Cambio nella strategia USA e trasformazione del MC-21N

 in un’organizzazione terroristica per la destabilizzazione del Venezuela

Katu Arkonada

Il 5 marzo 2022, anniversario della morte del Comandante Hugo Chávez (niente è un caso), è arrivata a Caracas una delegazione del governo USA. Gli emissari di Joe Biden avevano un obiettivo chiaro: data l’impossibilità di garantire l’approvvigionamento di petrolio a causa del conflitto tra USA/NATO e Russia, con l’Ucraina per procura, volevano negoziare la riduzione delle sanzioni all’industria petrolifera venezuelana e l’ingresso in quel mercato della statunitense Chevron.

Di recente, e anche in modo correlato, siamo venuti a conoscenza di altri due avvenimenti. In primo luogo, l’ambasciatore spagnolo in Venezuela ha consegnato le sue credenziali a Nicolás Maduro, il che implica che il governo di Pedro Sánchez smette di riconoscere il fantoccio Guaidó (prima lo avevano già fatto gli USA e presto lo farà l’Unione Europea) e pone esplicitamente come unico interlocutore l’unico governo legittimo esistente in Venezuela.

Un paio di giorni prima il governo venezuelano aveva annunciato che sarebbe stato il ministro degli Esteri e non il presidente Maduro a recarsi a Buenos Aires per partecipare al Vertice dei Capi di Stato della Comunità degli Stati Latinoamericani e Caraibici (CELAC) in vista delle informazioni ottenute su un piano della destra neofascista per compiere una serie di aggressioni contro la delegazione venezuelana e il suo Capo di Stato.

Abbiamo annunciato parte di questo piano la scorsa settimana, con la dovuta cautela e attenzione alle fonti, nel testo intitolato “Dall’ALCA alla CELAC, l’ingerenza USA non si ferma“[1].

Quindi cosa sta succedendo in Venezuela? Possiamo pensare che ci sia un allentamento delle misure di “pressione” promosse dagli USA e dall’Unione Europea contro la Rivoluzione Bolivariana?

La risposta è no. Succede che la strategia della violenza, guarimbas (rivolte di strada), pressioni internazionali, blocco economico incentrato sull’industria petrolifera e l’autoproclamazione di Guaidó, non ha dato risultati e tra pochi mesi si avvicinano le elezioni presidenziali, elezioni alle quali l’opposizione venezuelana arriva debole e Nicolás Maduro e il PSUV arrivano con forza e molte possibilità per ripetere la vittoria del 2018.

Come parte di questo cambio di strategia negli ultimi tempi, è stata costituita un’organizzazione chiamata “Movimiento Ciudadano 21 de Noviembre” (MC-21N), la cui strategia sovversiva mira a rovesciare il governo di Nicolás Maduro, provocando uno scenario di ingovernabilità nei prossimi 4 mesi. In questa strategia si sforzeranno di aggiungere settori scontenti della società venezuelana, concentrandosi in particolare sul settore della sanità e dell’istruzione e su alcuni dirigenti sociali.

Il movimento “MC-21N” propone nei suoi documenti non pubblici a cui abbiamo avuto accesso, di avviare una campagna di destabilizzazione all’insegna della libertà democratica, rispetto dei diritti umani, rilascio dei cosiddetti prigionieri politici e intensificazione delle denunce di corruzione nel governo venezuelano.

Uno dei loro principali campi di battaglia saranno le reti sociali, dove con gli aiuti stranieri allestiranno campagne mediatiche di fake news denunciando il presunto malessere della popolazione con l’obiettivo di rigenerare un clima di contestazioni, e poiché la via violenta non ha dato risultati utilizzeranno formalmente la modalità della resistenza passiva nonviolenta. L’obiettivo: chiedere le dimissioni di Nicolás Maduro, accusandolo di essere un dittatore e un narcoterrorista.

Allo stesso modo, l’organizzazione “MC-21N” è stata incaricata da forze esterne di lavorare alla cooptazione di ufficiali attivi e in pensione delle Forza Armata Nazionale Bolivariane (FANB), mirando a posizioni di alto rango.

Il “MC-21N” sta indirizzando i suoi membri a organizzare  nuclei di intelligence regionali al fine di fornire informazioni aggiornate sul governo, l’esercito e i settori popolari, nonché ielementi sensibili e in tempo reale su PDVSA. La raccomandazione che fanno se vengono arrestati è di insistere che agiscano per proprio conto per distogliere l’attenzione delle forze di sicurezza venezuelane.

L’ “MC-21N”, creato ufficialmente nell’ottobre 2021, pretende di farsi passare per una ONG, ma è chiaramente un’organizzazione politica di estrema destra il cui obiettivo, nonostante i tentativi di diffusione di prendere le distanze dalle azioni violente del passato, rimane una via d’uscita violenta per il Venezuela, senza escludere, se possibile, l’assassinio di Nicolás Maduro Moros.

Tra i suoi membri c’è l’oppositore venezuelano José Patines, autodefinitosi anticomunista e antichavista, che ha sostenuto pubblicamente Guaidó.

La strategia che l'”MC-21N” sta attualmente definendo coincide con le azioni di guerra non convenzionali promosse dagli USA contro il Venezuela e altri paesi progressisti. Il suo Presidente, William Jiménez, è un membro di alto rango di una federazione interamericana di avvocati con sede a Washington.

Il Movimiento Ciudadano 21 de Noviembre riceve finanziamenti da “Creative Associates” del Costa Rica, noto per aver articolato con finanziamento USAID la Rete Zunzuneo contro la Rivoluzione Cubana, che rivela un livello di articolazione con i centri di sovversione politico-ideologica promossi dai servizi di intelligence USA.

È impossibile svincolare ciò che sta accadendo in Venezuela dal golpe in Bolivia, dal golpe parlamentare contro Pedro Castillo in Perù o dall’assalto alla democrazia in Brasile da parte del bolsonarismo. E tutte le piste da sud puntano a nord…

 [1]https://www.elciudadano.com/columnas/del-alca-a-la-celac-la-injerencia-estadounidense-no-se-detiene/01/18/


Cambio en la estrategia estadounidense y transformación del MC-21N en organización terrorista para la desestabilización de Venezuela

Por: Katu Arkonada

El 5 de marzo de 2022, aniversario de la muerte del Comandante Hugo Chávez (nada es casualidad), llegaba a Caracas una delegación del gobierno estadounidense. Emisarios de Joe Biden que tenían un objetivo claro: ante la imposibilidad de garantizar el suministro de petróleo debido al conflicto entre Estados Unidos/OTAN y Rusia, con Ucrania como proxy, querían negociar la reducción de sanciones a la industria petrolera venezolana y la entrada en ese mercado de la estadounidense Chevron.

Recientemente, y también de manera relacionada, hemos conocido otros dos sucesos. En primer lugar, el Embajador español en Venezuela entregó sus cartas credenciales a Nicolás Maduro, lo que implica que el gobierno de Pedro Sánchez deja de reconocer a la marioneta Guaidó (anteriormente ya lo había hecho Estados Unidos, y pronto lo hará la Unión Europea) y explícitamente coloca como único interlocutor al único gobierno legítimo que existe en Venezuela.

Un par de días antes, el gobierno venezolano anunciaba que sería el Canciller y no el Presidente Maduro el que viajaría a Buenos Aires para participar en la Cumbre de Jefes de Estado de la Comunidad de Estados Latinoamericanos y Caribeños (CELAC) ante la información obtenida sobre un plan de la derecha neofascista para llevar a cabo una serie de agresiones contra la delegación venezolana y su Jefe de Estado.

Parte de este plan lo dimos a conocer la semana pasada, con la debida precaución y cuidado a las fuentes, en el texto titulado “Del ALCA a la CELAC, la injerencia estadounidense no se detiene”[1].

¿Qué está pasando entonces en Venezuela? ¿Podemos pensar que se está dando un relajamiento de las medidas de “presión” impulsadas por Estados Unidos y la Unión Europea contra la Revolución Bolivariana?

La respuesta es no. Sucede que la estrategia de violencia, guarimbas, presión internacional, bloqueo económico centrado en la industria petrolera y auto proclamación de Guaidó, no ha dado resultado y se acercan en pocos meses las elecciones presidenciales, elecciones a las que la oposición venezolana llega débil y Nicolás Maduro y el PSUV llegan con fuerza y muchas posibilidades de repetir la victoria de 2018.

Como parte de este cambio de estrategia en fechas recientes se conformó una organización llamada “Movimiento Ciudadano 21 de Noviembre” (MC-21N), cuya estrategia subversiva tiene como objetivo derrocar al gobierno de Nicolás Maduro, provocando un escenario de ingobernabilidad en los próximos 4 meses. En esa estrategia harán un esfuerzo por sumar a sectores descontentos de la sociedad venezolana, enfocándose especialmente en el sector salud y educación, y en algunos líderes sociales.

El movimiento “MC-21N” propone en sus documentos no públicos a los que hemos tenido acceso, iniciar una campaña de desestabilización bajo la bandera de la libertad democrática, respeto a los Derechos Humanos, liberación de los llamados presos políticos e intensificación de denuncias de corrupción en el gobierno venezolano.

Uno de sus principales campos de batalla serán las redes sociales, donde con ayuda extranjera van a montar campañas mediáticas de fake news denunciando el supuesto malestar de la población con el objetivo de volver a generar un clima de protestas, y al no haber dado resultado la vía violenta, formalmente utilizarán la modalidad de resistencia pasiva no violenta. El objetivo: exigir la renuncia de Nicolás Maduro acusándolo de dictador y narcoterrorista.

Asimismo, la organización “MC-21N” ha sido instruida por fuerzas externas para trabajar en la cooptación de oficiales activos y retirados de la Fuerza Armada Nacional Bolivariana (FANB), apuntando a cargos jerárquicos altos.

El “MC-21N” está orientando a sus miembros a organizar cédulas de inteligencia regional con el fin de suministrar información actualizada sobre el gobierno, el ejército y los sectores populares, así como elementos sensibles y en tiempo real sobre PDVSA. La recomendación que hacen si son detenidos es insistir en que actúan a nombre propio para desviar la atención de las fuerzas de seguridad venezolanas.

El” MC-21N”, creado oficialmente en octubre de 2021, pretende hacerse pasar por una ONG, pero claramente es una organización política de extrema derecha cuyo objetivo, a pesar de difundir intentar distanciarse de las acciones violentas del pasado, sigue siendo una salida violenta para Venezuela, sin descartar, en caso de ser posible, el magnicidio de Nicolás Maduro Moros.

Entre sus miembros se encuentra el opositor venezolano José Patines, autodefinido como anti comunista y anti chavista, que ha venido apoyando públicamente a Guaidó.

La estrategia que está definiendo en estos momentos el “MC-21N” coincide con las acciones de guerra no convencional impulsadas por Estados Unidos contra Venezuela y otros países progresistas. Su Presidente, William Jiménez, es miembro de alto rango de una federación interamericana de abogados con sede en Washington.

El Movimiento Ciudadano 21 de Noviembre recibe financiamiento de “Creative Associates” de Costa Rica, conocidos por haber articulado con financiamiento de USAID la Red Zunzuneo contra la Revolución Cubana, lo cual devela un nivel de articulación con los centros de subversión político-ideológica impulsados por los servicios de inteligencia estadounidenses.

Es imposible desvincular lo que está sucediendo en Venezuela, del golpe de Estado en Bolivia, el golpe parlamentario contra Pedro Castillo en Perú o el asalto a la democracia en Brasil por parte del bolsonarismo. Y todas las pistas desde el sur, apuntan al norte…

Notas:

[1]https://www.elciudadano.com/columnas/del-alca-a-la-celac-la-injerencia-estadounidense-no-se-detiene/01/18/

Share Button

Leave a Reply

Your email address will not be published. Required fields are marked *

This site uses Akismet to reduce spam. Learn how your comment data is processed.