L’architettura d’ingerenza e saccheggio della fondazione Open Society

misionverdad.com

In un evento senza precedenti nella politica colombiana, la vicepresidentessa della Colombia, Francia Márquez, ha pubblicamente ringraziato la Open Society, la fondazione dello speculatore e sicario finanziario George Soros, per aver finanziato il suo recente giro in Africa, un evento che ci invita a riflettere sui meccanismi che usa la sua fondazione per raggiungere i suoi obiettivi politici ed economici.

È risaputo che Soros mantiene un vasto conglomerato di organizzazioni non governative (ONG) e fondazioni in tutto il mondo, ma il messaggio di Francia Márquez ricorda che questo non è l’unico strumento che usa per raggiungere i suoi obiettivi.

George Soros è un miliardario USA di origine ungherese che usa la “filantropia” come copertura per alimentare rivoluzioni colorate e privatizzare le economie dell’Europa orientale, Asia, Africa, America Latina e Caraibi. Nel 1993 ha fondato l’Open Society Institute, che in seguito ha cambiato nome in Open Society Foundations (OSF), al fine di raggiungere i suoi obiettivi. Secondo il suo sito web, l’organizzazione è presente in più di 120 paesi e ha fornito finanziamenti per 19 miliardi di $ negli ultimi tre decenni.

È importante esaminare a fondo come lavora questa entità per conoscere la portata e conseguenze della sua influenza nella politica mondiale.

SOSTEGNO ALLE ONG

 

Soros e la sua fondazione hanno utilizzato la loro ricchezza per fornire sovvenzioni e finanziamenti a organizzazioni non governative (ONG) con l’obiettivo di influire sulla politica estera USA e dei suoi alleati.

Le ONG che ricevono finanziamenti da Soros e da OSF operano in quasi tutto il mondo, principalmente a fini politici in paesi-obiettivo dei governi USA e dell’Unione Europea; è il caso di Nicaragua, Cuba e Venezuela. In questi casi, uno dei vettori più utilizzati è quello della presunta difesa dei diritti umani, dove organizzazioni come Amnesty International e Human Rights Watch (HRW) hanno svolto un ruolo preponderante.

Queste ONG adottano un approccio prevenuto e poco obiettivo nella loro valutazione della situazione dei diritti umani in questi paesi, esagerando o addirittura inventando le violazioni che, secondo le loro denunce, sono state commesse. Il tutto motivato da un’agenda politica che cerca di giustificare azioni contro questi paesi, come l’imposizione di sanzioni finanziarie ed economiche o operazioni di cambio di regime.

Nei loro rapporti, queste ONG omettono fonti e fatti che contraddicono la loro conclusione, screditando soprattutto quelle che provengono da fonti governative ufficiali. Si affidano esclusivamente a media locali, ONG e attivisti con affinità politiche simili. Un caso esemplare è quello della ONG venezuelana Provea, che oltre ad avere legami con HRW, riceve anche denaro dall’OSF.

Nel frattempo, gravi situazioni di violazione dei diritti umani in altri territori, da parte dello Stato, di organizzazioni criminali o paramilitari, o congiuntamente, come è accaduto in Messico e Colombia prima dell’arrivo dei governi progressisti, per citare alcuni esempi della regione, sono state minimizzate da queste organizzazioni perché non interferiscano con gli interessi delle élite imprenditoriali neoliberali che gli forniscono finanziamenti.

Il cielo è il limite quando si tratta delle possibilità che esistono per infiltrarsi nella politica nazionale di un paese attraverso le ONG. Nell’ampio curriculum del “filantropo” Soros merita uno speciale menzionare la collaborazione che una delle fondazioni collegate alla sua rete di finanziamento, Insight Crime, ha offerto a Juan Guaidó per lavarsi la faccia quando è stato fotografato con i narcoterroristi del gruppo criminale colombiano Los Rastrojos, mentre usciva dal Venezuela attraverso Cúcuta.

APPOGGIO AI MEZZI DI COMUNICAZIONE

 

Soros e l’OSF hanno finanziato i media esistenti e ne hanno creati di nuovi in ​​diverse parti del mondo, con il pretesto di promuovere informazioni “libere e indipendenti”, ma che in realtà sono sotto l’influenza dei loro finanziatori.

Ad esempio, Soros ha finanziato Radio Free Europe/Radio Liberty (RFE/RL), una stazione radio internazionale che trasmette in paesi in Europa, Asia Centrale e Medio Oriente, ed è spesso coinvolta in operazioni di propaganda contro i governi di quelle regioni, proteggendosi sotto la copertura di notizie ed eventi.

In Ucraina, Soros ha contribuito a finanziare il canale televisivo Hromadske TV, che ha permesso che un giornalista trasmettesse una dichiarazione in cui si sottolineava la necessità di sfruttare la regione del Donbass come risorsa e si diceva che una parte di quella popolazione doveva essere “sterminata”.

RFE/RL è ancora oggi molto attiva grazie a un finanziamento del Congresso USA attraverso la United States Agency for Global Media (USAGM) come concessionario privato. L’USAGM supervisiona il lavoro di RFE/RL e anche quello di altri media sovvenzionati come Voice of America, Radio e TV Martí, Radio Free Asia e Middle East Broadcasting Networks.

Secondo la richiesta di budget del presidente Joe Biden per l’anno fiscale 2024, inviata al Congresso il 13 marzo 2023, è previsto uno stanziamento di budget di 944 milioni di $ per l’USAGM.

Un rapporto di MRC Business evidenzia che Soros ha creato e finanziato una vasta rete di media (almeno 253 gruppi mediatici in tutto il mondo, tra cui almeno 54 figure di spicco nel settore giornalistico) che gli consentono di esercitare un enorme potere sull’informazione nella politica internazionale e plasmare l’opinione pubblica in molti paesi e praticamente in tutti i continenti.

Uno dei principali beneficiari dei fondi di Soros è Project Syndicate, che si autodefinisce “la pagina di discussione mondiale” e ha un “audience” globale che include politici, accademici, imprenditori e attivisti civici di spicco. Inoltre, Soros ha sostenuto il Poynter Institute, che si dedica a verificare notizie, presentandosi come una sorta di “Ministero della Verità” globale.

Tra le figure mediatiche associate a Soros ci sono personalità di spicco come Lester Holt, presentatore di NBC Nightly News, e Sally Buzbee, scrittrice esecutiva del Washington Post. Anche giornalisti e uomini d’affari di CNN, CBS, NBC, NPR, The Washington Post, ABC e altri importanti organi di stampa sono beneficiari dei finanziamenti di Soros.

Secondo il rapporto, Soros ha sborsato almeno 131 milioni di $, tra il 2016 e il 2020, attraverso diverse organizzazioni per influenzare questi gruppi mediatici.

PROMOZIONE DELLA “SOCIETA’ CIVILE”

 

Attraverso l’uso della sua influenza e dei suoi finanziamenti, il magnate è riuscito a manipolare settori della società civile affinché partecipino a rivoluzioni colorate in diversi paesi. L’autore USA F. William Engdahl scrive in un articolo pubblicato su New Eastern Outlook che in Ucraina, con l’obiettivo di trarre profitto dalle sue risorse energetiche, la filiale locale della Fondazione Soros, l’International Renaissance Foundation (IRF), ha donato più di 100 milioni di $ alle ONG ucraine, tra il 1990 e il 2008. Questo investimento ha svolto un ruolo di primo piano nel processo che ha portato all’indipendenza dell’Ucraina dalla Russia, nel 1991.

Inoltre, Soros ha riconosciuto di aver finanziato le rivolte avvenute in piazza Maidan, durante il 2013 e il 2014, che hanno contribuito al colpo di stato contro il presidente Viktor Yanukovich e alla successiva instaurazione del governo di Petro Poroshenko in Ucraina. Inoltre, le fondazioni dirette da Soros sono state coinvolte nella Rivoluzione arancione del 2004, che portò al potere l’allora presidente ucraino Viktor Yushchenko.

Nel giugno 2019, a Hong Kong sono scoppiate proteste senza precedenti per una proposta di legge sull’estradizione. Nonostante il progetto sia stato successivamente accantonato, le manifestazioni sono proseguite e si sono trasformate in rivolte sempre più violente, mettendo a rischio la vita e le proprietà dei cittadini. Da allora gli operatori hanno chiesto la completa secessione di Hong Kong. Pechino ha accusato USA e Gran Bretagna di alimentare le fiamme del malessere in quella regione sostenendo i separatisti.

Ancora una volta, i soldi di Open Society erano a disposizione della “società civile”. Così lo affermava un articolo pubblicato sul Global Times nel settembre 2021: “Secondo Ta Kung Pao, con sede a Hong Kong, l’OSF di Soros ha mantenuto stretti contatti con alcuni rappresentanti delle proteste di piazza nella città. Il leader di ‘Occupy Central’, Tai Yiu-ting, ad esempio, ha lavorato presso nel Comparative and Public Law Center dell’Università di Hong Kong, dove l’OSF era attivo nel 2015. Brian Patrick Kern, una presenza fissa nelle proteste di Hong Kong, ha insegnato ai giovani di Hong Kong come organizzare manifestazioni, attaccare la polizia e distruggere lo Stato di diritto. Non è strano che il denaro da cui dipendevano tutte le attività procedesse dall’OSF. L’Hong Kong Foreign Correspondents Club, non riconosciuto dal governo cinese, richiedeva assistenza finanziaria all’OSF e gli presentava rapporti”.

L’articolo segnala che la più grande preoccupazione di Soros nei confronti della Cina è che questa abbia scelto il proprio percorso di successo che è al di fuori del suo controllo, il che ostacola il suo obiettivo di accaparramento neoliberale nel paese e rappresenta una minaccia per altri paesi in via di sviluppo che desiderano seguire il modello cino.

FORMAZIONE E/O COOPTAZIONE DI DIRIGENTI POLITICI

 

La formazione, identificazione e incorporazione di leader politici è un altro dei meccanismi di infiltrazione utilizzati da George Soros e dalla sua organizzazione per promuovere i propri interessi e obiettivi. Questo è il motivo per cui abbiamo iniziato questo articolo, a causa del ringraziamento pubblico di Francia Márquez a Open Society.

Una dimostrazione eccezionale è quella a cui fa riferimento F. William Engdahl nel suo articolo, su Ellen Johnson Sirleaf, un’ex dipendente dell’OSF, che è stata sostenuta da Soros e promossa a livello internazionale durante la sua candidatura a presidentessa della Liberia e successiva elezione. Soros le ha persino organizzato un Premio Nobel per la Pace nel 2011. Prima del suo incarico presidenziale, si era formata nel campo dell’economia ad Harvard e aveva lavorato per la Banca mondiale e Citibank (della famiglia Rockefeller), istituzioni legate alle politiche economiche ed alle idee neoliberali.

Una volta al potere, la presidentessa Sirleaf ha permesso a Soros e al suo socio Nathaniel Rothschild di ottenere importanti attivi minerari, in Liberia, relazionati ad oro e metalli di base. Successive indagini hanno rivelato che Sirleaf aveva anche invitato il nuovo Comando per l’Africa del Pentagono, AFRICOM, con l’obiettivo di proteggere le operazioni minerarie di Soros e Rothschild nell’Africa Occidentale.

Questa pratica risale a prima della fondazione di OSF. Nel 1992, Soros ha fondato la Central European University, un’istituzione che è stata utilizzata per promuovere le sue idee neoliberali, formando giovani leader della regione con una prospettiva “nuova, internazionale e pluralista”. Più di 14000 studenti si sono laureati all’università, riferisce l’autore USA Scott Howard nel suo libro The Open Society Playbook. Tra loro ci sono l’ex presidente della Georgia, Giorgi Margvelashvili, due ex ministri della Giustizia di Croazia e Romania, un deputato ungherese e diversi funzionari della stessa Open Society.

Nel 2018, il governo di Viktor Orbán in Ungheria ha espulso l’Università di Soros da Budapest, la capitale di quel paese, e l’istituzione ha dovuto trasferirsi a Vienna, in Austria.

IMPLICAZIONI DELL’INFILTRAZIONE DI SOROS

 

Torniamo in Ucraina. Poco più di un anno dopo il colpo di stato e l’insediamento di un governo sostenuto da USA e Unione Europea, è venuta alla luce una corrispondenza apparentemente scritta da George Soros che rivelava come lui stesse tirando i fili del regime ucraino.

Il tycoon avrebbe macchinato con alti funzionari del governo USA e dell’Unione Europea un piano per generare miliardi di $ a scapito della situazione in Ucraina, secondo le lettere datate fine 2014 e inizio 2015 pubblicate dal gruppo di hacker CyberBerkut.

Un articolo di Sputnik descrive la proposta di Soros per tale opportunità di business. Si tratta di “utilizzare la qualificazione creditizia dell’Unione Europea per finanziare l’assicurazione contro i rischi per i suoi investimenti in Ucraina attraverso il proprio bilancio e debito. Il piano prevederebbe effettivamente che l’UE sostenga la situazione politica dell’Ucraina con un costo fino a 11,12 milioni di euro”. Da lì, si investirebbe “fino a 1 miliardo di euro in società ucraine” per attirare l’interesse della comunità degli investitori.

Soros si è offerto di “contribuire con i proventi alle mie fondazioni” come un modo per fugare i sospetti che le sue politiche fossero a scopo di lucro personale, ma ha chiarito che in realtà sono a scopo di lucro. In tal senso, le prime priorità di Soros sarebbero la privatizzazione della compagnia petrolifera statale ucraina Naftogaz e l’aumento dei prezzi del gas. Aggiunge che per ottenere garanzie sugli investimenti dell’Unione Europea, il governo doveva “produrre una dimostrazione visibile” temporanea che in Ucraina si sta lottando contro la corruzione.

William Engdahl riferisce che, in una delle lettere, Soros afferma di sostenere la consegna di armi letali all’Ucraina e l’addestramento del personale militare ucraino in Romania per evitare la presenza diretta della NATO. Un dato che ci dà un’altra certezza che la guerra in corso contro la Russia è stata fabbricata da tempo dal blocco occidentale.

Le lettere rivelano anche che Soros ha svolto un ruolo chiave nella selezione di tre ministri non ucraini. Natalia Jaresko, ex funzionaria USA del Dipartimento di Stato, è stata nominata ministro delle finanze, mentre il lituano Aivras Abromavicius è diventato ministro dell’economia. Ha anche partecipato all’elezione di un ministro della Salute proveniente dalla Georgia.

Nel corso degli ultimi decenni, George Soros e la sua organizzazione Open Society hanno partecipato attivamente nel fornire sostegno morale e finanziario a gruppi che cercano cambi di regime e rivoluzioni colorate in diversi paesi, portando avanti varie azioni sovversive. Il risultato di queste operazioni sostenute da Soros è stato il saccheggio e il degrado economico dei paesi colpiti, come abbiamo visto in Ucraina. Si tratta di azioni note, impossibili da passare inosservate, il che rende inevitabile mettere in discussione qualsiasi singolo dato relazionato con Soros, come quello gestito da Francia Márquez.


LA ARQUITECTURA DE INJERENCIA Y SAQUEO DE LA FUNDACIÓN OPEN SOCIETY

 

En un hecho sin precedentes en la política colombiana, la vicepresidenta de Colombia, Francia Márquez, agradeció públicamente a Open Society, la fundación del especulador y sicario financiero George Soros, por financiar su reciente gira a África, suceso que invita a reflexionar sobre los mecanismos que utiliza su fundación para lograr sus objetivos políticos y económicos.

Es bien sabido que Soros mantiene un vasto conglomerado de organizaciones no gubernamentales (ONG) y fundaciones en todo el mundo, pero el mensaje de Francia Márquez hace recordar que esa no es la única herramienta que utiliza para lograr sus objetivos.

George Soros es un multimillonario estadounidense de origen húngaro que utiliza la “filantropía” como una fachada para impulsar revoluciones de color y privatizar economías en Europa del Este, Asia, África, América Latina y el Caribe. En 1993, fundó el Instituto Open Society, que posteriormente cambió su nombre a Open Society Foundations (OSF), con el fin de lograr sus objetivos. Según su sitio web, la organización está presente en más de 120 países y ha destinado 19 mil millones de dólares en financiamiento durante las últimas tres décadas.

Es importante examinar a fondo cómo trabaja esta entidad para saber los alcances y consecuencias de su influencia en la política mundial.

APOYO A ONG

Soros y su fundación han utilizado su riqueza para otorgar subvenciones y financiamiento a organizaciones no gubernamentales (ONG) con el objetivo de influir en la política exterior de Estados Unidos y sus aliados.

Las ONG que reciben financiamiento de Soros y la OSF operan en casi todo el mundo, sobre todo bajo fines políticos en países-objetivo de los gobiernos de Estados Unidos y la Unión Europea; así ocurre en Nicaragua, Cuba y Venezuela. En estos casos, uno de los vectores más utilizados es el de la supuesta defensa de los derechos humanos, donde organizaciones como Amnistía Internacional y Human Rights Watch (HRW, sus siglas en inglés) han tenido un papel preponderante.

Estas ONG adoptan un enfoque sesgado y poco objetivo en su evaluación de la situación de derechos humanos en estos países, exagerando o incluso inventando las violaciones que, según sus denuncias, se hayan cometido. Todo motivado por una agenda política que busca justificar acciones contra estos países, como la imposición de sanciones financieras y económicas u operaciones de cambio de régimen.

En sus informes, dichas ONG omiten fuentes y hechos que contradicen su conclusión, desacreditando especialmente las que provienen de las fuentes oficiales de los gobiernos. Dependen exclusivamente de medios de comunicación locales, ONG y activistas con afinidades políticas similares. Un caso ejemplar es el de la ONG venezolana Provea, que además de tener enlaces con HRW, también recibe dinero de la OSF.

Mientras tanto, situaciones graves de violaciones de derechos humanos en otros territorios, ya sea por parte del Estado, organizaciones criminales o paramilitares, o en conjunto, como ha ocurrido en México y Colombia antes de la llegada de gobiernos progresistas, por mencionar algunos ejemplos de la región, han sido minimizadas por estas organizaciones debido a que no interfieren con los intereses de las élites empresariales neoliberales que les proporcionan financiamiento.

El límite es el cielo cuando se trata de las posibilidades que existen para infiltrarse en la política nacional de un país a través de ONG. En el extenso prontuario del “filántropo” Soros merece una mención especial la colaboración que una de las fundaciones conectadas a su red de financiamiento, Insight Crime, brindó a Juan Guaidó para lavarle la cara cuando este fue fotografiado con narcoterroristas del grupo criminal colombiano Los Rastrojos en su salida de Venezuela por Cúcuta.

APOYO A MEDIOS DE COMUNICACIÓN

Soros y la OSF han financiado medios de comunicación existentes y establecido nuevos medios en diferentes partes del mundo, bajo el pretexto de promover la información “libre e independiente”, pero que en realidad están bajo la influencia de sus financistas.

Por ejemplo, Soros ha financiado a Radio Free Europe/Radio Liberty (RFE/RL), una emisora internacional de radio que transmite a países de Europa, Asia Central y Oriente Medio, y que suele estar involucrada en operaciones de propaganda contra gobiernos de esas regiones, amparándose en la cobertura de noticias y eventos.

En Ucrania, Soros ayudó a financiar el canal de televisión Hromadske TV, el cual permitió que un periodista emitiera unas declaraciones en las que plantea la necesidad de explotar la región del Dombás como un recurso y dice que parte de esa población debería ser “exterminada”.

RFE/RL sigue siendo muy activa en la actualidad gracias a una subvención del Congreso de Estados Unidos a través de la Agencia de Estados Unidos para los Medios Globales (USAGM, sus siglas en inglés) como concesionario privado. La USAGM supervisa el trabajo de RFE/RL y también el de otros medios que son subvencionados como Voice of America, Radio y TV Martí, Radio Free Asia y Middle East Broadcasting Networks.

Según la solicitud presupuestaria del presidente Joe Biden para el año fiscal 2024, que fue enviada al Congreso el 13 de marzo de 2023, se contempla una asignación presupuestaria de 944 millones de dólares para la USAGM.

Un informe de MRC Business destaca que Soros ha establecido y financiado una amplia red de medios de comunicación (al menos 253 grupos mediáticos en todo el mundo, incluyendo a por lo menos 54 figuras prominentes del sector periodístico) que le permiten ejercer un poder masivo sobre la información en la política internacional y moldear la opinión pública en muchos países y en prácticamente todos los continentes.

Uno de los principales beneficiarios de los fondos de Soros es Project Syndicate, la cual se autodenomina como “la página de opinión del mundo” y tiene una “audiencia” global que incluye políticos, académicos, líderes empresariales y activistas cívicos prominentes. Además, Soros ha respaldado al Instituto Poynter, que se dedica a verificar noticias, planteándose como una especie de “Ministerio de la Verdad” global.

Entre las figuras mediáticas que están relacionadas con Soros se encuentran personalidades destacadas, como Lester Holt, presentador de NBC Nightly News, y Sally Buzbee, redactora ejecutiva de The Washington Post. Periodistas y empresarios de CNN, CBS, NBC, NPR, The Washington Post, ABC y otros medios prominentes también son beneficiarios de la financiación de Soros.

De acuerdo con el informe, Soros desembolsó al menos 131 millones de dólares entre 2016 y 2020 a través de distintas organizaciones para influir en estos grupos mediáticos.

PROMOCIÓN DE LA “SOCIEDAD CIVIL”

A través del uso de su influencia y financiamiento, el magnate ha logrado manipular a sectores de la sociedad civil para que participen en revoluciones de color en distintos países. El autor estadounidense F. William Engdahl escribe en un artículo publicado en New Eastern Outlook que en Ucrania, con el objetivo de obtener beneficios de sus recursos energéticos, la rama local de la Fundación Soros, la International Renaissance Foundation (IRF, sus siglas en inglés), otorgó más de 100 millones de dólares a ONG ucranianas entre 1990 y 2008. Esta inversión tuvo un papel destacado en el proceso que llevó a la independencia de Ucrania de Rusia en 1991.

Además, Soros reconoció haber financiado los disturbios que tuvieron lugar en la plaza Maidán durante 2013 y 2014, los cuales contribuyeron al golpe de Estado al presidente Viktor Yanukovich y a la posterior instauración del gobierno de Petro Poroshenko en Ucrania. Por otra parte, las fundaciones que dirige Soros se involucraron en la Revolución Naranja de 2004, la cual llevó al entonces presidente ucraniano Viktor Yushchenko al poder.

En junio de 2019, se desataron en Hong Kong protestas sin precedentes debido a un proyecto de ley de extradición. A pesar de que el proyecto fue archivado posteriormente, las manifestaciones continuaron y se tornaron en disturbios cada vez más violentos, poniendo en riesgo la vida y propiedad de los ciudadanos. Los operadores estuvieron exigiendo la secesión completa de Hong Kong desde entonces. Beijing acusó a Estados Unidos y Gran Bretaña de estar avivando las llamas del malestar en esa región al apoyar a los separatistas.

Una vez más, el dinero de Open Society estaba a la disposición de la “sociedad civil”. Así lo afirmaba un artículo publicado en el Global Times, en septiembre de 2021: “Según Ta Kung Pao, con sede en Hong Kong, la OSF de Soros mantuvo un estrecho contacto con algunos representantes de las protestas callejeras en la ciudad. El líder de ‘Occupy Central’ Tai Yiu-ting, por ejemplo, trabajó en el Centro de Derecho Comparado y Público de la Universidad de Hong Kong, donde el OSF estuvo activo en 2015. Brian Patrick Kern, un fijo en las protestas de Hong Kong, enseñó a los jóvenes hongkoneses a organizar manifestaciones, atacar a la policía y destruir el Estado de Derecho. No es de extrañar que el dinero del que dependían todas las actividades procediera del OSF. El Club de Corresponsales Extranjeros de Hong Kong, no reconocido por el gobierno chino, solicitaba ayuda financiera a la OSF y le presentaba informes”.

El artículo señala que la mayor preocupación de Soros con China es que ésta haya elegido su propio camino exitoso que escapa a su control, lo cual obstaculiza su objetivo de acaparamiento neoliberal en el país y representa una amenaza para otros países en desarrollo que deseen seguir el modelo chino.

FORMACIÓN Y/O COOPTACIÓN DE LÍDERE S POLÍTICOS

La formación, identificación e incorporación de líderes políticos es otro de los mecanismos de infiltración que utiliza George Soros y su organización para promover sus intereses y objetivos. Este es el motivo por el que comenzamos este artículo, debido al agradecimiento público de Francia Márquez a Open Society.

Una muestra destacada es la que refiere F. William Engdahl en su artículo, sobre Ellen Johnson Sirleaf, antigua empleada de la OSF, que fue apoyada por Soros y potenciada internacionalmente durante su candidatura como presidenta de Liberia y eventual elección. Soros organizó para ella incluso un Premio Nobel de la Paz en 2011. Antes de su cargo presidencial, ella había sido capacitada en el área de economía en Harvard y trabajado para el Banco Mundial y Citibank (de la familia Rockefeller), instituciones afines a las políticas económicas y las ideas neoliberales.

Una vez en el poder, la presidenta Sirleaf permitió a Soros y a su socio Nathaniel Rothschild obtener importantes activos mineros en Liberia relacionados con oro y metales básicos. Investigaciones posteriores develaron que Sirleaf también había invitado al nuevo Comando para África del Pentágono, AFRICOM, con el objetivo de proteger las operaciones mineras de Soros y Rothschild en África Occidental.

Esta práctica data de antes de haberse fundado OSF. En 1992, Soros fundó la Universidad Centroeuropea, una institución que ha sido utilizada para promover sus ideas neoliberales, formando jóvenes líderes en la región con una perspectiva “nueva, internacional y pluralista”. Más de 14 mil estudiantes se han graduado en la universidad, relata el autor estadounidense Scott Howard en su libro The Open Society Playbook. Entre ellos, figuran el expresidente de Georgia, Giorgi Margvelashvili, dos exministros de Justicia de Croacia y Rumanía, un diputado húngaro y varios funcionarios de la propia Open Society.

En 2018, el gobierno de Viktor Orbán en Hungría expulsó a la universidad de Soros de Budapest, capital de ese país, y la institución tuvo que trasladarse a Viena, Austria.

IMPLICACIONES DE LA INFILTRACIÓN SOROS

Volvemos a Ucrania. Un poco más de un año después del golpe de Estado y la instalación de un gobierno respaldado por Estados Unidos y la Unión Europea, salió a la luz una correspondencia aparentemente escrita por George Soros que dejaba ver cómo él manejaba los hilos del régimen ucraniano.

El magnate habría estado maquinando con altos funcionarios del gobierno estadounidense y de la Unión Europea un plan para generar miles de millones de dólares a expensas de la situación en Ucrania, según revelan las cartas con fecha de finales de 2014 y principios de 2015 publicadas por el grupo de piratas informáticos CyberBerkut.

Un artículo de Sputnik describe la propuesta de Soros para esa oportunidad de negocios. Se trata de “utilizar la calificación crediticia de la Unión Europea para financiar el seguro de riesgo para sus inversiones en Ucrania a través de su propio presupuesto y deuda. El plan haría efectivamente que la UE respaldara la situación política de Ucrania a un costo de hasta 11,12 millones de euros”. De allí se invertiría “hasta 1 mil millones de euros en empresas ucranianas” para atraer el interés de la comunidad inversora.

Soros ofreció “contribuir con las ganancias a mis fundaciones” como una forma de disipar las sospechas de que sus políticas buscarían beneficios personales, pero aclara que en realidad estas sí tienen fines de lucro. En ese sentido, las primeras prioridades de Soros serían la privatización de la estatal de petróleo ucraniana Naftogaz y el aumento de los precios del gas. Agrega que para obtener las garantías de inversión de la Unión Europea, el gobierno debía “producir una demostración visible” temporal de que en Ucrania se lucha contra la corrupción.

William Engdahl reseña que, en una de las misivas, Soros dice que aboga por la entrega de armas letales a Ucrania y el entrenamiento de personal militar ucraniano en Rumanía para evitar la presencia directa de la OTAN. Un dato que nos da otra certeza de que el presente de guerra contra Rusia estaba siendo fabricado desde hace tiempo por el bloque occidental.

Las cartas también revelan que Soros desempeñó un papel clave en la selección de tres ministros no ucranianos. Natalia Jaresko, exfuncionaria estadounidense del Departamento de Estado, fue nombrada ministra de Finanzas, mientras que Aivras Abromavicius, de Lituania, se convirtió en el ministro de Economía. También participó en la elección de un ministro de Sanidad proveniente de Georgia.

A lo largo de las últimas décadas, George Soros y su organización Open Society han participado activamente en el apoyo moral y financiero a grupos que buscan cambios de régimen y revoluciones de color en diferentes países, llevando a cabo diversas acciones subversivas. El resultado de estas operaciones impulsadas por Soros ha sido el saqueo y la degradación económica de los países afectados, como hemos visto en Ucrania. Son acciones notorias, imposibles de pasar desapercibidas, lo que hace inevitable poner en cuestionamiento cualquier ítem relacionado a Soros, como el gestionado por Francia Márquez.

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