Fidel e il Bloqueo

Il Comandante in capo, Fidel Castro Ruz, ha fatto più volte riferimento al blocco commerciale, economico e finanziario imposto per quasi sei decenni dagli Stati Uniti a Cuba. Condividiamo alcuni di questi momenti in cui Fidel ha ribadito la fermezza del popolo cubano di fronte a questa politica genocida.

“L’ONU non può esistere senza la presenza dei popoli che chiedono la fine del blocco“

1. “È vero che siamo ancora sotto il blocco imperialista; è vero che gli imperialisti stanno cercando di inasprire questo blocco, e che non sappiamo per quanto tempo dovremo resistere a questa situazione, ma resisteremo, perché la nostra bandiera rivoluzionaria non si piegherà mai, perché la fronte alta di questa nazione non si piegherà mai! Perché affronteremo i rischi necessari per tutto il tempo necessario; affronteremo i sacrifici necessari per tutto il tempo necessario. Perché ci assumiamo la piena responsabilità della nostra condotta, della nostra storia, della nostra Rivoluzione“. (Discorso pronunciato il 28 settembre 1963 per il terzo anniversario dei Comitati per la difesa della rivoluzione).

2. “Dare filo da torcere agli yankee in agricoltura significa sconfiggere l’arma principale, o una delle armi principali, che hanno usato contro la nostra Rivoluzione, ovvero l’arma del blocco economico, cioè l’arma della fame.” (Chiusura del 3° Congresso Nazionale dell’ANAP, presso l’Istituto di Tecnologia “Rubén Martínez Villena”, 18 maggio 1967).

3. “Il loro blocco economico e le loro aggressioni contro di noi sono screditati, sono insostenibili nel mondo. Non hanno modo di difendere moralmente questa politica contro di noi… Il blocco viene mantenuto. La cosa immorale di questa politica statunitense è che intende usare il blocco come arma per negoziare con noi“. (Conclusioni della seconda sessione ordinaria dell’ANPP del 24 dicembre 1977).

4. “Come può parlare di diritti umani un governo imperialista che mantiene con la forza una base militare sul nostro territorio e sottopone il nostro popolo a un criminale blocco economico? Siamo pronti a resistere al blocco imperialista con dignità e abnegazione per tutti gli anni necessari. Se gli altri scendono a compromessi, se gli altri si lasciano corrompere, se gli altri tradiscono, Cuba saprà essere l’esempio di una rivoluzione che non si arrende, che non si svende, che non si consegna, che non si mette in ginocchio” (Discorso pronunciato il 26 luglio 1978).

5. “Il blocco è molto di più che vietare la vendita di merci da parte degli Stati Uniti, impedire di comprare o vendere negli Stati Uniti, è una feroce pressione e una feroce persecuzione per impedirci di fare affari di qualsiasi tipo, e tutto questo immenso potere è concentrato oggi contro il nostro Paese“. (Discorso pronunciato all’incontro con i Pastori per la Pace, 27 novembre 1992).

6. “Il blocco non è solo la proibizione di tutti i crediti, di tutte le strutture finanziarie. Il blocco non è solo la chiusura totale delle attività economiche, commerciali e finanziarie da parte degli Stati Uniti, la nazione più ricca del mondo, la nazione più potente del mondo in termini economici e militari, non solo 90 miglia dalle nostre coste, ma a pochi pollici dalle nostre coste, nel territorio occupato della base navale di Guantanamo… Per noi, la questione della fine del blocco in cambio di concessioni politiche, concessioni che corrispondono alla sovranità del nostro Paese, è inaccettabile. È assolutamente inaccettabile, è scandaloso, è irritante e, in realtà, preferiremmo morire piuttosto che rinunciare alla nostra sovranità” (discorso conclusivo dell’Incontro Mondiale di Solidarietà con Cuba, 25 novembre 1994).

7. “I governi degli Stati Uniti con il blocco ci hanno dato la possibilità di lottare fino in fondo, vessandoci costantemente ed escludendoci da tutto; ma siamo felici di essere esclusi in cambio della libertà di parlare senza compromessi in qualsiasi tribuna del mondo dove ci sono tante cause giuste da difendere“. (Discorso pronunciato nell’Aula Magna dell’Universidad Central de Venezuela)

8. “Anche durante il ‘periodo speciale‘, sotto il blocco, l’ostilità e le minacce del più potente impero mai esistito, il nostro popolo sta progettando e costruendo la società più giusta e umana mai conosciuta. Ne siamo pienamente consapevoli.” (Discorso all’evento centrale del 40° anniversario dell’Unione dei Giovani Comunisti UJC, 4 aprile 2002).

9. “La prima cosa che noi dirigenti della Rivoluzione cubana abbiamo imparato da Martí è stata quella di credere e agire in nome di un’organizzazione fondata per realizzare una rivoluzione. …. Nessun altro Paese piccolo e bloccato come il nostro sarebbe stato in grado di resistere così a lungo, ‘per ambizione, vanità, inganno o abuso di autorità’, a un potere come quello del suo potente vicino. Affermare questo è un insulto all’intelligenza del nostro eroico popolo“. (Testo: La cinica politica dell’impero pubblicato il 25 maggio 2008)

10. “L’ONU non può esistere senza la presenza dei popoli che chiedono la fine del blocco. Questa istituzione, nata quando la stragrande maggioranza di noi non era nemmeno indipendente, a cosa serve senza di noi? Che diritto abbiamo se non possiamo nemmeno chiedere la fine del blocco imposto contro un piccolo Paese? In un modo o nell’altro, siamo stati subordinati agli interessi degli Stati Uniti e della NATO, un’organizzazione militare guerrafondaia che spreca ogni anno più di un milione di milioni di dollari in guerre e armi, che sarebbero più che sufficienti per fornire l’essenziale esistenziale a tutti i popoli del mondo“. (dal testo: La rivolta all’ONU (SECONDA E ULTIMA PARTE) pubblicato il 1° novembre 2010).

Fonte: cuba-si.ch/it

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