Nord Stream, i palloni e il terrorismo di Stato

Come si può fabbricare una terza guerra mondiale?

 

Mostrare lo show mediatico relazionato con i presunti «palloni spie  Cinesi» solo «vuole  distrarre l’attenzione mondiale del sabotaggio realizzato contro il gasdotto russo Nord Stream», del quale sono venute alla luce le chiare evidenze che è stato realizzato da una missione degli Stati Uniti.


Questa affermazione dell’ex impiegato della CIA, Edward Snowden, più gli elementi   apportati dal giornalista statunitense Seymour Hersh, vincitore del premio Pulitzer per un lavoro sulla guerra del Vietnam, apportano chiarezza totale alla convinzione–abbastanza generalizzata– che si è trattato di un fatto di terrorismo di Stato.

Logicamente, il governo degli USA ha negato la sua implicazione, mentre l’Europa, la più danneggiata per la sua sottomissione a Washington e le sue sanzioni contro la Russia, anche se guarda con incertezza quel che è uscito alla luce pubblica, oggi preferisce tacere e continuare ad accompagnare il governo statunitense nella sua guerra economica e mediatica contro Mosca.

Snowden, ex analista della CIA, ha scritto a proposito dell’ossessione di Washington d’accusare la Cina per i palloni apparsi nel cielo statunitense e abbattuti da aerei da guerra: «Vorrei che fossero extra terrestri, ma non sono extraterrestri è solo panico indotto artificialmente, una molesta attrazione che richiama l’attenzione, assicurando che i reporters della sicurezza nazionale siano assegnati a investigare scemenze di palloni, non bilanci o bombardamenti dei gasdotti Nord Stream]», ha scritto in Twitter.

Il giornalista Seymour Hersh ha suggerito recentemente che i gasdotti Nord Stream sono stati fatti saltare.

«Molti di noi abbiamo seguito da vicino l’azione di sabotaggio.

Molte capital europee hanno detto: È stata la Russia che ha fatto saltare il suo gasdotto, e questo logicamente non aveva alcun senso», ha sottolineato.

Poi lo stesso giornalista ha analizzato: «C’era solo qualche indizio, come l’annuncio del presidente Joe Biden, nel mese di gennaio. Per me, una cosa era chiara dal 2018, cioè che gli USA erano determinati ad assicurarsi che questo sistema di gasdotto non divenisse mai operativo».

Hersh aveva anche segnalato in un articolo che «nessun grande giornale statunitense aveva indagato sulle precedenti minacce ai gasdotti da parte di Biden e della vice segretaria di Stato, Nuland».

«Come si può supporre, se i funzionari statunitensi sono davvero i responsabili d’aver ordinato l’attacco e i media di comunicazione lo nascondono a proposito, è sicuro supporre che sono complici di questo crimine?», ha indicato.

Il sito web Sputnik raccoglie la rivelazione del premiato giornalista statunitense, nella quale dice che gli USA, preparando il piano delle esplosioni dei gasdotti Nord Stream, avevano deciso che «è meglio che la Germania si congeli in inverno» (per la mancanza del gas russo) a «che smetta d’appoggiare l’Ucraina».

Poi segnala che «originalmente Biden pianificava di far saltare i gasdotti nel giugno scorso, ma all’ultimo minuto aveva cambiato opinione ed aveva emesso nuovi ordini dando la capacità di far scoppiare le bombe in qualsiasi momento».

Così nel settembre 2022, otto bombe dovevano scoppiare di fronte all’isola di Bornholm, nel mar Baltico, ma ne scoppiarono solo sei.

Seymour Hersh ha rivelato inoltre in un articolo pubblicato nel suo blog, che «furono sub della Marina che collocarono gli esplosivi sotto i gasdotti Nord Stream nel giugno del 2022».

E conclude: «Una fonte vicina al tema, l’operazione fu realizzata  con la copertura degli esercizi Baltops 22, della NATO. Tre mesi dopo i dispositivi furono attivati».

Il tema del terrorismo di Stato realizzato contro il gasdotto russo e il fatto fabbricato dei «palloni spia» cinesi, non si può limitare alla versione mediatica del paese con patrimonio nei due fatti  – Stati Uniti–, ma dev’essere un richiamo a porre fine a provocazioni che in uno o in un altro caso possono condurre a maggiori tensioni tra potenze nucleari, e rendere realtà quel che ha detto Papa Francisco:
«stiamo già vivendo in una terza guerra mondiale».

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