Gli anni distrutti dal fuoco

Anche se è molto difficile fare una precisa valutazione delle perdite nella biodiversità della zona danneggiata, sino a che si ottenga la completa estinzione del sinistro, le stime preliminari indicano danni  importanti nei boschi di pini e di  eucaliptos, nei pascoli, le piantagioni di caffè  e altri tipi di vegetazione, che comprende con un’alta probabilità piante in pericolo d’estinzione , in pericolo critico o nel rango di vulnerabili.


Nel  caso specifico delle specie della fauna, è quasi impossibile ancora determinare quali hanno sofferto il maggiore impatto anche se, per l’importanza dei danni provocati ai loto habitat si osserva che sono considerevoli.

Un  altro elemento da considerare si relaziona con il danno ai suoli, perchè i grandi incendi forestali provocano la perdita di vitali nutrienti che stimolano la crescita e danno vigore alle piante, come per esempio, il fosforo.

Più incendi forestali che nel 2022?          

I dati del Corpo dei Guardaboschi di Cuba (CGC), indicano che il numero degli incendi forestali registrati sino quest’anno, sino ad ora, sono stati  277, cifra che già si approssima al numero di  284 contati nel 2022, quando restano ancora quasi tre mesi della tappa più critica per la loro occorrenza nel nostro arcipelago (dal 1º  febbraio al 31 maggio).

Le perdite provocate da quegli 284 incendi forestali comprendono 1 876 ettari di boschi, il maggior volume registrato dei tre anni precedenti. Di questo totale, il 90 % è stato provocato da negligenze umane.

Per  le condizioni  avverse, essenzialmente della temperatura, marzo è stato il mese più colpito, mentre Pinar del Río, Matanzas, Artemisa e il municipio speciale Isola della Gioventù, sono stati i territori più danneggiati. A Mayabeque e nelle più occidentali delle provincie sono stati registrati i grandi e molto grandi.

Una mostra dell’efficacia e della  destrezza delle forze del  CGC è che nel 2022 si è riusciti a soffocare l’84 % degli incendi provocati, indice che si è mantenuto  durante 12 anni consecutivi al disopra del  70 % dell’ effettività.

I territori più colpiti sono stati le provincie di Pinar del Río, Artemisa, Holguín, Camagüey e del municipio speciale Isola della Gioventù.

Le investigazioni sviluppate negli ultimi anni dagli specialisti del CGC confermano che tra le principali azioni  negligenti, figurano quelle provocate da fumatori e passanti che gettano mozziconi accesi in luoghi con un’alta concentrazione di erba secca e altri composti infiammabili, i falò senza controllo  per eliminare residui di raccolti, pulire terreni e altri fini, il transito di veicoli senza para scintille, dentro i boschi, siano trattori o camion, così come l’uso del fuoco da parte dei pescatori e dei cacciatori furtivi.

Gli esperti del Centro di Meteorologia Agricola dell’Istituto de Meteorologia, hanno detto a Granma che l’intensa siccità, la quantità di giorni consecutivi con altr temperature e la notevole secchezza del suolo, unite alla persistenza di venti forti a raffiche,  sono fattori vincolati allo stato del tempo, che hanno favorito la propagazione dell’incendio forestale di Pinares de Mayarí.

Così  com’è successo con altri avvenuti nell’arcipelago cubano, questo è iniziato e si è esteso attraverso luoghi di difficile accesso, che rendono più complessi i lavori d’estinzione.

Sul comportamento per provincie, si può apprezzare che , secondo le  statistiche disponibili, tra il 2011 e il 2019 è stata Pinar del Río quella con la maggior area danneggiata dagli incendi, eccetto nel 2014 e 2017.

I passi avanti della scienza e la tecnologia apportano nuovi strumenti per affrontare gli incendi forestali e Cuba è incorporata al controllo del suo territorio per mezzo di satelliti orbitali capaci di scoprire per sistemi remoti e molto rapidamente, l’inizio di un incendio con queste caratteristiche.

A livello mondiale, negli ultimi decenni, gli incendi forestali sono diventati un importante problema ambientale, seguito con somma attenzione dalla comunità scientifica.

Il 23 febbraio dell’anno scorso, il Programma delle Nazioni Unite per  l’Ambiente ha pubblicato una relazione nella quale incita i paesi ad adottare nuove  forme  di scontro a questi incidenti estremi, considerando le predizioni di un incremento di questi, del 14 %  nel 2030, il 30 % nel finale del  2050, e il 50 % per la fine del XXI secolo.

In quanto tempo si recupera un bosco bruciato?

Un  recente studio dell’Università Nazionale Australiana, pubblicato dalla  rivista Nature Geoscience spiega che un bosco bruciato in un incendio forestale può tardare decenni a recuperarsi, e anche molto più tempo rispetto ai 30 anni   approssimativamente necessari dopo un taglio  indiscriminato.

Il  dottore in Scienze Biologiche, membro di merito dell’ Accademia delle Scienze di Cuba e professore titolare dell’Istituto d’Ecologia e Sistematica dell’ Agenza dell’ Ambiente, René Capote López, ha riferito che le investigazioni realizzate dagli specialisti cubani nella Riserva della Biosfera Sierra del Rosario, pubblicate da Unesco-mab 1988, hanno evidenziato che il recupero  delle aree deforestate necessita come minimo, da 20 a 40 anni.

I danni ecologici totali sono complicati da quantificare, ma acuiscono i problemi ambientali, come l’aumento delle emissioni di diossido di carbonio  all’atmosfera, la perdita della biodiversità e il deterioramento dei suoli.

Il  fuoco non solo provoca la morte diretta di animali e piante: provoca anche  effetti indiretti, come lo stress, la distruzione del habitat e delle fonti di alimenti, oltre alla scomparsa o lo spostamento di non poche specie.

Mettere un freno all’incremento annuale degli incendi forestali è improrogabile .

Il costo in materia ambientale e gli enormi danni all’economia se lo meritano.


Il Centro delle Investigazioni Ambientali valuta i danni provocati dall’incendio forestale a Pinares de Mayarí

 

24.03 – Le zone bruciate dall’incendio forestale di grandi proporzioni a Pinares de Mayarí saranno valutate da uno staff del Centro delle Investigazioni Ambientali (Cisat) di Holguín, che ha iniziato lo studio di campo in questi luoghi.

Il Ministero di Scienza, Tecnologia e Ambiente (Citma), ha informato che  l’incendio iniziato il 18 febbraio scorso si è esteso con rapidità per via dei venti e delle condizioni di siccità in una zona dove prevalevano piantagioni forestali con specie come il pino cubensis, considerato materiale combustibile.

Il direttore generale del Cisat, Wilder Carmenate Reyes, ha detto che «la valutazione è iniziata dall’area protetta  Parco Nazionale Mensura-Piloto e si amplierà a tutta la zona dell’altopiano di Pinares de Mayarí danneggiata dall’incendio».

Inoltre ha informato che un altro gruppo inizierà i lavori dal 27 marzo con specialisti del Centro Orientale degli Ecosistemi e la Biodiversità (Bioeco), di Santiago di Cuba.

Lo specialista ha spiegato che nella provincia è stato creato un gruppo multidisciplinare per il proseguimento di questo processo di valutazione diretto dal Ministero di Scienza, Tecnologia e Ambiente (Citma) formato da rappresentanti dell’Istituto Nazionale delle Risorse Idrauliche,del Dipartimento dei Suoli della Delegazione dell’Agricoltura, Flora e Fauna, il Centro di gestione dei rischi, del Corpo dei Guardaboschi, dell’Impresa Agroforestale e del Servizio Statale Forestale.

In accordo con quanto riferito dal Citma, Carmenate Reyes ha commentato gli studi di valutazione della variabile acqua e suolo, rispettivamente, che Risorse Idrauliche e i Dipartimenti dei Suoli inizieranno.

«Speriamo nei prossimi 30 giorni di terminare la relazione di valutazione», ha segnalato il direttore generale del Cisat. Nella relazione di valutazione si comprenderanno le strategie di riabilitazione e recupero delle zone danneggiate, ha segnalato.

L’incendio ha raggiunto le zone di smorzamento del Parco Nazionale Mensura Pilotos, area protetta dal 2008, che comprende 8 486 ettari ed è avanzato sin ai dintorni della Loma della Mensura, la maggior elevazione della Sierra de Nipe, con 987 metri sul livello del mare.

Durante i primi dieci giorni di marzo, le forze combinate del Corpo dei Guardaboschi, del Citma, del Cisat, delle Forze Armate, del Ministero degli Interni e le imprese agroforestali e dell’aviazione sono riuscite a controllare il sinistro.

Il  Parco Nazionale presenta un contrasto tra la vegetazione tropicale e i  densi boschi di pini, con grandi centri di endemismo vegetale e una grande varietà dell’avifauna. Sono state riportate 290 specie della flora endemica cubana, delle quali  67 sono esclusive di Pinares de Mayarí.

Le prime stime hanno quantificato danni a più di 5 750 ettari, dei quali corrispondono a boschi 4 638 ettari soprattutto di pino cubensis, eucalipto, casuarina e caffè..

La  priorità in ogni momento è stata procurare la protezione delle vite umane e del case, e durante l’incendio non si son lamentati danni in questo senso.

Creato il 21 ottobre del 1999, il Centro delle Investigazioni e dei Servizi Ambientali di Holguín ha l’obiettivo di dare risposte, dalla scienza e l’investigazione ai complessi  problemi ambientali della provincia, centrati fondamentalmente nella perdita di significativi valori biotici e storici, la degradazione d’importanti ecosistemi, il forte inquinamento nelle zone industriali e il maneggio ambientale degli insediamenti umani.

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