Base navale di Guantánamo: 120 anni di occupazione illegale USA

Da 120 anni gli USA mantengono illegalmente una base navale nella provincia cubana di Guantánamo, installata dopo la firma di un contratto di locazione bilaterale in un giorno come oggi, nel 1903.

Molto prima di quella data, ancor prima dell’inizio delle lotte indipendentiste contro il dominio spagnolo sull’isola, i padri fondatori della nazione del nord avevano già avvertito dell’enorme potenziale del territorio delle Antille orientali, situato a 1000 chilometri dall’Avana.

Parlando a Prensa Latina, René González Barrios, direttore del Centro Fidel Castro Ruz, ha spiegato che questa ambizione è radicata nella posizione strategica e geopolitica della sua baia, che permette al traffico marittimo di dominare i Caraibi meridionali.

Questo, ha detto, è la prova di come, dopo l’intervento USA nella guerra tra le truppe cubane e spagnole nel 1898, il primo porto occupato dalla marina USA fu la baia di Guantánamo, e da lì organizzarono l’invasione di Porto Rico e l’attacco a Santiago de Cuba.

Poi, con l’introduzione dell’Emendamento Platt alla Costituzione del 1901, sotto la minaccia di una possibile continuazione dell’occupazione militare di Washington, “limitarono la nostra sovranità, emerse una Repubblica e uno Stato proiettato che assumeva l’intrusione nell’isola come un diritto”.

In conformità con l’articolo VII di questa appendice della Magna Charta, Cuba e gli Stati Uniti firmarono nel 1903 il Trattato per l’affitto di basi navali e bunker di carbone, che inizialmente permise la creazione di quattro enclave: Guantánamo, Cienfuegos, Bahía de Nipe e Bahía Honda.

La base navale di Guantánamo entrò in funzione nel dicembre 1903 e, secondo l’opinione dell’ex presidente dell’Istituto di Storia Cubana, fu, nella prima metà del XX secolo, il palcoscenico per l’addestramento e la preparazione della flotta statunitense. Questa destinazione costituì “la punta di diamante per le invasioni del resto dei Paesi della zona, da cui partì una parte importante delle navi statunitensi che fecero incursioni in Messico nel 1914, Haiti, Repubblica Dominicana, Nicaragua e Guatemala”.

L’installazione era, quindi, “un centro di tensione continentale” e un trampolino di lancio militare e di prova per le aggressioni promosse dalla Casa Bianca contro l’America Latina e i Caraibi, oltre ad altre conseguenze negative come la deformazione sociale.

“I Marines e le truppe di stanza nella base richiedevano, con le loro leggi senza scrupoli, l’istituzione di luoghi di svago che, in questa regione orientale, erano i bordelli”. Guantánamo, Caimanera e Boquerón costituivano zone di tolleranza”, ha detto l’esperto.

Nacquero numerosi bar e bordelli; allo stesso tempo, lo sviluppo economico della zona rispondeva all’assicurazione dei soldati e, ad esempio, l’acquedotto di Yateritas forniva acqua solo alla base, mentre la città di Caimanera mancava del liquido vitale.

Durante la Seconda guerra mondiale (1939-1945), secondo le testimonianze dell’epoca, il porto di Guantánamo era il secondo più importante al mondo per la Marina statunitense, dopo New York, a causa del traffico militare e della presenza di truppe.

Dopo il trionfo della Rivoluzione a Cuba, il 1° gennaio 1959, il tono delle aggressioni – che già avvenivano nei pressi della base – cambiò e iniziò una campagna di ostilità e provocazione contro i miliziani e poi contro la Brigata di frontiera, costituita nel 1961.

“Hanno iniziato a sparare dal territorio occupato illegalmente verso le postazioni cubane, hanno assassinato i soldati dell’isola e hanno lanciato campagne di disinformazione per incolpare i militari della nazione caraibica”, ha detto González Barrios.

Dopo il fallimento di Playa Girón, nell’aprile del 1961, hanno escogitato, attraverso l’Operazione Mangusta, pretesti per l’invasione, basati, ad esempio, sull’abbattimento di un aereo che trasportava studenti americani, sull’affondamento di una nave o su un’auto-aggressione con mortai.

“Oggi i rapporti con le autorità di base sono diversi, basati sul rispetto. Ma finché esisteranno l’imperialismo e l’occupazione di questo territorio, la possibilità di giustificare un attacco o un intervento militare statunitense a Cuba è latente”, ha concluso l’esperto.

Fonte: CubaSi

Traduzione: italiacuba.it


«Sono già 120 anni d’imposizione contro la volontà popolare, de l furto alla sovranità cubana, dell’illegalità, di un pugnale inflitto nel costato di Cuba che ferisce anche altre nazioni  por il suo uso come prigione senza legge».

Il Primo Segretario del Comitato Centrale del Partito e Presidente della Repubblica, Miguel Díaz-Canel Bermúdez, ha definito così, in Twitter, la presenza della base navale che gli USA mantengono nella provincia di Guantánamo.

Anche il  cancelliere Bruno Rodríguez, membro del Burò Politico, ha sostenuto in questa rete sociale che la base «costituisce una punta di lancia per le invasioni al resto dei paesi dell’area», nella quale si mantiene una prigione d’alta sicurezza con trattamenti disumani.

Dopo l’intervento nordamericano nella Guerra ispano-cubana, questo fu, nel 1898, il primo porto occupato dalla marina degli USA che da lì  organizzarono l’invasione di Puerto Rico  e l’attacco navale a Santiago di Cuba.

Dopo il trionfo della Rivoluzione, il 1º gennaio del 1959, in questo territorio si organizzarono azioni contro pescatori cubani, e furono assassinati i combattenti della brigata della frontiera, Luis Ramírez López e Ramón López Peña.

Il Governo Rivoluzionario, nei vari forum internazionali, ha reclamato, a nome del popolo di Cuba, la chiusura dell’ illegale base e la restituzione dello spazio che occupa un’importante baia del territorio sovrano dell’Isola, illegalmente occupato.

 

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