Cubanissima esistenza

Le parole, anche se sono le stesse, non suonano allo stesso modo su tutte le bocche. C’è qualcosa che le accompagna che va al di là dell’intonazione e delle sfumature. Una comunione indissolubile si avverte tra la voce e l’atteggiamento  e può rivelare se quel che dicono è falso o è una vera  emozione.

Per esempio la parola Cuba pronunciata tante volte e da tutti: pensiamola nella voce di Eusebio Leal.

Riportiamolo per un istante nella memoria e ci si presenterà davanti agli occhi un uomo al quale non apparve mai sufficiente la dedizione del suo corpo e della sua anima a un sogno. nel quale pose non solo il suo enorme talento ma anche tutta la sua energia.

Intraprendere il restauro del Centro Storico de L’Avana, che considerò solo «un barlume dell’opera maggiore che è  la Rivoluzione», o essere il direttore dell’Ufficio dello Storiografo della Città, entità che considerava «uno pseudonimo della nazione», non erano altra cosa che il suo amore per Cuba, termine che gli ravvivava il colorito, così come se ne ascoltava le gesta, termine che si doveva pronunciare nel verbo convinto, persuasivo, che sapeva maneggiare con tanta ragione.

Dedicato sin da bambino ai libri, vocazione che crebbe con gli anni, giunse ad essere Eusebio, lo storiografo de L’Avana, un uomo eccezionale che conquistò i suoi titoli di studi superiori, immerso già in impegni amministrativi che domandavano la conoscenza di un intellettuale come lui  studioso e lavoratore instancabile, patriota al disopra di ogni cosa.

Grazie alla sua oratoria mise molto in alto nei suoi discorsi il nome della sua Patria che, come fecero i suoi eroi, portò con sé «accesa nell’anima».

Nessuna persona sensibile con un poco di tenerezza, poteva passare là dove parlava lo Storiografo e andarsene con indifferenza.

E nemmeno andarsene con lo spirito tranquillo dopo averlo ascoltato, Ed era Cuba quella che gli agitava l’espressione, parlasse di  Martí, di Céspedes, di una città o della storia.

Poche volte hanno marciato tanto uniti l’impegno di un progetto e la traiettoria personale del suo mentore.

Esempio di umanesimo rivoluzionario, Eusebio è un figlio della Rivoluzione che non ha mai dimenticato quanto le doveva ed ha saputo ringraziarla consegnandole interamente la sua virtù e la sua sapienza.

«Se tornassi a vivere, sarei cubano», disse, riflessivo, un giorno. Nessun’altra parola lo avrebbe definito meglio.

Domenica 11 settembre, pieno di questa vita che palpita nella sua opera, Eusebio ha compiuto 80 anni di fruttifera e cubanissima esistenza.

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