I genitori degli studenti di Ayotzinapa

ayotzinapaIl reclamo del ritorno dei loro figli,vivi, è la priorità per i genitori dei 43 studenti della Scuola Normale di Ayotzinapa, in Messico, dalla cui scomparsa forzata sono già trascorsi nove mesi.

I giovani frequentavano la Scuola Normale Rurale Raúl Isidro Burgos, quando accaddero i fatti tra il 26 e il 27 settembre dell’anno scorso a Iguala, nello stato di Guerrero.

I genitori e altri familiari hanno convocato le organizzazioni civili a sommarsi alle lotte per l’apparizione in vita di tutti gli scomparsi nel paese.

María Inés Abrajam, zia di Adán Abrajam de la Cruz, uno degli studenti, ha annunciato che il 2 – 3 e 4 luglio si realizzerà l’Assemblea Nazionale di Convinzione della Norma Rurale di Ayotzinapa.

Inoltre è stata realizzata una giornata politico-culturale 43X43 nella spianata del Palazzo delle Belle Arti, a Città del Messico.

Eleucadio Ortega, padre di Mauricio Ortega, ha detto che anche se gli offriranno milioni di pesos, non cederà nella sua esigenza di riaverli vivi.

Il quotidiano La Jornada ha pubblicato domenica 28 giugno, una nota nella quale ha informato che tre mesi fa alcune persone che si sono presentate come rappresentanti del Governo di Guerrero, hanno offerto denaro alla moglie di Ortega.

“Io rivoglio mio figlio, non del denaro… mi possono offrire quanto vogliono, non sarà mai sufficiente per me”. “Non staremo zitti”, ha detto Marisa Mendoza, vedova di Julio César Mondragón.”Sono già passati nove mesi e il Governo non ha dato risposte”, ha sottolineato.

Hanno partecipato alla giornata politico – culturale di sabato 27 rappresentanti di diverse organizzazioni che hanno espresso solidarietà con i genitori dei 43 scomparsi, e i rettori delle Università Autonome di Città del Messico, Hugo Aboites, e dello stato di Morelos, Jesús Vera, hanno affermato che di fronte a questi fatti le istituzioni d’educazione superiore non possono ignorare la sofferenza della popolazione.

Tutti e due hanno partecipato all’incontro per Ayotzinapa 43 x 43.

La Procura Generale della Repubblica (PGR) del Messico ha confermato la detenzione di 108 persone in questi nove mesi, del totale 74 sono membri delle polizie municipali di Iguala e Cocula che, si presume, hanno partecipato alla detenzione illegale degli studenti e alla loro consegna ai membri del cartello criminale “Guerreros unidos”.

I fatti del 16 e 17 settembre del 2014 hanno lasciato un saldo di sei persone uccise e 43 studenti scomparsi.

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