È la volontà di un popolo

Il governo cubano non voleva che queste elezioni fossero viste come un referendum, ma come ciò che sono: un esercizio di democrazia socialista. Sono stati gli oppositori della Rivoluzione a equiparare un presunto astensionismo diffuso a un segno di rifiuto totale di un sistema.

I dati della partecipazione popolare hanno già ridicolizzato chi sognava l’umiliazione dell’istituzionalità cubana: la maggioranza degli elettori chiamati a votare, una maggioranza clamorosa, si è recata alle urne. E lo hanno fatto nonostante la guerra di logoramento a cui la popolazione cubana è sottoposta dal pacchetto di sanzioni imposte a Cuba. Lo hanno fatto di fronte a campagne destabilizzanti che hanno avuto come epicentro le reti sociali. Hanno votato nonostante le false informazioni che condizionavano i potenziali benefici migratori all’esercizio di un diritto di cittadinanza. Hanno votato consapevoli delle immense sfide che il Paese deve affrontare; nonostante i rigori, le carenze, le lotte quotidiane. Hanno votato per la speranza, per la stabilità, per il miglioramento, per la costruzione di un futuro migliore.

Coloro che mettono in dubbio la legittimità di questo processo democratico non potranno ignorare il fatto che milioni di cubani si sono recati alle urne volontariamente. Cercheranno di affermare che lo hanno fatto sotto pressione, minacciati da una macchina repressiva. Sanno di mentire. Nessun cubano ha mai subito rappresaglie per non aver votato, perché è un diritto, non un obbligo. E questa è la legge.

Non sono state fatte nemmeno promesse elettorali idilliache. I candidati deputati all’Assemblea Nazionale del Potere Popolare, nei loro incontri con gli elettori, hanno ascoltato una vasta gamma di proposte, che coprono un ampio spettro di problemi e aspirazioni. Il loro unico impegno è stato quello di lavorare intensamente alla ricerca di soluzioni, partendo dal presupposto che si tratta di un’impresa collettiva e consensuale. E che la cittadinanza ha la possibilità di valutare questa gestione.

Il nuovo parlamento cubano ha davanti a sé un compito titanico, che non potrebbe essere intrapreso senza un ampio sostegno popolare, senza la legittimità garantita dalla partecipazione maggioritaria della cittadinanza al processo elettorale.

È la volontà di un popolo che si è espressa. Non è la vittoria di un governo. È la riaffermazione di un percorso, di un progetto di società in miglioramento permanente, del concetto di Rivoluzione.

Fonte: CubaSi

Traduzione: italiacuba.it


Il popolo ha l’ultima parola

«Abbiamo vissuto un processo che ci commuove e ci emoziona», ha segnalato il Capo di Stato cubano vedendo come il popolo appoggia la   Rivoluzione, nonostante le complessità attuali.

29.03 – La direzione della Rivoluzione Cubana questo 26 di marzo si è trovata in tutta la geografia cubana, assieme ai circa otto milioni di cittadini, tutti  convocati ad esercitare uno dei diritti costituzionali più sacri in tutto il mondo.

La giornata è trascorsa tranquilla senza le promesse elettorali frenetiche che marcano le agende politiche di altri popoli quando si avvicinano le elezioni politiche, e senza le scene di violenza che abitualmente ci scuotono guardando gli schermi quando si annunciano comizi nelle zone più agitate del mondo.

Il Primo Segretario del Comitato Centrale del Partito e Presidente della Repubblica, Miguel Díaz-Canel Bermúdez, ha detto alla stampa, dopo aver votato che:« Oggi è un giorno di festa, di allegria e di conferma delle convinzioni. Andiamo avanti! Io credo che avremo nuovamente una vittoria rivoluzionaria e una vittoria del popolo».

Poche ore dopo il suo arrivo nella Patria, dopo aver partecipato al XXVIII Vertice Ispanoamericano dei Capi di Stato e di Governo con sede nella Repubblica Dominicana, il mandatario cubano, che è candidato a deputato per il Distretto Tre di Santa Clara, è giunto al seggio elettorale No. 1, appartenente alla 44ª Circoscrizione dov’è stato salutato dai membri del seggio e quindi ha votato.

Uscendo dalla sede dell’Associazione Nazionale dei Piccoli  Agricoltori, il luogo della votazione, il Presidente ha avvicinato la stampa accreditata per rispondere alle domande e offrire considerazioni sul processo e altri temi.

La televisione cubana gli ha chiesto la sua opinione sulla giornata di elezioni.

Il Primo Segretario del Comitato Centrale ha detto che nei percorsi precedenti realizzati dai candidati il popolo ha dimostrato il suo appoggio alla Rivoluzione e al voto unito, oltre a chiarire le sue esigenze per far sì che lo si rappresenti nell’Assemblea.

Per questo abbiamo dovuto organizzare questi incontri con la popolazione e controllare le soluzioni ai problemi presentati dal popolo.

«Una grande sfída per la nuova Assemblea è perfezionare la relazione candidati-deputati», ha espresso Díaz-Canel, che ha aggiunto che abbiamo vissuto un processo che commuove e emoziona verificare come il popolo appoggia la sua Rivoluzione, nonostante le complicazioni derivate da una situazione tanto complessa.

«Quando se è vissuto un processo come questo, tanto grande e emancipatore, che emoziona e commuove, uno pensa che ci si deve offrire e dare tutto per questo popolo eroico e degno che merita la più grande felicità possibile», ha valutato.

Riferendosi alla votazione che si sta effettuando in tutto il paese, il Capo di Stato ha segnalato che con la sua partecipazione il popolo difende il presente e il futuro della Patria.

«Con il voto unito stiamo difendendo l’unità del paese e del futuro oltre a legittimare il legato di Fidel, Raúl e tutti i caduti», ha detto il dignitario.

A una domanda del canale multinazionale TeleSur sul tema dell’emigrazione, il Presidente ha risposto che anche se si tratta di singolarizzare Cuba, questo è un fenomeno mondiale, acuito dopo la pandemia e la crisi economica che ha generato.

DC ha detto che inoltre preoccupa è che se ne vadano donne in età riproduttiva, giovani e forza qualificata, e per questo si lavora e si tratta d’incentivare la loro  partecipazione  alla costruzione del paese che sogniamo d’avere.

Díaz-Canel , quando gli hanno chiesto se aveva  preoccupazioni sul numero delle persone che avrebbero votato in questa domenica, ha detto che ha piena fiducia nel popolo.

«Forse alcuni, per via della situazione economica che abbiamo, mettono avanti i loro interessi personali, ma la maggioranza va a votare. La gente sa che l’unica alternativa `è andare avanti con i nostri sforzi, perché nessuno verrà a risolvere i nostri problemi», ha riconosciuto il mandatario, aggiungendo che se il paese  dovesse diventare nuovamente una neo colonia, cosa che non accadrà mai, i problemi, lontani da una soluzione si moltiplicherebbero.  Ho molta fiducia. Il popolo dirà l’ultima parola», ha detto il Capo di Stato.

Alla domanda di un giornalista di Puerto Rico sulle dichiarazioni dell’Ambasciata degli USA qui, rispetto alle elezioni, il Presidente cubano ha risposto: «Gli Stati Uniti e il loro governo hanno sempre una narrativa ostile verso Cuba, non possiamo sperare altre cose, e noi non viviamo pendenti da  questa narrativa ostile, immaginaria, calunniosa, virtuale, provocatrice e bugiarda. Perché si mettono le ambasciate in un paese, perché bn paese mette  un’ ambasciata in un altro luogo? Bene, la pone perché rappresenti questo paese e perché fomenti l’amicizia e le relazioni bilaterali. L’ Ambasciata degli USA fa tutto il contrario. In Cuba c’è una particolarità: in molti posti del mondo dettano ai governi  quello che devono fare, mentre noi non dobbiamo contare per niente con loro.  Siamo tanto sovrani e tanto indipendenti, tanto propri, che non dobbiamo sottoporci a un’opinione dell’Ambasciata nordamericana, perché per noi non influisce in niente di quello che stiamo facendo. Noi lavoriamo per le nostre convinzioni. Se lo dicessimo in buon cubano: A noi ci scivolano addosso le opinioni irrispettose del  Governo degli Stati Uniti!», vorremmo  vedere come reagirebbe  il Governo USA se la nostra Ambasciata, che agisce con tutta l’etica negli Stati Uniti e che rispetta quelle che sono le relazioni bilaterali, facesse quello che fa l’Ambasciata USA qui da noi. E inoltre con una falsa morale. Da un lato hanno un discorso costruito, la narrativa di una “preoccupazione per il popolo cubano”, e d’altra parte  agiscono rompendo questa narrativa. Io credo che chi deve preoccuparsi per quello che dicono, per le  contraddizioni che sono la loro maniera di agire con quello che dicono, questa è proprio la stessa Ambasciata degli Stati Uniti».

FIDEL E IL LEGATO DELL’UNITÀ

Il  processo di elezioni che stiamo vivendo è decisivo, oggi è un giorno di riaffermazione del popolo in appoggio al nostro sistema politico, ha affermato  Esteban Lazo Hernández, presidente dell’Assemblea Nazionale del Potere Popolare (ANPP) e candidato a deputato al Parlamento in quest elezioni nel municipio di Arroyo Naranjo.

Esercitando il suo diritto al voto nel seggio elettorale N.º 2, della 10ª circoscrizione, il municipio di Playa, nella capitale, Lazo Hernández ha valutato la giornata come «un messaggio per quelli che vogliono dividerci  e vincerci a costo di sacrificare il nostro popolo».

Stiamo  affrontando molte difficoltà economiche ma l’idea non dev’essere di divisione, ma di resistenza, di vittoria, di chi avanza, coscienti che solo noi, i cubani, saremo capaci di risolvere i nostri problemi, ha precisato.

Il  Presidente dell’Assemblea Nazionale ha precisato che uno degli impegni più forti per l’Assemblea che si costituirà è la trasformazione della situazione  economica. «Solo rinforzando l’economia, si potranno risolvere le necessità».

LA SAGGEZZA  POPOLARE NON SI SBAGLIA  

Il membro del Burò Politico e primo ministro, Manuel Marrero Cruz, ha definito come «meraviglioso e unico» il popolo cubano dopo aver votato nel seggio elettorale 1, della 7ª circoscrizione, del municipio di Gibara.

«Nonostante i problemi obiettivi che danneggiano il suo livello di vita, il popolo ha dimostrato fiducia nella Rivoluzione, nei suoi dirigenti ed è  convinto che uniti andremo avanti», ha affermato.

Il Capo del Governo è giunto la mattina presto nel territorio holguinero, dove ha dialogato con gli abitanti in coda per votare, ed ha assicurato che «Abbiamo realizzato questo proceso civico e democratico così come stabilisce la Costituzione della Repubblica, in condizioni molto diffícili e con l’indurimento del blocco».

Ha affermato che in giorni come questi  « si ricorda Fidel, con il suo concetto di Rivoluzione, con il suo Patria o Muerte!» e « anche Raúl, con questa sua frase più che dimostrata:« Sì che abbiamo potuto, si che possiamo e sempre potremo».

A proposito del vincolo crescente con la popolazione, Marrero Cruz ha segnalato che è parte del sistema di lavoro approvato dal Governo recentemente. Si tratta, ha affermato, di un Governo in strada, un Governo contattando le persone.

Questo lo ha dimostrato il processo di scambio di noi candidati a deputati, che è stato molto profondo e importante, ha precisato.

Riaffermo che questi incontri continueranno per tutti coloro che risultino eletti deputati.

«Cuando si va alla comunità, dove c’è la popolazione, dove ci sono i problemi, lì sorgono le soluzioni. A volte il 50 % sono temi soggettivi, persone disgustate perché^ hanno dovuto fare diverse documentazioni e non hanno ricevuto risposte, e queste questioni le dobbiamo eliminare», ha detto Marrero Cruzed ha affermato che «il popolo non si sbaglia, il popolo è saggio».

In un altro momento delle sue dichiarazioni alla stampa, il Capo del Governo ha segnalato la necessità di rinforzare il ruolo del municipio e le responsabilità delle autorità.

«È dimostrato che quando i dirigenti non stanno negli uffici, ma camminano nelle comunità e stanno a lato del popolo, sorgono soluzioni e il popolo li riconosce e sa che stanno lavorando».

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