Cuba commemora il trionfo della Rivoluzione d’Ottobre

Nel 105° anniversario della cosiddetta Rivoluzione d’Ottobre, il Primo Segretario del Comitato Centrale del Partito Comunista di Cuba e Presidente della Repubblica, Miguel Díaz-Canel, ha rievocato oggi l’impatto di quella prima esperienza socialista nel mondo, che stabilì un equilibrio bipolare.

Attraverso Twitter, il Presidente ha sottolineato che la Rivoluzione d’ottobre ha dato potere ai lavoratori e ha dimostrato che il socialismo è possibile.

Tra le altre conquiste del primo Stato operaio e contadino della storia, Díaz-Canel ha citato il contributo decisivo delle truppe sovietiche nella vittoria contro il nazifascismo durante la Seconda Guerra Mondiale e i progressi scientifici e tecnici, come il primo volo con equipaggio nello spazio della storia, nel 1961.

“Ha trionfato il 7 novembre, anche se è conosciuta come Rivoluzione d’Ottobre. Ha cambiato la storia, ha ispirato milioni di persone, ha dato potere ai lavoratori, ha dimostrato che il socialismo era possibile, ha sconfitto il nazifascismo, ha conquistato lo spazio. Ha equilibrato il mondo”, ha scritto il capo di Stato cubano.

La rivoluzione democratica borghese del 1917, guidata dai bolscevichi, riuscì a rovesciare lo zar dell’Impero russo attraverso manifestazioni popolari, scioperi successivi e insurrezioni militari che si trasformarono in un’insurrezione popolare.

Il trionfo avvenne il 7 novembre 1917, anche se allora il Paese seguiva il calendario giuliano e, secondo quell’almanacco, era il 25 ottobre.

La Rivoluzione ha ottenuto grandi risultati per la classe operaia e per il popolo, sia per il popolo russo che per i popoli di tutte le nazionalità che alla fine hanno costituito l’Unione delle Repubbliche Socialiste Sovietiche.

Questo trionfo portò anche un drastico cambiamento nella correlazione mondiale delle forze, dimostrando che esistevano altre forme di governo e di democrazia e che c’erano alternative al di là del capitalismo.

Fonte: acn

Traduzione: italiacuba.it


La Grande Rivoluzione del socialismo possibile

La Grande Rivoluzione Socialista d’Ottobre fu un avvenimento che «cambiò la storia, ispirò milioni, diede potere ai lavoratori, dimostrò che il socialismo era possibile, vinse il fascismo e conquistò lo spazio.
Diede equilibrio al mondo».

Miguel Díaz-Canel Bermúdez, Primo Segretario del Comitato Centrale del Partito e Presidente della Repubblica, ha scritto ieri in Twitter questa valutazione riferendosi all’avvenimento trascendentale della storia universale, la cui fondazione data 105 anni fa.

In occasione dell’anniversario è stata realizzata una cerimonia durante la quale  sono state collocate corone di fiori nel  mausoleo al Soldado Internazionalista Soviético, dove riposano i resti dei combattenti della ex Unione delle Repubbliche Socialiste Sovietiche (URSS), morti compiendo il proprio dovere nel nostro paese.

Corone del Ministero delle Forze Armate Rivoluzionarie (FAR), dell’ Istituto Cubano di Amicizia con i Popoli (ICAP) e delle  ambasciate della Russia e Bielorussia sono state espressioni di ricordo e gratitudine.

Il generale di divisione José Carrillo Gómez, presidente dell’Associazione dei Combattenti della Rivoluzione Cubana, ha affermato che il popolo cubano non dimenticherà mai la solidarietà e l’aiuto prestati dall’allora URSS nella difesa della nostra sovranità e indipendenza.

Poi ha aggiunto che in questi tempi di guerra politica, economica e ideologica, è imprescindibile «convertire in realtà questo mondo migliore che sognavano protagonisti della Rivoluzione Socialista d’Ottobre».

Valery Valerievich Baranovsky, ambasciatore della Bielorussia, ha detto che tentano di dimenticare e tergiversare l’importanza di questa celebrazione nella maggioranza delle antiche repubbliche della ex URSS.

Senza dubbio è molto difficile per il mio paese negarla, perchè grazie a questa è stato possibile fondare una repubblica con il diritto all’auto determinazione, allo sviluppo di una cultura distintiva e al rafforzamento dell’unità nazionale.

Hanno presieduto la cerimonia il generale di divisione Víctor Rojo Ramos, capo della Direzione Politica delle FAR; Ángel Arzuaga Reyes, vice capo del Dipartimento delle Relazioni Internazionali del Comitato Centrale del Partito; Fernando González Llort, Eroe della Repubblica di Cuba e presidente del ICAP; e gli ambasciatori in Cuba, Andrei Guskov, della Russia, e Ilham Aghayev, incaricato degli affari dell’Azerbaigian.

Inoltre erano presenti altri capi delle FAR e del Ministero degli Interni, e una rappresentazione del Corpo Diplomatico Militare accreditato in Cuba.


Ancora oggi, la Grande Rivoluzione

Robert Kennedy era un politico molto sagace. Fedele a suo fratello,  anche dopo l’assassinio di questi, la sua sorte non è stata molto diversa da quella di Jack.

Un anno dopo l’assassinio di Robert, fu pubblicato il suo libro/Trece días/, un racconto personale, nel Governo USA, durante la Crisi d’Ottobre.

Robert usa il suo libro per fare un’ode postuma a suo fratello Jack, e alla sua guida in quei giorni di tensione, e per sostenere che quegli avvenimenti furono un punto di cambio per il mondo.

Essendo l’uomo seguito e astuto che era, costa fatica pensare che non sapesse che il titolo di quelle memorie avrebbe fatto ritornare diversi lettori al classico di John Reed, /I dieci giorni che fecero tremare il mondo/.

L’analogia e il simbolismo sono troppo diretti perché sia casuale.

Reed era un giornalista comunista yankee, che fu testimone in prima persona della Grande Rivoluzione d’Ottobre. Il suo libro è un riassunto personale della- un giorno dopo l’altro – presa del potere bolscevico della Russia che, dall’insorgenza di febbraio, aveva cacciato lo zar Nicola.

Il libro comincia: «Alla fine di settembre del 1917 venne a vedermi a Pietrogrado un professore straniero di sociologia che visitava la Russia. Era stato informato da uomini d’affari e da intellettuali che la rivoluzione stava declinando».

John passa allora a raccontare come le classi ricche si facevano sempre più conservatrici e le masse popolari sempre più radicali.

Una pleiade di personaggi vari, includendo diversi partiti ai quali faceva paura la radicalizzazione rivoluzionaria, chiedeva che si facesse ordine.

«Il 14 ottobre, diceva l’organo ufficiale dei socialisti moderati, il dramma della rivoluzione ha due atti: la distruzione del vecchio regime e la creazione del nuovo».

Il primo atto è durato già abbastanza perchè – due frasi dopo – gli stessi  moderati spaventati dal estremo rivoluzionario, chiedessero un incontro per mediare: «Affrettiamoci amici a terminare la rivoluzione, chi la fa durare troppo non raccoglierà i frutti».

Dopo due mesi il Palazzo d’Inverno a Petrogrado fu preso dalle forze rivoluzionarie con pochissima resistenza tra il 7 e l’8 novembre, e Lenin lanciò il suo proclama “Ai cittadini della Russia”.

La Rivoluzione Sovietica era un fatto. Per la seconda volta nella storia operai e contadini tentavano di prendere il cielo per assalto.

La prima non riuscì a sostenersi per molto tempo nella Parigi della Comune. Stavolta resistette per più di settanta anni.

In questo tempo, nonostante l’assalto continuato del sistema di un mondo capitalista, ha affrontato l’intervento imperialista nella stessa culla della sua vittoria; ha vinto le truppe fasciaste, ha lanciato nello spazio la prima navicella umana, il primo uomo e la prima dona nel cosmo.

Ha industrializzato un paese di contadini, ha creato una società con un maggior livello educativo medio; ha creato il primo sistema di salute universale gratuito della storia; ha dato potere alla donna facendone una protagonista attiva; ed servita da freno alla voracità imperialista, permettendo una correlazione di forze che ha reso possibile il successo de movimento  decolonizzatore successivo alla II Guerra Mondiale, in Africa, Asia e America Latina.

Ancora oggi la capacità di resistenza delle forze rivoluzionarie del mondo è possibile grazie al fatto che c’è stata una grande rivoluzione socialista d’ottobre.

Marx enunciò quella famosa tesi che: «I filosofi non hanno fatto altro che interpretare il mondo in diversi modi, ma quello che si tratta è trasformarlo».

I sovietici russi lo hanno fatto.

A 105 anni da quell’inizio i rivoluzionari del pianeta dovremmo  abbandonare i complessi indotti da fallimenti e tornare alle radici di quella rivoluzione e proporci di nuovo di sconfiggere il capitalismo.

Tutto considerato, gli uomini non hanno fatto altro che distruggere il mondo in diversi modi, ma quello di cui si tratta è salvarlo. Salviamolo.

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