare e altri affini, ma risponde anche agli impegni internazionali assunti da Cuba,ratificando trattati dei diritti umani come la Convenzione sull’Eliminazione di tutte le Forme di Discriminazione contro la Donna, nel 1979, la Convenzione sui Diritti del Bambino nel 1989; e la Convenzione sui Diritti delle Persone Invalide 2006, i cui valori e principi sono raccolti nel Codice.
Questa è una legge che ha percorso un lungo cammino cercando consensi sociali e accademici. La sua costruzione ha supposto la coesistenza di saperi apportati da distinte scienze.
Ogni bozzetto usato in questa monumentale opera giuridica conferma l’importanza d’erigere le norme legali del paese  da una messa a fuoco scientifica, multidisciplinare e holística, come esige oggi il pensiero scientífico moderno e marxista.
Per svelare il volto di questa norma non solo è stato necessario lo scalpello col martello che apporta l’Accademia, espresso attraverso la consultazione specializzata, sviluppata nei mesi di settembre e ottobre dell’anno scorso.
In questo volto c’è la linfa popolare della nazione, mentre si raccoglie il sentire di migliaia di cubane e cubani che in occasione della consultazione popolare avevano espresso il loro appoggio o semplicemente il loro diverso parere su ogni istituzione che raccoglie il suo articolato.

La società cubana, attraverso i suoi studenti, operai, contadini, intellettuali, combattenti, giovani, donne, anziani, persone con invalidità, ha espresso le più diverse opinioni su una legge che ha richiamato la sua attenzione dato che il suo punto di mira non è altro che le famiglie.
Con questa consultazione abbiamo vinto tutti.
Il popolo, perchè è stato partecipe diretto di una norma legale che offre il suo manto protettore ad ogni persona, di qualsiasi età, sesso, genere, orientamento sessuale o di genere, la sua situazione d’invalidità o la sua possibile situazione di vulnerabilità, in qualsiasi manifestazione.
Tutto, attraverso un Codice che scommette nel tempo presente di saldare tutti i debiti del passato e d’educare le generazioni del futuro.
Come società vinciamo, perchè essendo i principali destinatari delle norme giuridiche, diventiamo i suoi più fedeli artefici.
Il risultato della consultazione  popolare non è solo un arsenale di conoscenze  posto in funzione della redazione del Codice delle Famiglie ,ma anche di grande utilità per derivare politiche pubbliche e anche per sostentare le basi di altre norme giuridiche contenute nel cronogramma legislativo approvato da questa stessa  Assemblea Nazionale e ancora pendente da concretare in quello che resta di questa Legislatura e nella prossima.
Questo Codice che in settembre passerà allo scrutinio sociale attraverso  un referendum, cosa inedita sino ad ora in Cuba  per questo tipo di disposizione normativa, ha sviluppato una cosa straordinariamente nuova: l’affetto come valore giuridico.

Per questo lo abbiamo nominato Codice degli Affetti, che non è un lemma, è un’essenza.
Questa norma ha un indiscusso valore etico, c’insegna a pensare e ci dà le redini per educare le future generazioni
L’educazione  positiva della quale abbiamo tanto parlato non è educare da vicino o l’accompagnamento delle nostre figlie e figli.
Non si tratta d’escludere il potere del sangue, del  ADN, ma riconciliarlo  con altre maniere di costruire maternità e paternità ,nelle quali in occasioni non esiste questa componente genetica, ma sì ci sono il cuore e l’amore.
L’affetto è la scommessa continuata  di questo Codice per la costituzione dei vincoli giuridici, essenzialmente i familiari.
In funzione di questo, il diritto ha dovuto modellare uno scenario di rigidità verso un’apertura alla flessibilità e alla interdisciplinarità.
Sulla base della protezione della dignità umana, il Diritto delle Famiglie oggi ci sostenta in un nuovo ordine costituzionale e legislativo che riversa lo sguardo sulle  famiglie come unione di persone vincolate da un legame  affettivo, psicologico, sentimentale, che  obbliga a una comunione di vita, in modo che si appoggino gli uni agli altri
Possiamo parlare di un Codice che riconosce i diritti di tutte e di tutti, che vede la persona anziana, ma non dalla debolezza, il dolore, la compassione, ma come un protagonista del suo destino, trasmittente verso l’interno delle famiglie di valori, costumi e principi; come portatore di nuove energie  in conseguenza, protagonista del suo ambiente familiare.

Gli adulti anziani non sono solo soggetti di diritti, ma anche di doveri per la formazione dei più giovani nelle case.
A loro dobbiamo quello che siamo oggi.
Il Codice apre anche le sue porte della protezione giuridica alle persone in situazione d’invalidità e regola il diritto alla loro autodeterminazione, scrivendo la sua stessa  biografia partendo dalla sua storia vitale.
Riconosce il diritto d’ogni persona d’esercitare la sua capacità giuridica e formare parte come attore protagonista e non secondario del suo ambiente  socio-familiare; si tratta di una norma che intravede la necessità di dare risposte, dal Diritto, all’invecchiamento della popolazione molto significativo nella società cubana.
Da lì la necessità di riconoscere la cura con affetto come un diritto di ogni persona nel medio familiare.
Le famiglie sono la principale fonte per ricevere affetto, e anche cure e nello stesso tempo educare i più giovani nella cultura, il rispetto e la natura reciproca delle attenzioni.
Come il suo precedente del 1975, che nel suo momento costituì una pietra miliare nella storia legislativa e sociale cubana, il presente Codice delle Famiglie centra anche lo sguardo su bambini, bambine e adolescenti.
Nel principio dell’interesse superiore, dal quale tutti abbiamo appreso attraverso differentii media di comunicazione è la pietra angolare per interpretare e applicare il Codice.
José Martí diceva che i bambini sono la speranza del mondo e per loro costruiamo e continueremo a costruire questa nazione. Ogni articolo di questo Codice pensa nei bambini, ai loro diritti, ai loro doveri, la loro educazione, la loro inclusione familiare, il valore della sua parola, la sua formazione civica. S’arricchisce la visione dei bambini come soggetti di diritti.
La sostituzione della patria potestà per la nuova visione delle responsabilità familiari lascia da parte la mirata patriarcale stereotipata che non lega con il pluralismo familiare.
I bambini, le bambine e gli adolescenti devono essere accompagnati nella loro crescita morale e spirituale, nello sviluppo della loro personalità dai genitori, padre e madre, in una relazione armonica, nella quale prevalgano
il rispetto reciproco, la lealtà, l’onestà e la complicità dell’ affetto e dell’ amore, lontani da qualsiasi manifestazione di violenza nello spazio domestico, di fronte alle quali il Codice è intollerante.
Se una norma offre alternative, opportunità, opzioni, è quella che abbiamo appena approvato.
Il Codice non ha costruito un modello familiare, non è stato disegnato da un laboratorio giuridico, un’istituzione.
Non è stato fatto per disegnare una famiglia o per assumere una costruzione familiare che non consideri le convinzioni estetiche o religiose di una persona.
Nemmeno cerca la tolleranza, ma il rispetto.
Questa è la parola chiave: rispetto dei diritti delle persone in ragione del libero sviluppo della personalità e del diritto di costituire una famiglia, consacrati nella Costituzione del 2019.
Il Codice che approviamo pone le basi di un Diritto familiare più democrático, più solidale, ma anche molto più responsabile.
È vero ch si danno autonomia e potere di decisione alle persone per sposarsi o no, per scegliere il compagno, dello stesso o differente sesso , per determinare il regime economico del matrimonio , per formare o no un’unione di fatto, delegare o no – di fronte a situazioni eccezionali e nei limiti della Legge – l’esercizio della responsabilità dei parenti a favore di terzi, per determinare di comun accordo l’ordine dei cognomi di figlie e figli, il numero di questi e il momento in cui si desidera tenerli per prevedere strumenti di auto protezione delle persone di fronte a situazioni di inabilità sopravenute.
Ma in questa stesa misura si stabiliscono le quote di responsabilità, in modo che si ubichino nell’equilibrio della bilancia che significano la giustizia, l’autonomia e la responsabilità.
Non si tratta solo di dare. Questo è uno dei messaggi che ci trasmette il Codice.
Non ci sono precedenti nella nostra geografía emisferica, tanto continentale come insulare, di un codice di uguale natura che abbia tenuto la legittimità democratica che questo possiede.
Si è fatto pazientemente e il numero di versioni spiega il suo tragitto dilatato; ma ne è valsa la pena.
Oggi la nostra società socialista si rinforza e contiamo con una norma giuridica d’avanguardia, che sarà riferimento per future riforme in questo ambito, dentro e fuori dalle frontiere del nostro continente e che serva anche d’esempio per le future norme legali che danno continuità al processo legislativo cubano.
Non c’è miglior occasione di questa per esprimere e rendere un meritato omaggio , così come si allude nella parte espositiva del Codice —con la forza della giustizia e la virtù— al pensiero della nostra cara ed eterna  Presidente della Federazione delle Donne Cubane, Vilma Espín, instancabile combattente per i diritti delle donne, l’inclusione sociale, la protezione di bambine, bambini e adolescenti, nel suo valoroso per ottenere giutizia sociale e miglioramento umano (Applausi).
Che questo Codice serva come un gran libro guida che i nostri educatori dovrebbero avere con sé e soprattutto i maestri elementari che accompagnano l’infanzia cubana nei primi passi della sua formazione umanistica, e come testo di riferimento per la formazione civica di donne e uomini del domani, che daranno continuità a questa grande opera che è la Rivoluzione.
Ogni famiglia è un cammino particolare, unico, irripetibile, come irripetibile è ogni persona.
Le famiglie sono espressione del più delicato tessuto sociale.. Da loro veniamo, in loro ci formiamo, lì riceviamo i più alti valori e principi con i quali ci educhiamo. Le famiglie sono come la Patria: ci dotano d’identità, di civismo, di solidarietà, di rispetto, d’altruismo.
La scommessa per l’approvazione del Codice delle Famiglie nel referendum lo è anche per la democrazia, per la virtù d’essere cubani, per la felicità di ogni bambina, bambino o adolescente, per autonomia e per il potere decisionale di ogni adulto anziano, per l’inclusione di ogni persona con invalidità, per la condanna del maltrattamento familiare, per il rispetto delle diversità familiari.
È una scommessa per la vita, per la dignità delle cubane e dei cubani, per la continuità di coloro che ci hanno guidato.

È la concretezza della massima martiana: “Con tutti e per il bene di tutti”.
È un codice d’amore, un codice di pace! (Applausi).
Per tutte queste ragioni che nel cammino della sua elaborazione ci hanno insegnato a guardarci e conoscerci meglio, noi stessi come individui e come società, mi sento commosso e orgoglioso di convocare il nostro popolo a dire Sì per il Codice delle Famiglie! ( Appluasi)

Deputate e deputati:

Le relazioni internazionali transitano in uno scenario pericoloso. Il costo lo soffrono già milioni di persone. L’offensiva  statunitense indirizzata a soggiogare Stati e gruppi di Stati per via dell’espansione della NATO conduce inevitabilmente a un clima de tensione e conflitto, le cui conseguenze sono imprevedibili.
È che il mondo è cambiato, non siamo agli inizi del decennio dei ’90, quando gli Stati Uniti credettero di godere di un’egemonia unipolare indiscussa con la capacità d’imporre la loro volontà a qualsiasi Stato.
Nemmeno la pratica criminale di sottomettere a penurie economiche con misure coercitive le popolazioni intere di Stati Sovrani con il fine di strappare concessioni, offre successi politici.
Per questo tanti nel mondo ammirano la Rivoluzione Cubana, l’indomabile resistenza del nostro popolo di fronte all’aggressione dell’imperialismo statunitense e l’opera di giustizia e umanesimo che difendiamo.
Altri semplicemente respingono l’abuso e la politica immorale degli Stati Uniti contro Cuba, anche quando ideologicamente possono non identificarsi con la Rivoluzione.
Chiunque avverte che il Governo statunitense agisce con disonestà  quando sostiene che il blocco economico e la guerra spietata contro Cuba si debbono alle sue “preoccupazioni per il benessere del popolo cubano”, ignorando il rispetto dei diritti umani, o a un affanno per fomentare la democrazia. Mentono! La nefasta traiettoria storica degli Stati Uniti in materia di diritti umani e democrazia si conosce. Come si conoscono gli abusi che avvengono ogni giorno in questo paese.
I popoli hanno sempre più una chiara coscienza sulla complicità e la responsabilità diretta del Governo degli USA nei crimini più atroci commessi in questo emisfero da parte delle forze di repressione addestrate e educate nelle scuole militari statunitensi e subordinate ai servizi speciali, e anche alle ambasciate di questi paesi in varie nazioni dell’America Latina .
Esistono registri storici che lo dimostrano.
Questo registro spiega molto chiaramente che quel che perseguono è distruggere il processo rivoluzionario cubano e quello che significa, precisando l’avviso che tutti coloro che osano intraprendere una via alternativa al loro manuale d’istruzioni per il mondo, corre, come Cuba, il rischio di soffrire la perenne ostilità da parte degli Stati Uniti d’America.
Questo spiega l’aggressività contro Cuba, Venezuela e Nicaragua, il colpo di Stato contro la Bolivia nel 2019 e altri colpi sofferti in America Latina e i Caraibi.
È il motivo delle pressioni e delle minacce esercitate su mucchi di governi non solo dell’America Latina e i Caraibi, ma anche in altre parti, per evitare che esprimano i  loro giusti reclami e le aspettative dei loro popoli
È la ragione delle esclusioni nel fallito Vertice emisferico realizzato a Los Ángeles, California, nel mese di giugno scorso.
In quello scenario, la condotta selettiva e d’esclusione degli Stati Uniti si è trasformata in un boomerang.
Lontano dall’isolare Cuba e altri paesi, il Vertice è terminato mostrando l’isolamento della politica statunitense verso l’emisfero. Il modello dei dibattiti è stato marcato con dichiarazioni di dissenso alle esclusioni, con  il reclamo che si ponga fine al blocco economico contro Cuba e le accuse alla OSA, in particolare al suo Segretario Generale.
A Los Angeles è stato realizzato anche un Vertice dei Popoli, evento parallelo di rappresentazione popolare con la partecipazione di molte forze progressiste, di gruppi sociali, comunitari e sindacali.
Sono andati lì a reclamare i loro diritti, a difendere la pace, a domandare che si ponga fine alle ingiustizie di un ordine economico e politico ingiusto, che privilegia le cupole  corporative e il gran capitale multinazionale a costo delle maggioranze e dello sfruttamento senza limiti dell’ambiente.
Tornando all’aggressività contro il nostro paese, il Dipartimento di Stato degli Stati Uniti non ha maniera nè fondamenta per dare argomenti alla designazione di Cuba come  affermazione di Cuba come stato che patrocina il terrorismo. Non c’è politico o funzionario del Governo statunitense che possa sostenere onestamente questa accusa. Nessuno ha potuto presentare una prova che garantisca questa calunnia.
Le conseguenze di questa designazione sono marcatamente nocive per una piccola nazione come la nostra.  Pregiudica enormemente le transazioni finanziarie e  commerciali internazionali. Intorpidisce
l’accesso a istituzioni finanziarie e alle possibilità di pagamenti e crediti: Impone uno stigma sulle nostre entità  e istituzioni, alle quali è estremamente difficile agire, anche con entità straniere con le quali per anni hanno sostenuto relazioni produttive.
L’inaccettabile è che il Governo statunitense si arroga,
unilateralmente e senza mandato di nessuno, la  prerogativa di giudicare altri governi senza sentirsi obbligato a dare fondamenta alle sue accuse.
Il Dipartimento di Stato utilizza questa lista e altre simili come strumenti di coercizione politica.
Manipola con opportunismo temi sensibili come il terrorismo, la religione, i diritti umani, la corruzione e molti altri per strappare concessioni a paesi sovrani o castigarli quando vanno contro i loro interessi.
Dal  2019 le misure di rinforzo e massima pressione applicate dal governo di Donald Trump avevano già portato la guerra economica  a una dimensione qualitativamente più aggressiva con il conseguente impatto sulla vita di tutti i cubani e contro gli sforzi per fomentare lo sviluppo della nazione.
Questa aggressività si rinforza anche con i programmi di sovversione, che  non terminano nell’intento di destabilizzare politicamente il paese.
Il Governo statunitense dedica annualmente a questo proposito decine di milioni di dollari del bilancio federale, pagati dai contribuenti.
Appoggiati a un’infrastruttura tecnologica sofisticata e dedicata alle campagne di disinformazione, calunnie, discredito e al sicariato informativo, applicano contro Cuba le formule della Guerra Non Convenzionale già provate e applicate con gravi costi umani e materiali in altre parti del mondo.
Soccombono di fronte all’influenza politica della mafia  anticubana situata fondamentalmente nel sud della Florida e che si è installata in prima linea d’aggressione contro Cuba e contro i processi rivoluzionari e progressisti della regione, promuovendo per questa intolleranza la minaccia, l’estorsione, il ricatto e qualsiasi altra forma violenta di proibire il pensiero differente, di castigare chi nella sua stessa comunità esprima rispetto, amicizia, sentimenti fraterni o anche solidarietà  con il loro paese d’origine.
In forma ingannevole cercano d’identificare questo insieme di gangster con l’universo delle persone d’origine cubana che risiedono negli Stati Uniti, una parte importante del quale si avvicina a Cuba, è in contatto con i suoi familiari e amici, rispetta il paese e si oppone al continuo castigo  di una super potenza straniera contro una piccola nazione.
Molti di loro divulgano la loro vocazione solidale e altri lo fanno in forma più discreta.
Il Governo degli Stati Uniti ha nuovamente tentato di forzare un sollevamento popolare in Cuba durante questo mese di luglio, ed ha fallito. Come aveva tentato, ed era fallito, nel 2021 . Lo ha fatto apertamente ed ha utilizzato una vasta campagna di propaganda ancorata a poderose
piattaforme digitali, con l’attiva partecipazione di alti funzionari. Ha avuto fiducia per realizzarlo nella sua politica di massima pressione economica, indirizzata a deprimere il livello di vita della nostra popolazione, generando problemi nel rifornimento sicuro di servizi essenziali come quello elettrico e colpire il livello di consumo e l’accesso ad articoli di base tra gli altri.
E non parlo in passato, questa  perversa politica è viva e in funzione, oggi.
Dobbiamo abituarci all’idea che il blocco durerà.
L’imperialismo non abbandonerà con facilità quest’arma spietata contro Cuba.
La soluzione ai problemi economici la dovremo incontrare con il nostro sforzo e la creatività, sotto gli effetti del blocco e nonostante questi.
Questo è l’impegno immediato e a lungo tempo. Il dovere è denunciare e combattere la guerra economica in tutti gli angoli e in ogni opportunità che si presenti.
Non scartiamo la possibilità eventuale di una migliore intesa con il Governo degli Stati Uniti verso una relazione di rispetto e si sa che Cuba è disposta ad avanzare in questa direzione e a dialogare su qualsiasi tema, senza danneggiare la nostra sovranità.
Continueremo a promuovere e facilitare i vincoli più ampi possibili con i numerosi settori di questi paesi che sono disponibili ad avvicinarsi a Cuba. .
Includiamo tra loro gli statunitensi residenti negli Stati Uniti  che sono d’origine cubana.  Siamo convinti che ci sono benefici reciproci nello scambio tra le due nazioni, nonostante le grandi differenze.
La traiettoria di Cuba nello sviluppo delle sue relazioni estere, dimostra che il fomento della pace, la cooperazione e la solidarietà sono caratteristiche che definiscono la nostra proiezione internazionale.
Lo abbiamo dimostrato nella nostra regione latinoamericana e caraibica e anche in altre latitudini.
Non abbiamo il potere di cambiare la logica imperiale; ma   non rinunciamo, dalla nostra logica antimperialista e socialista, alla costruzione  socialista, perché è l’unico cammino verso la maggiore giustizia sociale possibile.
La cosa più facile sarebbe lasciarci andare e lasciare che si distruggano tutti i sogni per i quali tante generazioni hanno lottato e resistito.
La cosa più semplice sarebbe vendere il paese, come hanno fatto tanti governi neoliberali di questa stessa   regione.
La nostra logica socialista è umanista, contraria alle esclusioni.
C’ispira l’ideale di una società migliore, dove ci sia crescita economica sì, ma con una distribuzione equa della ricchezza.
Lottiamo  per uno sviluppo  con uguaglianza sociale..

Compagne e compagni :

In  queste sessioni sono state date informazioni su cambi importanti per recuperare e fomentare risorse che mobilitino sino a dove sia possibile le forze produttive.

C’è ancora molto da fare, ma non è esagerato insistere  su quello che tutti sanno e alcuni pretendono di sottovalutare : la nostra economia transita in uno scenario complesso nel quale risulta veramente difficile ottenere le entrate in divisa necessarie al paese.

Nel mezzo di un brutale indurimento del blocco ci colpisce, come il resto delle nazioni, la crisi economica internazionale derivata dagli effetti di due anni di pandemia e del conflitto  bellico europeo , tutti fattori che hanno scatenato l’aumento dei prezzi dei combustibili, degli alimenti, dei medicinali e di altri prodotti imprescindibili che dobbiamo importare.

Com’è stato informato, il Prodotto Interno Lordo a prezzi costanti nel 2021 ha raggiunto una leggera crescita del 1,3 %, con l’arresto della caduta sperimentata negli anni 2019 e 2020; ma ciò nonostante, i livelli di attività sono ancora inferiori a quali raggiunti negli anni precedenti la pandemia

Non si apprezza sino ad ora un recupero significativo delle nostre principali produzioni e nemmeno nel turismo.

Con gli scarsi livelli di divisa a disposizione si realizza un  permanente sforzo per assicurare un livello di prodotti e servizi basici alla popolazione e assistere in maniera prioritaria le persone e le comunità in situazione di vulnerabilità.

In queste condizioni ha proliferato un mercato non ufficiale di compravendita di divisa e l’inflazione continua a danneggiare la capacità d’acquisto delle entrate provenienti dal lavoro.
Nessuno risolverà i nostri problemi.

Il controllo della COVID -19 che abbiamo raggiunto è un passo fondamentale per il recupero dell’economia e ci permette d’avanzare nell’implementazione di un insieme di misure elaborate considerando gli stati d’opinione della popolazione e i criteri di scienziati e di esperti in questi temi.

Nell’ultimo anno abbiamo percorso tutto il paese per toccare da vicino i problemi e abbiamo sostenuto incontri con i più diversi settori, durante i quali più che parlare abbiamo ascoltato. A questo si somma la revisione di centinaia d’opinioni e proposte della nostra popolazione.

Siamo ben coscienti che l’economia è l’impegno principale che affrontiamo e lo dobbiamo fare con misure audaci, aggiustate al nostro modello economico e sociale e senza farci paralizzare dai rischi.

È urgente affrontarli rivoluzionando la Rivoluzione!

Le misure annunciate qui dal Vice primo Ministro,  Ministro dell’Economia, che formano parte di questi passi avanti e questi rischi, sono orientate a dinamizzare il mercato interno partendo dalla captazione di divise, l’incremento delle entrate per esportazione e la riattivazione della produzione nazionale.

Con questo fine si è deciso di reistituire il mercato cambiario attraverso la compra-vendita di divise, includendo il dollaro, con un tipo de cambio economicamente fondato; d’ampliare lo schema secondario d’assegnazione di divisa per gli attori economici statali e non statali; d’approvare la partecipazione di micro, piccole e medie imprese prívate in affari misti con entità statali e investimenti stranieri e rendere flessibili le importazioni con carattere non commerciale.

Tutto questo deve permetterci d’incrementare  gradualmente i rifornimenti di beni e servizi per gli attori economici e per il mercato cambiario; disporre di risorse finanziarie oggi insufficienti, per l’assistenza a persone e famiglie in situazioni di vulnerabilità; sostenere e ampliare i programmi sociali, e onorare debiti e pagamenti fermi.

Approfitto per reiterare la volontà di compiere i nostri impegni con i creditori.

Ringraziamo sinceramente coloro che ci hanno accompagnato nella nostra resistenza.

È chiaro che non potremo avanzare solo con l’applicazione di misure in ambito monetario e finanziario

Perchè queste misure abbiano un effetto  favorevole nell’economia è decisivo incrementare le produzioni nazionali e le entrate in divisa per esportazione; ridurre il deficit del bilancio; migliorare la sua struttura e raggiungere una maggior efficienza e controllo della spesa pubblica; lo stabilimento dei sistemi dei prezzi adeguati, il controllo effettivo con partecipazione popolare delle schede di costo che dev’essere abbordato dalla gestione dei governi municipali.

Avanzeremo in tutto, non restiamo a braccia conserte.

Si dispone di un programma per valutare e implementare le misure che ci permetteranno d’avanzare, preservando il maggior grado d’equità e di giustizia sociale possibile.

Lavorare, mobilitare, stimolare ed esigere che il talento e lo sforzo si trasformino in risultati!

Insistere nell’interminabile impegno di strappare un pezzetto ai problemi, ogni giorno, e questo è l’impegno.

Lo vediamo e lo sentiamo costantemente: nell’epica lotta dei lavoratori degli impianti elettrici  e nell’eroismo dei nostri medici e dei nostri scienziati contro la COVID-19 e il dengue.

A proposito della contingenza energetica che ha portato ai primi piani lo sforzo dei lavoratori del settore, è mio dovere chiarire che restano giorni difficili davanti a noi .

Quello che non può mancare con il riconoscimento allo sforzo, è l’informazione opportuna e utile alla popolazione.  La verità,la spiegazione sincera e la pianificazione che si può garantire solo con previsione sono aspetti decisivi, come sarà sempre il risparmio solidale e responsabile da parte della nostra popolazione.

Vi posso garantire che si sta lavorando senza riposo per rimontare ogni difficoltà, sia frutto del blocco o degli stessi limiti e deficienze nostre.

Oggi lottiamo  simultaneamente per mantenere il controllo della  COVID-19 e affrontare un’altra  epidemia di dengue; per recuperare la vita economica e sociale del paese; rompere l’assedio economico e finanziario che impedisce il rifornimento di combustibile, di elementi produttivi, i rifornimenti, i finanziamenti in divisa, stabilizzare il sistema elettro- energetico nazionale; elevare la produzione di alimenti; recuperare la produzione di zucchero,restaurare le case e le istituzioni danneggiate dall’esplosione del  Saratoga a L’Avana e per le intense piogge in varie provincie; appoggiare  la trasformazione dei quartieri con speciale enfasi nelle famiglie in situazione di vulnerabilità , e garantire un’estate con opzioni ricreative alla portata della maggioranza della popolazione in tutto il paese.

Certo questa lista d’impegni che nell’immediato definisce le priorità non è la sola che occupa il Partito e il Governo.

Il paese lavora con sistematicità in programmi a corto, medio e lungo tempo su temi centrali per il futuro, come la trasformazione  digitale della società, la sovranità  alimentare, la crescita della donna, contro la discriminazione razziale, le politiche per la gioventù, i meccanismi di democrazia e partecipazione popolare, l’ambiente, il benessere animale, la comunicazione sociale, la decolonizzazione culturale e altro, includendo lo scontro all’aggressione permanente del Governo degli Stati Uniti.

Quello che voglio sottolineare è che questo paese non è fermo.

Lo vogliono fermare ma noi non siamo fermi, né ci fermeremo.

La nostra alternativa è chiara e non sarà mai la resa.

Non ci arrendiamo e non ci lasceremo vincere!

Queste affermazioni sono confermate dalle sessioni di questa Assemblea che oggi chiudiamo, non solo per quello che abbiamo discusso e approvato stavolta, ma per la  maggior connessione che sentiamo con i problemi nei municipi, nei quartieri, nelle comunità che hanno tuttavia un protagonismo insufficiente ma già visibile in quello che si dice e in quello che si fa. Il quartiere è la Patria nella sua più piccola dimensione.

È il nucleo duro della nostra resistenza. Lì si sferra la lotta quotidiana contro il blocco a colpi d’appoggio e solidarietà tra vicini. Ma lì si sono accumulati i problemi derivati da questo assedio brutale di 63 anni e dalle nostre debolezze nell’amministrazione per superare l’assedio.

Quello che discutono le commissioni e quello che finalmente si approva, sarà più effettivo mentre si sistematizza queto vincolo quartiere – municipio- Assemblea.

E l’Assemblea somiglierà sempre più alla società cubana nella misura in cui si vincola più profondamente alle sue basi.

Questa è la tribuna del popolo cosciente del suo potere, che esige di cambiare tutto quello che dev’essere cambiato. E lo faremo! Siamo un arcipelago circondato dall’acqua, ma questo non significa che possiamo vivere liberi dai duri colpi del mondo, profondamente disuguale e ingiusto.

L’appello alla scienza e all’innovazione come strumenti della direzione collettiva ci apporta chiavi preziose ma non basta fare uso di queste, vanno aggiustate alle reali condizioni nelle quali si deve sviluppare la nostra volontà d’avanzare.

Compagne e compagni:

Tra pochi giorni celebreremo il 69º anniversario dell’assalto alle caserme Moncada, di Santiago di Cuba, e Carlos Manuel de Céspedes, di Bayamo.

La data sempre ispiratrice sarà un’altra opportunità per riflettere e affacciarci dal presente e dalla storia all’orizzonte che ci dobbiamo come premio per tanto sforzo e eroismo, per tanta nobiltà e creatività.

In un recente percorso a Mayabeque ho parlato di questo popolo tremendo, di questo bel popolo che quando vuole vuole davvero, che si distingue per i suoi sentimenti e il suo stoicismo, che non tornerà mai più ad essere schiavo, e per questo difende la Rivoluzione con tutte le sue energie.

Allora ho precisato che come servitori di questo popolo e come ci hanno insegnato Fidel, Raúl e la storia dal 1868 sino ai nostri giorni, il nostro dovere è far sì che la  Rivoluzione avanzi ed evitare che la Rivoluzione si sbagli.

Questa è la nostra battaglia nella quale speriamo che tutti voi ci accompagnerete.

Per Cuba, per la sua storia e il suo presente, continuiamo  ispirati e decisi a combattere!

Hasta la Victoria, Siempre!
Patria o Muerte!
Venceremos!


Discurso pronunciado por Miguel Mario Díaz-Canel Bermúdez, Primer Secretario del Comité Central del Partido Comunista de Cuba y Presidente de la República, en la clausura del Noveno Periodo Ordinario de Sesiones de la Asamblea Nacional del Poder Popular en su IX Legislatura, en el Palacio de Convenciones, el 22 de julio de 2022, “Año 64 de la Revolución”

 

Querido General de Ejército Raúl Castro Ruz, líder de la Revolución Cubana;

Mi abrazo también para el Presidente Lazo, que estoy seguro de que pronto estará ya recuperado;           

Queridas diputadas, queridos diputados:

Las sesiones de la actual Legislatura que hoy clausuramos tienen enorme importancia. Aquí hemos aprobado el Código de las Familias, una norma indispensable para la sociedad cubana, que en septiembre será llevada a referendo para que se pronuncie por ella el pueblo, el Soberano.

Ese solo hecho hace ya trascendente el momento. Pero me gustaría extenderme sobre las esencias, apoyado en los argumentos de los brillantes juristas y especialistas de otras materias, aquí con nosotros hoy, que integran la comisión redactora de una norma jurídica, ahora dotada de jerarquía constitucional por el valor del tema para la sociedad cubana.

Cuando el 10 de abril de 2019 aprobamos la Constitución de la República de Cuba, se consolidaban las bases de nuestro Estado socialista de derecho y justicia social.

Entre las materias más reflejadas en la regulación constitucional, destaca el Derecho de familia, por su papel vital en la formación de generaciones y con ello en la transmisión de valores, costumbres, tradiciones y patrones cívicos, lo cual ha ido generando un cambio de paradigma.

El Código de las Familias es, sin duda, una de las normas legales que más trascendencia social y política han tenido en la historia jurídica del país, porque no solo desarrolla los derechos constitucionales en materia familiar y otros afines, sino que también responde a los compromisos internacionales asumidos por Cuba al ratificar tratados de derechos humanos como la Convención sobre la Eliminación de Todas las Formas de Discriminación contra la Mujer, en 1979; la Convención sobre los Derechos del Niño, en 1989; y la Convención sobre los Derechos de las Personas con Discapacidad, en 2006, cuyos valores y principios están recogidos en el Código.

Esta es una ley que ha recorrido un largo camino, buscando consensos sociales y académicos. Su construcción ha supuesto la coexistencia de saberes aportados desde distintas ciencias.  Cada boceto empleado en esta monumental obra jurídica, confirma la importancia de erigir las normas legales del país desde un enfoque científico, multidisciplinario y holístico, como lo exige hoy el pensamiento científico moderno y marxista.

Para develar el rostro de esta norma, no solo ha sido necesario el cincel y el martillo que aporta la Academia, expresado a través de la consulta especializada, desarrollada durante los meses de septiembre y octubre del pasado año.  En ese rostro está la savia popular de la nación, en tanto se recoge el sentir de miles de cubanas y cubanos que en ocasión de la consulta popular expresaron su apoyo o, sencillamente, su diverso parecer acerca de cada una de las instituciones que recoge su articulado.

La sociedad cubana, a través de sus estudiantes, obreros, campesinos, intelectuales, combatientes, jóvenes, mujeres, adultos mayores, personas en situación de discapacidad, ha vertido las más disímiles opiniones sobre una ley que ha concitado su atención, en tanto su punto de mira no es otro que las familias.

Con esa consulta hemos ganado todos. El pueblo, porque ha sido partícipe directo de una norma legal que ofrece su manto protector a toda persona, cualquiera que sea su edad, su sexo, su género, su orientación sexual o de género, su situación de discapacidad, o su posible situación de vulnerabilidad en cualquiera de sus manifestaciones. Todo, a través de un Código que hace una apuesta en tiempo presente para saldar las deudas del pasado y educar a las generaciones del futuro.

Ganamos como sociedad, porque siendo los principales destinatarios de las normas jurídicas nos convertimos en sus más fieles artífices.

El resultado de la consulta popular no es solo un arsenal de conocimientos puesto en función de la redacción del Código de las Familias, sino de gran utilidad para derivar políticas públicas y además para sustentar las bases de otras normas jurídicas contenidas en el cronograma legislativo aprobado por esta propia Asamblea Nacional y pendiente aún de concretar en lo que queda de esta Legislatura y en la próxima.

Este Código, que en septiembre pasará el escrutinio social a través de un referendo, algo hasta ahora inédito en Cuba para este tipo de disposición normativa, ha desarrollado algo extraordinariamente novedoso: el afecto como valor jurídico.  Por eso se le ha llamado el Código de los afectos, que no es un lema, es una esencia. Esta norma tiene un indiscutido valor ético, nos enseña a pensar y nos da las riendas para educar a las futuras generaciones.

La crianza positiva de la que tanto se ha hablado, no es sino educar desde la cercanía y el acompañamiento a nuestras hijas e hijos.  No se trata de excluir el poder de la sangre, del ADN, sino de compatibilizarlo con otras maneras de construir maternidades y paternidades en las que en ocasiones no existe ese componente genético, pero sí sobra corazón y amor.

El afecto es la apuesta continua de este Código para la constitución de vínculos jurídicos, esencialmente los familiares. En función de ello, el Derecho ha tenido que amoldar un escenario de rigidez hacia una apertura a la flexibilidad y la interdisciplinariedad.

Sobre la base de la protección de la dignidad humana, el Derecho de las familias hoy se sustenta en un nuevo orden constitucional y legislativo, que vuelca la mirada en las familias como unión de personas vinculadas por un lazo afectivo, psicológico, sentimental, que se obligan a una comunión de vida, de modo que se apoyen los unos a los otros.

«El Código de las Familias responde a los compromisos internacionales asumidos por Cuba al ratificar tratados de derechos humanos como la Convención sobre la Eliminación de Todas las Formas de Discriminación contra la Mujer», recalcó el Primer Secretario. Foto: José M. Correa

Podemos hablar de un Código que reconoce derechos a todas y todos, que visibiliza a la persona adulta mayor, pero no desde la endeblez, el dolor, la compasión, sino como un protagonista de su destino, transmisor hacia el interior de las familias de valores, costumbres y principios; como portador de nuevas energías y, en consecuencia, protagonista de su entorno familiar.   Los adultos mayores no son solo sujetos de derechos, sino también de deberes para la formación de los más jóvenes en el hogar.  A ellos debemos lo que somos hoy.

 El Código también abre las puertas de la protección jurídica de las personas en situación de discapacidad y regula el derecho a su autodeterminación, a escribir su propia biografía a partir de su historia vital.  Reconoce el derecho de toda persona a ejercer su capacidad jurídica y a formar parte, como actor protagónico y no secundario, de su entorno  socio-familiar; se trata de una norma que avizora la necesidad de dar respuesta, desde el Derecho, al envejecimiento poblacional, muy significativo en la sociedad cubana.  De ahí la necesidad de reconocer el cuidado con afecto como un derecho que tiene toda persona en el medio familiar.

Las familias son el principal recaudo para recibir no solo afecto, sino también cuidados y a su vez educar a los más jóvenes en la cultura, el respeto y la naturaleza recíproca del cuidado.

Como su antecesor de 1975, que en su momento constituyó un hito en la historia legislativa y social cubana, el presente Código de las Familias centra también la mirada en los niños, niñas y adolescentes.  El principio del interés superior, del que todos hemos aprendido a través de los distintos medios de comunicación, es la piedra angular para interpretar y aplicar el Código.

Decía José Martí que los niños son la esperanza del mundo, para ellos construimos y seguiremos construyendo esta nación. Cada artículo de este Código está pensando en los niños, en sus derechos, sus deberes, su educación, su inclusión familiar, el valor de su palabra, su formación cívica. Se enaltece la visión de los niños como sujetos de derechos.

La sustitución de la patria potestad por la nueva visión de la responsabilidad parental deja a un lado una mirada patriarcal y estereotipada que no se aviene hoy con el pluralismo familiar.

Los niños, niñas y adolescentes deben ser acompañados en su crecimiento moral, espiritual, en el desarrollo de su personalidad por sus padres y madres en una relación armónica, en la que prevalezca el respeto recíproco, la lealtad, la honestidad y la complicidad del afecto y del amor, ajenos a cualquier manifestación de violencia en el espacio doméstico, ante lo cual el Código es intolerante.

Si una norma ofrece alternativas, oportunidades, opciones, es la que acabamos de aprobar. El Código no ha construido un modelo familiar, no ha diseñado desde un laboratorio jurídico una institución. No se hizo para diseñar una familia o para asumir una construcción familiar que no se avenga a las convicciones éticas o religiosas de una persona.  Tampoco busca la tolerancia, sino el respeto.  Esa es la palabra clave: respeto a los derechos de las personas en razón del libre desarrollo de la personalidad y el derecho a constituir una familia, consagrados ambos en la Constitución de 2019.

El Código que aprobamos sienta las bases de un Derecho familiar más democrático, más solidario, pero también mucho más responsable.

Es cierto que se da autonomía y poder de decisión a las personas para casarse o no, para escoger su pareja, sea del mismo o diferente sexo; para determinar el régimen económico del matrimonio; para formar o no una unión de hecho, delegar o no —ante situaciones excepcionales y en los límites de la Ley— el ejercicio de la responsabilidad parental a favor de terceros; para determinar de común acuerdo el orden de los apellidos de hijas e hijos, el número de estos y el momento en que se desea tenerlos; para prever herramientas de autoprotección de las personas ante situaciones de discapacidad sobrevinientes.  Pero en esa misma medida se establecen las cuotas de responsabilidad, de manera que se ubican en el equilibrio de la balanza que significa la justicia, la autonomía y la responsabilidad.  No se trata solo de dar, sino de entregar.  Ese es uno de los mensajes que nos transmite el Código.

No hay precedentes en nuestra geografía hemisférica, tanto continental como insular, de un código de igual naturaleza que haya tenido la legitimidad democrática que este posee. Se ha hecho pacientemente y el número de versiones explica su dilatado trayecto, pero ha valido la pena.

Hoy nuestra sociedad socialista se fortalece, contamos con una norma jurídica de vanguardia que será referente para futuras reformas en este ámbito dentro y fuera de las fronteras de nuestro continente, y que a la vez sirve de ejemplo para las futuras normas legales que dan continuidad al proceso legislativo cubano. 

No hay mejor ocasión que esta para expresar y rendir un merecido homenaje, tal y como se alude en la parte expositiva del Código —con la fuerza de la justeza y la virtud— al pensamiento de nuestra querida y eterna Presidenta de la Federación de Mujeres Cubanas, Vilma Espín, incansable luchadora por los derechos de la mujer, la inclusión social y la protección de niñas, niños y adolescentes, en su empeño denodado por lograr justicia social y mejoramiento humano (Aplausos). 

Sirva este Código, además, como un gran libro de cabecera que deberían tener a mano nuestros educadores, esencialmente los maestros primarios que acompañan a la niñez cubana en los primeros pasos de su formación humanística, y como texto de referencia para la formación cívica de mujeres y hombres del mañana, quienes darán continuidad a esta gran obra que es la Revolución.

Cada familia es un camino particular, único, irrepetible, como irrepetible es cada persona. Las familias son expresión del más delicado tejido social. De ellas venimos, en ellas nos formamos, allí recibimos los más altos valores y principios con los cuales nos educamos. Las familias son como la Patria, nos dotan de identidad, de civismo, de solidaridad, de respeto, de altruismo.

La apuesta por la aprobación del Código de las Familias en el referendo lo es también por la democracia, por la virtud de ser cubanos, por la felicidad de cada niña, niño o adolescente, por la autonomía y el poder de decisión de cada adulto mayor, por la inclusión de cada persona con discapacidad, por la condena al maltrato familiar, por el respeto a las diversidades familiares.

«Como nos enseñaron Fidel, Raúl y la historia desde 1868 hasta nuestros días, nuestro deber es hacer que la Revolución avance y evitar que la Revolución se equivoque», aseveró el Presidente cubano. Foto: Estudios Revolución

Es una apuesta por la vida, por la dignidad de las cubanas y cubanos, por la continuidad de quienes nos han guiado. Es la concreción de la máxima martiana: “Con todos, y para el bien de todos”. 

¡Es un código de amor, un código de paz! (Aplausos).

Por todas estas razones, que en el camino de su elaboración nos enseñaron a mirarnos y conocernos mejor a nosotros mismos, como individuos y como sociedad, me siento conmovido y orgulloso al convocar a nuestro pueblo a decir ¡Sí por el Código de las Familias!  (Aplausos).

Diputadas y diputados:

Las relaciones internacionales transitan por un escenario peligroso. El costo lo sufren ya millones de personas. La ofensiva estadounidense dirigida a subyugar Estados y agrupaciones de Estados por vía de la expansión de la OTAN conduce inevitablemente a un clima de tensión y conflicto cuyas consecuencias son impredecibles.

Es que el mundo ha cambiado. No estamos a inicios de la década del 90, cuando los Estados Unidos creyeron disfrutar de una hegemonía unipolar incuestionada, con la capacidad de imponer su voluntad a cualquier Estado.

Tampoco proporciona éxitos políticos la práctica criminal de someter a penurias económicas por vía de medidas coercitivas a las poblaciones enteras de Estados soberanos, con el fin de arrancarles concesiones.

Por eso tantos en el mundo admiran a la Revolución Cubana, la indomable resistencia de nuestro pueblo frente a la agresión del imperialismo estadounidense y la obra de justicia y humanismo que defendemos. Otros, sencillamente rechazan el abuso y la política inmoral de los Estados Unidos contra Cuba, aun cuando ideológicamente puedan no identificarse con la Revolución.

Cualquiera advierte que el Gobierno estadounidense actúa con deshonestidad cuando alega que el bloqueo económico y la guerra despiadada contra Cuba se deben a sus “preocupaciones por el bienestar del pueblo cubano”, a desvelos por el respeto a los derechos humanos, o a un afán por fomentar la democracia.  ¡Mienten!  La nefasta trayectoria histórica de los Estados Unidos en materia de derechos humanos y democracia se conoce. Como se conocen los abusos que ocurren a diario en ese país.

Los pueblos tienen cada vez más clara conciencia sobre la complicidad y la responsabilidad directa del Gobierno de los Estados Unidos en los crímenes más atroces que se han cometido en este hemisferio por parte de fuerzas represivas entrenadas y educadas en escuelas militares estadounidenses y subordinadas a los servicios especiales, e incluso, a las embajadas de ese país en varias naciones de Latinoamérica.  Existen registros históricos que lo demuestran.

Ese historial deja más que claro que lo que persiguen es destruir el proceso revolucionario cubano y lo que significa, plantando la advertencia de que todo aquel que se atreva a emprender una vía alternativa a su manual de instrucciones para el mundo, corre, como Cuba, el riesgo de sufrir la perenne hostilidad por parte de los Estados Unidos de América. 

Eso explica la agresividad contra Cuba, Venezuela y Nicaragua, el golpe de Estado contra Bolivia en 2019 y otros golpes sufridos en América Latina y el Caribe.  Es el motivo de las presiones y amenazas ejercidas sobre muchos gobiernos, no solo de Latinoamérica y el Caribe, sino también en otras partes, para evitar que cumplan con los justos reclamos y expectativas de sus pueblos.  Es la razón de las exclusiones en la fracasada Cumbre hemisférica, celebrada en Los Ángeles, California, el pasado mes de junio.

En aquel escenario, la conducta selectiva y excluyente de los Estados Unidos se convirtió en un bumerán.  Lejos de aislar a Cuba y otros países, la Cumbre terminó mostrando el aislamiento de la política estadounidense hacia el hemisferio. La pauta de los debates la marcaron los pronunciamientos de rechazo a las exclusiones, el reclamo de que se ponga fin al bloqueo económico contra Cuba y los cuestionamientos a la OEA, en particular a su actual Secretario General.

Sesionó también en Los Ángeles una Cumbre de los Pueblos, ¡una verdadera cumbre!, evento paralelo de representación popular, con la participación de muchas fuerzas progresistas, así como de grupos sociales, comunitarios y gremiales.  Fueron allí a reclamar sus derechos, a defender la paz, a demandar que se ponga fin a las injusticias de un orden económico y político injusto que privilegia a las élites corporativas y al gran capital transnacional a costa de las mayorías y de la explotación sin límites del medio ambiente. 

Volviendo a la agresividad contra nuestro país, el Departamento de Estado de los Estados Unidos no tiene manera ni fundamentos para argumentar la designación de Cuba como Estado que patrocina el terrorismo. No hay político o funcionario del Gobierno estadounidense que pueda sostener honestamente esa acusación. Nadie ha podido presentar una evidencia creíble que ampare tal calumnia.

Las consecuencias de tal designación son marcadamente nocivas para una pequeña nación como la nuestra.  Perjudica enormemente las transacciones financieras y comerciales internacionales. Entorpece el acceso a instituciones financieras y las posibilidades de pagos y créditos.  Impone un estigma sobre nuestras entidades e instituciones, a las que les resulta en extremo difícil interactuar, incluso, con entidades extranjeras con las que durante años han sostenido relaciones productivas.

Lo inaceptable es que el Gobierno estadounidense se arroga, unilateralmente y sin mandato de nadie, la prerrogativa de juzgar a otros gobiernos, sin sentirse en la obligación de fundamentar sus acusaciones. Utiliza esta lista el Departamento de Estado y otras similares como instrumentos de coerción política. Manipula con oportunismo temas sensibles como el terrorismo, la religión, los derechos humanos, la corrupción y muchos otros para arrancar concesiones a países soberanos o castigarlos cuando van en contra de sus intereses.

Desde 2019 las medidas de reforzamiento y máxima presión aplicadas por el gobierno de Donald Trump ya habían llevado la guerra económica a una dimensión cualitativamente más agresiva, con el consecuente impacto sobre la vida de todos los cubanos y contra los esfuerzos por impulsar el desarrollo de la nación.  Esa agresividad se refuerza además con los programas de subversión, que no cesan en el intento de desestabilizar políticamente al país.

«¡Trabajar, movilizar, estimular y exigir que el talento y el esfuerzo de todos se transformen en resultados!», convocó Díaz-Canel. Foto: José M. Correa

El Gobierno estadounidense dedica anualmente a ese propósito decenas de millones de dólares del presupuesto federal que sufragan los contribuyentes.

Apoyados en una infraestructura tecnológica sofisticada y dedicada a las campañas de desinformación, calumnias, descrédito y el sicariato informativo, aplican contra Cuba las fórmulas de la Guerra No Convencional ya ensayadas y aplicadas, con graves costos humanos y materiales, en otras partes del mundo.

Sucumben ante la influencia política de la mafia anticubana asentada fundamentalmente en el sur de la Florida y que se ha instalado en la primera línea de agresión contra Cuba y contra los procesos revolucionarios y progresistas de la región, promoviendo para ello la intolerancia, la amenaza, la extorsión, el chantaje y cualquier otra forma violenta de prohibir el pensamiento diferente, de castigar a quien en su propia comunidad exprese respeto, amistad, sentimientos fraternales o incluso solidaridad con su país de origen. 

De forma engañosa tratan de identificar a ese conjunto gansteril con el universo de las personas de origen cubano que residen en los Estados Unidos, una parte importante del cual se acerca a Cuba, está en contacto con sus familiares y amigos, respeta al país y se opone al incesante castigo de una superpotencia extranjera contra una nación pequeña.  Muchos de ellos divulgan su vocación solidaria; otros lo hacen de forma más discreta.

El Gobierno de los Estados Unidos intentó nuevamente forzar una sublevación popular en Cuba durante este mes de julio, y fracasó. Como lo intentó y fracasó en 2021. Lo hizo abiertamente y desplegó una amplia campaña de propaganda, anclada en poderosas plataformas digitales, con la activa participación de altos funcionarios.  Confió, para lograrlo, en su política de máxima presión económica, dirigida a deprimir el nivel de vida de nuestra población, generarnos problemas en el aseguramiento de servicios esenciales como el eléctrico y golpear el nivel de consumo y el acceso a artículos básicos, entre otros.  Y no hablo en pasado, esa perversa política está viva y actuante hoy.

Debemos acostumbrarnos a la idea de que el bloqueo va a durar.  El imperialismo no va a abandonar con facilidad esa arma despiadada contra Cuba.  La solución a los problemas económicos tendremos que encontrarla con nuestro esfuerzo y creatividad, bajo los efectos del bloqueo y a pesar de ellos. Ese es el reto inmediato y de largo plazo.  El deber es denunciar y combatir la guerra económica en todos los rincones y en cada oportunidad que se presente.

No descartamos la posibilidad eventual de un mejor entendimiento con el Gobierno de los Estados Unidos hacia una relación de respeto, y se sabe que Cuba está dispuesta a avanzar en esa dirección y a dialogar sobre cualquier tema, sin menoscabo de nuestra soberanía.

Seguiremos promoviendo y facilitando los lazos más amplios posibles con los numerosos sectores de ese país que tienen la disposición de acercarse a Cuba.  Incluimos entre ellos a los estadounidenses o residentes en los Estados Unidos que son de origen cubano.  Estamos convencidos de que hay beneficios mutuos en el intercambio entre las dos naciones, a pesar de las grandes diferencias.

La trayectoria de Cuba en el desarrollo de sus relaciones exteriores demuestra que el fomento de la paz, la cooperación y la solidaridad son características definitorias de nuestra proyección internacional.  Lo hemos demostrado en nuestra región latinoamericana y caribeña y también en otras latitudes.

No tenemos el poder de cambiar la lógica imperial; pero no renunciamos, desde nuestra lógica antimperialista y socialista, a la construcción socialista, porque es el único camino hacia la mayor justicia social posible.

Lo más fácil sería entregarnos y dejar que se destruyan todos los sueños por los que tantas generaciones han luchado y resistido.  Lo más sencillo sería vender el país, como lo hicieron tantos gobiernos neoliberales de esta propia región.

Nuestra lógica socialista es humanista, contraria a las exclusiones.  Nos inspira el ideal de una sociedad mejor, donde haya crecimiento económico sí, pero con distribución equitativa de la riqueza.  Luchamos por un desarrollo con igualdad social.

Compañeras y compañeros:

En estas sesiones se han informado cambios importantes para destrabar e impulsar resortes que movilicen, hasta donde nos sea posible, las fuerzas productivas.  Aún falta mucho por hacer, pero no sobra insistir en lo que todos saben y algunos pretenden subestimar: nuestra economía transita por un escenario sumamente complejo, en el que resulta en extremo difícil lograr los ingresos en divisas que precisa el país.

En medio de un brutal recrudecimiento del bloqueo, nos impacta, como al resto de las naciones, la crisis económica internacional derivada de los efectos de dos años de pandemia y del conflicto bélico europeo, factores todos que han desencadenado el encarecimiento de los precios de los combustibles, de los alimentos, de los medicamentos y de otros insumos imprescindibles que deben ser importados.

Como se ha informado, el Producto Interno Bruto a precios constantes en el año 2021 alcanzó un ligero crecimiento del 1,3 %, deteniéndose la caída experimentada en los años 2019 y 2020; no obstante, los niveles de actividad son aún inferiores a los que habíamos alcanzado en los años previos a la pandemia.   

No se aprecia hasta el momento una recuperación significativa en nuestras principales producciones, ni en el turismo.  Con los bajos niveles de divisas de los que hemos podido disponer se realiza un permanente esfuerzo para asegurar un nivel de productos y servicios básicos a la población y atender de manera priorizada a las personas y comunidades en situación de vulnerabilidad.

En esas condiciones, ha proliferado un mercado no oficial de compraventa de divisas y la inflación sigue afectando la capacidad de compra de los ingresos provenientes del trabajo.

Nadie va a venir a resolver nuestros problemas.  El control que hemos alcanzado de la COVID-19 es un paso fundamental para la recuperación de la economía y nos permite avanzar en la implementación de un conjunto de medidas, que se han elaborado tomando en cuenta los estados de opinión de la población y los criterios de científicos y expertos en estos temas.

En el último año, hemos recorrido todo el país para tocar de cerca los problemas y hemos sostenido encuentros con los más diversos sectores, durante los cuales, más que hablar, escuchamos.  A eso se suma la revisión de cientos de opiniones y propuestas de nuestra población.

Foto: José M. Correa

Estamos muy conscientes de que la economía es el principal reto que enfrentamos y lo tenemos que hacer con medidas audaces, ajustadas a nuestro modelo económico y social, sin dejarnos paralizar por los riesgos. Urge enfrentarlos, revolucionando la Revolución.

Las medidas anunciadas aquí por el Viceprimer Ministro y Ministro de Economía, que forman parte de esos avances y esos riesgos, están orientadas a dinamizar el mercado interno, a partir de la captación de divisas, el incremento de los ingresos por exportaciones y la reactivación de la producción nacional. 

Con ese fin se ha decidido restituir el mercado cambiario a través de la compra-venta de divisas, incluyendo el dólar, con un tipo de cambio económicamente fundamentado; ampliar el esquema secundario de asignación de divisas para los actores económicos estatales y no estatales; aprobar la participación de micro, pequeñas y medianas empresas privadas en negocios mixtos con entidades estatales e inversión extranjera, y flexibilizar las importaciones con carácter no comercial.

Todo ello debe permitirnos incrementar gradualmente los aprovisionamientos de bienes y servicios para los actores económicos y para el mercado interno en moneda nacional; ordenar el mercado cambiario; disponer de recursos financieros, hoy insuficientes, para la atención a personas y familias en situación de vulnerabilidad; sostener y ampliar los programas sociales, y honrar deudas y pagos retenidos.

Aprovecho para reiterar la voluntad de cumplir nuestros compromisos con los acreedores. Agradecemos sinceramente a quienes nos han acompañado en nuestra resistencia.

Está claro que no podremos avanzar solo con la aplicación de medidas en el ámbito monetario y financiero.  Para que estas medidas tengan un impacto favorable en la economía es decisivo incrementar las producciones nacionales y los ingresos en divisas por exportaciones; reducir el déficit presupuestario, mejorar su estructura y alcanzar una mayor eficiencia y control del gasto público, el establecimiento de los sistemas de precios adecuados, el control efectivo, con participación popular, de las fichas de costo, lo cual tiene que ser abordado desde la gestión de los gobiernos municipales.

En todo esto avanzaremos, no estamos con los brazos cruzados.  Se dispone de un programa para ir evaluando e implementando las medidas que nos permitirán avanzar, preservando el mayor grado de equidad y de justicia social posible.

¡Trabajar, movilizar, estimular y exigir que el talento y el esfuerzo de todos se transformen en resultados!  ¡Insistir en la interminable tarea de arrancarles un pedazo a los problemas, cada día, es el compromiso!  Lo vemos y lo sentimos constantemente: en la épica pelea de los trabajadores de las plantas eléctricas y en el heroísmo de nuestros médicos y nuestros científicos contra la COVID-19 y el dengue.

A propósito de la contingencia energética que ha elevado a primeros planos el esfuerzo de los trabajadores del sector, es mi deber aclarar que todavía quedan días difíciles por delante.  Lo que no puede faltar, junto con el reconocimiento al esfuerzo, es la información oportuna y útil a la población.  La verdad, la explicación sincera y la planificación que solo se puede garantizar con previsión, son aspectos decisivos, como lo será siempre el ahorro solidario y responsable por parte de nuestra población.

Les puedo garantizar que se está trabajando sin descanso por remontar cada dificultad, sea fruto del bloqueo o de nuestras propias limitaciones y deficiencias.

Hoy batallamos simultáneamente por mantener control sobre la  COVID-19 y enfrentar otra epidemia de dengue; por recuperar la vida económica y social del país; romper el cerco económico y financiero que impide suministros de combustible, insumos productivos, abastecimientos, financiamientos en divisas; estabilizar el sistema electroenergético nacional; elevar la producción de alimentos; recuperar la zafra; restaurar las viviendas e instituciones afectadas por la explosión del Saratoga en La Habana y por las intensas  lluvias en varias provincias; apoyar la transformación de los barrios con especial énfasis en las familias en situación de vulnerabilidad, y garantizar un verano con opciones recreativas al alcance de la mayoría de la población en todo el país.

Por supuesto que esa lista de tareas que en lo inmediato define las prioridades no es lo único que ocupa al Partido y al Gobierno.  El país trabaja con sistematicidad en programas a corto, mediano y largo plazo sobre asuntos centrales para el futuro, como la transformación digital de la sociedad, la soberanía alimentaria, el adelanto de la mujer, contra la discriminación racial, las políticas para la juventud, los mecanismos de democracia y participación popular, el medio ambiente, el bienestar animal, la comunicación social, la descolonización cultural y otros, incluyendo el enfrentamiento a la agresión permanente del Gobierno de los Estados Unidos.

Lo que quiero significar es que este país no está detenido.  A este país lo quieren detener; pero no estamos detenidos ni nos vamos a detener (Aplausos).  Nuestra alternativa está clara y nunca será la rendición.  ¡Ni nos rendimos, ni nos dejaremos vencer!  (Aplausos).

Estas afirmaciones las confirman las sesiones de esta Asamblea que hoy clausuramos,  no solo por lo que discutimos y aprobamos esta vez, sino por la mayor conexión que sentimos con los problemas en los municipios, en los barrios, en las comunidades, que tienen un protagonismo, todavía insuficiente pero ya visible, en lo que se dice y en lo que se hace.

El barrio es la Patria en su dimensión más pequeña.  Es el núcleo duro de nuestra resistencia.  Ahí se ha librado la pelea cotidiana contra el bloqueo, a golpe de apoyo y solidaridad entre vecinos.  Pero ahí también se han acumulado los problemas derivados de ese cerco brutal de 63 años y de nuestras debilidades en la administración para sortear el cerco.

Lo que discuten las comisiones y lo que finalmente se aprueba será más efectivo mientras más se sistematice ese vínculo barrio-municipio-Asamblea.  Y la Asamblea se parecerá cada vez más a la sociedad cubana en la medida en que conecte más profundamente con sus bases.  Esta es la tribuna del pueblo consciente de su poder, que exige cambiar todo lo que deba ser cambiado.  ¡Y lo haremos!  Somos un archipiélago rodeado de agua, pero eso no significa que podemos vivir libres de los duros impactos del mundo, profundamente desigual e injusto.

La apelación a la ciencia y la innovación como instrumentos de la dirección colectiva nos aporta claves valiosas, pero no basta con hacer uso de ellas, hay que ajustarlas a las reales condiciones en las que tiene que desenvolverse nuestra voluntad de avanzar.

Compañeras y compañeros:

En pocos días estaremos celebrando el aniversario 69 del asalto a los cuarteles Moncada, de Santiago de Cuba, y Carlos Manuel de Céspedes, de Bayamo.  La fecha, siempre inspiradora, será otra oportunidad para reflexionar y asomarnos, desde el presente y desde la historia, al horizonte que nos debemos como premio por tanto esfuerzo y heroísmo, por tanta nobleza y creatividad.

En un reciente recorrido por Mayabeque hablé de este pueblo tremendo, de este pueblo lindo, que cuando quiere, quiere de verdad, que se distingue por sus sentimientos y su estoicismo y que no volverá nunca más a ser esclavo, y por eso defiende la Revolución con todas sus energías.  Precisé entonces que, como servidores de ese pueblo y como nos enseñaron Fidel, Raúl y la historia desde 1868 hasta nuestros días, nuestro deber es hacer que la Revolución avance y evitar que la Revolución se equivoque.

Esa es nuestra pelea, en la que esperamos que todos ustedes nos acompañen.

¡Por Cuba, por su historia y su presente, seguimos, inspirados y decididos a pelear!

¡Hasta la Victoria, Siempre!

¡Patria o Muerte!

¡Venceremos!

Share Button

Leave a Reply

Your email address will not be published. Required fields are marked *

This site uses Akismet to reduce spam. Learn how your comment data is processed.