Il piano che cucina la destra contro il socialismo

L’ex presidente della Bolivia, Evo Morales, ha espresso una dura critica alla Conferenza d’Azione Politica Conservatrice (CPAC), terminata il 20 novembre scorso, in un messaggio inviato al ex presidente  Donald Trump, che ha convocato le forze politiche della destra a unirsi contro il socialismo.

«Trump rivendica le politiche d’intervento della Casa Bianca e fa un richiamo disperato per “fermare l’espansione del socialismo”, ai politici più reazionari e falliti, riuniti nella  CPAC. Ripudiamo questo atteggiamento interventista, colonialista e imperialista», ha detto l’ex presidente della Bolivia, Evo Morales, dopo la convocazione di Donald Trump a tutte le forze politiche della destra in America Latina a riunirsi contro il socialismo.

La riunione a cui si è riferito Evo, è la Conferenza d’Azione Politica Conservatrice (CPAC), recentemente realizzata, che ha riunito nella capitale del Messico nomi importanti della destra conservatrice continentale,  guidata dal repulsivo Eduardo Verástegui, presidente della CPAC del Messico e leader dell’organizzazione cattolica /Movimiento Viva México/, che difende le dottrine borghesi, conservatrici, fasciste e patriarcali.

Verástegui  ha espresso apertamente nella conferenza la sua simpatia per Donald Trump, in evidente appoggio alla candidatura del magnate per le elezioni presidenziali  del 2024, e questi, applaudendo il coro a suo favore, evoca la Dottrina Monroe quando parla d’imporre e politiche di Washington in America Latina e nei Caraibi, come ha avvertito  Morales nel suo tuit.

Nel suo discorso, Verástegui ha attaccato anche il presidente Andrés Manuel López Obrador, dandogli la  responsabilità d’una presunta  agenda culturale contro i valori borghesi e di una  militarizzazione del paese per eliminare la libertà d’espressione, cosa molto lontana dal programma del governo implementato  dall’amministrazione attuale, che, al contrario, vuole il recupero dell’identità nazionale basata nella difesa delle garanzie sociali per tutti i messicani.

Di fronte all’euforia dei suoi seguaci, Donald Trump ha detto: «È necessario detenere la propagazione del socialismo e non lasciare che continui ad espandersi nella nostra regione e nelle nostre terre».
Per questi oratori, un sistema sociale orientato all’equità, la giustizia sociale e la protezione dell’essere umano, al disopra dei guadagni finanziari, è al di fuori delle ideologie.

Lo stesso  López Obrador, in una sua conferenza mattutina, ha definito i leaders conservatori partecipanti: «razzisti, classisti e corrotti, che non hanno scrupoli di sorta».

Hanno partecipato alla riunione, per esempio, Ted Cruz, senatore repubblicano per il Texas; Steve Bannon, assessore politico di Trump e comunicatore; Eduardo Bolsonaro, figlio dell’attuale presidente del Brasile, tra le altre tristi figure della destra  latino americana.

Questo tipo di riunione si realizza dal 1974 con slogan di frasi fatte come: “a favore della famiglia”, della religione cattolica, della libertà e della democrazia, senza la minima costruzione articolata di un’agenda davvero inclusiva.

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