È terminata in Qatar la Conferenza della ONU sui paesi meno sviluppati

Nella sua condizione di presidente pro-tempore del Gruppo dei 77 più Cina, Cuba ha avuto un’attiva partecipazione nell’evento, la cui delegazione era guidata da Rodrigo Malmierca Díaz, ministro del Commercio Estero e l’Investimento Straniero.

Miguel Febles Hernández

La Vª Conferenza dell’Organizzazione delle Nazioni Unite (ONU) sui paesi Meno Sviluppati (PMA) è terminata giovedì 9 a Doha, capitale del Qatar, dopo l’approvazione di una Dichiarazione Politica indirizzata a impulsare la realizzazione del Piano d’Azione di Doha 2022.

Gli specialisti hanno riferito che la sua implementazione sarà possibile solo se si conterà con la solidarietà internazionale si applicherà in maniera coordinata e coerente con gli impegni previsti nell’ Agenda 2030, l’Agenda d’Azione di Addis Abeba, Etiopia, e l’Accordo di Parigi, Francia.

Lo stesso Segretario Generale della ONU, António Guterres, ha commentato nell’incontro che il Programma d’Azione di Doha «ci ricorda che il recupero mondiale dipende dal fatto che i PMA ottengano l’appoggio che necessitano», per cui necessitano investimenti audaci nei sistemi di salute, educazione e protezione sociale.

Nella sua condizione di presidente pro-tempore del Gruppo dei 77 più Cina, Cuba ha avuto un’attiva partecipazione all’evento, la cui delegazione era guidata da Rodrigo Malmierca Díaz, ministro del Commercio Estero e l’Investimento Straniero che, come parte della sua agenda, ha incontrato Csaba Korösi, presidente dell’Assemblea Generale della ONU.

Dopo la ratificazione dell’appoggio reciproco tra l’ufficio dell’alto rappresentante delle Nazioni Unite e la Presidenza del G-77+Cina, le due parti hanno richiamato l’attenzione sulla collaborazione congiunta nei prossimi vertici sull’Acqua obre Agua e gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile, come nei temi relativi al cambio climatico e i finanziamento per lo sviluppo.

La Vª Conferenza delle Nazioni Unite sui Paesi Meno Sviluppati (LDC5 la sigla in inglese), che ha contato con la partecipazione di presidenti e ministri di 33 paesi africani e 12 di Asia-Pacifico, Haiti e Cuba, è stata un’opportunità unica pera accelerare lo Sviluppo sostenibile in questi luoghi dov’è più necessaria l’assistenza con l’appoggio internazionale.

Nel 1971, la comunità internazionale aveva riconosciuto come Paesi Meno Sviluppati una categoria di nazioni caratterizzate non solo dalla povertà generalizzata, ma anche dalla debolezza strutturale delle loro risorse economiche, istituzionali e umane, aggravate inoltre da svantaggi geografici.

Il gruppo, formato allora da 25 paesi (il numero ora è aumentato a 46) è stato descritto dalle Nazioni Unite come «il settore più povero e debole della comunità internazionale», il cui sviluppo economico e sociale rappresenta una grande sfida sia per questi paesi che per i loro associati nello sviluppo.

Con l’obiettivo di rispondere alle necessità speciali dei paesi meno sviluppati, l’Assemblea Generale ha convocato cinque conferenze: Parigi, 1981; Parigi, 1990; Bruxelles, 2001; Istambul, 2011; e Doha 2003, i cui risultati restarono plasmati in dichiarazioni e programmi d’azione incamminati alla realizzazione della promessa dell’ Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile.

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