Un grande aiuto per gli imprenditori cubano-americani

L’economia dell’embargo a Cuba 

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Saul Landau e Nelson P. Valdés **

commercio-Usa_CubaNonostante la sua straordinaria attualità e novità, questo testo è stato pubblicato in inglese nel 2013, ma è sconosciuto in spagnolo. Su suggerimento di Nelson Valdes, ho pensato bene di tradurlo perché presenta un angolo che non è mai menzionato nel dibattito sulle relazioni tra Cuba e gli USA. Vedere inglese originale.

È giunto il momento e quasi andato a Washington per riparare i rapporti spezzati con Cuba. Per 53 anni, la Casa Bianca ha mantenuto un embargo, per punizione, commerciale con Cuba. I suoi difensori, con l’obiettivo di eliminare il governo rivoluzionario di Cuba, ancora supplicano: “Dategli tempo.”

Nel 2001, il presidente George W. Bush approvò una deroga consentendo alle aziende USA vendere prodotti agricoli a Cuba contro  pagamento immediato, anche se le importazioni provenienti da Cuba sono rimaste off limits. Altri settori economici non hanno ricevuto alcun beneficio.

I cubani-americani, in particolare dal sud della Florida, ora possono esportare merci e rimesse a parenti ed amici, mentre importano i profitti delle vendite realizzate ai loro partner cubani a Cuba, godendo di un vantaggio negato al resto del paese.

Gli esperti di Washington attribuiscono una forza sovrumana alla lobby anti-castrista; per cui non sarebbe il Presidente che cerca di rimuovere gli embarghi commerciali e sui viaggi a Cuba. Tuttavia, i cubano-americani commerciano e viaggiano a Cuba liberamente, tutti i giorni. L’ “embargo” si applica a tutti eccetto ai cubano-americani.

Questa crescita del commercio internazionale, travestito come invio di beni ai parenti bisognosi a Cuba, ora include il riempimento delle pance di 10 o più voli charter giornalieri dalle città USA a Cuba. I cubani-americani inviano merci, spesso con i “muli”, per rifornire i familiari a Cuba, che hanno bisogno di forniture per le loro imprese. I “muli” ritornano con denaro contante derivato dalla vendita di questi beni. Alcuni dei nuovi negozi e ristoranti cubani riforniti dai cubani di Miami fanno ricavi significativi, alcuni dei quali vengono spesi a Cuba, e si concludono nella Banca Centrale di Cuba.

Miami, la più povera grande città  degli USA, percepisce rendite, in quanto fornisce posti di lavoro coinvolti nella compravendita di merci destinate a Cuba. Sorge anche lavoro dalle attività di routine create attorno ai voli giornalieri charter da e verso Cuba, e le tasse riscosse in decolli ed atterraggi. Si aggiunga  a tutto questo, il lavoro per commercialisti, contabili ed altri.

Alcuni disoccupati cubano-americani ottengono lavoro come ‘muli’ che trasportano merci e denaro da un paese all’altro. Le banche di Miami anche ne beneficiano.

A Cuba, questo commercio anche crea posti di lavoro e ricchezza. Mercedes gestisce un paladar [ristorante privato] nel quartiere Vedado dell’Avana, “perché ci basiamo sui turisti che amano la buona cucina, quella che servo nel mio paladar.”

Alcuni clienti di paladeres volano a l’Avana, da Miami. Questi cubano americani vanno a visitare i propri parenti e, forse, a controllare i loro nuovi investimenti nelle imprese familiari a l’Avana. “I famigliari in Florida mi riforniscono degli alimenti che non posso ottenere, facilmente, a Cuba”, ha detto Mercedes, “come alcune spezie e prodotti confezionati. Gli mando i soldi per questi prodotti. Loro hanno un profitto, ed io anche. Il governo fa soldi con le tasse che pago, e l’occupazione cresce nell’industria turistica di Cuba”.

I voli charter con sede negli USA hanno le pance piene, anche quelli con pochi passeggeri. Un manager della società di voli charter, ci dichiara: “I passeggeri non contano molto. La pancia è completamente piena”.

Gran parte del commercio con Cuba passa attraverso il Miami International Airport, cioè, il capitale si sposta dagli USA a Cuba; la maggior parte dei contenuti dei bagagli, tuttavia, rimangono a Cuba. Il vantaggio per i servizi aeroportuali di Miami significa posti di lavoro, imposte e tasse, che rimangono, come capitale, nel sud della Florida. I beni acquisiti nel sud della Florida dai cubani (parenti, muli, ecc) beneficiano le imprese locali.

Questo commercio moltiplica posti di lavoro in tutta l’area, così come a Cuba: in Miami le vendite partono dai negozi e conducono a posti di lavoro nel settore dei trasporti, parcheggi, servizi alberghieri, ristoranti, e gestione dei bagagli. Contino le aziende che forniscono servizi alle persone che viaggiano a Cuba e d’invio di beni lì. Non omettano l’ampliamento delle forze di polizia ed i funzionari aggiuntivi richiesti nell’immigrazione e dogane; né lascino di considerare il lavoro di riparazione di aeromobili e le sue passerelle e il personale aggiuntivo necessario per atterraggi e decolli, e i nuovi posti di lavoro nell’amministrazione e la manutenzione dell’aeroporto creati dall’espansione dei viaggi. Pensate alle maggiori entrate fiscali di Miami.

Il Sud della Florida rappresenta uno stato colono cubano dentro gli USA. Contrasta i propri interessi contro quelli della società dominante, con l’acquiescenza ignorante della società. Gli statunitensi di origine cubana con sede a Miami e le loro famiglie con sede a Cuba hanno usato la politica degli USA verso Cuba, l’embargo, che rappresenta il potere della nazione, per il proprio interesse, al fine di ottenere un vantaggio comparativo vis a vis sul resto della popolazione USA.

Dal 1960, l’impegno per rovesciare il governo cubano ha funzionato come la politica estera USA verso Cuba, una politica ora informalmente controllata dai cubano americani del sud della Florida. L’enclave etnico cubano americano ha ottenuto il potere politico necessario per convertire il Sud della Florida in uno stato colono cubano autonomo all’interno dei confini degli USA, per cui l’embargo non riesce ad applicarsi all’enclave cubano americana. I baroni dell’enclave utilizzano l’embargo per garantirsi una protezione del monopolio commerciale con Cuba. Ciò sfida, dichiaratamente, gli interessi nazionali.

Camuffati, ovunque, con la retorica anti-Castro, gli imprenditori cubani americani hanno fabbricato un lucrativo business  con l’isola, regolato dallo stesso governo che pretendono di odiare. I congressisti di destra pretendono lottare per ogni legge destinato per punire il “regime di Castro” mentre, in pratica, chiudono gli occhi per il crescente commercio che aiuta l’economia della Florida e di Cuba. Conservano l’embargo, ma fanno un’eccezione per i cubano-americani.

Riconoscendo i fatti di questo commercio, la Casa Bianca potrebbe trarre ispirazione per revocare l’embargo -un movimento che sarebbe utile per tutti gli statunitensi. Gli ingressi del governo USA crescerebbero con l’apertura del commercio e dei viaggi a Cuba. E nel processo potremmo anche recuperare un pezzo mancante della sovranità degli USA!

** Saul Landau, professore emerito presso l’Università Statale della California a Pomona, producono ‘FIDEL e chi è il vero terrorista, per favore in piedi” disponibile in DVD.

Nelson P. Valdés è professore emerito della Università del Nuovo Messico.

Una gran ayuda para los empresarios cubanoamericanos*

La economía del embargo a Cuba

Saul Landau y Nelson P. Valdés**

El momento ha llegado y casi ido a Washington para reparar las relaciones rotas con Cuba. Durante 53 años, la Casa Blanca ha mantenido un embargo de castigo al comercio con Cuba. Sus defensores, con el objetivo de eliminar al gobierno revolucionario de Cuba todavía suplican: “dadle tiempo.”

En 2001 el presidente George W. Bush aprobó una excepción permitiendo a las compañías estadounidenses vender productos agrícolas a Cuba para el pago inmediato, a pesar de que las importaciones procedentes de Cuba se mantuvieron fuera de los límites. Otros sectores económicos no recibieron ningún beneficio.

Los cubanoamericanos, en particular desde el sur de Florida, ahora pueden exportar bienes y remesas a familiares y amigos, mientras importan las ganancias de las ventas realizadas a sus socios cubanos en Cuba, gozando una ventaja negada al resto del país.

Expertos de Washington atribuyen una fuerza sobrehumana al lobby anticastrista; por lo que no sería el Presidente quien intente levantar los embargos comercial y de viaje a la Isla. Sin embargo, los cubanoamericanos comercian y viajan libremente a Cuba diariamente. El “embargo” se aplica a todo el mundo excepto los cubanoamericanos.

Este crecimiento del comercio internacional, disfrazado como el envío de bienes a los familiares necesitados en Cuba, ahora incluye el llenado de las barrigas de 10 o más vuelos chárter diarios desde las ciudades de Estados Unidos a Cuba. Los cubanoamericanos envían mercancías, a menudo con “mulas”, para aprovisionar a los miembros de la familia en Cuba, que necesitan suministros para sus negocios. Las “mulas” retornan con dinero en efectivo, derivado de las ventas de estos bienes. Algunas de las nuevas tiendas y restaurantes cubanos abastecidas por los cubanos de Miami hacen importantes ingresos, algunos de los cuales se gastan en Cuba, y terminan en el Banco Central de Cuba.

Miami, la ciudad grande más pobre de los Estados Unidos, obtiene rentas, ya que proporciona puestos de trabajo involucrados en la compra y venta de las mercancías enviadas a Cuba. Empleos también surgen de las tareas rutinarias creadas en torno a los vuelos chárter diarios desde y hacia Cuba, y las tasas recaudadas en despegues y aterrizajes. Añádase a esto, el trabajo para los contadores, tenedores de libros y otros.

Algunos desempleados cubanoamericanos consiguen trabajos como mulas que transportan la mercancía y el dinero de un país a otro. Bancos de Miami también se benefician.

En Cuba, este comercio también crea empleo y riqueza. Mercedes dirige un paladar [restaurante privado] en el barrio de Vedado de La Habana, “porque nos basamos en turistas que les gusta la buena comida, la cual sirvo en mi paladar.”

Algunos clientes de paladares vuelan a La Habana desde Miami. Estos cubanoamericanos van a visitar a sus familiares y tal vez comprobar sus nuevas inversiones en empresas familiares en La Habana. “Familiares en la Florida me suministran con los alimentos que no puedo conseguir fácilmente en Cuba”, dijo Mercedes, “como algunas especias y productos envasados. Les envío dinero para estos productos. Ellos hacen un beneficio, y también lo hago yo. El gobierno hace dinero de los impuestos que pago, y el empleo crece en la industria turística de Cuba “.

Vuelos charter con sede en Estados Unidos tienen las barrigas llenas, incluso aquellos con pocos pasajeros. Un gerente de la compañía de vuelos chárter nos dijo: “Los pasajeros no importan tanto. La barriga está es totalmente llena”.

Gran parte del comercio en Cuba fluye a través del Aeropuerto Internacional de Miami, es decir, el capital se mueve desde los EE.UU. a Cuba; la mayor parte de los contenidos de los equipajes, sin embargo, permanecen en Cuba. El beneficio para los servicios aeroportuarios Miami significa puestos de trabajo, tasas e impuestos, que se mantienen como capital en el sur de la Florida. Los bienes adquiridos en el sur de la Florida por los cubanos (parientes, mulas, etc.) benefician las empresas locales.

Este comercio multiplica empleos en toda la zona, así como lo hace con Cuba: En Miami las ventas emanan de las tiendas y conducen a puestos de trabajo en el transporte, estacionamientos, servicios de hotel, restaurantes, y manipulación de equipajes. Cuenten las empresas que prestan servicios a las personas que viajan a Cuba y de envío de bienes allí. No omitan la ampliación de fuerzas de la policía y los funcionarios adicionales requeridos en inmigración y aduanas; ni dejen de considerar los trabajos de reparación de aviones y sus pasarelas y el personal adicional necesario para aterrizajes y despegues, y los nuevos puestos de trabajo en la administración y el mantenimiento del aeropuerto creados por los viajes ampliados. Piensen en el aumento de los ingresos fiscales de Miami.

El Sur de la Florida representa un estado colono cubano dentro de los Estados Unidos. Contrarresta sus intereses frente a los de la sociedad dominante, con la aquiescencia ignorante de la sociedad. Los estadounidenses de origen cubano radicados en Miami y sus familias basadas ​​en Cuba han utilizado la política de Estados Unidos hacia Cuba, el embargo, que representa el poder de la nación, para su propio interés, con el fin de lograr una ventaja comparativa vis a vis sobre el resto de la población norteamericana.

Desde 1960, el compromiso de derrocar al gobierno cubano ha funcionado como la política exterior estadounidense hacia Cuba, una política ahora controlada de manera informal por los cubanoamericanos del Sur de la Florida. El enclave étnico cubanoamericano obtuvo el poder político necesario para convertir el Sur de Florida en un estado colono cubano autónomo dentro de las fronteras de Estados Unidos, por lo que el embargo no consigue aplicar al enclave cubanoamericano. Los barones del enclave utilizan el embargo para garantizar, por sí mismos, una protección del monopolio comercial con Cuba. Esto desafía declararadamente los intereses nacionales.

Camuflados por todas partes con la retórica anti-Castro, los empresarios cubanoamericanos han fabricado un negocio lucrativo con la isla, regulado por el mismo gobierno que pretenden odiar. Los congresistas de derecha pretenden luchar por cada ley para castigar al “régimen de Castro”, mientras que en la práctica, hacen la vista gorda con el creciente comercio que ayuda a la economía de la Florida y de Cuba. Preservan el embargo, pero hacen una excepción para los cubanoamericanos.

Reconociendo los hechos acerca de este comercio, la Casa Blanca podría llegar a inspirarse para levantar el embargo -un movimiento que beneficiaría a todos los estadounidenses. Los ingresos del gobierno de Estados Unidos crecerían con la apertura del comercio y los viajes a Cuba. ¡Y en el proceso también podríamos recuperar una pieza que falta de la soberanía de Estados Unidos!

*A pesar de su extraordinaria actualidad y novedad, este texto fue publicado en inglés en 2013 pero no se conoce en español. A sugerencia de Nelson Valdés, he considerado apropiado traducirlo porque presenta un ángulo que nunca se menciona en el debate sobre las relaciones entre Cuba y Estados Unidos. Ver original en inglés.

**Saul Landau, Profesor Emérito de la Universidad Estatal de California en Pomona, producen FIDEL y que el verdadero terrorista favor ponerse de pie, disponible en DVD.

Nelson P. Valdés es Profesor Emérito de la Universidad de Nuevo México.

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